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quinta-feira, 1 de novembro de 2012

LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA Diario - Sr. Faustina


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I° Quaderno

II° Quaderno

III° Quaderno

IV° Quaderno

V° Quaderno

VI° Quaderno



LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA

Diario - Sr. Faustina


I° QUADERNO

O Amore Eterno, ordini di dipingere la Tua santa immagine E ci sveli la fonte inconcepibile della Misericordia. Tu benedici chi si avvicina ai Tuoi raggi, Ed all'anima nera dai il candore nella neve. O Gesù dolce, hai eretto qui il trono della Tua Misericordia, Per aiutare i peccatori e ridar loro la gioia. Dal Tuo Cuore squarciato, come da limpida fonte, Sgorga il conforto per le anime ed i cuori contriti. Erompe senza posa dal cuore degli uomini L'onore e la gloria per questa Immagine. Ogni cuore inneggi alla Divina Misericordia In ogni momento e nei secoli dei secoli. Dio Mio Se guardo verso il futuro, m'investe la paura, Ma perché inoltrarsi nel futuro? Mi è cara soltanto l'ora presente, Perché il futuro forse non albergherà nella mia anima. Il tempo passato non è in mio potere Per cambiare, correggere od aggiungere qualche cosa. Né i sapienti, né i profeti han potuto far questo. Affidiamo pertanto a Dio ciò che appartiene al passato. O momento presente, tu mi appartieni completamente, Desidero utilizzarti per quanto è in mio potere, E nonostante io sia piccola e debole, Mi dai la grazia della tua onnipotenza. Perciò, confidando nella Tua Misericordia, Avanzo nella vita come un bambino, Ed ogni giorno Ti offro il mio cuore Infiammato d'amore per la Tua maggior gloria.

+ G.M.G. DIO E ANIME. O Re di Misericordia, guida la mia anima Suor M. Faustina delSS.mo Sacramento Wilno, 28.VII.1934 O Gesù mio, con fiducia verso di Te Intreccio migliaia di corone e so Che fioriranno tutte, E so che fioriranno tutte, quando le illuminerà il Sole Divino. + O grande Divin Sacramento, Che nascondi il mio Dio, O Gesù, resta con me ogni momento, Ed il mio cuore non sarà preso dal timore. + G.M.G. Wilno, 28.VII.1934 +
Primo fascicolo DIO E LE ANIME Sii adorata, o Santissima Trinità, ora e in ogni tempo. SIi adorata in tutte le Tue opere e in tutte le Tue creature. Ammirata ed esaltata la grandezza della Tua Misericordia, o Dio. Debbo prender nota 4 degli incontri della mia anima con Te, o Dio, nei momenti particolari delle Tue visite. Debbo scrivere di Te, o Incomprensibile nella Misericordia verso la povera anima mia. La Tua santa volontà è la vita della mia anima. Ho avuto quest'ordine da chi Ti sostituisce per me, o Dio, qui in terra e m'insegna la Tua santa volontà. Vedi, Gesù, com'è difficile per me scrivere e che non so descrivere chiaramente ciò che provo in fondo all'anima. O Dio, può forse la penna descrivere cose per le quali talvolta non esistono nemmeno le parole? Ma, o Dio, mi ordini di scrivere; questo mi basta.

Varsavia, I.VIII.1925 L'INGRESSO IN CONVENTO. Fin dall'età di sette anni avvertii la suprema chiamata di Dio, la grazia della vocazione alla vita religiosa. A sette anni intesi per la prima volta la voce di Dio nella mia anima, cioè la chiamata ad una vita più perfetta, ma non sempre ubbidii alla voce della grazia. Non incontrai nessuno che mi chiarisse queste cose. Diciottesimo anno di vita; insistente richiesta ai genitori del permesso di entrare in convento; rifiuto categorico dei genitori. Dopo tale rifiuto mi diedi alle vanità della vita, non rivolgendo alcuna attenzione alla voce della grazia, sebbene l'anima mia / non trovasse soddisfazione in nulla. Il richiamo continuo della grazia era per me un gran tormento, però cercavo di soffocarlo con i passatempi. Evitavo d'incontrarmi con Dio intimamente e con tutta l'anima mi rivolgevo verso le creature. Ma fu la grazia di Dio ad avere il sopravvento nella mia anima. Una volta ero andata ad un ballo con una delle mie sorelle. Quando tutti si divertivano moltissimo, l'anima mia cominciò a provare intimi tormenti. Al momento in cui cominciai a ballare, scorsi improvvisamente Gesù accanto a me, Gesù flagellato, spogliato 2 delle vesti, tutto coperto di ferite, che mi disse queste parole: « Quanto tempo ancora ti dovrò sopportare? Fino a quando mi ingannerai?». All'istante si spense l'allegro suono della musica; scomparve dalla mia vista la compagnia in cui mi trovavo.
Rimanemmo soli Gesù e io. Mi sedetti accanto alla mia cara sorella, facendo passare per un mal di testa quanto era accaduto dentro di me. Poco dopo abbandonai la compagnia e la sorella senza farmi scorgere e andai nella cattedrale di S. Stanislao Kostka. Era quasi buio. Nella cattedrale c'erano poche persone. Senza badare affatto a quanto accadeva intorno, mi prostrai, le braccia stese, davanti al SS.mo Sacramento e chiesi al Signore che si degnasse di farmi conoscere ciò che dovevo fare. Udii allora queste parole: « Parti immediatamente per Varsavia; là entrerai in convento ». Mi alzai dalla preghiera, andai a casa e sbrigai le cose indispensabili. Come potei, misi al corrente mia sorella di quello che era avvenuto nella mia anima, le chiesi di salutare i genitori e così, con un solo vestito, senza nient'altro, arrivai a Varsavia. Quando scesi dal treno e vidi che ciascuno andava per la sua strada, fui presa dalla paura: che fare? ove rivolgermi, dal momento che non conoscevo nessuno? E dissi alla Madre di Dio: « Maria, fammi strada, guidami Tu! ».
Immediatamente udii dentro di me queste parole: di andare fuori dalla città in un villaggio, dove avrei trovato un alloggio sicuro per la notte. Feci così, e trovai tutto come la Madre di Dio mi aveva detto. Il giorno dopo di buon mattino feci ritorno in città ed entrai nella prima chiesa che mi si parò dinanzi. Qui mi misi a pregare, per conoscere che cosa volesse ancora Iddio da me. Le SS. Messe si susseguivano una dietro l'altra. Durante una di queste, mi sentii dire: « Va' da questo sacerdote e spiegagli ogni cosa; egli ti dirà quello che dovrai fare ». Terminata la S. Messa, / entrai nella sacrestia e gli raccontai tutto ciò che era accaduto nell'anima mia, pregandolo di indicarmi dove entrare, in quale convento. In un primo momento il sacerdote rimase sorpreso, tuttavia mi raccomandò d'aver molta fiducia perché Iddio avrebbe continuato a provvedere. « Nel frattempo - egli disse - ti manderò da una pia signora, presso la quale potrai restare fino al giorno del tuo ingresso in un convento». Quando mi presentai a quella signora, mi ricevette con grande affabilità. In quel tempo cominciai a cercare un convento, ma a qualsiasi porta ebbi a bussare, incontrai un netto rifiuto.14 Il dolore attanagliava il mio cuore e dissi al Signore Gesù: « Aiutami. Non lasciarmi sola ». Bussai infine alla nostra porta. Quando mi venne incontro la Madre Superiora, l'attuale M. Generale Suor Michaela, dopo un breve colloquio mi disse di andare dal Padrone di casa e domandargli se mi accoglieva. Capii subito che dovevo chiederlo al Signore Gesù. Tutta felice mi recai in cappella e chiesi a Gesù: « Padrone di questa casa, sei disposto ad accettarmi? Una delle suore di qui m'ha mandata da Te con tale domanda».
Immediatamente udii questa voce: « Ti accolgo; sei nel Mio Cuore ». Quando tornai dalla cappella, la Madre Superiora mi chiese prima di tutto: « Ebbene, il Signore ti ha accettata?
». « Si », le risposi. Ed essa: « Se ti ha accettata il Signore, t'accetterò anch'io ». Fu così ch'io venni ammessa in convento. Per varie ragioni tuttavia dovetti rimanere nel mondo per più d'un anno ancora, presso quella pia signora. A casa mia però, non feci più ritorno. In quel periodo dovetti lottare contro molte difficoltà, ma Dio non mi risparmiò la sua grazia e cominciò ad invadermi sempre più la nostalgia di Dio. La signora che mi ospitava, per quanto fosse molto devota, non comprendeva però la felicità della vita religiosa e, nella sua schietta semplicità, cominciò a prospettarmi altri progetti di vita, ma io sentivo di avere un cuore così grande, che nulla avrebbe potuto colmano. Mi rivolsi allora verso Dio con tutta la mia anima assetata di Lui. Fu durante l'ottava del Corpus Domini. Dio inondò l'anima mia di una luce interiore tale da farmeLo riconoscere più profondamente come il sommo bene e la suprema bellezza. Compresi quanto Dio mi amasse: dall'eternità il suo amore per me! Fu durante i vespri; con le parole semplici che mi sgorgavano dal cuore, feci a Dio / voto di castità perpetua. Da quel momento provai una maggiore intimità con Dio, mio Sposo; da quel momento costruii nel mio cuore una celletta dove m'incontravo sempre con Gesù.
Venne finalmente il momento in cui s'aprì per me la porta del convento. Era la sera del primo agosto, vigilia della Madonna degli Angeli. Mi sentivo infinitamente felice; mi pareva di essere entrata nella vita del paradiso. Dal mio cuore erompeva, unica, la preghiera della gratitudine. Dopo tre settimane però, m'accorsi che qui era così poco il tempo dedicato all'orazione e che c'erano molte altre cose che mi spingevano nell'intimo ad entrare in un convento di regola più stretta. Tale pensiero prendeva sempre più forza dentro di me, ma non era questa la volotità di Dio. Tuttavia quel pensiero, cioè quella
tentazione si consolidava sempre più, tanto che un giorno decisi di parlarne con la Madre Superiora e di uscire decisamente dal convento. Tuttavia Iddio diresse le circostanze in modo tale che non potei accedere alla Madre Superiora. Prima di andare a riposare, entrai nella cappellina e domandai a Gesù di illuminarmi su questo problema; ma non ottenni nulla nel mio intimo; solo s'impadronì di me una strana inquietudine che non riuscii a comprendere. Tuttavia, nonostante tutto, mi proposi di rivolgermi alla Madre Superiora di primo mattino, subito dopo la S. Messa e comunicarle la decisione presa. Andai verso la cella; le suore erano già coricate e le luci spente. Entrai, angosciata e insoddisfatta, nella
cella. Non sapevo più che fare. Mi buttai a terra e cominciai a pregare con fervore per conoscere la volontà di Dio. Dappertutto silenzio, come in un tabernacolo. Tutte le suore, simili a bianche ostie rinchiuse dentro il calice di Gesù, riposavano e solo dalla mia cella Iddio udiva il gemito di un'anima. Non sapevo che, senza autorizzazione, non era consentito pregare nelle celle dopo le nove di sera. Dopo un momento, nella mia cella si fece un chiarore e vidi sulla tenda il volto di Gesù molto addolorato. Piaghe vive su tutto il Volto e grosse lacrime cadevano sulla coperta del mio letto. Non sapendo che cosa tutto ciò potesse significare, domandai a Gesù: « Gesù, chi ti ha causato un simile dolore? ». E Gesù rispose: « Tu Mi causerai un simile dolore, se uscirai da questo ordine. È qui che
t'ho chiamata e non altrove e ho preparato per te molte grazie ». Domandai perdono a Gesù e mutai all'istante la decisione che avevo presa. Il giorno dopo ci fu la nostra confessione. Raccontai tutto quello che era avvenuto nella mia anima ed il confessore mi rispose che era evidente in ciò la volontà di Dio, che dovevo rimanere in questa Congregazione e che non dovevo nemmeno pensare ad un altro ordine. Da quel momento mi sento sempre felice e contenta. Poco tempo dopo mi ammalai. La cara Madre Superiora mi mandò, assieme ad altre due suore, a passare le vacanze a Skolimòw, un po' fuori Varsavia. In quel tempo domandai al Signore Gesù: « Per chi ancora devo pregare? ».
Gesù mi rispose che la notte seguente m'avrebbe fatto conoscere per chi dovevo pregare.
Vidi l'Angelo Custode, che mi ordinò di seguirlo. In un momento mi trovai in un luogo nebbioso, invaso dal fuoco e, in esso, una folla enorme di anime sofferenti. Queste anime pregano con grande fervore, ma senza efficacia per se stesse: soltanto noi le possiamo aiutare. Le fiamme che bruciavano loro, non mi toccavano. Il mio Angelo Custode non mi abbandonò un solo istante. E chiesi a quelle anime quale fosse il loro maggior tormento. Ed unanimemente mi risposero che il loro maggior tormento è l'ardente desiderio di Dio. Scorsi la Madonna che visitava le anime del purgatorio. Le anime chiamano Maria « Stella del Mare ». Ella reca loro refrigerio. Avrei voluto parlare più a lungo con loro, ma il mio Angelo Custode mi fece cenno d'uscire. Ed uscimmo dalla porta di quella prigione di dolore. Udii nel mio intimo una voce che disse: « La Mia Misericordia non vuole questo, ma lo esige la giustizia ». Da allora sono in rapporti più stretti con le anime sofferenti del purgatorio.
Fine del postulato 29.IV.1926. I superiori mi mandarono a Cracovia per il noviziato. Una gioia inimmaginabile regnava nella mia anima. Quando arrivammo in noviziato, stava morendo Suor. Qualche giorno dopo Suor... viene da me e mi ordina di andare dalla Madre Maestra a dirle di chiedere al suo confessore, Don Rospond, di celebrare una S. Messa per lei con l'aggiunta di tre giaculatorie. In un primo momento acconsentii, ma il giorno dopo pensai di non andare dalla Madre Maestra, poiché non capivo bene se si era trattato di un sogno o dii realtà. E non andai. La notte seguente si ripeté la stessa cosa in modo più chiaro, per cui non ebbi più alcun dubbio. Malgrado ciò la mattina decisi di non parlarne ancora alla Maestra. «Gliene parlerò soltanto quando la vedrò durante il giorno ». Ad un
tratto incontrai nel corridoio quella suora defunta; mi rimproverò di non essere andata subito ed una grande inquietudine s'impadronì della mia anima. Allora corsi immediatamente dalla Madre Maestra e le raccontai tutto l'accaduto. La Madre mi rispose che avrebbe provveduto. Nella mia anima ritornò subito la pace. Il terzo giorno quella suora tornò di nuovo e mi disse: « Iddio gliene renda merito ». Al momento della vestizione, Dio mi fece conoscere quanto avrei dovuto soffrire. Vidi chiaramente a che cosa mi stavo impegnando. Fu questione di un attimo di tale sofferenza; poi il Signore inondò nuovamente l'anima mia con grandi consolazioni. Verso la fine del primo anno di noviziato, cominciò a farsi scuro nella mia anima. Non provo alcuna soddisfazione nella preghiera; la meditazione per me è una gran fatica; la paura comincia ad impossessarsi di me. Penetro a fondo nel mio intimo e non vi scorgo nulla, all'infuori di una grande miseria. Vedo anche chiaramente la grande santità di Dio; non oso alzare gli occhi fino a Lui, ma mi prostro nella polvere ai Suoi piedi e méndico la Sua Misericordia. Passò così circa la metà dell'anno, ma lo stato della mia anima non cambiò affatto. La nostra cara Madre Maestra m'infuse coraggio in quei momenti difficili. Ciò nonostante questa mia sofferenza aumenta sempre più. Si avvicina il secondo anno di noviziato. Al pensiero che debbo fare i voti, la mia anima rabbrividisce. Qualunque cosa legga, non la comprendo; non sono in grado di meditare. Mi sembra che la mia preghiera non sia gradita a Dio. Quando mi accosto ai santi Sacramenti, mi pare di offendere ancor di più Dio. Il confessore però non mi ha permesso di tralasciare nemmeno una sola volta la S. Comunione. Dio operava in modo singolare nella mia anima. Non capivo assolutamente nulla di quello che mi diceva il confessore. Le più semplici verità della fede mi erano divenute del tutto incomprensibili. La mia anima si tormentava non trovando soddisfazione da nessuna parte. In un certo momento mi venne una forte idea di essere respinta da Dio. Questo pensiero spaventoso mi trafisse l'anima da parte a parte; per questa sofferenza la mia anima cominciò ad agonizzare. Volevo morire e non potevo. Mi venne il pensiero: « A che scopo cercare di acquistare le virtù? Perché mortificarsi, se tutto ciò non è gradito a Dio? ». Quando ne parlai con la Madre Maestra, ricevetti questa risposta: « Sappia, sorella, che Iddio la destina ad una grande santità. È un segno che Dio la vuole in paradiso, molto vicino a Sé. Sorella, abbia molta fiducia nel Signore Gesù ». il tremendo pensiero di essere respinti da Dio è il tormento che in realtà soffrono i dannati. Mi rifugiai nelle Piaghe di Gesù. Ripetevo parole di speranza, ma quelle parole divennero per me un tormento ancora maggiore. Andai davanti al SS.mo Sacramento e cominciai a dire a Gesù: « Gesù, Tu hai detto che è più facile che una madre dimentichi il bambino che allatta, piuttosto che Iddio dimentichi una Sua creatura e se pure essa lo dimenticasse, Io Dio non dimenticherò la Mia creatura. Senti, Gesù, come geme la mia anima? Ascolta i vagiti strazianti della Tua bambina. Ho fiducia in Te, o Dio, poiché il cielo e la terra passeranno, ma la Tua Parola dura in eterno». Però non trovai sollievo nemmeno per un istante. Un giorno, subito dopo la sveglia, mentre mi metto alla presenza di Dio, incomincia ad assalirmi la disperazione. Buio estremo nella mia anima. Ho lottato come ho potuto fino a mezzogiorno. Nelle ore pomeridiane cominciò ad impossessarsi di me un vero terrore di morte; mi cominciarono a venir meno le forze fisiche. Rientrai in fretta nella cella e mi gettai in ginocchio davanti al Crocifisso e cominciai ad implorare misericordia. Gesù però non ascolta le mie grida. Sento che mi vengono a mancare del tutto le forze fisiche; cado a
terra; la disperazione si è impadronita della mia anima. Sto vivendo pene infernali che realmente non differiscono in nulla da quelle dell'inferno. Sono rimasta in quello stato per tre quarti d'ora. Avrei voluto andare dalla Maestra - non ne ebbi la forza. Volevo gridare – la voce mi venne a mancare. Per fortuna però entrò nella cella una suora. Quando mi vide in quello stato così fuori dal normale, avverti subito la Maestra. La Madre venne subito. Appena entrò nella cella, disse queste parole: « In virtù della santa obbedienza, le chiedo di alzarsi da terra ». Immediatamente una forza misteriosa mi sollevò da terra e mi trovai in piedi accanto alla cara Maestra. Con parole affettuose mi spiegò che quella era una prova mandata da Dio: « Sorella, abbia tanta fiducia; Iddio è sempre Padre, anche quando mette alla prova ». Tornai ai miei doveri, come se fossi uscita dalla tomba. I miei sensi erano come impregnati di ciò che aveva sperimentato la mia anima. Durante la funzione serale la mia anima cominciò ad agonizzare in un buio spaventoso. Sento che sono in balia del Dio Giusto e che sono oggetto del Suo sdegno. In quei terribili momenti ho detto a Dio: « O Gesù, che nel Vangelo Ti paragonasti alla più tenera delle madri, ho fiducia nella Tua Parola, poiché Tu sei la verità e la vita. Gesù, confido in Te contro ogni speranza, contro ogni sentimento, che ho nel mio intimo ed è contrario alla speranza. Fa' di me quello che vuoi; non mi allontanerò da Te, poiché Tu sei la sorgente della mia vita ». Quanto sia tremendo questo tormento dell'anima, lo può capire soltanto chi ha provato su di sé simili momenti. Nella notte mi fece visita la Madonna con in braccio il Bambino Gesù. La mia anima fu piena di gioia e dissi: « O Maria, Madre mia, lo sai quanto terribilmente soffro? ».
E la Madonna mi rispose: « Lo so quanto soffri, ma non temere, io partecipo e parteciperò sempre alla tua sofferenza ». Sorrise amabilmente e scomparve. Immediatamente nella mia anima ritornò la forza e tanto coraggio. Questo però durò soltanto un giorno. Sembrava quasi che l'inferno avesse congiurato contro di me. Un odio tremendo cominciò ad insinuarsi nella mia anima, un odio contro tutto ciò che è santo e divino. Mi sembrava che questi tormenti dello spirito dovessero far parte per sempre della mia esistenza. Mi rivolsi pertanto al Santissimo Sacramento e dissi a Gesù: « O Gesù, Sposo della mia anima, non vedi che la mia anima sta morendo andando a Te? Come puoi nasconderTi così ad un cuore
che Ti ama con tanta sincerità? Perdonami Gesù; si compia in me la Tua santa volontà. Soffrirò in silenzio, come una colomba, senza lamentarmi. Non permetterò al mio cuore nemmeno un solo gemito di doloroso lamento ». Fine del noviziato. Le sofferenze non diminuiscono affatto. Debolezza fisica; dispensa da tutte le pratiche di pietà, o meglio loro sostituzione con giaculatorie. Venerdì Santo. Gesù attrae il mio cuore nel centro infuocato dell'amore. Ciò è avvenuto durante l'adorazione serale. Improvvisamente la presenza di Dio s'impadronì di me. Dimenticai ogni cosa. Gesù mi fa conoscere quanto ha sofferto per me. Questo durò molto brevemente. Una nostalgia tremenda. Un desiderio ardente di amare Dio. I presi voti. Un ardente desiderio di annientarmi per Dio mediante un amore attivo, ma che sfugga all'occhio anche delle suore che mi stanno più vicino. Anche dopo i voti però
l'oscurità continuò a regnare nella mia anima fino a circa metà dell'anno. Durante la preghiera Gesù penetrò tutta l'anima mia. L'oscurità scomparve. Udii nell'intimo queste parole: «Tu sei la Mia gioia, tu sei delizia del Mio cuore ». Da quel momento percepii nel cuore, cioè nel mio intimo, la Santissima Trinità. In maniera sensibile mi sentii inondata di luce divina. Da allora la mia anima vive in intimità con Dio, come un bimbo col proprio padre affezionato. Una volta Gesù mi disse: « Va' dalla Madre Superiora e pregala di autorizzarti a portare il cilicio per sette giorni e durante la notte ti alzerai una volta e verrai in cappella ». Risposi di si, ma avevo una certa difficoltà a recarmi dalla Superiora. Verso sera Gesù mi chiese: « Fino a quando rimanderai?». Decisi di parlarne alla Madre Superiora al primo incontro. il giorno dopo prima di mezzogiorno mi accorsi che la Madre Superiora andava in refettorio e siccome la cucina, il refettorio e la stanzetta di Suor Luisa si trovano quasi assieme, invitai la Madre Superiora nella stanzetta di Suor Luisa e le riferII la richiesta di Gesù. La Madre mi rispose: « Non le permetto di portare nessun cilicio. Nel modo più assoluto. Se Gesù le dà la forza di un colosso, le permetterò queste mortificazioni ». Mi scusai con la Madre per averle fatto perdere tempo ed uscII dalla stanzetta. All'improvviso vidi Gesù in piedi sulla porta della cucina e Gli dissi: « Mi ordini di andare a chiedere delle penitenze, che la Madre Superiora non intende permettere ». Allora Gesù mi disse: «Ero qui durante il colloquio con la Superiora e so tutto e non voglio le tue mortificazioni, ma l'obbedienza. Con questo Mi dai una grande gloria ed acquisti dei meriti per te ». Una delle Madri, quando venne a conoscere il mio stretto rapporto con Gesù, mi disse che ero una povera illusa. Mi disse che Gesù manteneva rapporti simili solo coi santi « e non con anime peccatrici come lei, sorella ». Da quel momento fu come se diffidassi di Gesù. In un colloquio mattutino dissi a Gesù: «
Gesù, non sei per caso un'illusione? ». Gesù mi rispose: « Il Mio amore non delude nessuno ». + Una volta stavo riflettendo sulla SS. Trinità, sull'Essenza di Dio. Volevo assolutamente approfondire e conoscere chi è questo Dio... In un istante il mio spirito venne come rapito in un altro mondo. Vidi un bagliore inaccessibile e in esso come tre sorgenti di luce, che non riuscii a comprendere. E da quella luce uscivano parole sotto forma di fulmini, che si aggiravano attorno al cielo ed alla terra. Non comprendendo nulla di questo, mi rattristai molto. Improvvisamente dal mare di luce inaccessibile usci il nostro amato Salvatore, di una bellezza inconcepibile, con le Piaghe sfavillanti: E da quella luce si
udì questa voce: « Qual è Dio nella Sua essenza, nessuno potrà sviscerarlo, né la mente angelica, né umana ». Gesù mi disse: « Procura di conoscere Dio attraverso la meditazione dei Suoi attributi ». Un momento dopo Gesù tracciò con la mano il segno della croce e scomparve. + Una volta vidi una gran folla di gente nella nostra cappella, davanti alla cappella e sulla strada, perché non c'era posto nella cappella. La cappella era addobbata per una solennità. Vicino all'altare c'era un gran numero di ecclesiastici, poi le nostre suore e molte di altre congregazioni. Aspettavano tutti la persona che doveva prendere posto sull'altare. Ad un tratto sentii una voce che diceva che io dovevo prendere il posto sull'altare. Però appena uscii dall'abitazione, cioè dal corridoio per attraversare il cortile ed andare in cappella seguendo la voce che mi chiamava, ecco che tutta la gente cominciò a gettarmi addosso tutto quello che poteva: fango, sassi, sabbia, scope, tanto che in un primo momento rimasi indecisa se proseguire o meno; ma quella voce mi chiamava con insistenza ancora maggiore ed allora, nonostante tutto, cominciai ad avanzare coraggiosamente. Quando attraversai la soglia della cappella, i superiori, le suore, le educande e perfino i genitori cominciarono a colpirmi con quello che potevano tanto che, volente o nolente, dovetti salire in fretta al posto destinato sull'altare. Non appena occupai il posto destinato, subito quella stessa gente e le educande, e le suore, e i superiori, e i genitori, tutti cominciarono a tendere le mani ed a chiedere grazie ed io non provavo alcun risentimento verso di loro, che m'avevano scagliato addosso tutta quella roba ed anzi stranamente provavo un amore particolarissimo proprio per quelle persone che mi avevano costretta a salire più rapidamente nel posto a me destinato. In quel momento la mia anima fu inondata da una felicità inconcepibile ed udii queste parole: « Fa' quello che vuoi, distribuisci grazie come vuoi, a chi vuoi e quando vuoi». E subito la visione scomparve. Una volta sentii queste parole: « Va' dalla Superiora e chiedi che ti permetta di fare ogni giorno un'ora di adorazione per nove giorni; durante questa adorazione cerca di fare la tua preghiera con Mia Madre. Prega di cuore in unione con Maria; procura inoltre in questo tempo di fare la Via Crucis ». Ottenni il permesso non per un'ora intera, ma soltanto per il tempo che avevo, dopo compiuti i miei doveri. Dovevo fare quella novena per la patria. Il settimo giorno della novena vidi la Madonna fra cielo e terra, in una veste chiara. Pregava con le mani giunte sul petto e lo sguardo rivolto al cielo e dal suo Cuore uscivano dei raggi di fuoco, alcuni dei quali erano diretti verso il cielo, mentre gli altri coprivano la nostra terra. Quando parlai di alcune di queste cose col confessore, mi rispose che potevano provenire realmente da Dio, ma che potevano anche essere un'illusione. Siccome avevo spesso dei cambiamenti, non avevo un confessore fisso e per di più facevo una fatica incredibile ad esporre cose di quel genere. Perciò pregavo ardentemente perché il Signore mi concedesse una grande grazia, quella di avere un direttore spirituale. Ma questa grazia l'ottenni soltanto dopo i voti perpetui, quando venni a Wilno. Si tratta di Don Sopocko. Il Signore me l'aveva fatto conoscere interiormente, prima che arrivassi a WIIno. Se avessi avuto fin dall'inizio un direttore spirituale, non avrei sprecato tante grazie del Signore. Un confessore può essere di grande aiuto per un'anima, ma può anche procurarle molto danno. Oh! come dovrebbero stare attenti i confessori all'azione della grazia di Dio nell'anima dei loro penitenti. Questa è una cosa di grande importanza. Dalle grazie di un'anima si può conoscere il suo stretto rapporto con Dio. Una volta venni citata al giudizio di Dio. Stetti davanti al Signore faccia a faccia. Gesù era tale e quale è durante la Passione. Dopo un momento scomparvero le Piaghe e ne rimasero solo cinque: alle mani, ai piedi ed al costato. Vidi immediatamente tutto lo stato della mia anima, cosi come la vede Iddio. Vidi chiaramente tutto quello che a Dio non piace. Non sapevo che bisogna rendere conto al Signore anche di ombre tanto piccole. Che momento! Chi potrà descriverlo? Trovassi di fronte altre volte Santo! Gesù mi domandò: «Chi sei? ». Risposi: « Io sono una tua serva, Signore ». « Devi scontare un giorno di fuoco nel purgatorio ». Avrei voluto gettarmi immediatamente fra le fiamme del purgatorio, ma Gesù mi trattenne e disse: « Che cosa preferisci: soffrire adesso per un giorno oppure per un breve tempo sulla terra? ». Risposi: « Gesù, voglio soffrire in purgatorio e voglio soffrire sulla terra sia pure i più grandi tormenti fino alla fine del mondo ». Gesù disse: « E sufficiente una cosa sola. Scenderai in terra e soffrirai molto, ma non per molto tempo ed eseguirai la Mia volontà ed i Miei desideri ed
un Mio servo fedele ti aiuterà ad eseguirla. Ora posa il capo sul Mio petto, sul Mio Cuore ed attingivi forza e vigore per tutte le sofferenze, dato che altrove non troverai sollievo, né aiuto, né conforto. Sappi che avrai molto, molto da soffrire, ma questo non ti spaventi. Io sono con te ». Poco dopo mi ammalai. I disturbi fisici furono una scuola di pazienza per me. Solo Gesù sa quanti sforzi di volontà dovetti fare per adempiere i miei doveri. Gesù quando intende purificare un'anima, usa gli strumenti che vuole. La mia anima si sente completamente abbandonata dalle creature. Talvolta l'intenzione più retta viene interpretata male dalle suore. Questa è una sofferenza molto dolorosa, ma il Signore la permette e bisogna accettarla, perché questo ci fa assomigliare maggiormente a Gesù. Una cosa non sono riuscita a comprendere per molto tempo, cioè che Gesù mi ordinava di dire tutto ai superiori, mentre i superiori non credevano alle mie parole e mi commiseravano come fossi stata una povera illusa o una vittima della mia fantasticheria. Per questo motivo, temendo di essere un'illusa, decisi di evitare interiormente Dio, dato che avevo paura delle illusioni. Ma la grazia di Dio m'inseguiva ad ogni passo e quando meno me l'aspettavo, Iddio mi rivolgeva la parola. +
Un giorno Gesù mi disse che avrebbe fatto scendere il castigo su di una città, che è la più bella della nostra Patria. il castigo doveva essere uguale a quello inflitto da Dio a Sodoma e Gomorra. Vidi la grande collera di Dio ed un brivido mi scosse, mi trafisse il cuore. Pregai in silenzio. Un momento dopo Gesù mi disse: « Bambina Mia, unisciti strettamente a Me durante il sacrificio ed offri al Padre Celeste il Mio Sangue e le Mie Piaghe per impetrare il perdono per i peccati di quella città. Ripeti ciò senza interruzione per tutta la S. Messa. Fallo per sette giorni ». Il settimo giorno vidi Gesù su di una nuvola chiara e mi misi a pregare perché Gesù posasse il Suo sguardo sulla città e su tutto il nostro paese. Gesù diede uno sguardo benigno. Quando notai la benevolenza di Gesù, cominciai ad implorarne la benedizione. Ad un tratto Gesù disse: « Per te benedico l'intero paese » e fece con la mano un gran segno di croce sulla nostra Patria. Vedendo la bontà del Signore, l'anima mia fu inondata da una grande gioia. + 1929. Una volta, durante la S. Messa, sentii la vicinanza di Dio in una maniera particolarissima, nonostante che mi difendessi e mi tenessi lontana da Lui. Talvolta sfuggivo a Dio proprio perché non volevo essere vittima dello spirito maligno, dato che qualcbe volta m avevano detto che lo ero. E questa incertezza durò per lungo tempo. Durante la S. Messa, prima della S. Comunione, ci fu la rinnovazione dei voti. Quando uscimmo dagli inginocchiatoi e cominciammo a pronunciare la formula dei voti, improvvisamente Gesù si mise accanto a me. Aveva una veste bianca ed una cintura d'oro e mi disse: « Ti concedo eterno amore, affinché la tua purezza sia intatta ed a conferma che non andrai mai soggetta a tentazioni impure ». Gesù si slacciò la cintura d'oro che aveva e con quella cinse i miei fianchi. Da quel momento non ho più provato alcun turbamento contrario alla virtù né nel cuore, né nella mente. Compresi in seguito che questa è una delle più grandi grazie, che mi aveva ottenuto la Santissima Vergine Maria, dato che per questa grazia l'avevo pregata per molti anni. Da allora è aumentata la mia devozione per la Madre di Dio. È Lei che mi ha insegnato ad amare interiormente Iddio e come adempire in tutto la Sua santa volontà. O Maria, Tu sei la gioia, poiché attraverso Te Iddio è sceso in terra e nel mio cuore. Una volta vidi un ministro di Dio in pericolo di commettere un peccato grave, che doveva avvenire da un momento all'altro. Presi a supplicare Dio che mandasse a me tutti i tormenti dell'inferno, tutti i dolori che voleva e in cambio chiesi la liberazione e
l'allontanamento di quel sacerdote dall'occasione di commettere peccato. Gesù esaudì la mia preghiera ed all'istante sentii sulla testa la corona di spine. Le spine di quella corona mi penetrarono fino al cervello. Ciò durò tre ore ed il ministro di Dio fu liberato da quel peccato ed il Signore rafforzò la sua anima mediante una grazia speciale. + Una volta, il giorno di Natale, sento che s'impossessa di me l'onnipotenza, la presenza di Dio. E di nuovo evito interiormente l'incontro col Signore. Domandai alla Madre Superiora il permesso di andare a «Jozefinek: », per fare una visita alle suore. La Madre Superiora ci diede il permesso e subito dopo il pranzo, cominciammo a prepararci. Le consorelle mi stavano già aspettando sulla porta del convento. Io andai di corsa nella cella a prendere la mantellina.
Ritornando dalla cella e passando vicino alla piccola cappellina, sulla soglia scorsi Gesù, il quale mi disse queste parole: « Va' pure, ma Io ti prendo il cuore ». Ed all'improvviso avvertii di non avere più il cuore nel petto. Dato che le suore mi avevano fatto osservare che dovevo andare più in fretta poiché era già tardi, me ne andai immediatamente con loro. Ma una grande insoddisfazione cominciò ad opprimermi. Una strana nostalgia s'impadronì di me. Nessuno però, tranne il Signore, era al corrente di quello che era avvenuto nella mia anima. Quando ci eravamo trattenute un attimo a « Jòzefinek », io dissi alle consorelle: «Torniamo a casa ». Le suore chiesero di riposarsi almeno un momento, ma il mio spirito non riusciva a trovar pace. Mi giustificai dicendo che dovevamo tornare prima che si facesse buio, dato che c'è un bel tratto di strada, e tornammo subito a casa. Quando la Madre Superiora ci incontrò nel corridoio, mi domandò: « Non siete ancora partite o siete già tornate? ». Risposi che eravamo già rientrate, perché non volevo tornare di sera. Mi tolsi la mantellina e mi recai immediatamente nella piccola cappella. Appena entrai, Gesù mi disse: «Vai dalla Madre Superiora e dille che non è vero che sei tornata per essere a casa prima di sera, ma perché ti ho portato via il cuore ». Sebbene la cosa mi costasse molto, andai dalla Superiora e dissi sinceramente il motivo per il quale ero tornata così presto e chiesi perdono al Signore per tutto quello che a Lui non piace. E subito Gesù inondò la mia anima di una grande gioia. Compresi che, all'infuori di Dio, non c’è contentezza da nessuna parte. Una volta vidi due suore che stavano per entrare nell'inferno. Un dolore indescrivibile mi strinse l'anima. Pregai Iddio per loro e Gesù mi disse: «Va' dalla Madre Superiora e dille che quelle due suore si trovano nell'occasione di commettere un peccato grave ». il giorno dopo lo dissi alla Superiora. Una di esse è già in stato di fervore; l'altra sta sostenendo una grande battaglia.
Una volta Gesù mi disse: "Abbandonerò questa casa.. poiché vi sono cose che non Mi piacciono". E l'Ostia uscì dal tabernacolo e si posò nelle mie mani, ed io con gioia la riposi nel tabernacolo. Il fatto si ripeté una seconda volta e io feci lo stesso. Ma la cosa si ripeté una terza volta e l'Ostia si trasformò nel Signore Gesù vivo, e Gesù mi disse: « Io non rimarrò qui più a lungo». Allora nella mia anima si risvegliò improvvisamente un grande amore per Gesù e dissi: « E io non Ti lascerò partire, Gesù, da questa casa ». E Gesù scomparve di nuovo e l'Ostia si posò nelle mie mani. La riposi nuovamente nella
pisside e chiusi il tabernacolo. E Gesù rimase con noi. Per tre giorni mi preoccupai di fare l'adorazione riparatrice. Una volta Gesù mi disse: « Fa' sapere alla Madre Generale che in questa casa... succede la tal cosa... che non Mi piace e che Mi offende molto». Non lo feci sapere subito alla Madre; ma il turbamento che m'inviò il Signore, non mi permise d'attendere un momento di più e scrissi subito alla Madre Generale e la pace ritornò nella mia anima. Sperimentavo spesso sul mio corpo la Passione del Signore, sebbene ciò non fosse visibile all'esterno; di questo sono contenta, poiché Gesù vuole così. Ma questo durò per un breve periodo. Quelle sofferenze accesero nella mia anima il fuoco dell'amore per Iddio e per le anime immortali. L'amore sopporterà tutto; l'amore andrà oltre a morte; l'amore non teme niente.

+ 22 FEBBRAIO 1931. La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l'altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l'uno e l'altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l'anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Gesù mi disse: « Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l'anima, che venererà quest'immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria gloria ». Quando ne parlai al confessore, ricevetti questa risposta: « Questo riguarda la tua anima ». Mi disse così: "Dipingi l'immagine divina nella tua anima". Quando lasciai il confessionale, udii di nuovo queste parole: « La Mia immagine c'è già nella tua anima. Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia. + Desidero che i sacerdoti annuncino la Mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve aver paura di avvicinarsi a Me». « Le fiamme della Misericordia Mi divorano; voglio riversarle sulle anime degli uomini». Poi Gesù si lamentò con me
dicendomi: « La sfiducia delle anime Mi strazia le viscere. Ancora di più Mi addolora la sfiducia delle anime elette. Nonostante il Mio amore inesauribile non hanno fiducia in Me. Nemmeno la Mia morte è stata sufficiente per loro. Guai alle anime che ne abusano! ». Quando dissi alla Madre Superiora che Iddio voleva questo da me, la M. Superiora mi rispose che Gesù doveva farlo riconoscere più chiaramente con qualche segno. Quando pregai Gesù di dare qualche segno a dimostrazione che "sei veramente Tu, Dio e Signore Mio, e che da Te vengono queste richieste", udii nel mio intimo questa voce: « Mi farò conoscere dalle Superiore attraverso le grazie che concederò mediante questa immagine ». Quando volevo liberarmi da queste ispirazioni interiori, Iddio mi disse che nel giorno del Giudizio mi avrebbe chiesto conto di un gran numero di anime. Una volta che mi sentivo tremendamente stanca per le molte difficoltà che avevo per il fatto che Gesù mi parlava ed esigeva che venisse dipinta quell'immagine, decisi fra di me fermamente di chiedere al Padre Andrasz, prima dei voti perpetui, di sciogliermi da quelle ispirazioni interiori e dall'obbligo di dipingere quell'immagine. Ascoltata la confessione, il Padre Andrasz mi diede questa risposta: « Non la sciolgo da nulla, sorella, e non le è permesso sottrarsi a queste ispirazioni interiori, ma deve assolutamente parlare di tutto al confessore, nel modo più assoluto, altrimenti andrà fuori strada, nonostante queste grandi grazie del Signore. Momentaneamente lei si confessa da me, ma sappia bene che deve avere un confessore fisso, cioè un direttore spirituale ». Ne rimasi enormemente mortificata. Pensavo di potermi liberare da tutto, ed invece era avvenuto proprio il contrario: ora avevo l'ordine esplicito di ubbidire alla richiesta di Gesù. E di nuovo il tormento di non avere un confessore fisso. E se per un certo tempo mi confesso da qualcuno, non posso rivelargli la mia anima per quanto riguarda le grazie. Ne soffro in modo incredibile. Prego Gesù di concedere queste grazie a qualcun altro, perché io non so utilizzarle e le spreco soltanto. « Gesù, abbi compassione di me. Non affidarmi cose tanto grandi. Vedi bene che sono un pugno di polvere buono a nulla ». Tuttavia la bontà di Gesù è infinita. Mi aveva promesso un aiuto visibile in terra e l'ho ricevuto dopo poco tempo a Wilno. Ho riconosciuto in Don Sopocko quell'aiuto divino.
L'avevo conosciuto prima di arrivare a Wilno grazie ad una visione interiore. Un giorno lo vidi nella nostra cappella tra l'altare ed il confessionale. Avevo udito improvvisamente nel mio intimo una voce: « Ecco l'aiuto visibile per te sulla terra. Egli ti aiuterà a fare la Mia volontà sulla terra ». + Una volta che ero stanca di queste incertezze domandai a Gesù: « Gesù, sei Tu il mio Dio o sei un fantasma? I Superiori infatti mi dicono che capitano illusioni e fantasmi di vario genere. Se sei il mio Signore Ti prego di benedirmi ». Allora Gesù fece un gran segno di croce su di me e io mi segnai. Quando chiesi perdono a Gesù per quella domanda, Gesù mi rispose che con quella domanda non Gli avevo recato alcun dispiacere ed il Signore mi disse inoltre che la mia fiducia Gli piaceva molto.

1933 + CONSIGLI SPIRITUALI DATIMI DA PADRE ANDRASZ S. J. Primo. Non le è lecito, sorella, sfuggire a queste ispirazioni interiori ma deve informare di tutto il confessore. Se lei riconosce che tali ispirazioni interiori riguardano, ossia sono di vantaggio alla sua anima o ad altre anime, la prego di ascoltarle e non le è permesso trascurarle, ma sempre d'accordo col proprio confessore. Secondo. Se queste ispirazioni non concordano con la fede e con lo spirito della Chiesa, bisogna respingerle immediatamente, poiché provengono dallo spirito maligno. Terzo. Se queste ispirazioni non riguardano le anime in generale, né il loro bene in particolare, allora, sorella, non se ne preoccupi eccessivamente, e non le prenda affatto in considerazione. Tuttavia non decida da sola in questa materia in un senso e nell'altro, poiché può andare fuori strada, nonostante queste grandi grazie del Signore. Umiltà, umiltà e sempre umiltà, poiché noi da soli non possiamo nulla. Tutto questo è soltanto grazia di Dio. Mi dice che Iddio esige tanta fiducia dalle anime; ebbene sia lei la prima a dare la dimostrazione di tale fiducia. Ancora una parola: accetti tutto questo con serenità. Parola di uno dei confessori: Sorella, Iddio le prepara molte grazie particolari, ma lei faccia in modo che la sua vita sia pura come le lacrime davanti al Signore, senza badare a quello che potranno pensare di lei. Le basti Iddio e Lui solo.
Verso la fine del noviziato il confessore mi disse queste parole: Avanza nella vita facendo del bene, in
modo che sulle pagine della tua vita io possa scrivere: visse facendo del bene. Iddio realizzi questo in lei, sorella. Un'altra volta il confessore mi disse: si comporti davanti al Signore come la vedova del Vangelo, la quale benché avesse deposto nel tesoro una moneta spicciola di poco valore, dal Signore fu ritenuta più meritevole di quelli che avevano fatto ricche offerte. Un'altra volta ricevetti questo insegnamento: si comporti in modo che chiunque si avvicini a lei, se ne parta felice. Diffonda attorno a sé il profumo della felicità, poiché da Dio ha ricevuto molto e quindi deve dare molto agli altri. Che tutti possano ripartire felici da lei, anche se hanno appena sfiorato l'orlo della sua veste. Ricorda bene le
parole che ti ho detto ora. Un'altra volta mi disse queste parole: permetta al Signore di spingere la navicella della sua vita in alto mare, sulle acque immensamente profonde della vita interiore. Alcune parole di un colloquio avuto con la Madre Maestra verso la fine del noviziato: la caratteristica particolare della sua anima sia la semplicità e l'umiltà. Vada attraverso il cammino della vita come una bambina, sempre fiduciosa, sempre provvista di semplicità ed umiltà, contenta di tutto, felice di tutto. Là dove le altre anime si spaventano, lei, sorella, passi tranquillamente grazie alla semplicità ed all'umiltà. Questo, sorella, lo ricordi per tutta la vita: come le acque scendono dai monti verso le valli, così le grazie del Signore scendono soltanto sulle anime umili. O mio Dio, comprendo bene che vuoi da me l'infanzia spirituale, dato che me la chiedi continuamente tramite i Tuoi rappresentanti. Le sofferenze e le contrarietà all'inizio della vita religiosa mi avevano spaventata e mi avevano tolto il coraggio. Per questo pregavo continuamente perché Gesù mi rendesse più forte e mi concedesse il vigore del Suo Santo Spirito, per poter adempiere in tutto la Sua santa Volontà, poiché fin dall'inizio conoscevo e conosco tuttora la mia debolezza. So bene chi sono da me stessa, poiché Gesù ha svelato agli occhi della mia anima tutto l'abisso della mia miseria e pertanto mi rendo conto perfettamente che tutto quello che c'è di buono nella mia anima è soltanto frutto della Sua santa grazia. La consapevolezza della mia miseria mi fa conoscere in pari tempo l'abisso della Tua Misericordia. Nella mia vita interiore guardo con un occhio verso l'abisso di miseria e di abiezione che sono io, e con l'altro
occhio verso l'abisso della Tua Misericordia, o Dio. O mio Gesù, Tu sei la vita della mia vita. Tu sai bene che non desidero nient'altro all'infuori della gloria del Tuo Nome e che le anime conoscano la Tua bontà. Perché le anime si tengono lontano da Te, o Gesù? Questo proprio non lo capisco. Oh! potessi io dividere il mio cuore in minime particelle e offrirtele, o Gesù, in modo che ogni particella fosse come un cuore intero, nell'intento di compensarTi, almeno in parte per i cuori che non Ti amano! Ti amo, Gesù, con ogni goccia del mio sangue e lo verserei volentieri per Te, per darTi la prova del mio amore sincero. O Dio, più Ti conosco e meno riesco a comprenderTi, ma questa mia incapacità a comprenderTi mi fa capire quanto sei grande, o Dio. E questa impossibilità a comprenderTi accende una nuova fiamma nel mio cuore per Te, o Signore. Dal momento in cui mi hai permesso, o Gesù, di
immergere lo sguardo della mia anima in Te, riposo e non desidero nient'altro. Ho trovato la mia destinazione nel momento in cui la mia anima è annegata in Te, unico oggetto del mio amore. Tutto è nulla se lo si confronta con Te. Le sofferenze, le contrarietà, le umiliazioni, gli insuccessi, i sospetti che gravano su di me, sono fuscelli che ravvivano il mio amore verso di Te, o Gesù. Pazzi ed irrealizzabilì sono i miei desideri. Desidero nascondere a Te che soffro. Per I i miei sforzi e le mie opere buone desidero non essere mai ricompensata. O Gesù, Tu solo sei la mia ricompensa. Tu mi basti, o Tesoro del mio cuore. Desidero condividere le sofferenze del prossimo e tener nascoste nel cuore le mie sofferenze non solo al prossimo, ma anche a Te, o Gesù. Le sofferenze sono una grande grazia. Attraverso la sofferenza l'anima diviene simile al Salvatore; nella sofferenza l'amore si cristallizza: maggiore è la sofferenza, più puro diviene l'amore. + Una volta di notte venne a trovarmi una delle nostre suore, che era morta due mesi prima. Era una suora del primo coro. La vidi in uno stato spaventoso: tutta avvolta dalle fiamme, con la faccia dolorosamente stravolta. L'apparizione durò un breve momento e scomparve. I brividi trapassarono la mia anima, ma pur non sapendo dove soffrisse, se in purgatorio o all'inferno, raddoppiai in ogni caso le mie preghiere per lei. La notte seguente venne di nuovo ed era in uno stato ancora più spaventoso, tra fiamme più fitte, sul suo volto era evidente la disperazione. Rimasi molto sorpresa di vederla in condizioni più orribili, dopo le preghiere che avevo offerto per lei e le chiesi: « Non ti hanno giovato per nulla le mie preghiere? ». Mi rispose che le mie preghiere non le erano servite a nulla e che niente poteva aiutarla. Domandai: « E le preghiere fatte per te da tutta la Congregazione, anche quelle non ti hanno giovato niente? ». Mi rispose: « Niente. Quelle preghiere sono andate a profitto di altre anime ». E io le dissi: «Se le mie preghiere non le giovano per niente, la prego di non venire da me ». E scomparve immediatamente. Io però non cessai di pregare.
Dopo un certo tempo venne di nuovo da me di notte, ma in uno stato diverso. Non era tra le fiamme come prima ed il suo volto era raggiante, gli occhi brillavano di gioia e mi disse che avevo il vero amore per il prossimo, che molte altre anime avevano avuto giovamento dalle mie preghiere e mi esortò a non cessare di pregare per le anime sofferenti nel purgatorio e mi disse che essa non sarebbe rimasta a lungo in purgatorio. I giudizi di Dio sono veramente misteriosi!
1933. Una volta udii nel mio intimo questa voce: « Fa' una novena per la Patria. La novena consisterà nelle litanie dei Santi. Chiedi il permesso al confessore ».

Durante la successiva confessione ottenni il permesso e la sera iniziai subito la novena.
Verso la fine delle litanie vidi un grande chiarore ed in esso Dio Padre. Fra quel chiarore e la terra vidi Gesù inchiodato sulla croce in modo tale che Iddio, volendo guardare sulla terra, doveva guardare attraverso le Piaghe di Gesù. E compresi che per riguardo di Gesù Iddio benediva la terra. Gesù, Ti ringrazio per questa grande grazia, cioè per il confessore, che Tu stesso Ti sei degnato di scegliermi e che mi hai fatto vedere in visione prima che lo conoscessi di persona. Quando ero andata a confessarmi da Padre Andrasz, pensavo che sarei stata liberata dalle mie ispirazioni interiori. Il Padre mi rispose che non mi poteva liberare, ma: « Preghi, sorella, per ottenere un direttore spirituale ». Dopo una breve e fervida preghiera vidi di nuovo Don Sopocko nella nostra cappella fra il confessionale e l'altare. Allora mi trovavo a Cracovia. Queste due visioni mi rafforzarono tanto più nello spirito in quanto lo trovai così come lo avevo visto in visione sia a Varsavia durante la terza
probazione, sia a Cracovia. Gesù, Ti ringrazio per questa grande grazia. Adesso tremo quando sento dire talvolta da qualche anima che non ha il confessore, cioè il direttore spirituale. So bene infatti quali gravi danni ho avuto io stessa quando non avevo questo aiuto. Senza un direttore spirituale si può andare facilmente fuori strada. O vita grigia e monotona, quanti tesori in te! Nessun'ora è uguale all'altra, per cui il grigiore e la monotonia scompaiono, quando considero ogni cosa con l'occhio della fede. La grazia elargita a me in quest'ora, non si ripeterà nell'ora successiva. Mi verrà data anche nell'ora successiva, ma non sarà più la stessa. il tempo passa e non ritorna più. Ciò che contiene in sé, non si cambierà mai: lo sigilla col sigillo per l'eternità. + Don Sopocko dev'essere molto amato dal Signore. Lo dico perché ho avuto modo di constatare quanto il Signore si preoccupi per lui in certi momenti Nel notare ciò sono enormemente lieta che il Signore abbia degli eletti di questo genere.

1928. LA GITA A KALWARIA. Ero venuta a Wilno per due mesi a sostituire una suora, che era andata alla terza probazione, ma mi trattenni un po' più di due mesi. Un giorno la Madre Superiora, volendomi fare una cortesia, mi diede il permesso di andare, in compagnia di un'altra suora, a Kalwaria, a fare il così detto « giro dei sentierini ». Ne fui molto contenta. Dovevamo andare col battello, benché fosse così vicino; ma tale era il desiderio della Madre Superiora. La sera Gesù mi disse: « Io desidero che tu rimanga a casa ». Risposi: « Gesù, ormai è già tutto preparato, che dobbiamo partire domattina. Che faccio io adesso? ». Ed il Signore mi rispose: « Questa gita arrecherà danno alla tua anima ». Risposi a Gesù: « Tu puoi sempre porvi rimedio. Disponi le circostanze in modo tale che sia fatta la Tua volontà ». In quel momento suonò il campanello per il riposo. Con uno sguardo salutai Gesù e andai nella cella. La mattina è una bella giornata. La mia
compagna si rallegra pensando che avremo una grande soddisfazione, che potremo visitare
tutto; ma io ero sicura che non saremmo partite, sebbene fino a quel momento non ci fosse
stato alcun ostacolo ad impedirci di partire. Dovevamo ricevere per tempo la S. Comunione
e partire subito dopo il ringraziamento. All'improvviso, durante la S. Comunione, la giornata
da bella che era cambiò completamente. Le nuvole, venute non si sa da dove, coprirono
tutto il cielo e cominciò una pioggia torrenziale. Erano tutti stupiti, dato che in una giornata
così bella chi poteva aspettarsi la pioggia e che cambiasse a quel modo in così poco tempo?
La Madre Superiora mi disse: « Quanto mi dispiace che non possiate partire! ». Risposi: «
Cara Madre, non fa nulla che non siamo partite: Dio vuole che restiamo a casa ». Nessuno
però sapeva che era espresso desiderio di Gesù che restassi in casa. Trascorsi tutta la
giornata nel raccoglimento e nella meditazione; ringraziai il Signore per avermi trattenuta in
casa. In quel giorno Dio mi concesse molte consolazioni celesti. Una volta, in noviziato,
avendomi la Madre Maestra destinata alla cucina delle figliole, mi affrissi assai di non
essere in grado di maneggiare le marmitte, che erano enormi. La cosa più difficile per me
era quella di scolare le patate; talvolta ne versavo fuori la metà. Quando lo dissi alla Madre
Maestra, mi rispose che poco alla volta mi ci sarei abituata e avrei fatto pratica. Questa
difficoltà tuttavia non scompariva, giacché le mie forze diminuivano ogni giorno e, per
mancanza di forze, al momento di scolare le patate, mi tiravo indietro. Le suore accorsero
che evitavo quel lavoro e se ne meravigliavano enormemente, non sapendo che non ero in
grado di aiutarle, nonostante mi impegnassi con tutto lo zelo e senza riguardo di me stessa.
Durante l'esame di coscienza di mezzogiorno, mi lamentai col Signore per la diminuzione
delle forze. Fu allora che udii dentro di me queste parole: « Da oggi in poi, ti riuscirà
assai facile; accrescerò le tue forze ». La sera, venuto il momento di scolare le patate,
m'affrettai per prima, fiduciosa nelle parole del Signore. Afferrai la marmitta con
disinvoltura e scolai le patate con facilità. Ma quando sollevai il coperchio per farne uscire il
vapore, invece delle patate notai nella marmitta interi fasci di rose rosse, così belle che non
riuscirei a descriverle. Mai prima d'allora ne avevo vedute di simili. Rimasi stupefatta, non
potendo comprenderne il significato; ma in quell'istante udii in me una voce che diceva: «Il
tuo duro lavoro Io lo trasformo in mazzi di stupendi fiori, mentre il loro profumo
sale su fino al Mio trono». Da quel momento cercai di scolare le patate non solo durante la settimana assegnatami in cucina, ma feci di tutto per sostituire le mie compagne
durante il loro turno. E non solamente in questo, ma in ogni altro lavoro faticoso cercavo di
essere la prima a dare una mano, avendo sperimentato quanto ciò fosse gradito a Dio. O
tesoro inesauribile della rettitudine dell'intenzione, che rendi perfette e tanto gradite al
Signore tutte le nostre azioni! O Gesù, Tu sai quanto sono debole, perciò rimani sempre
con me, guida le mie azioni e tutto il mio essere. Tu, o mio ottimo Maestro! Per la verità, o
Gesù, m'investe la paura quando considero la mia miseria, ma nello stesso tempo mi
tranquillizzo considerando la Tua insondabile Misericordia, che è più grande della mia
miseria di tutta un'eter nità. E questa disposizione d'animo mi riveste della Tua potenza. O
gioia che deriva dalla conoscenza di me stessa! O Verità immutabile, eterna è la Tua
saldezza! Quando, poco dopo i primi voti mi ammalai e, nonostante l'amorevole e
premuroso interessamento dei Superiori e le cure dei medici, non mi sentii né meglio né
peggio, allora cominciarono a giungermi voci che mi sospettavano di fingere. E così
cominciò la mia sofferenza, che divenne doppia e durò per un tempo abbastanza lungo. Un
giorno mi lamentai con Gesù, perché ero un peso per le consorelle. Gesù mi rispose: "Non
vivi per te, ma per le anime. Dalle tue sofferenze trarranno vantaggio altre
anime. Le tue prolungate sofferenze daranno loro la luce e la forza per
uniformarsi alla Mia volontà" La sofferenza più dura per me consisteva nel fatto che mi
sembrava che né le mie preghiere nè le buone azioni fossero gradite a Dio. Non avevo il
coraggio di alzare gli occhi al cielo. Ciò mi causava una sofferenza così grande che diverse
volte, quando ero in cappella per le preghiere comunitarie, la Madre Superiora, finite le
preghiere mi chiamava presso di sé e mi diceva: « Chieda, sorella, a Dio grazia e
consolazione perché, come noto in realtà io stessa e le Suore mi riferiscono, al solo vederla,
sorella, lei suscita compassione. Non so proprio cosa fare con lei. Le ordino di non
affliggersi per nessuna ragione ». Ma tutti questi colloqui con la Madre Superiora non mi
procuravano sollievo, né alcun chiarimento della mia situazione. Un buio ancora più fitto mi
nascondeva Dio. Cercavo aiuto nel confessionale, ma anche li non lo trovavo. Un pio
sacerdote avrebbe voluto aiutarmi, ma io ero così degna di commiserazione che non
riuscivo nemmeno a spiegargli i miei tormenti e questo mi causava una tortura ancora
maggiore. Una tristezza mortale aveva invaso la mia anima a tal punto, che non riuscivo a
nasconderla, ma era evidente anche all'esterno. Avevo perso la speranza. La notte
diventava sempre più buia. Il sacerdote dal quale mi confessavo una volta mi disse: « Io
vedo in lei, sorella, delle grazie particolari e sono completamente tranquillo sul suo conto.
Perché dunque si tormenta tanto? ». Ma io allora questo non lo capivo e perciò mi
meravigliavo enormemente quando per penitenza mi veniva ordinato di recitare il Te Deum
od il Magniflcat e talvolta di sera dovevo correre velocemente per il giardino, oppure ridere
forte dieci volte al giorno. Queste penitenze mi stupivano molto, ma ciononostante quel
sacerdote non mi fu di molto aiuto. Evidentemente il Signore voleva che Lo adorassi con la
sofferenza. Quel sacerdote mi confortava dicendo che in quello stato ero più gradita a Dio,
che se avessi sovrabbondato nelle più grandi consolazioni. « Che grande grazia di Dio,
sorella, che lei nell'attuale stato di tormenti spIrituali non offenda Dio, ma cerchi di
esercitarsi nelle virtù. Io osservo la sua anima, sorella; vi scorgo grandi disegni da parte di
Dio e grazie speciali e vedendo ciò in lei, sorella, ne rendo grazie al Signore ». Però,
nonostante tutto, la mia anima si trovava in un supplizio e in un tormento inesprimibili.
Imitavo il cieco, che si fida della propria guida e la tiene saldamente per mano e non mi
allontanavo nemmeno un attimo dall'obbedienza, che fu la mia àncora di salvezza in quella
prova di fuoco. + O Gesù, Verità Eterna, consolida le mie deboli forze. Tu, Signore, puoi
tutto. So che i miei sforzi senza di Te sono niente. O Gesù, non nasconderTi davanti a me,
poiché io non posso vivere senza di Te. Ascolta il grido della mia anima. La Tua
Misericordia, Signore, non si è esaurita, perciò abbi pietà della mia miseria. La Tua
Misericordia supera l'intelligenza degli Angeli e degli uomini messi insieme e, sebbene a me
sembri che Tu non mi ascolti, tuttavia ho posto la fiducia nel mare della Tua Misericordia e so che la mia speranza non rimarrà delusa. Soltanto Gesù sa quanto è pesante e
difficoltoso compiere i propri doveri, quando un'anima è in quello stato di tormenti interiori,
le forze fisiche sono ridotte e la mente è offuscata. Nel silenzio del mio cuore ripetevo a me
stessa: « O Cristo, per Te le delizie e l'onore e la gloria e per me la sofferenza. Non
m'attarderò nemmeno di un passo nel seguirTi, benché le spine mi trafiggano i piedi ».
Quando fui mandata a curarmi nella casa di Plock, ebbi la fortuna di ornare di fiori la
cappella. il fatto accadde a Biala. Suor Tecla non sempre aveva tempo e perciò spesso
ornavo la cappella da sola. Un giorno raccolsi le rose più belle per abbellire la camera di
una certa persona. Quando mi avvicinai al portico, vidi Gesù che era li in piedi nel portico e
mi domandò amabilmente: « Figlia Mia, a chi porti quei fiori? ». il mio silenzio fu la
risposta al Signore, dato che in quel momento mi resi conto che avevo un attaccamento
molto sottile per quella persona, di cui in precedenza non m'ero accorta. Gesù scomparve
immediatamente. Io all'istante gettai quei fiori per terra ed andai davanti al SS.mo
Sacramento col cuore pieno di riconoscenza per la grazia di aver conosciuto me stessa. O
Sole Divino, vicino ai Tuoi raggi l'anima nota anche i più piccoli granelli di polvere, che a Te
non piacciono. O Gesù, Verità Eterna, nostra Vita, invoco e mendico la Tua Misericordia per
i poveri peccatori. O Cuore dolcissimo del mio Signore, pieno di compassione e di
insondabile Misericordia T'imploro per i poveri peccatori. O Cuore Santissimo, Sorgente di
Misericordia, dal quale scaturiscono raggi di grazie inconcepibili per tutto il genere umano,
da Te imploro la luce per i poveri peccatori. O Gesù, ricorda la Tua dolorosa Passione e non
permettere che periscano anime redente col Tuo preziosissimo e santissimo Sangue. O
Gesù, quando considero il grande prezzo del Tuo Sangue, gioisco per il suo grande valore,
dato che una sola goccia sarebbe bastata per tutti i peccatori. Benché il peccato sia un
abisso di cattiveria e d'ingratitudine, tuttavia il prezzo pagato per noi è assolutamente
incomparabile. Pertanto ogni anima abbia fiducia nella Passione del Signore, speri nella
Misericordia. Iddio non nega a nessuno la Sua Misericordia. il cielo e la terra possono
cambiare, ma la Misericordia di Dio non si esaurisce. Oh! quale gioia arde nel mio cuore,
quando considero questa Tua incomprensibile bontà, o Gesù mio. Voglio condurre ai Tuoi
piedi tutti i peccatori, affinché lodino la Tua Misericordia per i secoli infiniti. O Gesù mio,
benché una notte buia mi circondi e nuvole oscure mi velino l'orizzonte, so tuttavia che il
sole non si spegne. O Signore, benché non Ti possa comprendere e non comprenda il Tuo
operare, confido però nella Tua Misericordia. Se questa è la Tua volontà, o Signore, che io
viva sempre in tale oscurità, Sii benedetto. Una cosa soltanto Ti chiedo, o mio Gesù, non
permettere che io Ti offenda in nessun modo. O Gesù mio, Tu solo conosci la nostalgia e le
sofferenze del mio cuore. Sono lieta di poter soffrire almeno un po' per Te. Quando sento
che la sofferenza supera le mie forze, allora mi rifugio presso il Signore nel SS.mo
Sacramento ed un profondo silenzio è il mio colloquio col Signore.

CONFESSIONE DI UNA NOSTRA EDUCANDA. Da un certo momento, cioè da quando
una forza misteriosa co minciò a sollecitarmi, affinché m'interessassi di quella festa e perché
venisse dipinta quell'immagine, non riesco a trovar pace. Qualche cosa mi trapassa da parte
a parte, tuttavia mi assale un certo timore di essere vittima di un'illusione. Però questi
dubbi sono venuti sempre dall'esterno, dato che nel profondo del mio essere sentivo che
era il Signore che mi trafiggeva l'anima. Il confessore dal quale a quel tempo andavo a
confessarmi, mi aveva detto che si verificano casi di illusioni e io sentivo che quel sacerdote
aveva quasi paura di confessarmi. Questo era un tormento per me. Quando m'accorsi che
dagli uomini avevo ben poco aiuto, mi rifugiai maggiormente nel Signore, il miglior Maestro.
In un certo momento, quando s'impossessò di me il dubbio se la voce che mi parlava
provenisse o meno dal Signore, in quello stesso momento mi rivolsi al Signore con un
colloquio interiore senza proferire una parola. Ad un tratto una certa forza penetrò nella
mia anima e dissi: « Se Tu sei veramente il mio Dio, che tratti intimamente con me e mi
parli, Ti chiedo, Signore, che quell'educanda vada a confessarsi oggi stesso; questo segno
mi rafforzerà ». In quello stesso momento quella ragazza chiese di potersi confessare. La Madre della classe fu meravigliata del suo improvviso cambiamento, ma si preoccupò
di chiamare un sacerdote e quella persona si confessò con grande contrizione.
All'improvviso udii nel mio intimo questa voce: «Mi credi ora?». E di nuovo una forza
strana penetrò nella mia anima e mi rassicurò e mi rafforzò a tal punto, che io stessa mi
stupii d'aver potuto dubitare anche per un solo istante. Questi dubbi però provenivano
sempre dall'esterno e ciò m'indusse a chiudermi sempre più in me stessa. Quando durante
la santa confessione avverto l'indecisione del sacerdote, non svelo a fondo la mia anima,
ma mi accuso soltanto dei peccati. Non dà serenità ad un'anima il sacerdote, se non la possiede
lui stesso. O sacerdoti, ceri accesi per illuminare le anime, la vostra luce non Si
offuschi mai! Compresi che non era volontà di Dio che svelassi allora a fondo la mia anima.
Questa grazia il Signore me la concesse in seguito. O mio Gesù, guida la mia mente. Prendi
il possesso completo di tutto il mio essere. Chiudimi in fondo al Tuo Cuore e difendimi dagli
assalti del nemico. In Te l'unica mia speranza. Parla attraverso la mia bocca quando io,
estremamente misera, sarò davanti ai potenti ed ai sapienti, affinché riconoscano che
questa causa è Tua e proviene da Te.

TENEBRE E TENTAZIONI. La mia mente era stranamente ottenebrata; nessuna verità mi
sembrava chiara. Quando mi parlavano di Dio, il mio cuore era come un sasso. Non riuscivo
a trarre dal cuore nemmeno un sentimento d'amore per Lui. Quando con uno sforzo della
volontà cercavo di stare vicino al Signore, provavo gravissimi tormenti e mi sembrava con
ciò di spingere Iddio ad un'ira ancora maggiore. Non ero assolutamente in grado di
meditare, com'ero solita fare in precedenza. Sentivo un grande vuoto nell'anima e non
riuscivo a riempirlo con nulla. Cominciai a soffrire la fame e la nostalgia di Dio, ma
constatavo la mia completa impotenza. Provai a leggere adagio, frase dopo frase, ed a
meditare in quel modo, ma anche questo fu inutile; non capivo niente di quello che
leggevo. Davanti agli occhi della mia anima c'era continuamente tutto l'abisso della mia
miseria. Quando andavo in cappella per qualche pratica di pietà, provavo ancora maggiori
tormenti e tentazioni. Talvolta per tutta la durata della S. Messa lottavo con pensieri
blasfemi, che premevano per giungere alle mie labbra. Provavo avversione per i santi
Sacramenti. Mi sembrava di non ricavare alcuno dei benefici che i santi Sacramenti
procurano. Mi accostavo ad essi solo per obbedire al confessore e questa cieca obbedienza
era per me l’unica via attraverso la quale dovevo procedere e la mia àncora di salvezza.
Quando un sacerdote mi spiegò che queste sono prove mandate da Dio e che « nello stato
in cui sei, non solo non offendi Dio, ma Gli sei molto gradita; questo è un segno che Iddio ti
ama immensamente e che ha molta fiducia in te, dato che ti visita con queste prove »,
queste parole però non mi diedero alcun conforto; mi sembrava anzi che non si riferissero
affatto a me. Una cosa mi stupiva. Talvolta capitava, quando soffrivo tremendamente, che,
nel momento in cui mi avvicinavo alla santa confessione, cessavano all'improvviso quei
terribili tormenti; ma appena mi allontanavo dalla grata, tutti quei tormenti si abbattevano
su di me con un accanimento ancora maggiore. Allora cadevo con la faccia a terra davanti
al SS.mo Sacramento e ripetevo queste parole: « Anche se mi uccidessi, io confiderò in Te.
Mi sembrava di morire per quelle sofferenze. Il pensiero che mi tormentava di più era
quello di essere respinta da Dio. E poi seguivano altri pensieri: A che scopo impegnarmi per
la virtù e le buone azioni? Perché mortificarsi e annientarsi? Perché emettere i voti? Perché
pregare? Perché sacrificarsi e annientarsi? Perché far di sé un olocausto ad ogni passo? Con
che vantaggio, se sono già respinta da Dio? A che pro questi sforzi? E qui Dio solo sa quello
che avveniva nel mio cuore. In un momento in cui ero tremendamente schiacciata da
queste sofferenze, andai in cappella e dissi dal profondo dell'amma queste parole: « Fa' di
me, o Gesù, quello che Ti piace. Io Ti adorerò ovunque. E avvenga in me tutta la Tua
volontà, o Signore e Dio mio, e io glorificherò la Tua infinita Misericordia ». In seguito a
quest'atto di sottomissione cessarono quei terribili tormenti. All'improvviso vidi Gesù, che mi
disse: « Io sono sempre nel tuo cuore ». Una gioia indicibile inondò la mia anima e la
riempì di tanto amor di Dio, che infiammò il mio povero cuore. Vedo che Iddio non permette mai prove al di sopra di quello che possiamo sopportare. Oh! non mi spavento
affatto: se manda all'anima grandi tribolazioni, la sostiene con una grazia ancora più
grande, sebbene noi non la notiamo. Un solo atto di fiducia in quei momenti, dà più gloria a
Dio che molte ore passate nel godimento di consolazioni durante la preghiera. Ora vedo
che, se Dio vuole tenere un'anima nelle tenebre, nessun libro né alcun confessore riuscirà
ad illuminarla. O Maria, Madre e Signora mia, affido a Te la mia anima ed il mio corpo, la
mia vita e la mia morte e ciò che verrà dopo. Metto tutto nelle Tue mani. O Madre mia,
copri col Tuo manto verginale la mia anima e concedimi la grazia della purezza del cuore,
dell'anima e del corpo e difendimi con la Tua potenza da tutti i nemici e soprattutto da
quelli che nascondono la loro malvagità sotto la maschera della virtù. O splendido Giglio, Tu
sei il mio specchio, o Madre mia. O Gesù, divino Prigioniero d'amore, quando rifletto sul
Tuo amore e sul Tuo annientamento per me, i sensi mi vengono meno. Nascondi la Tua
incomprensibile maestà e Ti abbassi fino a me miserabile. O Re della gloria, sebbene Tu
nasconda la Tua bellezza, tuttavia lo sguardo della mia anima squarcia il velo. Vedo i cori
degli angeli, che incessantemente Ti rendono onore e tutte le Potenze del cielo, che
incessantemente Ti adorano ed incessantemente proclamano: Santo, Santo, Santo. Oh, chi
mal potrà comprendere il Tuo amore e la Tua insondabile Misericordia verso di noi? O
Prigioniero d'amore, chiudo il mio povero cuore in questo tabernacolo, perché Ti adori
incessantemente, giorno e notte. Non conosco impedimenti in questa adorazione e, anche
se sarò fisicamente lontana, il mio cuore è sempre con Te. Niente può costituire un ostacolo
al mio amore verso di Te. Non esistono impedimenti per me. O Gesù mio, Ti consolerò per
tutte le ingratitudini, per le bestemmie, per la tiepidezza, per l'odio dei senza-dio, per i
sacrilegi. O Gesù, desidero ardere come vittima pura e consumata davanti al trono del Tuo
nascondimento. T'imploro incessantemente per i peccatori agonizzanti. O Santissima
Trinità, Indivisibile, unico Dio, sii benedetta per questo grande dono e testamento di
misericordia! O Gesù mio, in riparazione delle bestemmie, tacerò quando sarò rimproverata
ingiustamente, per ricompensarTi in questo modo almeno in piccola parte. Innalzo a te
nella mia anima un inno incessante e questo nessuno lo immagina, né lo comprende. Il
canto della mia anima è noto soltanto a Te, o mio Creatore e Signore. Non mi lascerò
assorbire dalla frenesia del lavoro fino al punto di dimenticarmi di Dio Tutti i momenti liberi
li passerò ai piedi del Maestro nascosto nei SS.mo Sacramento. È Lui che m'istruisce fin dai
miei più teneri anni. «Scrivi questo: prima di venire come Giudice giusto, vengo
come Re di Misericordia. Prima che giunga il giorno della giustizia, sarà dato agli
uomini questo segno in cielo: si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande
oscurità su tutta la terra. Allora apparirà in cielo il segno della Croce e dai fori,
dove furono inchiodati i piedi e le mani del Salvatore, usciranno grandi luci che
per qualche tempo illumineranno la terra. Ciò avverrà poco tempo prima
dell'ultimo giorno». O Sangue e Acqua, che scaturisti dal Cuore di Gesù, come sorgente
di Misericordia per noi, confido in Te.

Wilno, 2.VIII.1934. Venerdì, dopo la S. Comunione, venni trasportata in ispirito davanti
al trono di Dio. Davanti al trono di Dio vidi le Potenze celesti, che adorano Dio
incessantemente. Al di là del trono vidi uno splendore inaccessibile alle creature; vi entra
soltanto il Verbo Incarnato, come Mediatore. Quando Gesù penetrò in quello splendore,
sentii queste parole: "Scrivi subito quello che ascolti: sono il Signore nella Mia
Essenza e non conosco imposizioni né bisogni. Se chiamo delle creature alla vita,
questo è per l'abisso della Mia Misericordia". In quello stesso momento mi vidi nella
nostra cappella come prima, nel mio inginocchiatoio; la S. Messa era terminata; queste
parole le trovai già scritte. + Allorché vidi quanto il mio confessore doveva soffrire a causa
di quest'opera, che Iddio suo tramite sta mandando avanti, mi spaventai per un momento e
dissi al Signore: Gesù, dopotutto quest'impresa è Tua e perché ti comporti così con lui,
sembra quasi che gliela ostacoli, mentre esigi che la attui? "Scrivi che giorno e notte il
Mio sguardo riposa su di lui e che permetto queste contrarietà per aumentare i suoi meriti. Io do la ricompensa non per il risultato positivo, ma per la
pazienza e la fatica sopportata per Me ».
Wilno, 26.X.1934. Venerdì, mentre dall'orto andavo a cena con le educande, erano le sei
meno dieci, vidi Gesù sulla nostra cappella, con lo stesso aspetto di quando L'avevo visto la
prima volta: così come è dipinto in questa immagine. I due raggi, che uscivano dal Cuore di
Gesù, coprirono la nostra cappella e l'infermeria e poi tutta la città e si estesero sul mondo
intero. Ciò durò forse circa quattro minuti e poi scomparve. Anche una delle figliole, che era
assieme a me un po dietro alle altre, vide quei raggi, ma non vide Gesù e non vide da dove
uscivano i raggi. Rimase molto impressionata e lo raccontò alle altre ragazze. Le ragazze
cominciarono a ridere di lei dicendole che le era sembrato di vedere qualcosa e forse era
una luce proveniente da un aereo, ma essa rimase saldamente ferma sulla propria opinione
e disse che mal in vita sua aveva visto raggi di quel genere. Dato che le ragazze le
obiettarono anche che forse quello era un riflettore, essa allora rispose che conosceva la
luce dei riflettori. « Raggi così non ne avevo visti mai ». Quella ragazza dopo cena si rivolse
a me e mi disse che quei raggi l'avevano talmente impressionata, che non riusciva a darsi
pace: « Continuamente ne avrei parlato »; eppure non aveva visto Gesù. E mi ricordava
continuamente quei raggi, mettendomi così in un certo imbarazzo, dato che non potevo
dirle di aver visto Gesù. Pregai per questa cara anima, perché il Signore le concedesse le
grazie di cui aveva tanto bisogno. Il mio cuore si rallegrò, perché Gesù stesso si fa
conoscere nella Sua opera. Benché abbia avuto per questo motivo grandi dispiaceri,
tuttavia per Gesù si può sopportare tutto. + Quando andai all'adorazione, sentii la vicinanza
di Dio. Dopo un momento vidi Gesù e Maria. Quella visione riempì la mia anima di gioia e
chiesi al Signore: Quale è, Gesù, la Tua volontà in questa questione, sulla, quale il
confessore mi ordina di interpellarTi? Gesù mi rispose: « E Mia volontà che stia qui e
che non si licenzi ». E domandai a Gesù se andava bene la scritta: « Cristo, Re di
Misericordia ». Gesù mi rispose: « Sono Re di Misericordia », e non disse: « Cristo ». «
Desidero che questa immagine venga esposta al pubblico la prima domenica
dopo Pasqua. Tale domenica è la festa della Misericordia. Attraverso il Verbo
Incarnato faccio conoscere l'abisso della Mia Misericordia ». + Avvenne in modo
mirabile! Come il Signore aveva chiesto, il primo tributo di venerazione per questa
immagine da parte della folla ebbe luogo una prima domenica dopo Pasqua. Per tre giorni
quest'immagine fu esposta al pubblico e fu oggetto della pubblica venerazione. Era stata
sistemata ad Ostra Brama su di una finestra in alto, per questo era visibile da molto
lontano. Ad Ostra Brama venne celebrato un triduo solenne a chiusura del Giubileo della
Redenzione del Mondo, per il 19° centenario della Passione del Salvatore. Ora vedo che
l'opera della Redenzione è collegata con l'opera della Misericordia richiesta dal Signore. Un
certo giorno vidi interiormente quanto dovrà soffrire il mio confessore. Gli amici ti
abbandoneranno e tutti ti contrasteranno e le forze fisiche diminuiranno. Ti ho visto come
un grappolo d'uva, scelto dal Signore e gettato sotto il torchio delle sofferenze. In certi momenti,
padre, la tua anima sarà piena di dubbi per quanto riguarda quest'opera e me. E vidi
come se Iddio stesso gli fosse contrario e domandai al Signore perché si comportasse così
con lui, come se gli rendesse difficile quello che ordina Ed il Signore disse: « Mi comporto
così con lui, per far comprendere che quest'opera è Mia. Digli che non abbia
paura di nulla. Il Mio sguardo è rivolto giorno e notte su di lui. Nella sua corona
ci saranno tante corone quante sono le anime che si salveranno tramite
quest'opera. Io do il premio per le sofferenze, non per il buon esito nel lavoro ».
O mio Gesù, Tu solo sai quante persecuzioni sto sopportando per il fatto che Ti sono fedele
e che mi attengo decisamente alle Tue richieste. Tu sei la mia forza; sostienimi, affinché
possa sempre fedel mente adempiere tutto quello che richiedi da me. Io da sola non sono
capace di nulla, ma se Tu mi sostieni, tutte le difficoltà non contano niente. O Signore,
vedo bene che la mia vita, dal primo momento in cui la mia anima ricevette la capacità di
conoscerTi, è una lotta incessante e sempre più accanita. Ogni mattina durante la meditazione mi preparo alla lotta per tutto il giorno e la S. Comunione mi dà la sicurezza
che vincerò e così avviene. Ho paura di quel giorno in cui non ho la S. Comunione. Questo
Pane dei Forti mi dà ogni energia per portare avanti quest'opera ed ho il coraggio di
eseguire tutto quello che richiede il Signore. Il coraggio e l'energia, che sono dentro di me,
non sono miei, ma di Chi abita in me: l'Eucaristia. O Gesù mio, quanto sono grandi le
incomprensioni! Talvolta, se non ci fosse l'Eucaristia, non avrei il coraggio di proseguire
sulla strada che mi hai indicato. L'umiliazione è il mio cibo quotidiano. È logico che la
promessa sposa si adorni con ciò che interessa al suo promesso Sposo, perciò la veste dello
scherno che ha coperto Lui, deve coprire anche me. Nei momenti in cui soffro molto, cerco
di tacere poiché non mi fido della lingua, che in quei momenti è propensa a parlare di sé,
ed invece deve servirmi per lodare Iddio per i tanti benefici e doni che mi ha elargito.
Quando ricevo Gesù nella S. Comunione Lo prego ardentemente perché si degni di guarire
la mia lingua, in modo che con essa non offenda né Iddio, né il prossimo. Desidero che la
mia lingua lodi Dio incessantemente. Grandi colpe si commettono con la lingua. Un'anima
non può giungere alla santità, se non tiene a freno la propria lingua.

+ RIASSUNTO DEL CATECHISMO DEI VOTI RELIGIOSI. D. Che cos'è il voto? R. È
una promessa volontaria fatta a Dio di eseguire un'azione più perfetta D. E da ritenere
obbligatorio un voto in materia già prescritta da un comandamento? R. Si. L'esecuzione di
un'azione in cose prescritte da un comandamento ha doppio valore e merito, ma la sua
omissione è una doppia trasgressione e cattiveria, poiché se s'infrange il voto, al peccato
contro il comandamento si aggiunge il peccato di sacrilegio. D. Perché i voti religiosi hanno
un valore così grande? R. Perché costituiscono il fondamento della vita religiosa, approvata
dalla Chiesa, in cui i membri, uniti in una comunità religiosa, s'impegnano a tendere
incessantemente alla perfezione, per mezzo dei tre voti religiosi di povertà, castità e
obbedienza, emessi secondo le regole. D. Che cosa significa tendere alla perfezione? R.
Tendere alla perfezione significa che lo stato religioso in sé non solo esige che venga
raggiunta la perfezione, ma obbliga sotto pena di peccato ad un impegno quotidiano per la
sua conquista. E pertanto il religioso che non intende giungere alla perfezione trascura il
principale dovere del proprio stato. D. Che cosa sono i voti religiosi solenni? R. I voti
religiosi solenni sono così vincolanti che, in casi eccezionali, solo il Santo Padre può
dispensare da essi. D. Che cosa sono i voti semplici? R. Sono voti meno vincolanti; dai
perpetui e dagli annuali dispensa la Santa Sede. D. Qual è la differenza fra il voto e la virtù?
R. il voto comprende soltanto ciò che è prescritto sotto pena di peccato; la virtù invece
tende più verso l'alto e facilita l'osservanza del voto, e al contrario, infrangendo il voto, si
vien meno anche alla virtù e la si ferisce. D. Che obblighi impongono i voti religiosi? R. I
voti religiosi impongono l'obbligo di impegnarsi per il conseguimento delle virtù e della
totale sottomissione ai Superiori ed alle Regole, in base alla quale si consegna la propria
persona a vantaggio dell'ordine, rinunciando a tutti i diritti su di essa e sulle sue attività,
che dedica al servizio di Dio.
IL VOTO DI POVERTA’. Il voto di povertà è una rinuncia volontaria al diritto di proprietà
od al suo uso, per amore del Signore. D. Quali oggetti riguarda il voto di povertà? R. Tutti i
beni ed oggetti che appartengono alla Congregazione. Su ciò che abbiamo consegnato,
cose o denaro, dopo la loro accettazione, non si ha più alcun diritto. Tutte le regalie od i
doni che talvolta si possono ricevere a titolo di riconoscenza od altro, per diritto appartengono
alla Congregazione. Ogni entrata per lavoro od anche le rendite, non possono
essere usate senza violare il voto. D. Quando s'infrange o si viola il voto in ciò che riguarda
il settimo comandamento? R. S'infrange quando, senza permesso, si prende per sé o per
qualcun altro una cosa che appartiene alla casa. Quando senza per messo si trattiene presso
di sé qualche cosa al fine di impossessarsene. Quando senza autorizzazione si vende o si
cambia qualche cosa di proprietà della Congregazione. Quando una data cosa la si usa per
uno scopo diverso da quello al quale l'aveva destinata il superiore. Quando in genere si dà
qualche cosa o la si prende senza permesso. Quando per negligenza si rovina o si guasta qualche cosa. Quando trasferendosi da una casa ad un'altra si porta via qualche cosa
senza permesso. Nei casi in cui s'infranga il voto di povertà, il religioso è tenuto egualmente
alla restituzione nei confronti della Congregazione.

LA VIRTÙ DELLA POVERTÀ. È la virtù evangelica che impegna il cuore a distaccarsi
dall'affetto per i beni temporali, cosa alla quale il religioso è strettamente tenuto in virtù
della professione. D. Quando si pecca contro la virtù della povertà? R. Quando si
desiderano cose contrarie a tale virtù. Quando ci si attacca a qualche oggetto, quando si fa
uso di cose superflue. D. Quanti e quali sono i gradi della povertà? R. In pratica nella
professione religiosa i gradi della povertà sono quattro. Non disporre di nulla senza
dipendere dai superiori (stretta materia del voto). Evitare il superfluo, accontentarsi delle
cose necessarie (costituisce virtù). Propendere volentieri per le cose più vili e ciò con
soddisfazione interiore - come la cella, l'abbigliamento, il vitto, ecc. Gioire dell'indigenza.

IL VOTO DI CASTITÀ. D. A che cosa obbliga questo voto? R. A riaunciare al matrimonio e
ad evitare tutto ciò che è proibito dal sesto e dal nono comandamento. D. La mancanza
contro la virtù è una violazione del voto? R. Ogni mancanza contro la virtù è
contemporaneamente una violazione del voto, perché qui non c'è differenza fra il voto e la
virtù, come invece per la povertà e l'obbedienza. D. Ogni pensiero cattivo è peccato? R.
Non ogni pensiero cattivo è peccato, ma lo diviene quando alla riflessione dell'intelletto si
unisce il compiacimento della volontà ed il consenso. D. Oltre ai peccati contrari alla castità,
c'è qualche cosa, che arreca danno alla virtù? R. Arrecano danno alla virtù la libertà dei
sensi, la libertà della fantasia e la libertà dei sentimenti, la familiarità e le amicizie troppo
tenere. D. Quali sono i sistemi per conservare la virtù? R. Vincere le tentazioni interiori con
la presenza di Dio ed inoltre lottando senza paura. Le tentazioni esterne invece, col fuggire
le occasioni. In genere sono sette i metodi principali. Il primo è la custodia dei sensi, poi la
fuga delle occasioni, evitare l'ozio, allontanare sollecitamente le tentazioni, evitare qualsiasi
amicizia specialmente quelle particolari, coltivare lo spirito di mortificazione, rivelare le
tentazioni al confessore. Ci sono inoltre cinque mezzi per conservare la virtù: l'umiltà, lo
spirito di preghiera, l'osservanza della modestia, la fedeltà alla regola, una sincera
devozione alla SS.ma Vergine Maria.

IL VOTO DELl'OBBEDIENZA. Il voto dell'obbedienza è superiore ai primi due, dato che
esso in realtà costituisce un'offerta totale, un olocausto, ed è il più necessario perché forma
e mantiene in vita tutta la struttura religiosa. D. A che cosa obbliga il voto di obbedienza?
R. Il religioso col voto di obbedienza s'impegna davanti a Dio ad ubbidire al legittimi
superiori, in tutto ciò che gli comanderanno in forza della regola. Il voto di obbedienza
rende il religioso soggetto al superiore in virtù della regola per tutta la vita e in tutte le
questioni. Il religioso commette peccato grave contro il voto, ogni volta che non ubbidisce
ad un ordine dato in virtù dell'obbedienza o della regola.

LA VIRTU’ DELL'OBBEDIENZA. La virtù dell'obbedienza arriva più in alto del voto,
comprende la regola, le disposizioni e anche i consigli dei superiori. D. La virtù
dell'obbedienza è necessaria al religioso? R. La virtù dell'obbedienza è così necessaria al
religioso che, anche se agisse positivamente andando contro l'obbedienza, le sue azioni
diverrebbero cattive o senza merito. D. Si può peccare gravemente contro la virtù
dell'obbedienza? R. Si pecca gravemente quando si disprezza l'autorità o l'ordine del
superiore. Quando dalla disobbedienza deriva un danno spirituale o materiale alla
Congregazione. D. Quali mancanze mettono in pericolo il voto? R. I preconcetti e l'antipatia
verso il superiore, la mormorazione e le critiche; l'infingardaggine e la trascuratezza. I
GRADI DELL'OBBEDIENZA. Esecuzione sollecita e totale. Obbedienza della volontà, quando
la volontà induce l'intelletto a sottomettersi all'opinione del superiore. Sant'Ignazio dà tre
metodi che facilitano l'obbedienza: Vedere sempre Iddio nel superiore, chiunque egli sia.
Giustificare dentro di sé l'ordine o l'opinione del superiore. Accettare ogni ordine come se
venisse dal Signore, senza discutere e senza pensarci su. Il mezzo generale poi è l'umiltà.
Niente è difficile per l'umile. Signore mio, infiamma il mio amore per Te, affinché fra le
tempeste, le sofferenze e le prove, il mio spirito non venga meno. Vedi quanto sono
debole. L'amore può tutto.


+ UNA PIÙ APPROFONDITA CONOSCENZA DI DIO ED IL TERROBE DELL'ANIMA.

In principio Iddio si fa conoscere come santità, giustizia, bontà, cioè Misericordia. L'anima
non conosce tutto ciò ad un tratto, ma in singoli momenti fra i lampi, cioè negli incontri con
Dio. E questi non durano a lungo, poiché non sopporterebbe quella luce. Durante la
preghiera l'anima percepisce un lampo di tale luce, che le rende impossibile pregare come
ha fatto fino ad allora. Può sforzarsi quanto vuole ed imporsi di pregare come faceva prima;
sarà tutto inutile. Diviene assolutamente impossibile continuare a pregare come faceva
prima di aver ottenuto quella luce. Tale luce che ha colpito l'anima è viva in lei e nulla può
né soffocarla, né parzialmente oscurarla. Questo lampo di conoscenza di Dio trascina la sua
anima e l'infiamma d'amore per Lui. Ma contemporaneamente quello stesso lampo fa
conoscere all'anima chi essa è e vede tutto il suo intimo in una luce superiore e si alza
inorridita e spaventata. Non rimane però in quello spavento, ma incomincia a purificarsi, a
umiliarsi, ad abbassarsi davanti al Signore e quelle luci sono più forti e più frequenti;
quanto più l'anima diventa limpida come il cristallo, tanto più quelle luci sono penetranti.
Tuttavia se l'anima ha risposto fedelmente e con decisione a queste prime grazie, Iddio
ricolma l'anima con le Sue consolazioni, si dona a lei in modo sensibile. L'anima a momenti
entra quasi in rap porti di intimità con Dio e gioisce enormemente; ritiene di aver già
raggiunto il grado stabilito di perfezione, poiché gli errori ed i difetti sono assopiti in lei, ed
essa pensa che non ci siano più. Niente le sembra difficile, è preparata a tutto. Comincia ad
immergersi in Dio ed a gustare le delizie del Signore. E trascinata dalla grazia, e non si
rende affatto conto di ciò, del fatto che può arrivare il tempo della prova e della lotta. Ed in
realtà questo stato non dura a lungo. Verranno altri momenti, ma debbo ricordare che
l'anima risponde più fedelmente alla grazia di Dio, se ha un confessore illuminato ed al
quale confida tutto. + Prove inviate da Dio ad un'anima a Lui particolarmente cara.
Tentazioni e tenebre. Satana. L'amore di quell'anima non è ancora tale quale lo desidera
Iddio. L'anima improvvisamente perde la presenza di Dio. Si manifestano in essa diversi
errori e difetti, coi quali deve ingaggiare una lotta accanita. Tutti gli errori sollevano il capo,
ma la sua vigilanza è grande. Al posto della precedente presenza di Dio è subentrata
l'aridità e la siccità spirituale: non prova gusto nelle pratiche di pietà; non può pregare, né
come prima, né come prega adesso. Si butta da ogni parte e non trova soddisfazione. Dio si
è nascosto a lei ed essa non trova soddisfazione nelle creature e nessuna creatura sa
confortarla. L'anima desidera Iddio appassionatamente, ma vede la propria miseria,
comincia a sentire la giustizia di Dio. Vede come se avesse perso tutti i doni di Dio: la sua
mente è come annebbiata; il buio investe tutta la sua anima; comincia un tormento
inconcepibile. L'anima ha cercato di descrivere lo stato della propria anima al confessore,
ma non è stata compresa. Sprofonda in un'inquietudine ancora maggiore. Satana dà inizio
alla sua opera. La fede rimane esposta al fuoco. La battaglia qui è accanita. L'anima compie
sforzi; persevera accanto a Dio con l'impegno della volontà. Satana, col permesso di Dio, si
spinge ancora più avanti; la speranza e l'amore sono alla prova. Queste tentazioni sono
tremende! Dio sostiene l'anima come di nascosto - questo lei non lo sa - poiché
diversamente non potrebbe resistere. E Dio sa quello che può inviare ad un'anima. L'anima
è tentata di incredulità riguardo alle verità rivelate, di insincerità di fronte al confessore.
Satana le dice: « Guar da, nessuno ti capirà; a che scopo parlare di tutto questo? ». Nelle
sue orecchie risuonano parole, da cui essa è terrorizzata e le sembra di pronunciarle contro
Dio. Vede cose che non vorrebbe vedere. Sente cose che non vorrebbe sentire. Ed è una
cosa tremenda in quei momenti non avere un confessore esperto; sopporta da sola tutto il
peso. Ma per quanto è in suo potere dovrebbe procurarsi un confessore illuminato, poiché
può spezzarsi sotto tale peso e spesso si trova sull'orlo dell'abisso! Tutte queste prove sono
pesanti e difficili, ed Iddio non le manda ad un anima che in precedenza non sia stata
ammessa ad un più profondo rapporto con Lui e che non abbia gustato le dolcezze del Signore, ed anche in questo Dio ha i suoi scopi insondabili per noi. Spesso Iddio in
modo analogo prepara le anime per scopi futuri, per grandi imprese, e le vuole provare
come oro puro. Ma questa non è ancora la fine della prova. C'è ancora la prova delle prove,
cioè il rigetto totale da parte di Dio.


+ LA PROVA DELLE PROVE, L'ABBANDONO ASSOLUTO, LA DISPERAZIONE.

Quando l'anima esce vittoriosa dalle prove precedenti e, sebbene forse incespicando,
continua a combattere valorosamente, e con profonda umiltà grida al Signore: « Salvami,
che perisco! », ed è ancora abile alla lotta, allora un buio tremendo avvolge l'anima.
L'anima vede dentro di sé soltanto peccati. Ciò che prova è tremendo. Si vede abbandonata
completamente da Dio; sente come se fosse oggetto del Suo odio ed è ad un passo dalla
disperazione. Si difende come può; tenta di risvegliare la fiducia, ma la preghiera è per lei
un tormento ancora maggiore: le sembra di spingere Dio ad adirarsi di più. E come se fosse
posta su di un'altissima vetta che si trova sopra un precipizio: l'anima anela fervidamente
verso Dio, ma si sente respinta. Tutti i tormenti ed i supplizi del mondo sono nulla in
confronto alla sensazione in cui è completamente immersa, cioè il rigetto da parte di Dio.
Nessuno le può arrecare sollievo. Vede che è tutta sola; non c'è nessuno in sua difesa. Alza
gli occhi al cielo, ma sa che non è per lei; tutto, per lei, è perduto. Dalle tenebre cade in
tenebre ancora più fitte. Le sembra di aver perduto Dio per sempre, quel Dio che amava
tanto. Questo pensiero le procura un tormento indescrivibile; ma essa non si rassegna a
ciò. Prova a guardare verso il cielo - ma invano - ciò le procura un tormento ancora più
grande. Nessuno può illuminare una tale anima, se Iddio vuole tenerla nelle tenebre. il
rigetto da parte di Dio lo sente in modo vivamente terrificante. Erompono dal suo cuore
gemiti dolorosi, così dolorosi, che nessun ecclesiastico confessore li comprende, se non c'è
passato lui stesso. Allora l'anima subisce ancora sofferenze da parte dello spirito maligno.
Satana la schernisce: « Vedi come sei ridotta? Continuerai ad essere fedele? Eccoti la
ricompensa: sei in nostro potere ». (Però Satana ha tanto potere su quell'anima, quanto
Iddio gliene permette. Dio sa quanto possiamo resistere). « E cosa hai guadagnato per
esserti mortificata? E che ricavi ad esser fedele alla regola? A che scopo tutti questi sforzi?
Sei respinta da Dio! ». Quella parola « respinta » diviene un fuoco che penetra in ogni
nervo fino al midollo delle ossa, trapassa da parte a parte tutto il suo essere. Giunge ora il
momento supremo della prova. L'anima non cerca più aiuto; si chiude in se stessa e perde
di vista tutto ed è quasi come se si rassegnasse al tormento di essere respinta. E un
momento questo che non so definire. E l'agonia dell'anima. Quando quel momento
cominciò ad avvicinarsi a me la prima volta, ne fui liberata in virtù della santa obbedienza.
Fu la Maestra che vedendomi si spaventò e mi mandò a confessarmi. Il confessore però
non mi comprese; non provai nemmeno un'ombra di sollievo. O Gesù, dacci dei sacerdoti
esperti! Quando gli dissi che stavo passando nell'anima le pene infernali, mi rispose che era
tranquillo per la mia anima, poiché vedeva nella mia anima una grande grazia di Dio. Io
però di questo non capii nulla e nemmeno un piccolo raggio di luce penetrò nella mia
anima. Ormai comincio a sentire la mancanza delle forze fisiche e non riesco più a far
fronte ai miei doveri. Non posso più nascondere le sofferenze, benché non dica nemmeno
una parola su quello che soffro; il dolore tuttavia che si riflette sul mio volto mi tradisce e la
Superiora mi ha detto che le suore vanno da lei e dicono che quando in cappella mi
guardano provano compassione per me, dato che ho un aspetto così spaventoso. Tuttavia,
nonostante gli sforzi, l'anima non è in grado di nascondere tale sofferenza. Gesù, Tu solo
sai come l'anima gema in questi tormenti, immersa nelle tenebre; e tuttavia ha fame e sete
di Dio, come le labbra infuocate hanno sete di acqua. Muore e inaridisce; muore di una
morte che non fa morire, cioè non può morire. I suoi sforzi non sono nulla. Essa sta in balia
di una mano potente. Ora la sua anima passa sotto il potere del Giusto. Cessano tutte le
tentazioni esterne, tace tutto ciò che la circonda, come un agonizzante non ha più la
percezione di quello che gli sta attorno: tutta la sua anima è raccolta sotto la potenza del
Giusto e tre volte santo Iddio. Respinta per l'eternità. Questo è il momento più teso e
soltanto Iddio può provare un'anima in questo modo, poiché Lui solo sa che l'anima
può sopportarlo. Quando l'anima è stata compenetrata da parte a parte da quel fuoco
infernale, precipita quasi nella disperazione. La mia anima sperimentò questo momento
quando ero in cella tutta sola. Quando l'anima cominciò a sprofondare nella disperazione,
sentii che stava giungendo la mia agonia. Allora afferrai un piccolo crocifisso e lo strinsi
spasmodicamente in mano. Sentii che il mio corpo si distaccava dall'anima e, sebbene
desiderassi andare dai Superiori, non avevo più le forze fisiche. Pronunciai le ultime parole:
« Confido nella Tua Misericordia», e mi sembrò quasi di aver spinto Iddio ad un'ira ancora
più grande e sprofondai proprio nella disperazione e solo di tanto in tanto erompeva
dall'anima mia un lamento doloroso, un lamento inconsolabile. L'agonia dell'anima. E mi
sembrava che ormai sarei rimasta in quello stato, dato che con le mie forze non avrei
potuto uscirne. Ogni ricordo di Dio è un mare indescrivibile di sofferenze, eppure c'è
qualcosa nella mia anima che anela fervidamente a Dio; ma a lei sembra che abbia solo lo
scopo di farla soffrire di più. Il ricordo del precedente amore, che Dio le aveva elargito, è
per lei un tormento di nuovo genere. I Suoi occhi l'han trapassata da parte a parte e tutto è
stato bruciato nell'anima dallo sguardo di Lui. Fu un lungo momento finché entrò nella cella
una delle suore e mi trovò quasi morta. Si spaventò e andò dalla Maestra, che in virtù della
santa obbedienza mi ordinò di alzarmi da terra ed all'istante sentii le forze fisiche e mi
sollevai da terra tutta tremante. La Maestra conobbe subito in pieno lo stato della mia
anima. Mi parlò dell'insondabile Misericordia di Dio e disse: « Non si preoccupi affatto,
sorella; glielo ordino in virtù dell'obbedienza ». E mi disse ancora: « Ora vedo che Iddio la
chiama ad una grande santità. Il Signore vuole averla vicino a Sé, dato che permette
queste cose e così presto. Sia fedele a Dio, sorella, poiché questo è un segno che la vuole
in alto nel cielo ». Io però non capii nulla di quelle parole. Quando entrai in cappella sentii
come se tutto si fosse staccato dalla mia anima, come se fossi appena uscita dalle mani di
Dio. Sentii l'inafferrabilità della mia anima. Sentii che ero una piccola bimba. All'improvviso
vidi interiormente il Signore, il quale mi disse: « Non temere, figlia Mia, Io sono con te
». In quello stesso momento svanirono tutte le tenebre e le angosce, i sensi furono
inondati da una gioia indescrivibile, le facoltà dell'anima ripiene di luce. Voglio ricordare
ancora che, sebbene la mia anima fosse già sotto i raggi del Suo amore, le tracce del
supplizio passato rimasero ancora per due giorni nel mio corpo. Il volto pallido come quello
di una morta, gli occhi iniettati di sangue. Solo Gesù sa quello che ho sofferto. In confronto
alla realtà, è sbiadito quello che ho scritto. Non so come esprimermi. Mi sembra di essere
tornata dall'aldilà. Provo disgusto per tutto ciò che è creato. Mi stringo al Cuore del Signore
come un lattante al petto della madre. Guardo alle cose con occhi diversi. Sono
consapevole di quello che ha fatto il Signore con una parola nella mia anima; di questo
vivo. Al solo ricordo del martirio passato, mi vengono i brividi. Non avrei creduto che si
potesse soffrire così, se io stessa non l'avessi passato. E una sofferenza completamente
spirituale. Tuttavia in tutte queste sofferenze e battaglie non ho mai tralasciato la S.
Comunione. Quando mi sembrava che non avrei dovuto comunicarmi, prima della S.
Comunione andavo dalla Maestra e le dicevo: « Non posso andare alla S. Comunione; mi
sembra che non dovrei andarci ». Essa però non mi permetteva di tralasciare la S.
Comunione e io andavo e mi sono resa conto che solo l'obbedienza mi ha salvato. La
Maestra stessa, in seguito, mi disse che quelle mie esperienze erano finite presto, «
soltanto perché lei è stata obbediente. È dovuto solo alla potenza dell'obbedienza che lei ne
è uscita così valorosamente ». E vero che il Signore stesso mi ha tirato fuori da quel
supplizio, ma la fedeltà all'obbedienza Gli era piaciuta. Benché queste siano cose
spaventose, tuttavia nessun'anima dovrebbe spaventarsene eccessivamente, poiché Dio
non dà prove al di sopra di quello che possiamo. E d'altronde forse mai permetterà su di noi
simili tormenti. Ma lo scrivo perché se al Signore dovesse piacere condurre qualche anima
attraverso simili tormenti, non si spaventi, ma sia in tutto, per quanto dipende da lei, fedele
a Dio. Iddio non fa torto all'anima, poiché è l'amore stesso, e per questo amore
incomprensibile ci ha chiamato all'esistenza. Però quando mi son trovata in quella
tremenda afflizione, questo non lo comprendevo. O Dio mio, ho conosciuto che non sono di
questa terra; me l'ha impresso nell'anima in modo energico il Signore. I miei rapporti di
familiarità sono più col cielo che con la terra, benché non trascuri in nulla i miei doveri. In
quei momenti non avevo un direttore spirituale e non conoscevo nessuna direzione.
Pregavo il Signore e non mi dava un direttore. Gesù stesso è stato il mio Maestro
dall'infanzia fino ad ora; mi ha condotto attraverso tutte le foreste ed i pericoli. Vedo
chiaramente che soltanto Iddio poteva condurmi attraverso così grandi pericoli senza alcun
danno, senza discapito; per questo l'anima mia è rimasta intatta ed ho vinto sempre. Da
tutte le difficoltà, che sono state inimmaginabili, uscì. Tuttavia il Signore mi diede un
direttore spirituale, ma più tardi. Dopo quelle sofferenze l'anima è di una grande limpidezza
di spirito ed in una grande vicinanza con Dio, benché debba ancora ricordare che in quei
tormenti spirituali essa è vicina a Dio, ma è cieca. Lo sguardo della sua anima è avvolto
dalle tenebre, ma Dio è più vicino ad una tale anima sofferente, solo che tutto il segreto sta
proprio in questo, che essa non lo sa. Essa afferma non solo che Dio l'ha abbandonata, ma
che essa è oggetto del Suo odio. Che grave malattia della vista dell'anima che, abbagliata
dalla luce di Dio, afferma che Dio è assente, mentre è così forte che la rende cieca. In
seguito però ho conosciuto che Dio le è più vicino in quei momenti che in qualsiasi altra
circostanza, poiché con l'aiuto normale della grazia non potrebbe superare quelle prove.
Qui opera l'onnipotenza divina ed una grazia straordinaria, perché diversamente si
spezzerebbe al primo urto. O Divino Maestro, questo è soltanto opera Tua nella mia anima.
Tu, o Signore, non hai paura di mettere un'anima sull'orlo di una spaventosa voragine,
dove essa è spaventata e terrorizzata e la richiami nuovamente a Te. Questi sono i Tuoi
incomprensibili misteri. Quando durante quei supplizi dell'anima cercavo di accusarmi nella
santa confessione delle più piccole inezie, quel sacerdote si meravigliò che non commettessi
mancanze più gravi e mi disse queste parole: « Se lei, sorella, in questi tormenti è così
fedele a Dio, la cosa in sé mi dà la prova che Iddio la sostiene con la Sua grazia particolare
ed il fatto che lei non comprenda questo è anche bene ». Strano però che i confessori non
abbiano potuto né capirmi, né tranquillizzarmi in quelle cose fino all'incontro con P. Andrasz
ed in seguito con Don Sopocko. + Alcune parole sulla confessione e sui confessori.
Ricorderò soltanto ciò che ho sperimentato e vissuto nella mia anima. Ci sono tre cose per
cui l'anima non ricava profitto dalla confessione in quei momenti eccezionali. La prima è che
il confessore conosce poco le vie straordinarie e mostra meraviglia se un'anima gli svela i
grandi misteri che Dio compie nell'anima. Questa sua meraviglia già mette in allarme
un'anima delicata: essa nota che il confessore è indeciso nell'esprimere il suo parere e non
si rassicura, ma ha ancora più dubbi dopo la confessione di quanti ne avesse prima, poiché
essa sente che il confessore la tranquillizza ma lui stesso non è sicuro. Oppure, cosa che mi
è capitata, il confessore, non riuscendo a penetrare alcuni misteri di un'anima, le rifiuta la
confessione, mostra un certo timore all'avvicinarsi di quell'anima alla grata. Come può
un'anima in tale stato attingere tranquillità nel confessionale, dato che essa è così sensibile
ad ogni parola del sacerdote? A mio parere in tali momenti di speciali visite di Dio ad
un'anima, se il sacerdote non la comprende dovrebbe indicarle un confessore esperto ed
illuminato, od attingere egli stesso lumi, in modo che possa dare all'anima ciò di cui ha
bisogno, e non addirittura rifiutarle la confessione, poiché in questo modo l'espone ad un
grande pericolo e più di un'anima può abbandonare la strada sulla quale il Signore voleva
averla in modo particolare. Questa è una cosa di grande importanza, poiché io stessa ne ho
fatto l'esperienza, cioè che già cominciavo a barcollare, nonostante questi straordinari doni
di Dio. E sebbene Dio stesso mi tranquillizzasse, tuttavia desideravo sempre avere il sigillo
della Chiesa. La seconda cosa è il fatto che il confessore non permetta di svelare tutto
sinceramente, che dimostri impazienza. L'anima allora ammutolisce e non dice tutto e per
ciò stesso non ricava profitto, e tanto meno ricava profitto, quando capita che il confessore
cominci a sottoporre a prove l'anima; e, siccome non la conosce, invece di giovarle, le
arreca danno. E questo perché essa sa che il confessore non la conosce, dato che non le
ha permesso di svelargli completamente, sia per quanto concerne le grazie, sia per quanto
concerne la sua miseria. E per questo motivo la prova non è appropriata. Ho avuto alcune
prove, che mi hanno fatto ridere. Esprimerò meglio lo stesso concetto con queste parole: il
confessore è il medico dell'anima; pertanto come può un medico che non conosce la
malattia prescrivere una medicina appropriata? Nemmeno a pensarci; poiché o non avrà
alcun risultato positivo, oppure la darà troppo forte ed aggraverà la malattia e talvolta - Dio
ce ne scampi - può procurare la morte, appunto perché troppo forte. Parlo per esperienza,
dato che in certi casi mi ha trattenuto addirittura il Signore stesso. La terza cosa è questa:
capita che il confessore talvolta faccia poco conto delle piccole cose. Non c'è nulla di piccolo
nella vita spirituale. Talvolta una cosa piccola in apparenza fa scoprire una cosa di grande
importanza, e per il confessore è un fascio di luce per la conoscenza di un'anima. Molte
sfumature spirituali si nascondono nelle piccole cose. Non sorgerà mai un fabbricato
magnifico, se gettiamo via i mattoni piccoli. Iddio da qualche anima esige una grande
purezza; per questo le invia una più profonda conoscenza della propria miseria. Illuminata
dalla luce che viene dall'alto conosce meglio ciò che piace a Dio, e ciò che non piace. Il
peccato è secondo la conoscenza e la luce dell'anima; lo stesso anche le imperfezioni,
benché essa sappia che ciò che riguarda strettamente il sacramento è il peccato... ma
queste piccole cose hanno una grande importanza per chi tende alla santità e non può un
confessore tener poco conto di questo. La pazienza e la mitezza del confessore aprono la
via ai più profondi segreti di un'anima: l'anima quasi senza accorgersene svela la sua
abissale profondità. E si sente più forte e più resistente. Ora lotta più valorosamente; si dà
maggiormente da fare, poiché sa che deve renderne conto. Ricorderò ancora una cosa per
quanto riguarda il confessore. Egli deve talvolta sperimentare, deve mettere alla prova,
deve esercitare, deve conoscere se ha a che fare con della paglia, o con del ferro, o con
dell' oro puro. Ognuna di queste tre anime ha bisogno di esercitarsi in modo particolare. Il
confessore deve necessariamente formarsi un'opinione chiara su ognuna, in modo che
sappia quello che può sopportare in determinati momenti, circostanze e casi. Per quanto mi
riguarda, in seguito, dopo molta esperienza, quando mi resi conto di non essere compresa,
non svelai più la mia anima e non mi guastai la tranquillità. Questo però avvenne solo
quando tutte queste grazie furono sotto il giudizio di un saggio, istruito ed esperto
confessore. Ora so come comportarmi in certi casi. E desidero nuovamente dire alcune
parole all'anima che vuole tendere decisamente alla santità e riportare frutto cioè vantaggio
della confessione. La prima, totale sincerità e apertura. Il più santo ed il più saggio dei
confessori non può infondere a viva forza in un'anima ciò che desidera, se l'anima non è
sincera ed aperta. Un'anima insincera, chiusa, si espone a grandi pericoli nella vita
spirituale e lo stesso Gesù non si dona ad una tale anima in modo superiore, perché sa che
essa non ricaverebbe vantaggi da queste grazie speciali. La seconda parola, l'umiltà.
Un'anima non ricava adeguati vantaggi dal sacramento della confessione, se non è umile.
La superbia tiene l'anima nelle tenebre. Essa non sa e non vuole penetrare esattamente nel
profondo della sua miseria: si maschera e fugge da tutto ciò che dovrebbe guarirla. La terza
parola è l'obbedienza. Un'anima disobbediente non riporterà alcuna vittoria, anche se fosse
Gesù stesso a confessarla direttamente. Il confessore più esperto non può essere di alcun
aiuto ad una tale anima. Un'anima disobbediente si espone a grandi sventure e non
progredirà affatto nella perfezione e non se la caverà nella vita spirituale. Iddio ricolma di
grazia nel modo più abbondante le anime, ma le anime obbedienti. + Oh! quanto sono
graditi gl'inni che sgorgano da un'anima che soffre! Tutto il cielo rimane estasiato di fronte
ad una tale anima, specialmente quando è provata da Dio. Essa indirizza verso di Lui i suoi
nostalgici lamenti. La sua bellezza è grande, perché proviene da Dio. Va attraverso il
deserto della vita ferita d'amore divino. Essa tocca la terra con un piede solo. + Un'anima
che è uscita da quei tormenti è profondamente umile. La limpidezza della sua anima è
grande. Essa, senza bisogno di rifletterci in certo modo, conosce meglio che cosa in un dato
momento occorra fare e che cosa tralasciare. Avverte il più piccolo tocco della
grazia ed è molto fedele a Dio. Essa riconosce Iddio da lontano e gode di Dio
ininterrottamente. Essa in pochissimo tempo scopre Iddio nelle anime degli altri, in genere
in quanti le stanno attorno. L'anima viene purificata da Dio stesso. Dio come puro Spirito
introduce l'anima in una vita puramente spirituale. Iddio stesso aveva preparato quest'anima
in precedenza e l'aveva purificata, cioè l'aveva resa idonea ad uno stretto rapporto di
intimità con Sé. Secondo un modo spirituale essa ha rapporti di intimità col Signore in un
riposo amoroso. Si rivolge a Lui senza l'uso dei sensi. Iddio riempie l'anima con la Sua luce.
La sua mente illuminata vede chiaramente e distingue i gradi in questa vita spirituale. Vede
quando si univa a Dio in modo imperfetto, quando vi prendevano parte i sensi e lo spirito
era unito ai sensi, sebbene già in maniera superiore e speciale, però imperfetta. Vi è
un'unione col Signore superiore e più perfetta: è quella intellettuale. Qui l'anima è più
riparata dalle illusioni; la sua spiritualità è più profonda e più pura. In una vita, in cui ci
sono i sensi, li si è più esposti alle illusioni. L'accortezza sia dell'anima stessa che dei
confessori dovrebbe essere maggiore. Vi sono momenti nei quali Iddio introduce l'anima in
uno stato puramente spirituale. I sensi si spengono e sono come morti. L'anima è unita a
Dio nella maniera più stretta: è immersa nella Divinità. La sua conoscenza è totale e
perfetta; non dettagliata, come prima, ma generale e completa. Gioisce per questo. Ma ora
voglio parlare ancora dei momenti della prova. In quei momenti è necessario che i
confessori abbiano pazienza con tale anima provata. Ma la più grande pazienza deve averla
l'anima con se stessa. O mio Gesù, Tu sai quello che prova la mia anima al ricordo di quelle
sofferenze. Talvolta mi son meravigliata che gli angeli ed i santi restino silenziosi mentre
un'anima sopporta simili sofferenze. Tuttavia essi ci amano in modo particolare in quei
momenti. L'anima mia certe volte ha gridato verso Dio, come un bambino quando la madre
nasconde il suo volto ed egli non può riconoscerla e grida con quante forze ha. O Gesù mio,
per queste prove d'amore sia onore e gloria a Te. Grande ed insondabile è la Tua
Misericordia! O Signore, tutto quello che hai progettato nei riguardi della mia anima, è
pervaso della Tua Misericordia. Ricordo questa cosa: coloro che
vivono insieme non dovrebbero aggiungere sofferenze esterne, poiché in verità quando
un'anima ha il calice pieno fino all'orlo, talvolta proprio la goccia che gettiamo noi nel suo
calice sarà esattamente quel di più, che farà traboccare il calice dell'amarezza. E chi
risponde per quell'anima? Guardiamoci bene dall'aggiungere sofferenze agli altri, poiché
questo non piace al Signore. Se le suore oppure i superiori sapessero o supponessero che
una certa anima sta attraversando tali prove e, ciò nonostante, da parte loro le
aggiungessero altre sofferenze, peccherebbero mortalmente e Dio stesso rivendicherebbe
quell'anima. Non parlo qui di casi che per loro natura costituiscono peccato, ma parlo di
una cosa che in un altro momento non sarebbe peccato. Stiamo attenti a non avere quelle
anime sulla coscienza. E un grave difetto della vita religiosa e della vita in genere, che
quando si vede un'anima che è nella sofferenza, si tende sempre ad aggiungerne ancora di
più. Non parlo di tutti, ma ci sono persone che si comportano così. Ci permettiamo di
esprimere giudizi di ogni genere e parliamo là dove non avremmo mai dovuto dire quello
che abbiamo detto. La lingua è un organo piccolo, ma provoca cose grosse. La religiosa che
non rispetta il silenzio, non giungerà mai alla santità, cioè non diventerà santa. Non s'illuda.
Se per caso accade che per suo mezzo parla lo Spirito di Dio, allora non è lecito tacere. Ma
per poter ascoltare la voce di Dio bisogna avere la quiete nell'anima ed osservare il silenzio:
non un silenzio tetro, ma il silenzio interiore, cioè il raccoglimento in Dio. Si possono dire
molte cose e non interrompere il silenzio, ed al contrario si può parlar poco ed infrangere
continuamente il silenzio. Oh! che danni irreparabili provoca l'inosservanza del silenzio! Si
fanno molti torti al prossimo, ma soprattutto alla propria anima. Secondo il mio pensiero e
la mia esperienza, la regola del silenzio dovrebbe essere al primo posto. Iddio non si dona
ad un anima ciarliera che come un fuco nell'alveare ronza molto, ma non produce miele.
Un'anima che chiacchiera molto è vuota nel suo interno. Non ha né virtù fondamentali, né
intimità con Dio. Non è il caso di parlare di una vita più profonda, della soave pace e
tranquillità nella quale abita Iddio. Un'anima che non ha gustato la dolcezza della quiete
interiore, è uno spirito inquieto, e turba la tranquillità degli altri. Ho visto molte anime negli
abissi infernali per non aver osservato il silenzio. Loro stesse me l'hanno detto, quando ho
chiesto loro quale era stata la causa della loro rovina. Erano anime consacrate. O mio Dio,
quale dolore! Eppure avrebbero potuto non solo essere in paradiso, ma essere perfino
sante. O Gesù, Misericordia, tremo quando penso che debbo rendere conto della mia
lingua. Nella lingua c'è la vita, ma anche la morte. E talvolta con la lingua uccidiamo,
commettiamo dei veri omicidi; e possiamo ancora considerare ciò una piccola cosa? Per la
verità non riesco a comprendere tali coscienze. Ho conosciuto una persona, che avendo
saputo da un'altra una certa cosa che si diceva di lei... si ammalò gravemente e di
conseguenza versò molto sangue e molte lacrime e poi avvenne la dolorosa conclusione
che fu causata quindi non dalla spada, ma dalla lingua. O mio Gesù silenzioso, abbi
misericordia di noi. Sono passata al tema del silenzio, ma non voglio parlare di questo,
bensì della vita dell'anima con Dio e della sua risposta alla grazia. Dopo che l'anima è stata
purificata ed il Signore ha rapporti di intimità con lei, ora con tutte le forze tende verso Dio.
Però essa da sola non può niente. Qui soltanto Iddio dispone tutto; l'anima lo sa; ne è
consapevole. Essa vive ancora in esilio e sa molto bene che possono esserci ancora
giornate nuvolose e piovose; ma essa guarda a tutto ciò con un atteggiamento diverso da
quello tenuto finora. Non si rifugia in una pace falsa, ma si slancia nella lotta. Essa sa di
essere di una progenie cavalleresca. Ora si rende conto meglio di tutto. Essa sa di essere di
stirpe regale: tutto ciò che è grande e santo la riguarda. + Una serie di grazie che Dio
riversa sull'anima dopo quelle prove di fuoco. Gode di una stretta unione con Dio. Ha molte
visioni sensibili ed intellettuali. Sente molte parole soprannaturali e talvolta degli ordini
precisi. Ma nonostante queste grazie, non basta a se stessa. Proprio in quanto Iddio la
visita con queste grazie, è esposta a diversi pericoli e può facilmente cadere nella illusione.
Ora dovrebbe pregare Dio perché le mandi una guida spirituale; e non solo pregare per la
guida, ma bisogna darsi da fare e cercare un tale condottiero, che conosce le cose, come il
condottiero deve conoscere le strade, attraverso le quali deve condurre i suoi soldati in
battaglia. Un'anima che è unita a Dio, bisogna prepararla a grandi ed accaniti
combattimenti. + Dopo questa purificazione e queste prove, Iddio tratta con l'anima in
modo particolare, ma l'anima non collabora sempre con queste grazie. Non perché essa
stessa non voglia collaborare, ma perché incontra così grandi difficoltà esterne ed interne,
che ci vuole veramente un miracolo, perché quell'anima si mantenga su quelle altezze. Ora
ha necessariamente bisogno di un direttore spirituale. Queste difficoltà spesso riempirono la
mia anima di dubbi e talvolta anch'io ero spaventata poiché pensavo fra me: « Dopo tutto
sono una povera ignorante: molte cose non le conosco, e tanto meno le cose spirituali ».
Però se i dubbi aumentavano, cercavo luce presso un confessore o presso le Superiore. Ma
non ottenevo quello che desideravo. Quando mi aprii alle Superiore, una di esse conobbe la
mia anima e la via attraverso la quale il Signore mi vuole condurre. Quando mi uniformai
alle sue indicazioni cominciai a progredire rapidamente sulla via della perfezione. Purtroppo
però la cosa non durò a lungo. quando aprII più a fondo la mia anima, non ottenni quello
che desideravo; ed alla Superiora quelle grazie sembrarono inverosimili, quindi non potei
attingere più nulla da lei. Mi disse che non era possibile che Dio avesse rapporti di tale
intimità con una creatura. « Io ho paura per lei, sorella, che si tratti di un'illusione. Si
consigli con un sacerdote ». Ma il confessore non mi capì e disse: « È meglio che lei parli di
queste cose con le Superiore ». E così andavo dalle Superiore al confessore e dal
confessore alle Superiore e non trovavo pace. Queste grazie divine cominciarono a essere
per me una grande sofferenza. Dicevo talvolta direttamente al Signore: « Gesù, io ho paura
di Te. Non sei per caso un fantasma? ». Gesù mi tranquillizzava sempre, ma io non sempre
mi fidavo. La cosa strana era che più io non mi fidavo, e più Gesù dava dimostrazione di
essere Lui l'artefice di queste cose. + Quando mi resi conto che non ottenevo alcuna
tranquillità dalle Superiore, decisi di non parlare più con loro di queste cose
puramente interiori. Per l'esterno cercai, da buona religiosa, di parlare di tutto con le
Superiore; ma per quanto riguarda la necessità dell'anima, d'ora in poi parlerò solo in
confessione. Per molti ed assai ragionevoli motivi ho capito che una donna non è portata a
discernere questi misteri. Mi sono esposta a tante sofferenze che avrei potuto evitare. Per
molto tempo sono stata ritenuta invasata dallo spirito maligno e venivo guardata con
commiserazione. La Superiora poi aveva messo in atto certi accorgimenti cautelativi nei
miei confronti. Era giunto alle mie orecchie che le suore mi tenevano d'occhio come tale,
come indemoniata. E tutt'attorno mi si oscurò l'orizzonte. Cominciai ad evitare quelle grazie
divine, ma che potevo fare? Dopotutto non era in mio potere. Improvvisamente fui presa
da un così profondo raccoglimento che, malgrado la mia volontà, sprofondai in Dio ed il
Signore mi trattenne presso di Sé. Nei primi momenti la mia anima è sempre un po'
spaventata, ma poi viene riempita da una calma e da una forza singolare. + Tutto ancora
era da sopportare. Infatti quando il Signore chiese che dipingessi quell'immagine, allora
cominciavano veramente a parlare di me ed a guardarmi come se fossi un'isterica od
un'esaltata e la cosa cominciò a propagarsi un po' di più. Una delle suore venne da me, per
parlarmi in confidenza. E cominciò a commiserarmi. Mi dice: « Sento che dicono di lei che è
un'esaltata, che ha delle visioni. Povera sorella, si difenda da ciò ». Era sincera quell'anima
e mi disse sinceramente quello che aveva sentito dire. Ma cose simili dovetti ascoltarle ogni
giorno. Che tormento sia stato per me, Dio solo lo sa. Decisi però di sopportare tutto in
silenzio e di non dare spiegazioni quando mi venivano rivolte domande. Alcune suore erano
irritate dal mio silenzio, specialmente le più curiose; le altre, più riflessive, dicevano: « Di
certo Suor Faustina dev'essere molto vicino a Dio, dato che ha la forza di sopportare tante
sofferenze ». E vedevo davanti a me quasi due ifie di giudici. Mi preoccupai di avere il
silenzio interno ed esterno. Non dicevo nulla che riguardasse la mia persona, sebbene
venissi interrogata direttamente da alcune suore. La mia bocca si chiuse. Soffril come una
colomba senza lamentarmi. Alcune suore però provavano quasi piacere nel darmi fastidio in
qualsiasi modo. Le irritava la mia pazienza, ma Dio mi diede tanta forza interiore, che
sopportai tutto ciò con serenità. + Mi ero resa conto che in quei momenti non potevo
essere aiutata da nessuno e cominciai a pregare ed a chiedere al Signore un confessore.
Desideravo ardentemente che un sacerdote mi dicesse quest'unica parola: « Stai tranquilla,
sei sulla buona strada ». Oppure « Butta via tutto, perché non viene da Dio ». Purtroppo
però un sacerdote così deciso, che mi dicesse quelle parole chiare in nome del Signore, non
riuscivo a trovano. Perciò andavo avanti nell'incertezza. O Gesù, se è la Tua volontà che io
viva in tale incertezza, sia benedetto il Tuo Nome. Ti prego, Signore, dirigi Tu stesso la mia
anima e resta con me, perché da sola sono nulla. Ecco, sono già stata giudicata da ogni
lato: non c'è più nulla in me che sia sfuggito al giudizio delle suore. Ma ormai tutto in un
certo senso si è esaurito ed hanno cominciato a lasciarmi in pace; la mia anima martoriata
ha potuto prendersi un po' di riposo. Ma ho constatato che proprio durante quella
tribolazione il Signore mi è stato quanto mai vicino. La tregua però è durata pochino. È
scoppiata di nuovo una violenta tempesta. Adesso i sospetti di un tempo, son diventati per
loro, a quanto pare, certezza e bisogna ascoltare di nuovo la stessa musica di prima. Così
piace al Signore. La cosa strana però è che anche diverse faccende esterne han cominciato
ad andare per traverso. Ciò ha provocato molte svariate sofferenze, note soltanto a Dio. Ad
ogni modo ho cercato, come ho potuto, di fare ogni cosa con l'intenzione più pura. Ora
m'accorgo di essere sorvegliata come una ladra ovunque: in cappella, quando svolgo il mio
lavoro, in cella. Ora so che, oltre alla presenza di Dio, ho la continua presenza umana, che
francamente qualche volta mi mette in grave imbarazzo. Ci sono stati dei momenti in cui
sono rimasta indecisa se spogliarmi o meno, per potermi lavare. A proposito, anche il mio
misero letto è stato controllato parecchie volte. Qualche volta m'è venuto da ridere, quando
son venuta a sapere che non lasciavano in pace nemmeno il letto. Una suora mi ha detto lei
stessa, che ogni sera mi sorvegliava dentro la cella, per vedere come mi comportavo.
Tuttavia i Superiori son sempre i Superiori. E sebbene mi abbiano personalmente umiliata
e talvolta imbottita di numerosi dubbi, tuttavia mi hanno sempre permesso quello che
voleva il Signore, quantunque non come avevo chiesto, ma in altro modo hanno aderito alle
richieste del Signore e mi hanno autorizzata a fare certe penitenze e mortificazioni. Un
giorno una delle Madri si adirò contro di me e mi umiliò talmente, che pensavo proprio non
l'avrei sopportato. Mi disse: « Stravagante, isterica, visionaria, vattene dalla mia stanza,
non voglio conoscerti! ». Una gragnola di rimproveri si scaricò sul mio capo. Quando arrivai
nella mia cella, caddi con la faccia a terra davanti al crocifisso e guardai Gesù; non ero in
grado di pronunciare nemmeno una parola. E tuttavia nascosi il fatto agli altri e feci finta
che non fosse successo nulla fra di noi. Satana però approfitta sempre di queste
circostanze. Cominciarono a venirmi pensieri di scoraggiamento: « Ecco la ricompensa per
la tua fedeltà e sincerità! Val la pena esser sincera, quando si è capiti a questo modo? ». «
Gesù, Gesù, sono sfinita! ». E caddi nuovamente a terra sotto quel peso; cominciai a
sudare ed una certa paura cominciò ad impadronirsi di me. E pensavo: « Non ho nessuno
che mi dia un appoggio morale ». E subito sentii una voce nell'anima: « Non temere, Io
sono con te »; ed una singolare luce illuminò la mia mente e compresi che non dovevo
arrendermi a quelle malinconie e mi sentii piena di forza ed uscii dalla cella con rinnovato
coraggio per andare incontro ai patimenti. Tuttavia cominciai a lasciarmi un po' andare. Non
facevo caso a quelle ispirazioni interiori; cercavo di distrarmi. Però, nonostante il chiasso e
le distrazioni, vedevo quello che avveniva nella mia anima. La parola divina è eloquente e
nulla può soffocarla. Cominciai ad evitare l'incontro del Signore con la mia anima, perché
non volevo essere vittima di illusioni. Ma il Signore in certo qual modo m'insegui con i Suoi
doni ed in verità ho provato a turno sofferenze e gioie. Non ricordo qui le varie visioni e
grazie, che Dio mi ha concesso in quel tempo, perché le ho annotate altrove; ma ricorderò
che quelle mie molteplici sofferenze avevano ormai raggiunto il colmo e io decisi di farla
finita con questi dubbi prima dei voti perpetui. Durante tutto il tempo della probazione
pregai perché venissero concessi lumi al sacer dote, al quale dovevo svelare completamente
tutta la mia anima. E pregai Iddio, perché Lui stesso mi aiutasse in questo e mi facesse la
grazia di poter raccontare le cose più segrete che ci sono fra me ed il Signore e di rendermi
così disponibile che, qualunque cosa quel sacer dote decidesse, l'avrei considerata come
decisa da Gesù stesso. Non importa quale giudizio darà su di me. Io desidero soltanto la
verità ed una risposta precisa a certe mie domande. Mi sono rimessa a Dio completamente
e l'anima mia desidera la verità. Non posso più continuare a vivere nel dubbio, benché
nell'anima abbia una così grande certezza che queste cose provengono da Dio, che darei la
mia vita per esse. Ma al di sopra di tutto questo ho posto l'opinione del confessore ed ho
deciso di comportarmi secondo quanto egli riterrà giusto indicarmi. Vedo il dato momento
come quello che deciderà il mio comportamento per tutta la vita. So che dipenderà tutto da
esso. Non ha importanza se si pronuncerà secondo le mie ispirazioni oppure in modo del
tutto opposto: questo ormai non m'importa. Io desidero conoscere la verità e seguirla. O
Gesù, Tu puoi aiutarmi. E già da qui ho cominciato: nascondo [sic!] tutte le grazie
nell'anima ed aspetto colui che il Signore mi manderà. Senza alcun dubbio nel mio cuore,
ho pregato il Signore, perché Egli si degni di aiutarmi in questi momenti ed un certo
coraggio è entrato nella mia anima. Debbo ancora ricordare che ci sono alcuni confessori
che aiutano l'anima e sono, per quanto ciò può apparire, dei veri padri spirituali, ma fino ad
un certo punto: fino a che tutto va bene; ma quando un'anima si trova in più gravi
difficoltà, allora sono indecisi e non possono, oppure non vogliono capire quell'anima;
cercano di liberarsene al più presto. Tuttavia se l'anima è umile, ne ha pur sempre qualche
piccolo vantaggio. Dio stesso talvolta invia un raggio di luce nel profondo dell'anima, per la
sua umiltà e fiducia. Talvolta il confessore dice cose che non intendeva affatto dire ed egli
stesso non se ne rende conto. L'anima crede realmente che queste sono parole del Signore
stesso, sebbene dobbiamo credere che ogni parola in confessionale proviene da Dio, ma
quello che ho ricordato sopra, è qualcosa che viene proprio direttamente da Dio. E l'anima
sente che il sacerdote non dipende da se stesso: dice cose che non vorrebbe dire.
Ecco, in questo modo Dio ricompensa la fede. L'ho sperimentato parecchie volte su me
stessa. Un certo sacerdote molto istruito e grandemente stimato - m'è capitato qualche
volta d'andare a confessarmi da lui - era sempre stato severo e contrario a me in queste
cose, ma una volta mi disse: « Sappia, sorella, che se Iddio vuole che lei faccia questo, non
bisogna opporvisi. Iddio talvolta vuoi essere lodato in questo modo. Stia tranquilla. Iddio,
come ha cominciato, così, terminerà. Ma le dico, fedeltà a Dio e umiltà e ancor una volta
umiltà. Ricordi quello che le ho detto oggi ». Mi rallegrai pensando che forse quel sacerdote
mi aveva capita. Però le circostanze furono tali, che non ebbi più occasione di confessarmi
da lui. + Una volta mi chiamò una delle Madri anziane e furono fulmini e saette a ciel
sereno, senza che mi rendessi conto di cosa si trattasse. Ma poco dopo capii che si trattava
di cosa che non dipendeva affatto da me. Mi disse: « Lei, sorella, si levi bene dalla testa
che Gesù tratti così familiarmente con lei, con una persona così misera e così imperfetta.
Gesù ha rapporti di confidenza solo con anime sante, ricordatelo [sic!] bene ». Riconobbi
che aveva pienamente ragione dicendo che sono misera, ma confido nella Misericordia
divina. Quando m'incontrai col Signore, mi umiliai davanti a Lui e dissi: « Gesù, a quanto si
dice, Tu non tratti con persone misere ». Mi rispose: « Sta' tranquilla, figlia Mia;
proprio per mezzo di una simile miseria voglio mostrare la potenza della Mia
Misericordia». Compresi che la Madre aveva inteso soltanto umiliarmi. + O mio Gesù, mi
hai sottoposta a molte prove in questa mia breve vita. Molte cose le ho capite, alcune delle
quali ora mi lasciano meravigliata. Oh! quanto è bene affidarsi in tutto a Dio e permettere a
Dio di agire pienamente nella nostra anima. Durante la terza probazione il Signore mi fece
capire che dovevo offrirmi a Lui, in modo che potesse fare di me quello che Gli piaceva.
Debbo stare sempre davanti a Lui come vittima. In un primo momento mi spaventai
sentendomi infinitamente misera e conoscendo bene me stessa. Risposi al Signore ancora
una volta: « Sono la miseria personificata; come posso essere una vittima? ». « Oggi
questo non lo comprendi. Domani te lo farò comprendere durante l'adorazione».

Il cuore mi tremò e l'anima. Queste parole mi s'impressero profondamente nell'anima. La
parola divina è viva. Quando giunsi all'adorazione, sentii nell'anima che ero entrata nel
tempio del Dio vivente, la cui Maestà è grande ed insondabile. Ed il Signore mi fece
conoscere quello che sono anche i più puri spiriti di fronte a Lui. Benché all'esterno non
vedessi nulla, la presenza di Dio mi trapassò da parte a parte. In quel momento la mia
mente venne illuminata in maniera singolare. Davanti agli occhi della mia anima passò una
visione, come quella di Gesù nell'Orto degli Ulivi. All'inizio le sofferenze fisiche e tutte le
circostanze che le aumentano; le sofferenze morali in tutta la loro estensione e quelle di cui
nessuno saprà mai nulla. In questa visione entra tutto: sospetti ingiusti, perdita del proprio
buon nome. Ho descritto questa cosa in modo molto succinto, ma la conoscenza che ne
ebbi fu talmente chiara che quello che in seguito sopportai non fu per nulla diverso da
quello che avevo conosciuto in quel momento. il mio nome deve essere: « vittima ».
Quando la visione terminò un sudore freddo mi scendeva dalla fronte. Gesù mi fece
conoscere che, anche se non avessi dato il mio consenso per tutto ciò, avrei potuto
egualmente salvarmi e non avrebbe diminuito le grazie che mi aveva concesso e che
avrebbe continuato a rimanere con me negli stessi rapporti di intimità; insomma che, anche
se non avessi consentito a quel sacrificio, la generosità di Dio non sarebbe diminuita per
questo. Ed il Signore mi fece capire che tutto il mistero dipendeva da me, dal mio consenso
volontario a tale sacrificio con piena consapevolezza della mia mente. In quest'atto
volontario e consapevole c'è tutta la sua potenza ed il suo valore di fronte alla Sua Maestà.
Anche se non mi capitasse nulla di quello a cui mi sono offerta, davanti al Signore è come
se tutto fosse già avvenuto. In quel momento compresi che entravo in unione con la
Maestà incomprensibile. Sentii che Dio attendeva una mia parola, il mio consenso. Ad un
tratto il mio spirito sprofondò in Dio e dissi: « Fa' di me quello che Ti piace: mi sottometto
alla Tua volontà. Da oggi la Tua santa volontà è il mio cibo. Con l'aiuto della Tua grazia,
sarò fedele alle Tue richieste. Fa' di me quello che Ti piace. Ti scongiuro, Signore,
resta con me in ogni momento della mia vita». All'improvviso, dopo che avevo dato il
consenso a quel sacrificio con la volontà e col cuore, la presenza di Dio penetrò in me da
parte a parte. La mia anima venne immersa in Dio ed inondata da una felicità così grande,
che non riesco a descriverla nemmeno parzialmente. Sentivo che la Sua Maestà mi fondeva
in modo mirabile con Sé. Vidi la grande compiacenza di Dio verso di me ed a mia volta il
mio spirito s'immerse in Lui. Consapevole di questa unione con Dio, sento di essere amata
in modo particolare ed a mia volta amo con tutte le forze della mia anima. Un grande
mistero è avvenuto durante quell'adorazione: un mistero fra me ed il Signore; e mi
sembrava di dover morire d'amore mentre mi guardava. Ho parlato a lungo col Signore, ma
senza nemmeno una parola. E il Signore mi disse: « Sei la delizia del Mio Cuore. Da
oggi ogni più piccola azione trova compiacenza dinanzi ai Miei occhi, qualunque
cosa farai». In quel momento mi sentii consacrata. L'involucro del corpo è lo stesso, ma
l'anima e un altra: in essa dimora Iddio con tutta la Sua predilezione; non un sentimento,
ma una consapevole realtà, che niente mi può offuscare. Un grande mistero si è intrecciato
fra di me e Dio. Nella mia anima sono rimasti il coraggio e la forza. Quando sono uscita
dall'adorazione, ho guardato negli occhi con serenità a tutto ciò che prima mi faceva tanta
paura. Quando uscii nel corridoio, mi toccò subito una grande sofferenza ed umiliazione da
parte di una certa persona. L'accettai con rassegnazione alla volontà del cielo e mi strinsi
profondamente al Sacr.mo Cuore di Gesù, il Signore, dimostrando di essere pronta a quello
per cui mi ero offerta. La sofferenza spuntò quasi da sotto terra; la stessa Madre
Margherita se ne meravigliò. Alle altre passano lisce molte cose, ed in verità non vale la
pena farci caso; ma a me non se ne salva una: ogni parola è analizzata, ogni passo controllato.
Una suora mi disse: « Si prepari, sorella, ad accettare una piccola croce che l'attende
da parte della Madre Superiora. Quanto mi dispiace per lei! ». Ed io nel mio intimo sono
contenta di questo e vi sono preparata già da parecchio tempo. Quando vide il mio
coraggio, rimase stupita per questo. Adesso vedo che l'anima da sola può ben poco, ma
con Iddio può tutto. Ecco quello che può la grazia di Dio! Sono poche le anime sempre
attente alle ispirazioni di Dio, ma ancora di meno sono quelle che eseguono fedelmente le
ispirazioni divine. Un'anima fedele a Dio però non può da sola prendere decisioni sulle sue
ispirazioni: deve sottoporle al controllo di un sacerdote molto colto e saggio e, finché non
ha la certezza, deve mantenere un atteggiamento d'incredulità. Non dia di propria iniziativa
la sua fiducia a queste ispirazioni ed a tutte le grazie superiori, poiché può esporsi a molti
danni. Sebbene l'anima distingua subito le false ispirazioni da quelle che provengono da
Dio, tuttavia sia prudente perché ci sono molte cose dubbie. Dio è contento e si rallegra
quando l'anima non presta fede a Lui Stesso, per Lui Stesso: perché Lo ama, è prudente ed
interroga, e chiede aiuto per accertare che chi opera in lei è veramente Dio. E dopo averne
avuta la conferma tramite un confessore illuminato, stia tranquilla; si metta nelle mani di
Dio secondo le Sue indicazioni, cioè secondo le indicazioni del confessore. L'amore puro è
capace di grandi imprese e non l'annientano né le difficoltà, né le contrarietà. Come l'amore
è forte nelle grandi difficoltà, così è perseverante nella grigia, noiosa vita quotidiana. Essa
sa che, per piacere a Dio, una cosa è necessaria: fare con grande amore le cose più
piccole. Amore e sempre amore. L'amore puro non sbaglia; esso ha singolarmente molta
luce e non fa nulla che non debba piacere a Dio. E attento nel prevedere ciò che è più caro
a Dio e non c'è nulla che lo eguagli; è felice quando può annientarsi ed ardere come un
sacrificio puro. Quanto più dà di sé, tanto più è felice. Inoltre nessuno meglio di lui riesce
ad avvertire i pericoli da tanto lontano; ha il fiuto per togliere la maschera e sa con chi
tratta. + I miei tormenti giungono ormai alla fine. Il Signore mi dà l'aiuto promesso. Lo
vedo in due sacerdoti, cioè in Padre Andrasz e in Don Sopocko. Nel corso degli esercizi
spirituali prima dei voti perpetui, per la prima volta venni tranquillizzata completamente ed
in seguito venni guidata nella stessa direzione da Don Sopocko. Così si realizzò la promessa
del Signore. Dopo che fui tranquillizzata ed istruita sul modo di procedere sulle vie di Dio, il mio spirito si rallegrò nel Signore e mi sembrò non di camminare, ma di correre. Mi
erano state sciolte le ali per il volo e cominciai a volteggiare verso l'ardore del sole e non
tornerò in basso fino a quando riposerò in Colui, nel Quale è annegata la mia anima per
l'eternità. E mi abbandonai completamente all'influsso della grazia. Grandiosi sono gli
abbassamenti divini alla mia anima! Da parte mia non mi ritiro, né mi rifiuto, ma
m'immergo in Lui, come nell'unico mio Tesoro. Sono una cosa sola col Signore: in un certo
modo scompare l'abisso che c'è fra noi, il Creatore e la creatura. Per alcuni giorni la mia
anima è stata quasi continuamente in estasi: la presenza di Dio non mi ha abbandonato
nemmeno per un istante, e la mia anima ha perseverato in una continua amorosa unione
col Signore. Ciò tuttavia non mi ha impedito di adempire i miei doveri. Sentivo che ero stata
trasformata in amore; ardevo tutta, ma senza riportare danni. M'immergevo continuamente
in Dio. Iddio mi attirava a Sé con tale forza e potenza che in certi momenti non mi rendevo
nemmeno conto di essere sulla terra. Per tanto tempo avevo ostacolato la grazia di Dio e
ne avevo avuto paura. Adesso Iddio Stesso tramite Padre Andrasz aveva tolto ogni
difficoltà. Il mio spirito era stato indirizzato verso il sole e sbocciò ai suoi raggi per Lui
Stesso. Già non capì [qui la frase è interrotta e non è stata completata]. + Nonostante
Iddio mi attirasse a Sé con tale veemenza che spesso non ero in grado di oppormi alla Sua
grazia, sprecavo molte grazie di Dio perché avevo sempre paura delle illusioni. Quando
all'improvviso venivo immersa in Lui, in quei momenti Gesù mi riempiva della Sua pace in
maniera che, in seguito, anche se avessi voluto allarmarmi, non avrei potuto. Ad un tratto
sentii nel mio intimo queste parole: « Perché tu sia tranquilla, che sono Io l'autore di
tutte le richieste fatte a te, ti darò una tranquillità così profonda che, se anche
volessi inquietarti ed allarmarti, ciò oggi non sarà in tuo potere, ma l'amore
inonderà la tua anima fino a farti dimenticare te stessa ». In seguito Gesù mi diede
un altro sacerdote, al quale mi ordinò di svelare la mia anima. In un primo momento lo feci
con una certa esitazione; ma un severo richiamo da parte di Gesù procurò una profonda
umiltà alla mia anima. Sotto la sua direzione la mia anima progredì celermente nell'amore
di Dio e molte delle richieste del Signore vennero eseguite in concreto. Talvolta il suo
coraggio e la sua profonda umiltà mi hanno fatto riflettere. Oh! quant'è misera la mia
anima che ha dissipato tante grazie! Sfuggivo a Dio ed Egli m'inseguiva con le Sue grazie. Il
più delle volte le grazie di Dio mi venivano elargite, quando meno me l'aspettavo. Dal
momento in cui il Signore mi ha dato un direttore spirituale, sono più fedele alla grazia per
merito dello stesso direttore e della sua vigilanza sulla mia anima. Ho conosciuto veramente
quello che è una direzione spirituale e come la considera Gesù: per ogni minima mancanza
Gesù mi ammoniva e mi faceva presente che le questioni, che io sottoponevo al confessore,
le giudicava Lui Stesso. « Ed ogni mancanza contro di lui colpisce Me direttamente
». Quando la mia anima sotto la sua direzione cominciò a gustare profondamente il
raccoglimento e la pace, udii spesso nell'anima queste parole, talora ripetute varie volte di
seguito: « Fortificati per la lotta! ». + Gesù mi fa conoscere spesso quello che non Gli
piace nella mia anima e qualche volta mi ha rimproverato per cose che sembravano
minuzie, ma che in realtà avevano una grande importanza. Egli mi ha messo in guardia e
mi ha esercitato come un Maestro. Per molti anni mi ha educata Lui Stesso, fino al
momento in cui mi ha dato un direttore spirituale. In precedenza era Lui che mi faceva
conoscere quello che non capivo ed ora mi ordina di chiedere tutto al confessore e spesso
mi dice così: « E Io ti risponderò tramite la sua bocca; sta' tranquilla». Non mi è
ancora capitato di ricevere una risposta in contrasto con ciò che il Signore mi chiedeva e
che io avevo fatto presente al mio direttore spirituale. Anzi qualche volta, ma non spesso,
mi è capitato che Gesù mi ha raccomandato determinate cose di cui nessuno potrebbe
essere stato al corrente, ma, quando mi sono avvicinata alla grata, il confessore me le ha
raccomandate anche lui. + Quando l'anima ha ottenuto per lungo tempo molta luce e molte
ispirazioni e dopo che i confessori le hanno assicurato sia la tranquillità sia la provenienza
delle ispirazioni, se il suo amore è grande, in tal caso Gesù le fa conoscere che è tempo che
metta in pratica ciò che ha ricevuto. L'anima viene a conoscere che il Signore conta su di
lei e questa conoscenza le dà forza. Essa sa che per restare fedele dovrà talvolta esporsi a
varie difficoltà; ma essa confida in Dio e, grazie a tale fiducia, giunge là dove Iddio la
chiama. Le difficoltà non la spaventano; sono per lei come il pane quotidiano; non la
spaventano affatto, né l'intimoriscono, come i colpi di cannone non spaventano il cavaliere
che è continuamente sui campi di battaglia. Essa è ben lungi dallo spaventarsi, però rimane
in ascolto per capire da che parte attaccherà il nemico. Per riportare la vittoria non fa nulla
alla cieca, ma indaga, riflette profondamente e, non contando su di sé, prega
fervorosamente ed attinge consigli da cavalieri esperti e saggi, e comportandosi così, vince
quasi sempre. Ci sono degli attacchi nei quali l'anima non ha il tempo né per riflettere, né
per chiedere consigli, né per nient'altro. In quei casi bisogna combattere per la vita o per la
morte. Qualche volta è bene rifugiarsi nella ferita del Cuore di Gesù, non rispondendo
nemmeno una parola: per quell'atto stesso il nemico è già sconfitto. In tempo di pace
l'anima si sottopone a sforzi come fa in tempo di battaglia. Deve esercitarsi e molto;
diversamente nemmeno parlarne di vittoria. il tempo di pace lo considero come il tempo di
preparazione alla vittoria. Deve vigilare continuamente. Vigilanza e ancora una volta
vigilanza! L'anima che riflette ottiene molta luce. Un'anima dissipata si mette da sola in
pericolo di cadere e non si meravigli se poi cadrà. O Spirito Divino, guida dell'anima: saggio
è colui che Tu trasformi. Ma affinché lo Spirito Divino possa agire in un'anima, occorre
silenzio e raccoglimento. La preghiera. Con la preghiera l'anima si prepara ad affrontare
qualsiasi battaglia. In qualunque condizione si trovi un'anima, deve pregare. Deve pregare
l'anima pura e bella, poiché diversamente per derebbe la sua bellezza. Deve pregare l'anima
che tende alla purezza, altrimenti non vi giungerà. Deve pregare l'anima che si è appena
convertita, diversamente cadrebbe di nuovo. Deve pregare l'anima peccatrice, immersa nei
peccati, per poter risorgere. E non c'è anima, che non abbia il dovere di pregare, poiché
ogni grazia arriva tramite la preghiera. Ricordo che la luce l'ho ricevuta in massima parte
durante l'adorazione di mezz'ora, che facevo ogni giorno durante tutta la Quaresima,
stando distesa a forma di croce davanti al SS.mo Sacramento. In quel tempo conobbi più a
fondo me stessa e Iddio, anche se per fare quella preghiera incontrai molti ostacoli,
nonostante avessi il permesso dei superiori. L'anima deve sapere che, per pregare e
perseverare nella preghiera, deve armarsi di pazienza e superare coraggiosamente le
difficoltà esteriori ed interiori. Le difficoltà interiori: lo scoraggiamento, l'aridità, l'indolenza,
le tentazioni. Quelle esteriori: il rispetto umano e la necessità di rispettare i momenti
destinati alla preghiera. Io stessa ho sperimentato che, se non dicevo le preghiere nel
tempo stabilito, dopo non le dicevo più, perché i doveri me l'impedivano; e se pure le
dicevo, ciò avveniva con gran fatica, perché il pensiero andava ai doveri da compiere. Mi è
capitata anche questa difficoltà: se l'anima aveva recitato bene le preghiere e ne era uscita
con un profondo raccoglimento interiore, gli altri la contrastavano per tale raccoglimento;
perciò ci vuole pazienza per perseverare nella preghiera. Più di una volta mi è capitata una
cosa di questo genere: quando la mia anima era più profondamente assorta in Dio ed
aveva riportato maggior profitto dalla preghiera e la presenza di Dio l'aveva accompagnata
durante il giorno e sul lavoro aveva dimostrato più concentrazione, più esattezza e più
impegno, proprio allora ho avuto il maggior numero di rimproveri con l'accusa di essere
negligente ed indifferente a tutto e questo perché le anime meno raccolte vogliono che
anche le altre siano come loro, perché costituiscono per loro un rimprovero continuo. +
Un'anima nobile e delicata può essere anche la più semplice, ma di sentimenti delicati; una
tale anima cerca di vedere Iddio in ogni cosa. Lo trova ovunque, riesce a trovare Iddio
anche nelle cose più insignificanti. Tutto per lei ha un significato. Apprezza grandemente
tutto. Ringrazia Dio per ogni cosa. Da ogni cosa ricava profitto e rivolge a Dio ogni lode.
Confida in Lui e non s'impressiona quando viene il tempo della prova. Essa sa che Iddio è
sempre il migliore dei padri e tiene poco conto delle considerazioni umane. Segue fedelmente
anche il più piccolo soffio dello Spirito Santo; gioisce per questo Ospite spirituale e si
aggrappa a Lui come un bimbo alla madre. Dove le altre anime s'arrestano e si
spaventano, essa va avanti senza paura e senza difficoltà. Quando il Signore stesso vuole
stare accanto ad un'anima e guidarla, allontana da lei tutto ciò che c'è all'esterno. Quando
mi ammalai e venni trasferita in infermeria, ebbi molti dispiaceri per questo motivo.
Eravamo in due ricoverate in infermeria. Da Suor N. andavano in visita le suore; da me non
s'affacciava nessuno. Per la verità l'infermeria è una sola, ma ognuna ha la propria cella. Le
serate invernali erano lunghe. Suor N. aveva la luce e la cuffia per la radio ed io per
mancanza della luce non potevo nemmeno preparare la meditazione. Dopo che erano
passate così all'incirca due settimane, una sera mi lamentai col Signore: « Ho molti
dispiaceri e non posso nemmeno preparare la meditazione, dato che non ho la luce ». Ed il
Signore mi disse che sarebbe venuto Lui ogni sera e mi avrebbe dato i punti per la
meditazione dell'indomani. I punti si riferivano sempre alla Sua dolorosa Passione. Mi disse:

« Medita la Mia Passione davanti a Pilato ». E così, punto per punto, per un'intera
settimana meditai la Sua dolorosa Passione. Da quel momento una grande gioia entrò nella
mia anima e non desiderai più né visite, né luce; mi bastava Gesù per ogni cosa. Per la
verità l'interessamento delle Superiore per le ammalate era notevole; tuttavia il Signore
dispose in modo tale che mi sentii abbandonata. Egli, il migliore dei Maestri, per poter agire
direttamente su un'anima allontana da lei tutto ciò che è creato. Più di una volta fui
bersaglio di così numerose vessazioni e sofferenze che la stessa Madre M. mi disse: « Sulla
sua strada, sorella, le sofferenze spuntano direttamente da sotto terra ». Mi disse ancora: «
Io guardo a lei, sorella, come se fosse crocifissa, ma ho notato che il Signore Gesù in
qualche modo c'entra in questo. Sorella, sia fedele al Signore ». + Desidero annotare un
sogno che feci su Santa Teresa del Bambino Gesù. Ero ancora novizia ed avevo certe
difficoltà, che non mi riusciva di risolvere. Erano difficoltà interne collegate con difficoltà
esterne. Avevo fatto parecchie novene a vari santi, ma la situazione diveniva sempre più
pesante. Le mie sofferenze per questa ragione erano talmente grandi, che non sapevo più
come continuare a vivere, ma improvvisamente mi venne l'idea di pregare Santa Teresa del
Bambino Gesù. Cominciai la novena a questa santa, poiché prima di entrare in
congregazione avevo molta devozione per lei. Adesso l'avevo un po' trascurata, ma
trovandomi in questa necessità, di nuovo cominciai a pregarla con grande fervore. Il quinto
giorno della novena sogno Santa Teresa, ma come se fosse stata ancora sulla terra. Mi
nascose la consapevolezza che era santa e cominciò a dirmi parole di conforto; che non mi
rattristassi a motivo di quella questione, ma avessi più fiducia in Dio. Mi disse: « Anch'io ho
sofferto molto ». Ma io non ero molto convinta che lei avesse sofferto molto e le dissi: «A
me sembra che tu non soffra per niente ». Ma Santa Teresa rispose assicurandomi che
aveva sofferto molto e mi disse: « Sappia, sorella, che fra tre giorni lei risolverà la sua
questione nel modo migliore». Dato che io non ero molto propensa a crederle, tutto ad un
tratto si fece conoscere come santa. Allora la gioia inondò la mia anima e le dissi: « Tu sei
santa? ». Ed essa mi rispose: « SI, sono santa ed abbi fiducia che quella questione la
risolverai fra tre giorni ». E io le dissi: « Santa Teresina, dimmi, andrò in paradiso? ». Mi
rispose: « Sorella, lei andrà in paradiso ». « E sarò santa? ». Mi rispose: « Sarai santa ». «
Ma, Teresina, sarò santa come te, sugli altari? ». Ed essa mi rispose: « Sì, sarai santa come
me, ma devi avere molta fiducia in Gesù ». E poi le chiesi se mio padre e mia madre
andranno in paradiso, se [frase non ultimata]. Mi rispose: « Ci andranno». E domandai
ancora: « E le mie sorelle ed i miei fratelli andranno in paradiso? ». Mi rispose che dovevo
pregare molto per loro e non mi diede una risposta precisa. Compresi che avevano bisogno
di molte preghiere. Questo è un sogno e come dice un proverbio polacco « Sen mara, a
Bég wiara - il sogno è una chimera, mentre Dio è certezza ». Però, come mi aveva detto, il
terzo giorno risolsi quella difficile questione con grande facilità. Per quanto concerne quella
questione, si avverò tutto alla lettera come mi aveva detto. Questo è un sogno, ma ha
avuto un suo significato. + Mi trovavo, una volta, in cucina con suor N. e questa si adirò un
poco contro di me e per penitenza mi ordinò di stare seduta su un tavolo, mentre solo lei
continuò a darsi molto da fare; riassettò e strofinò ed io me ne stavo seduta sul tavolo.
Le altre suore, che andavano e venivano, si stupivano nel vedermi seduta a quel modo.
Ognuna diceva la sua. Una disse che ero una fannullona; un'altra, che ero stramba. A quel
tempo ero postulante. Altre dicevano: « Che razza di suora sarà mai costei? ». Io però non
potevo scendere dal tavolo, perché quella suora m'aveva imposto, sotto obbedienza, di
restar seduta fino a che non m'avesse detto di scendere. Dio solo sa quanti atti di
mortificazione feci in quell'occasione. Pensavo di prender fuoco per la vergogna. Dio Stesso
talvolta così permise per la mia formazione interiore, ma il Signore poi mi ricompensò per
quella umiliazione con una grande gioia. Durante la benedizione Lo vidi sotto un aspetto di
grande bellezza. Gesù mi guardò amabilmente e disse: « Figlia Mia, non aver paura
delle sofferenze. Io sono con te». Una notte ero di turno e soffrivo molto interiormente
per il fatto di dover dipingere quell'immagine e non sapevo proprio che decisione prendere,
dato che era un continuo volermi far credere che si trattava di un'illusione, mentre un
sacerdote aveva detto che forse Iddio voleva essere adorato per mezzo di quella immagine;
quindi bisognava darsi da fare per dipingerla. Ma la mia anima era molto stanca. Quando
entrai nella cappellina, avvicinai il capo al tabernacolo, e bussai dissi: « Vedi, Gesù, quante
difficoltà ho nel dover dipingere quell'immagine ». E sentii una voce dal tabernacolo: « Figlia
Mia, le tue sofferenze non dureranno a lungo ». Un giorno vidi due strade: una
strada larga cosparsa di sabbia e di fiori, piena di allegria, di musica e di vari passatempi.
La gente andava per quella strada ballando e divertendosi. Giungono alla fine, ma non
s'accorgono che è finita. Alla fine di quella strada c'era uno spaventoso precipizio, cioè
l'abisso infernale. Quelle anime cadevano alla cieca in quella voragine; man mano che
arrivavano, precipitavano dentro. E ce n era un così gran numero, che era impossibile
contarle. E vidi un'altra strada, o meglio un sentiero, poiché era stretto e cosparso di spine
e di sassi e la gente che andava per quella strada aveva le lacrime agli occhi ed era piena di
dolori. Alcuni cadevano sulle pietre, ma si alzavano subito e proseguivano. Ed alla fine della
strada c'era uno stupendo giardino pieno di ogni felicità e tutte quelle anime vi entravano.
Subito, fin dal primo momento, dimenticavano i loro dolori. Quando ci fu l'adorazione dalle
Suore della Famiglia di Maria, di sera con una delle nostre Suore andai a quell'adorazione.
Subito, appena entrai nella cappella, la presenza di Dio s'impadronì della mia anima. Pregai
così, come in certi momenti, senza dire una parola. Ad un tratto vidi il Signore che mi disse:

« Sappi che, se trascuri di dipingere quell'immagine e tutta l'opera della
Misericordia, nel giorno del giudizio risponderai di un gran numero di anime ».
Dopo queste parole del Signore, una certa apprensione entrò nella mia anima e anche
timore. Non riuscivo a tranquillizzarmi da sola. Quelle parole mi risuonavano nelle orecchie.
« Si, nel giorno del giudizio universale dovrò rispondere non solo di me stessa, ma anche di
altre anime». Queste parole mi erano penetrate profondamente nel cuore. Quando tornai a
casa entrai nel piccolo Gesù, caddi con la faccia a terra davanti al SS.mo Sacramento e dissi
al Signore: « Farò tutto quello che è in mio potere, ma Ti prego, Tu rimani sempre con me
e dammi la forza di fare la Tua santa volontà, poiché Tu puoi tutto ed io da sola niente ». +
Da qualche tempo mi capita di sentire nell'anima quando qualcuno prega per me; lo sento
immediatamente e a sua volta quando qualche anima mi chiede preghiere, sebbene non
me lo dica, io lo sento egualmente nell'anima. Lo sento in questo modo: avverto un'inquietudine,
come se qualcuno mi chiamasse; poi quando prego riacquisto la pace. + Una
volta avevo un gran desiderio di accostarmi alla S. Comunione, ma avevo un certo dubbio e
non mi accostai. Per questo motivo soffrii tremendamente. Mi sembrava che il cuore mi si
spezzasse dal dolore. Quando mi dedicai ai miei impegni col cuore pieno d'amarezza, Gesù
apparve improvvisamente accanto a me e mi disse: « Figlia Mia, non tralasciare la S.
Comunione, se non quando sei ben consapevole di essere caduta gravemente.
All'infuori di ciò non ti trattenga alcun dubbio dall'unirti a Me nel Mio mistero
d'amore. I tuoi piccoli difetti spariranno nel Mio amore, come una pagliuzza
gettata in un grande incendio. Sappi questo, che Mi rattristi molto quando

ometti di riceverMi nella S. Comutuone ». + La sera, quando entrai nella piccola
cappellina udii nell'anima queste parole: « Figlia Mia, medita su queste parole. "ed in
preda all'angoscia, pregava più a lungo"» (cfr. Lx 22,44). Quando cominciai a
riflettere più a fondo, molta luce penetrò nella mia anima. Compresi di quanta perseveranza
nella preghiera abbiamo bisogno e che da tale faticosa preghiera dipende talvolta la nostra
salvezza. + Quando andai a Kiekrz a sostituire per poco tempo una consorella, un
pomeriggio attraversai l'orto e mi fermai sulla riva del lago e rimasi a lungo assorta
pensando a questo elemento della natura. Ad un tratto vidi presso di me Gesù, che mi disse
amabilmente: « Ho creato tutto questo per te, Mia sposa, e sappi che tutte le
bellezze sono nulla in confronto a quello che ti ho preparato nell'eternità».
L'anima mia fu inondata da una gioia così grande, che rimasi là fino alla sera e mi sembrò
d'esserci rimasta solo un breve momento. Quel giorno l'avevo libero e destinato al ritiro
spirituale di un giorno, perciò avevo piena libertà di dedicarmi alla preghiera. Oh! quanto è
infinitamente buono Dio; c'insegue con la Sua bontà. Il più delle volte mi capita che il
Signore mi concede le grazie più grandi, proprio quando io non me le aspetto affatto. + O
Ostia santa, Tu sei chiusa per me nel calice d'oro, affinché nel gran deserto dell'esIlio, io
transiti pura, immacolata, intatta; me lo conceda la potenza del Tuo amore. O Ostia santa,
dimora nell'anima mia, amore purissimo del mio cuore, la Tua luce disperda le tenebre. Tu
non rifiuti le grazie ad un cuore umile. O Ostia santa, delizia del paradiso, sebbene
nasconda la Tua bellezza e Ti presenti a me in una briciola di pane, la fede forte squarcia
questo velo. + Il giorno della crociata, il quinto di ogni mese, è capitato il primo venerdì. E
il mio giorno, quello in cui debbo stare di guardia davanti a Gesù. In quel giorno ho il
compito di riparare per tutti gli insulti e le mancanze di riguardo verso il Signore, di pregare
perché in quel giorno non venga commesso alcun sacrilegio. Il mio spirito in quel giorno era
infiammato di un amore particolare verso l'Eucaristia. Mi sembrava di essere trasformata in
una fiamma. Quando, per prendere la S. Comunione, mi avvicinai al sacerdote che mi dava
Gesù, una seconda Ostia finì su di una mia manica e io non sapevo quale prendere.
Essendo io rimasta un attimo sopra pensiero, il sacerdote spazientito fece un movimento
con la mano perché la prendessi. Quando presi l'Ostia che mi porgeva, l'altra mi cadde nelle
mani. Il sacerdote andò dall'altra parte della balaustra a distribuire la S. Comunione e io
tenni Gesù nelle mie mani per tutto quel tempo. Quando il sacerdote si avvicinò di nuovo,
gli diedi l'Ostia caduta perché la mettesse nella pisside, dato che in un primo momento,
quando avevo preso Gesù, non avevo potuto dirgli che un'altra era caduta, prima d'aver
inghiottito. Mentre tenevo l'Ostia nelle mani, sentii un tale impeto d'amore, che per tutto il
giorno non potei né mangiare, né riprendere conoscenza. Dall'Ostia sentii queste parole: «
Desideravo riposare nelle tue mani, non solo nel tuo cuore » e all'improvviso in quel
momento vidi Gesù Bambino. Ma quando si avvicinò il sacerdote, vidi di nuovo l'Ostia. O
Maria, Vergine Immacolata, Puro cristallo per il mio cuore, Tu sei la mia forza, o àncora
potente, Tu sei lo scudo e la difesa dei deboli cuori. O Maria, Tu sei pura ed impareggiabile,
Vergine e Madre insieme. Tu sei bella come il sole, senza alcuna macchia, Nulla è
paragonabile all'immagine della Tua anima. La Tua bellezza ha affascinato il Tre volte
Santo, Sceso dal cielo, abbandonando il trono della Sua sede eterna, E prese corpo e
sangue dal Tuo cuore, Nascondendosi per nove mesi nel cuore della Vergine. O Madre, o
Vergine, nessuno riesce a comprendere che l'immenso Iddio diventa uomo, Solo per amore
e per la Sua insondabile Misericordia. Per merito Tuo, o Madre, vivremo con Lui in eterno.
O Maria, Vergine Madre e Porta del cielo, Attraverso Te ci è venuta la salvezza, Ogni grazia
sgorga per noi dalle Tue mani E solo la Tua fedele imitazione mi farà santa. O Maria, o
Vergine, o Giglio più bello, il Tuo Cuore è stato il primo tabernacolo per Gesù sulla terra,
Perché la Tua umiltà è stata la più profonda E per questo sei stata innalzata sopra i cori
degli angeli e sul santi. O Maria, dolce Madre mia, Affido a Te l'anima, il corpo ed il mio
povero cuore. Sii la Guardiana della mia vita E soprattutto nell'ora della morte, nell'ultima
battaglia. G.M.G. Gesù confido in Te. Anno 1937, mese I, giorno I. Annotazione per il
controllo dell'anima. Esame particolare: unirmi a Cristo misericordioso. Pratica: il
silenzio interiore, stretta osservanza del silenzio.

LA COSCIENZA. Gennaio. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 41, sconfitte, 4. Giaculatoria: E
Gesù taceva! Febbraio. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 36, sconfitte, 3. Giaculatoria: Gesù
confido in Te! Marzo. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 51, sconfitte, 2. Giaculatoria: Gesù
infiamma d'amore il mio cuore. Aprile. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 61, sconfitte, 4.
Giaculatoria: Con Dio posso tutto. Maggio. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 92, sconfitte, 3.
Giaculatoria: Nel suo Nome è la mia forza. Giugno. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 64,
sconfitte, 1. Giaculatoria: Tutto per Gesù! Luglio. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 62,
sconfitte, 8. Giaculatoria: Riposa Gesù nel mio cuore. Agosto. Dio e l'anima, silenzio.
Vittorie, 88, sconfitte, 7. Giaculatoria: Gesù Tu sai... Settembre. Dio e l'anima, silenzio.
Vittorie, 99, sconfitte, 1. Giaculatoria: Gesù nascondimi nel tuo Cuore. Ottobre. Dio e
l'anima, silenzio. Vittorie, 41, sconfitte, 3. Giaculatoria: O Maria, uniscimi a Gesù.
Novembre. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, sconfitte, Giaculatoria: Gesù mio, misericordia.
Dicembre. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, sconfitte, Giaculatoria: Ti saluto, Ostia viva.
G.M.G. Anno 1937

ESERCITAZIONE GENERALE: + Per ogni volta che il mio petto respira, per ogni volta
che batte il mio cuore, per ogni volta che pulsa il sangue nel mio organismo, per altrettante
migliaia di volte desidero esaltare la Tua Misericordia, o Trinità Santissima. + Desidero
trasformarmi tutta nella Tua Misericordia ed essere il riflesso vivo di Te, o Signore. Che il
più grande attributo di Dio, cioè la Sua incommensurabile Misericordia, giunga al mio
prossimo attraverso il mio cuore e la mia anima. Aiutami, o Signore, a far si che i miei occhi
siano misericordiosi, in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi sulla base di
apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c'è di bello nell'anima del mio prossimo e
gli sia di aiuto. Aiutami a far si che il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle
necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori ed ai gemiti
del mio prossimo. Aiutami, o Signore, a far si che la mia lingua sia misericordiosa e non
parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto e di
perdono. Aiutami, o Signore, a far sì che le mie mani siano misericordiose e piene di buone
azioni, in modo che io sappia fare unicamente del bene al prossimo e prenda su di me i
lavori più pesanti e più penosi. Aiutami a far sì che i miei piedi siano misericordiosi, in modo
che io accorra sempre in aiuto del prossimo, vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza.
il mio vero riposo sta nella disponibilità verso il prossimo. Aiutami, Signore, a far si che il
mio cuore sia misericordioso, in modo che partecipi a tutte le sofferenze del prossimo. A
nessuno rifiuterò il mio cuore. Mi comporterò sinceramente anche con coloro di cui so
abuseranno della mia bontà, mentre io mi rifugerò nel Misericordiosissimo Cuore di Gesù.
Non parlerò delle mie sofferenze. Alberghi in me la Tua Misericordia, o mio Signore. + Tu
Stesso mi ordini di esercitarmi nei tre gradi della misericordia. Primo: l'opera di misericordia
di qualunque genere essa sia. Secondo: la parola misericordiosa; se non potrò con l'azione
lo farò con la parola. il terzo grado è la preghiera. Se non potrò dimostrare la mia
misericordia né con l'azione, né con la parola, posso sempre farlo con la preghiera. La
preghiera l'estenderò anche là, dove non posso giungere fisicamente. O Gesù mio,
trasformarmi in Te Stesso poiché Tu puoi fare tutto. [A questo punto nel manoscritto ci
sono 4 pagine in bianco: 79-82]


+ G.M.G.Varsavia, anno 1933 LA PROBAZIONE PRIMA DEI VOTI PERPETUI.

Quando venni a sapere che dovevo partire per la probazione, la gioia esplose nel mio cuore
di fronte ad una grazia così inesplicabile, quale è quella dei voti perpetui. Andai davanti al
Santissimo Sacramento e quando m immersi nella preghiera di ringraziamento, udii
nell'anima queste parole: « Bambina Mia, tu sei la Mia delizia; tu sei il refrigerio del
Mio Cuore. Ti concedo tante grazie, quante riesci a reggerne. Ogni volta che vuoi
procurarMi una gioia, parla al mondo della Mia grande ed incommensurabile
Misericordia ». Alcune settimane prima che mi venisse annunciato che ero stata ammessa
alla probazione, un giorno che entrai un momento in cappella, Gesù mi aveva detto:
« In questo momento i Superiori annunciano quali Suore debbono pronunciare i
voti perpetui. Non tutte otterranno questa grazia, però le escluse ne hanno esse
stesse la colpa. Chi non approfitta delle piccole grazie, non ottiene le grandi. Ma
a te, bambina Mia, questa grazia è stata concessa ». Un gioioso stupore s'impadronì
della mia anima e questo perché alcuni giorni prima una suora mi aveva detto: « Lei,
sorella, non sarà ammessa alla terza probazione. Io stessa farò in modo che lei non sia
ammessa ai voti ». Non avevo risposto nulla a quella suora, ma la cosa per me era stata
molto spiacevole; però cercai, nei limiti del possibile, di tener nascosto il mio dolore. O
Gesù, com'è mirabile il Tuo operare! Ora vedo che gli uomini da soli valgono ben poco;
infatti alla probazione sono stata ammessa, proprio come mi aveva detto Gesù. Nella
preghiera trovo sempre luce e forza per lo spirito, benché talvolta ci siano dei momenti
pesanti ed assai incresciosi, tanto che certe volte non si riesce a comprendere come cose di
questo genere possano avvenire in un convento. Per ragioni misteriose Iddio lo permette,
ma questo avviene sempre affinché venga messa in risalto la virtù di un'anima o perché la
stessa si tempri bene. Per questo ci sono i dispiaceri. Oggi novembre 1932 sono giunta a
Varsavia per la terza probazione. Dopo un cordiale saluto con le care Madri, sono entrata
un momento nella piccola cappellina. Ad un tratto la presenza di Dio ha investito la mia
anima ed ho udito queste parole: « Figlia Mia, desidero che il tuo cuore sia
modellato secondo il Mio Cuore misericordioso. Devi essere totalmente imbevuta
della Mia Misericordia ». La cara Madre Maestra mi domandò subito se quest'anno
avevo fatto gli esercizi spirituali. Le risposi di no. « E perciò lei deve fare prima almeno tre
giorni di esercizi spirituali ». Grazie a Dio a Walendòw c'erano gli esercizi di Otto giorni,
quindi potei approfittarne. Cominciarono però le difficoltà quando si trattò di andare a
quegli esercizi. Una certa persona era molto contraria a questo e già non dovevo partire
più. Dopo pranzo andai in cappella per una adorazione di cinque minuti. All'improvviso vidi
Gesù che mi disse: « Figlia Mia, ti sto preparando molte grazie, che riceverai
durante gli esercizi spirituali che comincerai domani ». Risposi: « Ma, Gesù, gli
esercizi sono già cominciati e io non debbo andare ». E mi disse: « Tu preparati, perché
domani comincerai gli esercizi spirituali; e in quanto alla tua partenza ci penso
Io coi Superiori ». E all'improvviso Gesù scomparve. Cominciai a pensare a come ciò
sarebbe avvenuto. Ma dopo un momento abbandonai ogni pensiero su ciò e dedicai quel
po' di tempo alla preghiera, chiedendo luce allo Spirito Santo, per conoscere tutta la mia
miseria. E dopo un momento uscii dalla cappella per riprendere le mie occupazioni. Poco
dopo la Madre Generale mi fa chiamare e mi dice: « Sorella, oggi stesso lei va a Walendow
con Madre Valeria, in modo che già da domani possa cominciare gli esercizi. Si è verificata
l'occasione che c'è qui Madre Valeria, quindi partite assieme ». Dopo nemmeno due ore ero
già a Walendow. Riflettei un momento dentro di me e dovetti riconoscere che le faccende a
questo modo le poteva risolvere soltanto Gesù. Quando mi vide quella persona, che si era
così tenacemente opposta al fatto che io facessi gli esercizi spirituali, mostrò il suo stupore
e la sua irritazione. Io però, come se niente fosse, la salutai inchinandomi cordialmente ed
andai a far visita al Signore, per avere indicazioni su come dovevo comportarmi durante gli
esercIzi spirituali. Il mio colloquio col Signore prima dell'inizio degli esercizi. Gesù mi disse
che quegli esercizi sarebbero stati un po' diversi dagli altri. « Nel trattare con Me cerca
di mantenere una calma profonda. Eliminerò tutte le incertezze a questo
riguardo. Io so che ora sei tranquilla, mentre sto parlando con te; ma appena
smetterò di parlare, comincerai a tirar fuori i dubbi; ma sappi che rafforzerò
talmente la tua anima che, sebbene volessi metterti in agitazione, non sarà in
tuo potere. E come prova che sono Io che ti parlo, il secondo giorno degli
esercizi andrai a confessarti dal sacerdote, che tiene gli esercizi. Andrai da lui
appena terminata la meditazione e gli esporrai i tuoi dubbi, quelli che hai
riguardo a Me e Io ti risponderò con la bocca di lui ed allora finiranno i tuoi

timori. Durante questi esercizi osserva un silenzio così rigoroso, come se
attorno a te non esistesse niente. Parlerai solo con Me e col confessore; alle
Superiore chiederai soltanto le penitenze ». Mi rallegrai tanto perché il Signore Gesù
mi aveva dimostrato in tal misura la sua benevolenza e si era abbassato fino a me. Primo
giorno degli esercizi. Al mattino cercai di essere la prima a giungere in cappella. Prima della
meditazione ebbi ancora un momento di tempo per una preghiera allo Spirito Santo ed alla
Madre SS.ma. Pregai ardentemente la Madonna perché mi ottenesse la grazia di essere
fedele a queste ispirazioni interiori e perché adempissi fedel mente ogni volontà di Dio.
Iniziai questi esercizi con uno strano coraggio. + Lotta per mantenere il silenzio. Come
capita normalmente, agli esercizi vengono suore da varie case. Una di queste suore, che
non avevo visto da parecchio tempo, venne nella mia cella e mi disse che aveva qualche
cosa da comunicarmi. Non le risposi niente ed essa si accorse che non volevo rompere il
silenzio. Mi rispose: « Non sapevo, sorella, che lei fosse un tipo tanto stravagante », e se
ne andò. Compresi che quella persona non aveva verso di me altro interesse se non
l'appagamento del suo curioso amor proprio. O Dio, mantienimi fedele. Il Padre che
predicava gli esercizi veniva dall'America. Era venuto in Polonia per poco tempo e le
circostanze fecero sì che venisse da noi a predicare gli esercizi. Da quell'uomo emanava la
sensazione di una profonda vita interiore. Il suo aspetto rivelava grandezza d'animo; la
mortificazione ed il raccoglimento erano le caratteristiche di quel sacerdote. Tuttavia,
nonostante le grandi virtù che quel sacerdote possedeva, provavo un'enorme difficoltà a
svelargli la mia anima per quel che riguarda le grazie, poiché per quanto riguarda i peccati
è sempre facile; ma per le grazie debbo veramente impormi un grande sforzo ed anche così
non dico tutto. Tentazioni di satana. Durante la meditazione fui stranamente presa dalla
paura che quel sacerdote non mi avrebbe capita e poi che non avrebbe avuto tempo, in
modo che io gli potessi esporre tutto. « Ma come gli parlerò di tutto questo? Se si trattasse
di Padre Bukowski mi sarebbe più facile, ma questo padre gesuita lo vedo per la prima volta
». Allora mi venne in mente un consiglio di Padre Bukowski, il quale mi aveva detto che,
quando facevo gli esercizi spirituali, dovevo prendere nota anche brevemente dei lumi che il
Signore mi inviava e che almeno di quello dovevo rendergli conto, pur brevemente. « O mio
Dio, un giorno e mezzo è passato così facilmente per me; ora invece comincia la lotta per la
vita e per la morte. Fra mezz'ora ci deve essere la meditazione e poi devo andare a
confessarmi. Satana mi spinge a credere che, se i Superiori hanno detto che la mia vita
interiore è un'illusione, a che scopo chiedere ancora al confessore e affliggerlo per
niente?». « Dopo tutto te l'ha detto M. X. che Gesù non ha rapporti di quel genere con
anime così misere. La stessa cosa ti dirà il confessore. A che scopo devi parlare di queste
cose? In fin dei conti non sono peccati e Madre X. d'altronde ti ha detto chiaro e tondo che
tutti questi contatti con Gesù sono un sogno, un puro isterismo. Perché devi parlarne con
questo confessore? Fai meglio se respingi tutto come un'illusione. Guarda quante
umiliazioni hai già dovuto subire e quante ne dovrai subire ancora e anche le Suore lo
sanno che sei un'isterica ». « O Gesù! » gridai con tutta la forza dell'anima. Proprio in quel
momento il Padre venne per tenere la sua conferenza. Parlò brevemente, come se avesse
fretta. Terminata la conferenza, si mise in confessionale. Guardai. Nessuna suora si alzò per
andare. Mi staccai decisamente dall'inginocchiatoio e in un attimo mi trovai davanti alla
grata. Non ci fu tempo per nessuna riflessione. Invece di parlare al Padre dei dubbi che mi
erano stati insinuati in merito ai rapporti con Gesù, cominciai a raccontare tutte le
tentazioni che sono descritte sopra. Ma il confessore si rese subito conto di tutta la mia
situazione e disse: « Lei non si fida di Gesù, perché con lei si comporta con tanta amabilità.
Ma come sarebbe, sorella? Lei deve essere pienamente tranquilla. È Gesù il suo Maestro,
sorella, ed i rapporti di familiarità che ha con Gesù non sono un isterismo, né un sogno, né
un'illusione. Sappia, sorella, che è sulla buona strada. Sia fedele a queste grazie: non le è
permesso sfuggirle. Non è necessario che lei parli di queste grazie interiori con le Superiore,
se non per un ordine preciso di Gesù e prenda prima accordi col confessore. Ma se Gesù
richiede qualche cosa che è o deve avvenire all'esterno, in tal caso, dopo aver preso
accordi col confessore, lei deve fare quello che Gesù chiede, dovesse costarle qualunque
prezzo. Ma d'altra parte lei, sorella, deve parlare di tutto col confessore. Non c'è
assolutamente un'altra via per lei. Preghi, sorella, per ottenere un direttore spirituale,
poiché diversamente sprecherebbe questi grandi doni di Dio. Le ripeto ancora una volta di
stare tranquilla; lei è sulla buona strada. Non badare a niente, ma essere sempre fedele al
Signore Gesù, nonostante ciò che può dire di lei questo o quello. Proprio con tali anime
misere il Signore Gesù intrattiene rapporti di familiarità e più lei si umilierà e più il Signore
Gesù si unirà a lei». Quando mi allontanai dalla grata, una gioia inconcepibile aveva
inondato la mia anima, tanto che mi isolai in un posto appartato dell'orto, per nascondermi
di fronte alle suore e permettere al mio cuore di sfogarsi liberamente con Dio. La presenza
di Dio mi investi da parte a parte e in un attimo tutto il mio nulla s'immerse in Dio e in
quell'attimo sentii, cioè distinsi le tre Persone Divine che abitavano in me ed avevo
nell'anima una pace così grande, che io stessa mi stupii per il fatto che m'era stato possibile
essere inquieta nel passato. + Proposito. Fedeltà alle ispirazioni interiori, qualunque cosa
possa costarmi. Non far nulla da sola senza un accordo preventivo col confessore. +
Rinnovazione dei voti. Fin dal primo mattino, da quando mi sono svegliata, il mio spirito è
sprofondato interamente in Dio, in un oceano d'amore. Sentivo che ero completamente
immersa in Lui. Durante la S. Messa il mio amore per Lui ha raggiunto una grande
intensità. Dopo la rinnovazione dei voti e la S. Comunione ad un tratto ho visto Gesù, che
mi ha detto amabilmente: « Figlia Mia, guarda il Mio Cuore misericordioso ». Quando
guardai quel Cuore SS.mo uscirono gli stessi raggi che sono nell'immagine, come sangue e
acqua e compresi quanto è grande la Misericordia del Signore. E di nuovo Gesù mi disse
amabilmente: « Figlia Mia, parla ai Sacerdoti della Mia insondabile Misericordia. Le
fiamme della Misericordia Mi bruciano: voglio riversarle sulle anime ma le anime
non vogliono credere alla Mia bontà ». All'improvviso Gesù spari. Ma per tutta la
giornata il mio spirito fu immerso nella sensibile presenza di Dio, nonostante il chiasso e le
conversazioni, che seguono di solito dopo gli esercizi spirituali. La cosa però non mi
disturbò affatto. il mio spirito era immerso in Dio, nonostante che all'esterno prendessi
parte alle conversazioni è andassi perfino a visitare Derdy. Oggi cominciamo la terza
probazione. Ci siamo riunite tutte e tre presso Madre Margherita, poiché le altre Suore la
terza probazione l'hanno iniziata nel noviziato. Madre Margherita ha cominciato con una
preghiera, ha spiegato in che cosa consiste la terza probazione ed ha ricordato quanto è
grande la grazia dei voti perpetui. Tutto ad un tratto diedi in un pianto dirotto. In un
momento mi erano apparse davanti agli occhi dell'anima tutte le grazie del Signore e mi ero
vista tanto misera ed ingrata di fronte a Dio. Le consorelle cominciarono a rimproverarmi: «
Perché s'è messa a piangere a quel modo? ». Ma la Madre Maestra mi difese e disse che
non se ne meravigliava. Terminata l'ora, andai davanti al SS.mo Sacramento e, come la più
grande miseria e nullità, Lo pregai di aver misericordia e di degnarsi di guarire e purificare
la mia povera anima. D'un tratto udii queste parole: « Figlia Mia, tutte le tue miserie
sono state bruciate nel fuoco del Mio amore, come una pagliuzza gettata in un
immenso incendio. E con questo umiliarti attiri su di te e su altre anime tutto il
mare della mia Misericordia ». E risposi: « Gesù, plasma il mio povero cuore secondo il
Tuo Divino compiacimento». Per tutto il periodo della probazione il mio compito fu quello di
aiutare la Suora responsabile del guardaroba. Questo compito mi fornì molte occasioni di
esercitarmi nelle virtù. Talvolta andai per tre volte di seguito a portare la biancheria a certe
Suore e non fu sufficiente per accontentarle. Ma ebbi modo di conoscere anche la grande
virtù di alcune Suore, che chiedevano sempre di dar loro I quello che c'era di più scadente
nel guardaroba. Ho avuto modo di ammirare il loro spirito di umiltà e mortificazione. +
Durante l'Avvento si risvegliò nella mia anima un grande desiderio di Dio. Il mio spirito
anelava a Dio con tutta la forza del suo essere. In quel tempo il Signore mi elargì molta
luce per farmi conoscere i Suoi attributi. Il primo attributo che il Signore mi fece conoscere
è la Sua Santità. Tale Santità è così grande, che davanti a Lui tremano tutte le Potenze e
le Virtù. I puri spiriti nascondono il volto e si sprofondano in una incessante adorazione. E
l'unica espressione della loro adorazione senza limiti è: « Santo... ». La Santità di Dio è
distribuita sulla Chiesa e su ogni suo membro, ma non in uguale misura. Ci sono delle
anime completamente divinizzate, ma ci sono anche anime che vivono a malapena. Il
secondo attributo che il Signore mi fece conoscere è la Sua Giustizia. La Sua Giustizia è così
grande e penetrante che raggiunge fino in fondo l'essenza delle cose e tutto davanti a Lui è
nella sua nuda realtà e nulla potrebbe continuare a sussistere. Il terzo attributo è l'Amore e
la Misericordia. E compresi che l'Amore e la Misericordia è [sic!] l'attributo più grande. Esso
unisce la creatura al Creatore. L'amore più grande e l'abisso della Misericordia li riconosco
nell'Incarnazione del Verbo, nella Redenzione da Lui operata. E da ciò compresi che questo
attributo è il più grande in Dio. Oggi ho riassettato la camera di una Suora. Nonostante che
mi fossi impegnata a riordinarla con la massima cura, quella persona per tutto il tempo che
ho impiegato a pulire, mi è venuta appresso e diceva: « Qui c'è un po' di polvere, là c'è una
macchiolina sul pavimento ». Ad ogni suo cenno sono passata e ripassata anche dieci volte
nello stesso punto, pur di accontentarla. Non è il lavoro che stanca, ma le chiacchiere e le
pretese oltre ogni ragionevole misura. E non le è bastato il martirio a cui mi ha sottoposta
per tutto il giorno, ma è andata anche a lamentarsi dalla Madre Maestra: « Non le dico,
Madre, che sorta di suora è, sbadata, non si sbriga mai! ». Il giorno dopo, senza una parola
di spiegazione, andai a fare lo stesso lavoro. Quando mi prese nelle sue spire, pensai fra
me: « Gesù, si può essere martiri silenziosi. Le forze vengono a mancare non per il lavoro,
ma per questo continuo martirio». Ho capito che certe persone hanno il dono particolare di
tormentare le altre. Le tengono sotto pressione a più non posso. Povera quell'anima che
capita sotto di loro. Non conta nulla; anche le cose migliori vengono giudicate a rovescio.

+ VIGILIA DI NATALE. Oggi mi sono unita strettamente alla Madonna; ho vissuto i Suoi
momenti intimi. Verso sera, prima che fosse spezzato l'« oplatek », sono entrata in cappella
per scambiarlo spiritualmente con le persone care ed ho pregato la Madonna perché
conceda loro le grazie. Il mio spirito era immerso totalmente in Dio. Durante la S. Messa di
mezzanotte nell'Ostia ho visto Gesù Bambino; il mio spirito si è immerso in Lui. Benché
fosse un bambinetto, la Sua maestà è penetrata nella mia anima. Mi ha colpita
profondamente questo mistero: questo grande umiliarsi di Dio; questo Suo inconcepibile
annientamento. Per tutta la durata delle festività questo mi è rimasto vivamente impresso
nell'anima. Oh! noi non riusciremo mai a comprendere questo grande abbassarsi di Dio!
Quanto più medito su questo... [Qui la frase è rimasta interrotta]. Una mattina, dopo la S.
Comunione, udii questa voce: « Voglio che tu Mi faccia compagnia, quando vado
dalle ammalate ». Risposi che ero d'accordo, ma dopo aver riflettuto un momento, dissi
fra di me: « Come posso farlo, dato che le suore del secondo coro non vanno mai a far
compagnia al Santissimo Sacramento, ma ci vanno sempre le suore Direttrici? ». Pensai
però che Gesù avrebbe provveduto. Dopo pochi minuti venne a cercarmi Madre Raffaella e
mi disse: « Lei, Sorella, andrà ad accompagnare Gesù, quando il Sacerdote va dalle
ammalate ». E per tutto il tempo della probazione andai sempre, con la candela, a far
compagnia al Signore e, in qualità di cavaliere di Gesù, procurai di cingermi sempre con
una piccola cintura di ferro, dato che non sarebbe stato indicato andare vestita come al
solito a fianco del Re. E quella mortificazione l'offrii per gli ammalati. + L'Ora Santa.
Durante quest'ora cercai di meditare la Passione del Signore. Tuttavia la mia anima era
colma di gioia ed all'improvviso vidi Gesù Bambino. Ma la Sua maestà penetrò in me e dissi:
« Gesù, Tu sei così piccolo, ma io so che Tu sei il mio Creatore e Signore ». E Gesù mi
rispose: « Lo sono, e perciò ho rapporti d'intimità con te come un Bambino, per
insegnarti l'umiltà e la semplicità ». Tutte le sofferenze e le difficoltà le offrivo a Gesù
come un omaggio floreale per il nostro giorno dello sposalizio perpetuo. Nulla mi era
difficile, quando pensavo che lo facevo per il mio Sposo, come dimostrazione d'amore per
Lui. + il mio raccoglimento con Gesù. Cercavo di mantenere un profondo raccoglimento per amore di Gesù. In mezzo al più grande frastuono, Gesù mi trovava sempre raccolta nel mio cuore, sebbene ciò talvolta mi costasse molto. Ma per Gesù cosa mai può essere troppo grande, per Colui che amo con tutte le forze della mia anima? + Oggi Gesù mi ha
detto: « Desidero che tu conosca più a fondo l'amore di cui arde il Mio Cuore
verso le anime e lo comprenderai quando mediterai la Mia Passione. Invoca la
Mia Misericordia per i peccatori; desidero la loro salvezza. Quando reciterai
questa preghiera con cuore pentito e con fede per qualche peccatore, gli
concederò la grazia della conversione ». La breve preghiera è la seguente: « O Sangue
e Acqua, che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di Misericordia per
noi, confido in Te ». Negli ultimi giorni di carnevale, quando facevo l'ora santa, vidi Gesù
mentre veniva flagellato. Che supplizio inimmaginabile! Come soffrì tremendamente Gesù
per la flagellazione! O poveri peccatori, come v'incontrerete nel giorno del giudizio con quel
Gesù, che ora torturate a quel modo? Il Suo Sangue colava per terra e in alcuni punti
cominciava a staccarsi anche la carne. Sulla schiena ho visto alcune Sue ossa scarnificate.
Gesù mite emetteva flebili lamenti e sospiri. Una volta Gesù mi fece conoscere quanto Gli è
cara l'anima che osserva fedelmente la regola. L'anima ottiene maggior ricompensa per
l'osservanza della regola che per le penitenze e le grandi mortificazioni. Se esse sono state
intraprese al di fuori dell'ambito della regola, ricevono anch'esse la loro ricompensa, ma
non superiore a quella della regola. Durante un'adorazione il Signore mi chiese di offrirmi
come vittima per una sofferenza, che doveva servire di riparazione nella causa di Dio, non
solo in generale per i peccati del mondo, ma in particolare per le mancanze commesse in
questa casa. Dissi subito che andava bene, che ero pronta. Gesù però mi fece conoscere
quello che dovevo soffrire e in un momento mi si presentarono e passarono man mano
davanti agli occhi dell'anima tutti i patimenti. Prima di tutto le mie intenzioni non sarebbero
state riconosciute, poi sospetti vari e diffidenze, umiliazioni e contrarietà di vario genere;
ma non sto ad elencare tutto. Davanti agli occhi della mia anima si presentarono tutte,
come una cupa tempesta, dalla quale da un momento all'altro debbono cominciare a
sprigionarsi i fulmini. Attendono solo il mio consenso. Per un momento la mia natura rimase
spaventata. Ad un tratto suonò la campanella per il pranzo. Uscii dalla cappella tremante ed
indecisa. Ma quel sacrificio mi stava continuamente davanti agli occhi, dato che non mi ero
decisa né ad accettano, né avevo detto di no al Signore. Volevo rimettermi alla Sua volontà.
Se il Signore stesso me lo assegnava, ero pronta ad accettarlo. Ma il Signore fece capire
che ero io a dover essere spontaneamente d'accordo ed accettano pienamente consapevole,
poiché diversamente in questo caso non avrebbe avuto alcun significato. Tutto il
suo valore consisteva nel mio atto volontario di fronte a Lui. Ma nello stesso tempo il
Signore mi fece conoscere che dipendeva da me: potevo farlo, ma potevo anche non farlo.
Ed allora risposi: « Gesù, accetto tutto, qualunque cosa Tu voglia mandarmi; confido nella
Tua bontà ». In un attimo mi resi conto che con quel l'atto avevo reso un grande onore a
Dio. Però mi armai di pazienza. Appena uscIi dalla cappella mi imbattei subito nella realtà.
Non intendo scendere nei particolari; basta dire che ce ne fu quanto ne potei sopportare.
Una goccia di più e non ce l'avrei fatta. + Una mattina udii nell'anima queste parole: «Va'
dalla Madre Generale e dille che la tal cosa in quella data casa non mi piace ».
Non posso dire di che cosa si trattasse, né di quale casa; ma alla Madre Generale lo dissi,
sebbene mi costasse molto. Una volta accettai di subire la spaventosa tentazione, da cui
era tormentata una delle nostre educande nella casa di Varsavia. Era la tentazione del
suicidio. Soffrii per sette giorni. Dopo sette giorni Gesù le concesse la grazia e da quel
momento anch'io cessai di soffrire. Questa è una sofferenza grande. Prendo spesso su di
me i travagli delle nostre allieve. Gesù me lo permette e lo permettono anche i confessori.
Il mio cuore è la dimora stabile di Gesù. All'infuori di Gesù nessun altro vi ha accesso. Da
Gesù attingo la forza per lottare contro tutte le difficoltà e contrarietà. Desidero
trasformarmi in Gesù, per potermi dedicare perfettamente alle anime. Senza Gesù non mi
avvicinerei alle anime, perché so quello che sono in me stessa. Assorbo Iddio dentro di me,
per poterLo dare alle anime. +27.III.33. Desidero stancarmi, lavorare, annientarmi
per la nostra opera di salvezza delle anime immortali. Non importa se questi sforzi
abbrevieranno la mia vita, dato che essa non appartiene più a me, ma è proprietà della
congregazione. Con la fedeltà alla congregazione desidero essere utile a tutta la Chiesa. O
Gesù, oggi la mia anima è come offuscata dalla sofferenza. Nemmeno un raggio di luce. La
tempesta infuria e Gesù dorme. O mio Maestro, non Ti sveglierò, non interromperò il Tuo
dolce sonno. Io credo che Tu mi stia fortificando, senza che io me ne accorga. Vi sono ore
intere in cui Ti adoro, o Pane vivo, in una grande aridità di spinto. O Gesù, l'amore puro
non ha bisogno di consolazioni: si nutre della Tua volontà. O mio Sovrano, la Tua volontà è
lo scopo della mia esistenza. Mi sembra che tutto il mondo sia al mio servizio e che dipenda
da me. Tu, o Signore, comprendi la mia anima in tutte le sue aspirazioni. O Gesù, quando
io stessa non posso cantarTi l'inno dell'amore, ammiro il canto dei Serafini, tanto amati da
Te. Desidero, come fanno essi, immergermi in Te. Ad un simile amore nulla porrà un
argine, poiché nessuna forza ha potere su di lui. Esso è simile al fulmine che illumina
l'oscurità, ma non rimane in essa. O mio Maestro, plasma Tu stesso la mia anima secondo
la Tua volontà ed i Tuoi eterni intendimenti. Una certa persona si è quasi assunta il compito
di esercitarmi in vari modi nella virtù. Un giorno mi prese nel corridoio e cominciò col dire
che non aveva l'autorità per farmi osservazioni, ma mi ordinò di fermarmi per mezz'ora in
piedi nel corridoio di fronte alla piccola cappellina e di attendere la Madre Superiora ed al
suo ritorno, dopo la fine della ricreazione, di accusarmi di svariate cose, che essa mi elencò,
perché me ne accusassi. Benché non ne avessi nell'anima la minima idea, tuttavia ubbidii
ed attesi per mezz'ora la Superiora. Ogni Suora che passava vicino a me, mi guardava
ridendo. Quando mi accusai di fronte alla Madre Superiora, essa mi mandò dal confessore.
Appena cominciai a confessarmi, quel Sacerdote s'accorse subito che c'era qualche cosa
che non proveniva dalla mia anima e che io non avevo la più pallida idea di quelle cose e si
meravigliò che quella persona avesse potuto giungere a dare un ordine simile. O Chiesa di
Dio, tu sei la migliore delle madri. Tu sola sai educare e far crescere le anime. Oh! quanto
amore e quanta venerazione ho per la Chiesa, per la migliore delle madri. Una volta il
Signore mi disse: « Figlia Mia, la tua fiducia ed il tuo amore intralciano la Mia
giustizia e non posso punire, perché Me lo impedisci ». Oh! quanta forza ha
un'anima piena di fiducia! Quando penso ai voti perpetui ed a chi è Colui che desidera unirsi
a me, questo pensiero m'induce a meditare su di Lui per ore intere. Come può succedere
questo? Tu sei Dio e io una Tua creatura. Tu sei il Re immortale ed io una mendicante e la
miseria in persona. Ma ormai è tutto chiaro per me, infatti questo abisso, Signore, lo colmano
la Tua grazia e l'amore. Quest'amore colmerà l'abisso che c'è fra Te, o Gesù, e me. O
Gesù, quanto profondamente rimane ferita un'anima quando essa cerca sempre di essere
sincera ed invece l'accusano di ipocrisia e la trattano con diffidenza. O Gesù, anche Tu hai
sofferto questo, per dare una riparazione al Padre Tuo. Desidero nascondermi in modo che
nessuna creatura conosca il mio cuore. O Gesù, solo Tu conosci il mio cuore e lo possiedi
totalmente. Nessuno conosce il nostro segreto. Con uno sguardo ci comprendiamo a
vicenda. Dal momento che ci siamo conosciuti, sono felice. La Tua grandezza mi riempie
completamente. O Gesù, quando sono all'ultimo posto e più in basso anche delle giovani
postulanti, allora mi sento al posto adatto per me. Non sapevo che in quegli angoletti bui, il
Signore avesse collocato tanta felicità. Adesso comprendo che anche in una prigione può
erompere da un cuore puro una abbondanza d'amore per Te. Le cose esteriori non hanno
significato per un amore puro; esso supera tutto. Né le porte di una prigione, né le porte
del cielo contano per lui. Esso giunge fino a Dio Stesso e nulla riesce ad estinguerlo. Per lui
non esistono barriere: è libero come un re ed ha ovunque ingresso libero. La morte stessa
deve piegare la testa di fronte a lui. Oggi è venuta da me una mia sorella carnale. Quando
mi ha esposto le sue intenzioni, sono rimasta di stucco. E mai possibile? È una cara e bella
anima di fronte a Dio, ma un fitto buio è sceso su di lei e non sapeva come cavarsela.
Vedeva nero ovunque. il buon Dio l'ha affidata a me. Per due settimane ho potuto lavorare
su di lei. Ma quanti sacrifici mi è costata quell'anima, Dio solo lo sa. Per nessun'altra
anima, come per la sua, ho portato al trono di Dio un così gran numero di sacrifici, di
sofferenze e di preghiere. Sentii d'aver costretto Dio a concederle la grazia. Quando penso
a tutto questo, vedo un vero miracolo. Mi rendo conto del grande potere che ha la
preghiera d'intercessione presso Dio. Ora, in questo tempo di Quaresima, sento la Passione
del Signore nel mio corpo; tutto ciò che ha sofferto Gesù lo vivo profondamente nel mio
cuore benché all'esterno le mie sofferenze non trapelino affatto. Le conosce soltanto il
confessore. Breve colloquio con la Madre Maestra. Quando le domandai alcuni particolari
per progredire nella vita interiore, quella santa Madre mi rispose a tutto con molta
chiarezza di argomenti. Mi disse: « Se lei, sorella, continuerà a cooperare così con la grazia
di Dio, sarà solo ad un passo dalla stretta unione con Dio. Lei comprende in che senso lo
dico. La sua caratteristica sia la fedeltà alla grazia del Signore. Non tutte le anime Iddio le
conduce per una tale strada ». + Pasqua di Risurrezione. Oggi durante la funzione
pasquale, ho visto il Signore Gesù in un grande splendore; si è avvicinato a me e mi ha
detto: « Pace a voi, figlioli Miei! » ed ha alzato la mano ed ha benedetto. Le piaghe
delle mani, dei piedi e del costato non erano cancellate ma risplendenti. Poi mi guardò con
tanta amabilità ed amore che la mia anima s'immerse totalmente in Lui e mi disse: « Hai
preso tanta parte alla Mia Passione, per questo avrai tanta parte alla Mia gloria
ed alla Mia gioia». Tutta la funzione pasquale mi sembrò che durasse un solo minuto. Un
misterioso raccoglimento s'impossessò della mia anima e continuò finché durarono le feste.
L'amabilità di Gesù è così grande, che non è possibile descriverla. Il giorno seguente, dopo
la S. Comunione, udii questa voce: « Figlia Mia, guarda l'abisso della Mia
Misericordia e rendi onore e gloria a questa Mia Misericordia e fallo in questo
modo: riunisci tutti i peccatori del mondo intero ed immergili nell'abisso della
Mia Misericordia. Desidero darMi alle anime. Desidero le anime, figlia Mia. Nel
giorno della Mia festa, nella festa della Misericordia, attraverserai il mondo
intero e condurrai le anime avvilite alla sorgente della Mia Misericordia, lo le
guarirò e le fortificherò ». Oggi ho pregato per un anima agonizzante, che stava
morendo senza i santi sacramenti, benché li avesse ardentemente desiderati. Ma ormai era
troppo tardi. Si tratta di una mia parente, la moglie di uno zio paterno. Era un'anima cara a
Dio. In quel momento non ci fu distanza per noi. O voi, piccoli, insignificanti sacrifici
quotidiani, siete per me come i fiori di campo che spargo ai piedi dell'amato Gesù. Talvolta
queste minuzie io le paragono alle virtù eroiche, in quanto per la loro incessante continuità
esigono eroismo. Durante le sofferenze non cerco aiuto dalle creature, ma Dio è tutto per
me, benché qualche volta mi sembri che il Signore non mi ascolti. Allora mi armo di
pazienza e di silenzio, come la colomba che non si lamenta, né mostra dolore quando le
tolgono i piccoli. Voglio volare alto nel calore stesso del sole e non voglio ristagnare in
basso tra il fumo e la nebbia. Non mi stancherò, perché mi sono appoggiata a Te, mia
Forza. Prego ardentemente il Signore che si degni di fortificare la mia fede, affinché nella
grigia vita quotidiana non mi regoli secondo considerazioni umane, ma secondo lo spirito.
Oh! come tutto attira l'uomo verso la terra, ma una fede viva mantiene l'anima in una sfera
più alta ed assegna all'amor proprio il posto che gli spetta, cioè l'ultimo. + Cade
nuovamente una tremenda oscurità sull'anima mia. Mi sembra di essere sotto l'influsso di
illusioni. Quando sono andata a confessarmi, per attingere luce e serenità, non le ho
trovate. Il confessore mi ha fatto venire ancora più dubbi di quanti ne avessi prima. Mi ha
detto: e Non riesco a conoscere quale potenza agisce in lei, forse Dio e forse anche lo
spirito maligno ». Quando mi sono allontanata dal confessionale, ho cominciato a riflettere
sulle sue parole. Più riflettevo, più la mia anima sprofondava nelle tenebre. Che fare, Gesù?
Quando Gesù mi si avvicinava amabilmente, io avevo paura. Sei veramente Tu, Gesù? Da
un lato mi attira l'amore, dall'altro mi allontana la paura. Che tormento! Non riesco a
descriverlo. Quando andai a confessarmi di nuovo, ricevetti questa risposta: "Sorella, io non
la capisco; è meglio che lei non si confessi da me". Dio mio, io debbo farmi tanta violenza
per riuscire a dire qualche cosa della mia vita interiore ed ecco la risposta che ne
ottengo: « Sorella, io non la capisco». Quando ripartii dal confessionale, fui assalita da
innumerevoli tormenti. Andai davanti al SS.mo Sacramento e dissi: « Gesù, salvami! Vedi
bene che sono debole ». Ad un tratto udii queste parole: « Durante gli esercizi
spirituali prima dei voti ti darò un aiuto ». Rinfrancata da queste parole, presi ad
andare avanti senza domandare consigli a nessuno. Però avevo una tale mancanza di fiducia
verso me stessa, che decisi una volta per sempre di farla finita con questi dubbi. Per
questo attendevo con ansia gli esercizi spirituali, che dovevano precedere i voti perpetui.
Fin da alcuni giorni prima pregai senza posa il Signore perché concedesse lumi al sacerdote
che mi doveva confessare, affinché finalmente decidesse in maniera categorica, si o no e
già pensavo fra me: starò tranquilla una volta per tutte. Ma mi amareggiavo dubitando che
qualcuno volesse ascoltare tutte quelle cose. Decisi tuttavia di non pensarci affatto e di aver
fiducia nel Signore. Mi risuonavano all'orecchio quelle parole: « durante gli esercizi
spirituali ». È già tutto pronto. Domattina dobbiamo andare a Cracovia per gli esercizi.
Oggi sono andata in cappella a ringraziare Dio per le innumerevoli grazie, che mi ha
concesso durante questi cinque mesi. Il mio cuore era profondamente commosso di fronte
a tante grazie ed all'amorevole interessamento delle Superiore. « Figlia Mia, sta' tranquilla.
Prendo su di Me tutte le questioni. Le risolverò Io Stesso con le Superiore e col confessore.
Parla con Padre Andrasz con la stessa semplicità e fiducia con la quale parli con Me ». Oggi
18.IV.1933 siamo arrivate a Cracovia. Che gioia trovarmi di nuovo qui, dove ho imparato a
fare i primi passi nella vita spirituale. La cara Madre Maestra sempre la stessa, gioiosa e
piena d'amore per il prossimo. Sono entrata un momento in cappella. La gioia mi ha
inondato l'anima. Mi è venuto in mente in un istante tutto un mare di grazie, che ho
ricevuto qui quand'ero novizia. Ed oggi ci siamo riunite tutte per andare per un ora in
noviziato. Madre Maestra, Madre Giuseppina, ci ha rivolto alcune parole ed ha predisposto
lo svolgimento degli esercizi. Quando ci ha detto quelle poche parole, mi è venuto davanti
agli occhi il gran bene che quella cara Madre ci ha fatto. Ho sentito nell'anima una grande
riconoscenza verso di lei. Una certa pena mi ha stretto il cuore al pensiero che sono qui in
noviziato per l'ultima volta. Ormai debbo lottare con Gesù, lavorare con Gesù, soffrire con
Gesù, in una parola, vivere e morire con Gesù. Non ci sarà più la Maestra a seguirmi passo
passo, ad istruirmi, a mettermi in guardia, ad ammonirmi, ad incoraggiarmi, a riprendermi.
Da sola sento una strana paura. Gesù, pensa Tu a qual cosa per questo. Per la verità avrò
comunque una Superiora, ma d'ora in poi mi sentirò più sola. + ALLA MAGGIOR GLORIA DI
DIO. Cracovia, 2ì.IV.1933 Esercizi spirituali di otto giorni prima dei voti perpetui. Oggi
incomincio gli esercizi spirituali. Gesù, o mio Maestro, guidami Tu; disponi di me secondo la
Tua volontà. Purifica il mio amore, affinché sia degno di Te. Fa' di me quello che desidera il
Tuo Misericordiosissimo Cuore. O Gesù, in questi giorni saremo faccia a faccia fino al
momento della nostra unione. Mantienimi, Gesù, nel raccoglimento dello spirito. Verso sera
il Signore mi disse: « Figlia Mia, nulla ti spaventi, né ti turbi. Conserva una
profonda tranquillità. È tutto nelle Mie mani. Ti farò comprendere tutto per
bocca di Padre Andrasz. Sii come una bambina davanti a lui ». Un momento
davanti al Santissimo Sacramento. O Signore e mio eterno Creatore, come potrò
ringraziarTi per questa grande grazia, per esserTi degnato di scegliere me miserabile come
Tua sposa, unendomi a Te con un vincolo eterno? Amabilissimo Tesoro del mio cuore, Ti
offro tutti gli arti di adorazione e di ringraziamento delle anime sante, di tutti i cori angelici
e soprattutto in unione con la Madre Tua. O Maria, Madre mia, Ti prego umilmente, copri la
mia anima col Tuo manto verginale in questo momento così importante della mia vita, in
modo che io sia più gradita al Figlio Tuo e possa degnamente esaltare la Sua Misericordia
davanti al mondo intero e per tutta l'eternità. Oggi non sono riuscita a comprendere la
meditazione. il mio spirito era mirabilmente immerso in Dio. Nonostante l'impegno non sono
riuscita a pensare a quello che diceva il predicatore degli esercizi. Spesso non sono in grado
di pensare secondo determinati schemi; il mio spirito è col Signore e questa è la mia
meditazione. Alcune parole del mio incontro con la Madre Maestra Maria Giuseppina. Mi
ha chiarito molte cose e mi ha tranquillizzato riguardo alla vita interiore assicurandomi che
sono sulla buona strada. Ho ringraziato il Signore Gesù per questa grande grazia, poiché
essa è stata la prima fra le Superiore a non procurarmi dubbi a questo riguardo. Oh! quanto
infinitamente buono è Dio! O Ostia viva, unica mia forza, sorgente d'amore e di
misericordia, abbraccia il mondo intero; fortifica le anime che stanno cedendo. Benedetto
l'istante ed il momento nel quale Gesù ci lasciò il Suo misericordiosissimo Cuore! Soffrire
senza lamentarsi, consolare gli altri, e le proprie sofferenze immergerle nel dolcissimo
Cuore di Gesù. Tutti i momenti liberi dagli impegni li passerò ai piedi del SS.mo
Sacramento. Al piedi del Signore cercherò luce, conforto e forza. Mostrerò incessantemente
riconoscenza verso Dio per la grande Misericordia che ha avuto verso di me, non
dimenticando mai i benefici che mi ha elargito e specialmente la grazia della vocazione. Mi
nasconderò tra le suore come una modesta violetta tra i gigli. Voglio fiorire per il mio
Creatore e Signore. Dimenticare me stessa, annientarmi completamente a favore delle
anime immortali: questa è una delizia per me! + ALCUNI MIEI PROPONlMENTI. Per
quanto concerne la santa confessione, sceglierò sempre ciò che mi umilia e mi costa dl più.
Talvolta un inezia costa più che non qualcosa di più grande. Prima di ogni confessione
ricorderò la Passione del Signore e con ciò risveglierò la contrizione del cuore. In quanto ciò
è possibile con la grazia di Dio, mi eserciterò sempre nel dolore perfetto. A tale contrizione
dedicherò un maggior spazio di tempo. Prima di accostarmi alla grata, entrerò nel Cuore
aperto e misericordiosissimo del Salvatore. Quando mi allontanerò dalla grata, risveglierò
nella mia anima una grande riconoscenza verso la S. Trinità per lo straordinario ed
inconcepibile miracolo di Misericordia che avviene nell'anima e quanto più la mia anima è
miserabile, tanto più sento che l'oceano della Misericordia di Dio mi inghiotte e mi dà tanta
forza e potenza. Le regole che trasgredisco più spesso sono: talvolta interrompo il silenzio;
non ubbidisco alla voce della campanella; m'intrometto nei lavori affidati ad altre. Cercherò
col più grande impegno di correggermi. Evitare le consorelle che mormorano e, se non è
possibile evitarle, per lo meno tacere in presenza di una mormoratrice, facendo comprendere
quanto è penoso per noi ascoltare cose simili. Non badare a considerazioni umane, ma
tener conto della propria coscienza, che ce ne dà testimonianza. Prendere Iddio a
testimone di ogni azione. Comportarmi così ora e risolvere ogni mia questione, come vorrei
comportarmi e risolverla in punto di morte. Per questo in ogni questione tener sempre
presente Iddio. Evitare i permessi presunti. Raccontare di sé alle Superiore anche le piccole
cose, scendendo per quanto possibile ai particolari. Fedeltà nelle pratiche di pietà; non
chiedere con facilità esenzioni da pratiche di pietà. Tacere fuorché in ricreazione. Evitare gli
scherzi e le parole spiritose che tendono a mettere in ridicolo altri ed a far rompere il
silenzio. Stimare enormemente le più piccole prescrizioni. Non lasciarsi travolgere dalla
frenesia del lavoro; interrompere un momento per guardare verso il cielo. Parlare poco con
gli uomini, ma molto con Dio. Evitare la familiarità. Badare poco a chi è con me e chi contro
di me. Non confidare le proprie vicissitudini. Sul lavoro evitare di prendere accordi ad alta
voce. Nelle sofferenze conservare la serenità e l'equilibrio. Nei momenti difficili rifugiarsi
nelle Piaghe di Gesù; nelle Piaghe di Gesù cercare conforto, sollievo, luce e forza. + Nelle
prove procurerò di vedere l'amorevole mano di Dio. Nulla di così costante come la
sofferenza; essa tiene sempre fedelmente compagnia all'anima. O Gesù, nell'amore verso di
Te non mi farò sorpassare da nessuno. + O Gesù nascosto nel SS.mo Sacramento, vedi che
oggi esco dal noviziato per emettere i voti perpetui. Gesù, Tu conosci la mia debolezza e la
mia pochezza e pertanto da oggi in modo particolarissimo passo al Tuo noviziato; continuo
ad essere novizia, ma novizia Tua, o Gesù, e Tu sarai il mio Maestro - fino all'ultimo giorno
della mia vita. Verrò ogni giorno ai Tuoi piedi a lezione da Te. Non intraprenderò da sola la
più piccola cosa senza aver prima consultato Te, come mio Maestro. O Gesù, sono tanto
contenta che Tu stesso mi abbia attirata ed accolta nel Tuo noviziato, cioè nel Tabernacolo.
Pronunciando i voti perpetui non divento affatto una perfetta religiosa. Oh! no, no.
Continuo ad essere una piccola e debole novizia di Gesù e cercherò di tendere alla
perfezione come nei primi giorni di noviziato, procurando di avere la disposizione d'animo
che avevo il primo giorno, in cui si aprì per me la porta del convento. Con la fiducia e la
semplicità di un piccolo bimbo, mi affido a Te oggi, Signore Gesù, mio Maestro. Lascio a Te
la completa libertà di guidare l'anima mia. Guidami per le strade che Tu vuoi; io non voglio
conoscerle. Io verrò fiduciosa dietro a Te. il Tuo Cuore misericordioso può tutto. La piccola
Novizia di Gesù, Sr. Faustina. + Fin dall'inizio degli esercizi spirituali Gesù mi aveva detto: «
In questi esercizi spirituali sarò Io Stesso a dirigere la tua anima. Voglio
confermarti nella tranquillità e nell'amore ». E così trascorsero per me i primi giorni.
Il quarto giorno cominciò a tormentarmi una tale inquietudine: « Non mi trovo forse in uno
stato di falsa tranquillità? ». D'un tratto udii queste parole: « Figlia Mia, immaginati di
essere la regina di tutta la terra e di avere la possibilità di disporre di tutto come
ti pare, di avere ogni possibilità di fare del bene come ti piace ed ecco che bussa
alla tua porta un bambino molto piccolo, tutto tremante, con le lacrime agli
occhi, ma con tanta fiducia nella tua bontà e ti chiede un pezzo di pane per non
morire di fame. Come ti comporteresti con questo bambino? Rispondi a Me, figlia
Mia ». E dissi: « Gesù, gli darei tutto quello che chiede, ma anche mille volte di più! ». Ed
il Signore mi disse: « Così Io Mi comporto nei confronti della Tua anima. Durante
questi esercizi spirituali non solo ti darò la tranquillità, ma anche una tale
disposizione d'animo, che tu non potrai essere inquieta nemmeno se lo vorrai. Il
Mio amore ha preso possesso della tua anima e voglio che si fortifichi in essa.
Accosta il tuo orecchio al Mio Cuore e dimentica tutto e medita sulla Mia
insondabile Misericordia. Il Mio amore ti darà la forza ed il coraggio, che ti è
necessario in questi casi ». O Gesù, Ostia viva, Tu sei mia Madre. Tu sei tutto per me.
Io verrò da Te, o Gesù, con semplicità e con amore, con fede e con fiducia. Dividerò tutto
con Te, come un bimbo con la madre amata: le gioie e le sofferenze; in una parola, tutto.
Quando penso a questo, che Iddio si unisce a me per mezzo dei voti, cioè io a Lui, nessuno
può comprendere quello che prova il mio cuore. Già fin d'ora Iddio mi fa conoscere tutta
l'immensità del Suo amore, col quale mi ha amato fin da prima dei secoli, mentre io ho
cominciato ad amarlo soltanto nel tempo. Quanto più Lo conosco, tanto più ardentemente e
fortemente Lo amo e le mie azioni sono più perfette. Tuttavia quando penso che fra
qualche giorno devo diventare una cosa sola col Signore, per mezzo dei voti perpetui, una
gioia così inconcepibile inonda la mia anima che non riesco assolutamente a descriverla.
Dalla prima volta che ho conosciuto il Signore, lo sguardo della mia anima è sprofondato in
Lui per l'eternità. Ogni volta che il Signore si avvicina a me, e con questo avviene da parte
mia una più profonda conoscenza, l'amore nella mia anima si perfeziona sempre più. +
Prima della confessione udii nell'anima queste parole: « Figlia Mia, digli tutto e svela la
tua anima di fronte a lui, come fai davanti a Me. Non avere paura di nulla. Per la
tua tranquillità metto questo Sacerdote fra Me e la tua anima e le parole che ti
risponderà sono Mie. Svelagli le cose più segrete della tua anima. Io gli darò la
luce perché conosca la tua anima». Quando mi avvicinai alla grata, sentii nell'anima
una così grande disponibilità a parlare di tutto, che io stessa in seguito me ne meravigliai e
le sue risposte diedero alla mia anima una tranquillità tanto profonda! Le sue parole sono
state, sono e rimarranno per sempre come colonne di fuoco, che hanno illuminato e
continueranno ad illuminare la mia anima nel tendere alla più alta santità. Le indicazioni
ricevute da Padre Andrasz le ho annotate in un'altra pagina di questo quaderno. Ultimata la
confessione, il mio spirito s'immerse in Dio e continuai a pregare per tre ore e mi sembrò
che si fosse trattato di pochi minuti. Da allora non metto impedimenti alla grazia, che opera
nella mia anima. Gesù sapeva perché avevo paura di trattare familiarmente con Lui e non
se n'è affatto offeso. Dal momento che il Padre mi ha assicurato che non si tratta di
illusioni, ma di una grazia di Dio, cerco di essere fedele a Dio in tutto. Ora vedo che sono
pochi i sacerdoti che comprendono tutta la profondità dell'azione di Dio nelle anime. Da
allora ho le ali sciolte per il volo e desidero volare alto nel calore stesso del sole. Il mio
volo non si fermerà, finché non riposerò in Lui per l'eternità. Se voliamo molto in alto, tutta
la caligine, la nebbia e le nuvole sono sotto i nostri piedi e tutta la parte sensibile del nostro
essere deve sottostare allo spirito. O Gesù, desidero la salvezza delle anime, delle anime
immortali. Nel sacrificio darò sfogo al mio cuore, nel sacrificio che nessuno neanche
sospetterà. Mi annienterò e brucerò, senza che nessuno se ne accorga, nel sacro fuoco
dell'amore di Dio. La presenza di Dio mi è d'aiuto affinché il mio sacrificio sia perfetto e
puro. Oh! come sono errate le apparenze ed i giudizi ingiusti! Oh! quante volte viene
oppressa la virtù solo perché è silenziosa! Per convivere sinceramente con persone che
punzecchiano in continuazione, è necessario un grande spirito di sacrificio. La persona
sente che sanguina, ma le ferite non si vedono. O Gesù, quante cose ci svelerà soltanto
l'ultimo giorno! Che gioia! Dei nostri sacrifici nulla va perduto. L'ora santa. Durante
quest'ora di adorazione ho conosciuto tutto l'abisso della mia miseria. Tutto ciò che vi è in
me di buono, è Tuo, Signore, ma appunto perché sono misera e piccola ho il diritto di
contare sulla Tua infinita Misericordia. La sera. Gesù>, domattina devo pronunciare i voti
perpetui. Ho pregato il cielo e la terra ed ho invitato tutto ciò che esiste a ringraziare Dio
per questa grande ed inconcepibile grazia. D'improvviso ho sentito le parole: « Figlia Mia,
il tuo cuore è il paradiso per Me ». Ancora un momento per pregare e poi bisogna
andar via di corsa, poiché ci mandano via da ogni parte, dato che per la giornata di domani
debbono sistemare a dovere tutto, la cappella, il refettorio, la sala, la cucina e noi
dobbiamo andare a riposare. Ma di dormire non se ne parla. La gioia ha tolto il sonno.
Pensavo: che sarà mai il paradiso, se già qui, in questo esilio, Dio ricolma così la mia
anima? Preghiera durante la santa Messa nel giorno dei voti perpetui. Oggi depongo il mio
cuore sulla patena, nella quale è posto il Tuo Cuore, o Gesù, ed oggi mi offro insieme a Te
a Dio, Padre Tuo e mio, come vittima d'amore e d'adorazione. Padre di Misericordia, guarda
all'offerta del mio cuore, ma attraverso la ferita del Cuore di Gesù. 1.V.1933. L'unione con
Gesù nel giorno dei voti perpetui. O Gesù, il Tuo Cuore è da oggi mia proprietà, ed il mio
cuore è Tua proprietà esclusiva. Il semplice ricordo del Tuo Nome, o Gesù, è una delizia per
il mio cuore. In verità non potrei vivere nemmeno un istante senza di Te, o Gesù! Oggi la
mia anima è annegata in Te, come nell'unico suo tesoro. il mio amore non conosce
impedimenti nel dare dimostrazioni d'attaccamento al suo Diletto. Parole di Gesù durante la
funzione dei voti perpetui: « Mia Sposa, i nostri cuori sono uniti per l'eternità.
Ricordati a chi sei impegnata...». Non è possibile riferire tutto! La mia richiesta fatta
nel momento in cui mi misi con le braccia in croce sotto il panno funebre. Pregai il Signore
che mi concedesse la grazia di non offenderLo mai, con nessun peccato, anche il più piccolo
e nemmeno con un'imperfezione volontaria e consapevole. Gesù, confido in Te! Gesù, Ti
amo con tutto il cuore! Nei momenti più difficili Tu sei mia Madre! Per amore verso di Te, o
Gesù, io oggi muoio completamente a me stessa e comincio a vivere per la maggior gloria
dei Tuo santo Nome. + O Amore, per amore, o Santissima Trinità, mi offro a Te come
vittima di adorazione, come olocausto del mio totale annientamento e con questo
annientamento di me stessa desidero l’esaltazione del Tuo Nome, o Signore. Come un
piccolo bocciolo di rosa, mi getto ai Tuoi piedi, o Signore, e il profumo di questo fiore sia
noto soltanto a Te. Tre richieste nel giorno dei voti perpetui. Gesù, io so che in questo
giorno non mi negherai nulla. Prima richiesta. Gesù, mio Sposo amatissimo, Ti prego per il
trionfo della Chiesa, soprattutto nella Russia e nella Spagna; perché benedica il S. Padre Pio
XI e tutto il clero; per ottenere la grazia della conver sione dei peccatori induriti nel peccato;
per una speciale benedizione e luce, Te ne prego, Gesù, per i sacerdoti, presso i quali mi
confesserò durante la mia vita. Seconda richiesta. Una benedizione alla nostra
congregazione ed un grande fervore nella congregazione. Benedici, o Gesù, la Madre
Generale e la Madre Maestra e tutto il noviziato e tutte le Superiore, i miei carissimi
Genitori. Concedi la Tua grazia alle nostre educande; fortificale così saldamente nella Tua
grazia, in modo che quelle che lasciano le nostre case, non Ti offendano più con nessun
peccato. O Gesù, Ti prego per la mia Patria; difendila dagli assalti dei nemici. Terza
richiesta. Gesù, Ti prego per le anime che hanno più bisogno di preghiere. Ti prego per gli
agonizzanti; sli misericordioso con loro. Ti prego anche per la liberazione di tutte le anime
dal purgatorio. O Gesù, Ti raccomando delle persone particolari: i miei confessori; le
persone che si sono raccomandate alle mie preghiere; una certa persona - Padre Andrasz,
Don Czaputa e quel sacerdote che ho conosciuto a Wilno che dev'essere il mio confessore;
una certa anima.../ ed un certo sacerdote, un certo religioso, al quale, come sai, Gesù, io
debbo tanto, e tutte le persone che sono raccomandate alle mie preghiere. O Gesù, Tu in
questo giorno puoi fare tutto per coloro per i quali Ti prego. Per me, Ti prego, o Signore:
transustanziami completamente in Te; conservami sempre nel santo fervore per la Tua
gloria; dammi la grazia e la forza dello Spirito per compiere in tutto la Tua santa volontà. Ti
ringrazio, o mio amatissimo Sposo, per la dignità che mi hai conferito e specialmente per le
insegne regali, che da oggi mi adornano e che nemmeno gli Angeli hanno, e cioè la Croce,
la spada e la corona di spine. Ma soprattutto, o Gesù mio, Ti ringrazio per il Tuo Cuore:
esso mi basta per tutto! O Madre di Dio, Maria Santissima, Madre mia, Tu ora sei mia
Madre in modo particolarissimo e questo perché il Tuo amato Figlio èmio Sposo e quindi
siamo entrambi figli Tuoi. Per riguardo verso il Figlio devi amarmi. O Maria, Madre mia
amatissima, dirigi la mia vita interiore, in modo che sia gradita al Figlio Tuo + Santo,
Onnipotente Iddio, in questi momenti di tanta grazia, con la quale mi unisci a Te per
l'eternità, io, piccola nullità, con la più grande riconoscenza mi getto sotto i Tuoi piedi,
come un piccolo e sconosciuto fiorellino, il cui profumo d'amore salim giornalmente verso il
Tuo Trono. Nei momenti delle lotte e delle sofferenze, delle tenebre e delle tempeste, della
nostalgia e della tristezza, nei momenti delle prove difficili, nei momenti in cui non sarò
compresa da nessuna creatura ed anzi sarò da tutti condannata e disprezzata, ricorderò il
giorno dei voti perpetui, il giorno di una inconcepibile grazia di Dio. + G.M.G.
PARTICOLARI PROPOSITI DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI. 1.V.1933 Amore del
prossimo. Primo: essere servizievole con le Suore. Secondo: non parlare degli assenti e
difendere il buon nome del prossimo. Terzo: rallegrarsi dei successi del prossimo. + O Dio,
quanto desidero essere una piccola bimba. Tu sei mio Padre. Tu sai bene quanto sono
piccola e debole, perciò Ti scongiuro, tienimi presso di Te in tutti i momenti della mia vita e
specialmente nell'ora della morte. O Gesù, io so che la Tua bontà supera la bontà della più
tenera delle madri. Per ogni umiliazione ringrazierò il Signore. Pregherò in modo speciale
per la persona, che mi ha fornito l'occasione di umiliarmi. Mi annienterò a favore delle
anime. Non badare ad alcun sacrificio, stendendomi sotto i piedi delle Suore come un
piccolo tappeto, sul quale non solo possono camminare, ma possono anche pulirsi i piedi. il
mio posto è sotto i piedi delle consorelle. Nella vita pratica cercherò di procurarmelo in
modo che nessuno se ne accorga. Mi basta che lo veda Dio. Sono gia cominciate le giornate
grigie, della normalità quotidiana. Sono passati i momenti solenni dei voti perpetui, ma
nell'anima è rimasta tanta grazia di Dio. Sento che sono tutta di Dio; sento che sono Sua
figlia. Sento che sono totalmente proprietà di Dio; avverto questo anche fisicamente e
sensibilmente. Sono pienamente tranquilla per tutto, poiché so che è compito dello Sposo
pensare a me. Ho dimenticato completamente me stessa. La mia fiducia è riposta senza
limiti nel Suo misericordiosissimo Cuore. Sono continuamente unita a Lui. Avverto come se
Gesù non potesse essere felice senza di me e io senza di Lui. Benché comprenda bene che,
in quanto Dio, è felice in Se stesso e non ha bisogno assolutamente di nessuna creatura per
la propria felicità, tuttavia la Sua bontà Lo costringe a donarsi alle creature e questo con
una inconcepibile generosità. O mio Gesù, ora m'impegnerò per l'onore e la gloria del Tuo
Nome, lottando fino al giorno in cui Tu stesso mi dirai: basta così. Ogni anima che m'hai
affidato, o Gesù, cercherò di aiutarla con la preghiera e con il sacrificio, affinché la Tua
grazia possa operare in essa. O grande innamorato delle anime, o mio Gesù, Ti ringrazio
per la grande fiducia, poiché Ti sei degnato dì affidare queste anime alle nostre cure. Giorni
di lavoro e di grigiore, per me non siete affatto grigi, poiché ogni momento mi procura
nuove grazie e la possibilità di fare del bene. + 25.IV.1933. PERMESSI MENSILI.

Passando, poter entrare in cappella; impiegare i momenti liberi dalle occupazioni nella
preghiera. Prendere, dare, prestare qualche piccola cosa. Fare una seconda colazione e la
merenda. Qualche volta non potrò partecipare alla ricreazione. Qualche volta non potrò
neppure prendere parte alle preghiere in comune. Qualche volta non potrò partecipare alle
preghiere della sera e del mattino. Qualche volta rimanere qualche momento dopo le
ventuno presso i miei impegni e talvolta fare le pratiche di pietà dopo le ventuno. Appena
ho qualche momento di tempo scrivere o annotare qualche cosa. Parlare per telefono. Per
uscire di casa. Quando sono in città, entrare in qualche chiesa. Visitare le Suore ammalate.
Entrare nelle celle delle altre Suore in caso di necessità. Qualche volta bere acqua al di fuori
dell'orario. PICCOLE MORTIFICAZIONI. Recitare la coroncina alla Divina Misericordia
con le braccia in croce. il sabato una parte del rosario con le braccia in croce. Talvolta una
preghiera stesa a terra in forma di croce. Il giovedì l'ora santa. Il venerdì una mortificazione
maggiore per i peccatori agonizzanti. O Gesù, amico dei cuori oppressi dalla solitudine, Tu
sei il mio rifugio. Tu sei la mia pace. Tu sei l'unica mia salvezza. Tu sei la quiete nei
momenti della lotta e nel mare dei dubbi. Tu sei il raggio luminoso che iliumina la strada
della mia vita. Tu sei tutto per un'anima solitaria. Tu comprendi le anime, anche se non
parlano. Tu conosci le nostre debolezze e come un buon medico consoli e curi, riducendo le
sofferenze da buon intenditore. Parole del Vescovo, che si trovano nella cerimonia dei voti
perpetui delle Suore: « Accetta in mano questo cero, in segno dì illuminazione celeste e di
amore ardente ». Mentre consegna l'anello: « Ti sposo a Gesù Cristo, Figlio dell'Eterno
Padre, che ti conservi senza macchia. Ricevi quest'anello in segno dell'eterna alleanza che
contrai con Cristo, Sposo delle vergini. Sia per te l'anello della fedeltà, il sigillo dello Spirito
Santo, in modo che tu sia chiamata sposa di Cristo e, se l'avrai servito fedelmente, venga
incoronata per l'eternità ». + O Gesù, confido in Te, confido nell'oceano della Tua Misericordia.
Tu sei per me una Madre! + Quest'anno 1933 è per me particolarmente solenne,
poiché in quest'anno del Giubileo della Passione del Signore ho pronunciato i voti perpetui.
La mia offerta sacrificale l'ho unita in modo speciale al Sacrificio dì Gesù sulla Croce, perché
divenisse in questo modo più gradita a Dio. Ogni mia azione la compio con Gesù, per Gesù,
in Gesù. Dopo i voti perpetui sono rimasta ancora a Cracovia per tutto il mese dì maggio,
poiché la mia destinazione oscillava fra Rabka e Wilno. Una volta che la Madre Generale mi
chiese: « Come mai lei, sorella, se ne sta così silenziosa e non si prepara per partire da
nessuna parte? », risposi: « Io voglio la pura volontà di Dio. Dove mi manda lei, cara
Madre, senza ingerenze da parte mia, li sono certa che è per me la pura volontà dì Dio ». A
questo la Madre Generale mi rispose: « Molto bene ~. il giorno dopo la Madre Generale mi
chiamò a sé e mi disse: « Dato che lei voleva la pura volontà di Dio eccola, lei andrà a
Wilno ». Ringraziai e attesi il giorno in cui mi avrebbero detto di partire. Però gioia e timore
assieme m invasero l'anima. Sentivo che Dio mi preparava là molte grazie, ma anche molte
tribolazioni. Ad ogni modo fino al 27 maggio rimasi a Cracovia. Dato che non avevo un
lavoro fisso, ma andavo ad aiutare nell'orto e per varie circostanze lavoravo da sola, ebbi la
possibilità per tutto il mese di fare gli esercizi spintuali secondo il sistema dei gesuiti.
Benché partecipassi alle ricreazioni comuni, continuai gli esercizi spirituali dì S. Ignazio,
durante i quali ottenni molta luce da Dio. + Sono passati quattro giorni dai voti perpetui. Ho
cercato di fare l'ora santa. Era il primo giovedì del mese. Appena entrata in cappella, la
presenza di Dio s'impossessò di me. Sentivo chiaramente che il Signore era accanto a me.
Dopo un momento vidi il Signore tutto coperto di ferite, che mi disse: « Vedi chi hai
sposato ». Io compresi il significato dì queste parole e risposi al Signore: « O Gesù, Ti
amo maggiormente vedendoTi così ferito ed annientato, più che se Ti vedessi nella Tua
Maestà ». Gesù mi domandò: « Perché? ». Risposi: « Una grande Maestà spaventa me
che sono piccola; sono una nullità e le Tue Piaghe mi attirano verso il Tuo Cuore e mi
parlano del Tuo grande amore per me ». Dopo questo colloquio subentrò il silenzio.
Osservai attentamente le Sue sante Piaghe e mi sentii felice soffrendo con Lui. Soffrendo
non soffrivo, perché ero felice di conoscere la profondità del Suo amore e passò un'ora,
che per me fu come un minuto. + Non giudicare mai nessuno: per gli altri avere occhi pieni
d'indulgenza, per sé occhi severi. Per ogni cosa fare riferimento a Dio ed ai miei occhi
sentirmi quella che sono, cioè la più grande miseria e nullità. Nelle sofferenze conservare la
pazienza e la serenità, sapendo che col tempo tutto passa. + Di quello che ho vissuto nei
momenti in cui ho fatto i voti perpetui, non conviene parlare. Sono in Lui ed Egli è in me.
Nel momento in cui Mons. Vescovo mi ha messo l'anello, Iddio è penetrato in tutto il mio
essere e non sapendolo descrivere sorvolo in silenzio su quel momento. Dopo i voti
perpetui il mio rapporto intimo con Dio è tanto stretto, quanto non è stato mai in
precedenza. Sento che amo Dio e sento che Egli ama me. La mia anima dopo aver gustato
Iddio, non saprebbe vivere senza dì Lui. Per me è più piacevole un'ora sola passata ai piedi
dell'altare nella più grande aridità di spirito, che cento anni di piaceri nel mondo. Preferisco
essere uno zimbello insignificante in convento, piuttosto che una regina nel mondo. +
Nasconderò agli occhi della gente tutto ciò che farò di buono, in modo che Dio solo sia la
mia ricompensa. Come una modesta violetta nascosta fra l'erba, che non ferisce il piede
dell'uomo che la calpesta, ma emana profumo e, dirnenticando completamente se stessa,
cerca di essere gentile con la persona che l'ha calpestata. Per la natura umana ciò è molto
gravoso, ma la grazia dì Dio ci viene in aiuto. + Ti ringrazio, Gesù, dì questa grande grazia,
perché m'hai fatto conoscere tutto l'abisso della mia miseria; so dì essere una voragine di
nullità e se la Tua santa grazia non mi sostenesse, in un attimo sarei annientata. Perciò con
ogni battito del cuore Ti ringrazio, o Dio, per la grande Misericordia che hai verso dì me.
Domani debbo partire per Wilno. Oggi sono andata a confessarmi da Padre Andrasz, un
Sacerdote che ha un profondo spirito di Dio, quello che mi ha sciolto le ali per poter volare
verso le altezze più inaccessibili. Mi ha tranquillizzato in tutto e mi ha imposto di credere
nella Provvidenza Divina: « Abbia fiducia ed avanzi con coraggio! ». Dopo la confessione ho
sentito in me una misteriosa forza divina. Il Padre mi ha esortato insistentemente ad essere
fedele alla grazia di Dio ed ha detto: « Se continuerà a conservare la semplicità e l'obbedienza,
non le accadrà nulla dì male. Abbia fiducia in Dio; è sulla buona strada e in buone
mani, nelle mani dì Dio ». + La sera sono rimasta un po' più a lungo in cappella. Ho parlato
col Signore di una certa anima. Incoraggiata dalla Sua bontà ho detto: « Gesù, mi hai dato
questo Padre, che mi ha compreso per quanto riguarda queste ispirazioni e me lo togli di
nuovo. Che potrò fare io a Wilno? Non conosco nessuno, non capisco nemmeno come parla
quella gente ». Ed il Signore mi ha detto: « Non temere, non ti lascerò sola». La mia
anima si è immersa in una preghiera di ringraziamento per tutte le grazie che il Signore mi
ha concesso per mezzo di Padre Andrasz. Tutto ad un tratto mi è venuta in mente quella
visione nella quale avevo visto un Sacerdote fra il confessionale e l'altare. Mentre speravo
di poterlo conoscere un giorno, mi son tornate molto chiare in mente le parole, che avevo
sentito allora: « Egli ti aiuterà a fare la Mia volontà sulla terra ». Oggi 27 maggio
1933 parto per Wilno. Quando sono uscita davanti alla casa, mi sono girata a guardare
tutto l'orto e il fabbricato; quando ho diretto lo sguardo verso il novlziato, all'improvviso mi
son venute le lacrime agli occhi. Pensavo a tutti i benefici ed alle grazie che il Signore mi
aveva concesso. Ad un tratto inaspettatamente, presso un'aiuola, vidi il Signore che mi
disse: « Non piangere; Io sono sempre con te». La presenza di Dio, che m'investì
mentre il Signore Gesù parlava, durò per tutto il tempo del viaggio. Avevo il permesso di
fermarmi a Czestochowa. Per la prima volta vidi la Madonna allorché mi recai, alle cinque
del mattino, ad assistere allo scoprimento dell'immagine. Rimasi là a pregare senza
interruzione fino alle undici e mi sembrava d'essere appena arrivata. La Superiora del luogo
mandò una Suora a cercarmi perché andassi a colazione e perché si preoccupava che non
facessi tardi al treno. La Madre di Dio mi disse molte cose. Affidai a Lei i miei voti perpetui.
Sentivo di essere la Sua bambina e che Lei era mia Madre. Non mi rifiutò nulla di quello che
Le chiesi. + Oggi sono già a Wilno. Il convento è costituito da casette sparse qua e là. La
cosa mi fa un effetto un po' strano, dopo i grandi edifici di Jòzefòw. Vi sono solo diciotto suore. La casetta è piccola, ma l'affia- tamento in questa comunità è una gran cosa. Tutte le suore mi hanno accolta molto cordialmente e ciò mi è stato di grande incoraggiamento per affrontare le fatiche che mi attendevano. Suor Giustina aveva perfino passato lo straccio sul pavimento per il mio arrivo. + Quando andai alla Benedizione Gesù
m'illuminò sul modo di comportarmi con certe persone. Mi strinsi con tutte forze al Cuore
dolcissimo dì Gesù, vedendo che sarei stata esposta esternamente a distrazioni, in
conseguenza del compito che ho da svolgere nell'orto e per il quale debbo avere rapporti
con persone esterne. + È giunta la settimana della confessione ed ho visto con gioia quel
Sacerdote, che avevo conosciuto prima di venire a Wilno. L'avevo conosciuto in visione.
All'improvviso sentii nell'anima queste parole: « Ecco il Mio servo fedele; egli ti aiuterà
a fare la Mia volontà qui sulla terra ». Io però non mi sono fatta conoscere da lui,
come desiderava il Signore. E per un certo tempo ho lottato con la grazia. In ogni
confessione la grazia di Dio m'investiva misteriosamente, ma io non gli svelai la mia anima
ed avevo intenzione di non confessarmi da quel Sacerdote. Dopo tale proposito
un'inquietudine tremenda s'impadronì della mia anima. Dio mi rimproverò energicamente.
Quando svelai tutta la mia anima a quel Sacerdote, Gesù riversò sulla mia anima tutto un
mare di grazie. Ora comprendo quello che è la fedeltà ad una singola grazia e come essa
attiri una serie di altre grazie. + O mio Gesù, tienimi accanto a Te. Vedi come sono debole;
da sola non faccio nemmeno un passo avanti. Per questo, o Gesù, devi stare
continuamente con me come una madre presso un bambino debole e anche dì più. Sono
cominciate le giornate dì lavoro, di lotte e di tribolazioni. Tutto procede secondo il ritmo di
una casa religiosa. Si è sempre novizi; si debbono imparare e conoscere molte cose, poiché,
sebbene la regola sia la stessa, ogni casa ha le sue usanze e perciò ogni cambiamento è un
piccolo noviziato. V.VIII.1933. Festa della Madre di Dio della Misericordia. Oggi ho
ottenuto una grande ed incomparabile grazia, puramente interiore, per la quale ringrazierò
Dio in questa vita e per tutta l'eternità... Gesù mi aveva detto che Gli sarebbe piaciuto
soprattutto che meditassi la Sua dolorosa Passione. In seguito a questa meditazione molta
luce si riversa sulla mia anima. Chi vuole imparare la vera umiltà, mediti la Passione di
Gesù. Quando medito la Passione dì Gesù, riesco ad aver chiara la nozione di molte cose,
che prima non riuscivo a capire. Io desidero essere simile a Te, o Gesù, a Te croci fisso,
maltrattato, umiliato. O Gesù, imprimi nella mia anima e nel mio cuore la Tua umiltà. Ti
amo, Gesù, alla follia. Amo Te annientato, come Ti descrive il profeta, che per le grandi
sofferenze non riusciva a scorgere in Te l'aspetto umano. In tale stato Ti amo, Gesù, alla
follia. Dio Eterno ed immenso, che cosa ha mai fatto di Te l'amore?... 11.X.’33. Giovedì.
Ho cercato di fare l'ora santa ma l'ho cominciata con grande difficoltà. Una certa nostalgia
cominciò a lacerarmi il cuore. La mia mente ne fu talmente offuscata che non riuscivo a
comprendere nemmeno le semplici formule delle preghiere. E in questo modo passò per me
un'ora dì preghiera, o meglio di lotta. Decisi di pregare un'altra ora, ma le sofferenze
interiori aumentarono: una grande aridità ed un grande sconforto. Decisi di pregare per
una terza ora. In questa terza ora di preghiera, che decisi di fare in ginocchio senza alcun
appoggio, il mio corpo cominciò a reclamare un po di riposo. Io però non cedetti in nulla.
Misi le braccia a forma di croce e senza pronunciare una parola, andai avanti così con la
forza della volonta. Dopo un po' mi tolsi l'anello dal dito e chiesi a Gesù di guardare
quell'anello, che è il segno della nostra unione eterna ed offrii a Gesù i sentimenti che
avevo il giorno dei voti perpetui. Poco dopo sentii che il mio cuore era inondato da un'onda
d'amore; all'improvviso il raccoglimento dello spirito; il silenzio dei sensi; la piesenza di Dio
che investe l'anima. So questo soltanto, che ci siamo Gesù ed io. L'ho visto con lo stesso
aspetto che aveva quando lo vidi qualche momento dopo i voti perpetui, mentre facevo
l'ora santa. Gesù si è presentato improvvisamente davanti a me privo delle vesti, coperto di
piaghe su tutto il corpo, con gli occhi inondati dì sangue e di lacrime, col volto deturpato,
coperto di sputi. D'un tratto il Signore mi ha detto: «La sposa deve essere simile al suo
Sposo ». Compresi queste parole fino in fondo. Qui non c'è possibilità di alcun dubbio. La
mia somiglianza con Gesù deve avvenire attraverso la sofferenza e l'umiltà. «Vedi
quello che ha fatto con Me l'amore per le anime degli uomini. Figlia Mia, nel tuo
cuore trovo tutto quello che Mi rifiuta un così grande numero di anime. Il tuo
cuore è di riposo per Me. Spesso conservo le grandi grazie verso la fine delle
preghiere ». Una volta che avevo fatto una novena allo Spirito Santo riguardo al
confessore, il Signore mi rispose: « Te l'ho fatto conoscere prima che i Superiori ti
inviassero qui. Come ti comporterai tu col confessore, così Mi comporterò Io con
te. Se gli terrai nascosta anche la più piccola delle Mie grazie, anch'Io Mi
nasconderò davanti a te e rimarrai sola ». Ed io mi comportai secondo il desiderio di
Dio ed una profonda pace regnò nella mia anima. Ora comprendo quanto Dio difenda i
confessori, e quanto stia dalla loro parte. Un consiglio del reverendo dr. Sopocko. « Senza
umiltà non possiamo piacere a Dio. Esercitati nel terzo grado dell'umilta', cioè non solo non
ricorrere a spiegazioni e giustificazioni, quando ci rimproverano qualche cosa, ma rallegrarsi
dell'umiliazione. Se le cose di cui mi parli, provengono veramente da Dio, prepara la tua
anima a grandi sofferenze. Incontrerai disapprovazioni e persecuzioni; ti considereranno
un'isterica ed una stravagante; ma Dio non ti risparmierà la Sua grazia. Le vere opere di
Dio incontrano sempre difficoltà e sono contraddistinte dalla sofferenza. Se Dio vuole realizzare
qualche cosa, prima o poi la realizza, nonostante le difficoltà e gli ostacoli; e tu
frattanto àrmati di tanta pazienza ». Quando il reverendo dr. Sopocko andò in Terra Santa,
in quel periodo confessò la comunità il padre gesuita Dabrowski. In una delle mie
confessioni mi domandò se mi rendevo conto della vita superiore che c'è nella mia anima e
che è ad un grado estremamente alto. Risposi di rendermene conto e di conoscere quello
che avviene nel mio intimo. Alla mia risposta il Padre replicò: « Non le è lecito, sorella,
distruggere quanto ha dentro l'anima, né mutarlo di sua iniziativa. Non in tutte le anime è
evidente la grande felicità, che si trova nella vita interiore, la quale presso di lei, sorella, è
visibile perché vi è in un grado altissimo. Stia attenta, sorella, a non sciupare queste grandi
grazie di Dio, grande per loro [la frase è rimasta interrotta]. Però questo Padre in
precedenza mi aveva sottoposto a molte prove. E quando gli dissi che il Signore voleva da
me quelle cose, prese gioco di me e mi ordinò di andare a confessarmi alle otto di sera. E
quando andai alle otto, il frate converso stava chiudendo la chiesa. E quando gli dissi di far
sapere al Padre che ero venuta e che era stato il Padre a dirmi di andare a quell'ora, il buon
fraticello andò ed avverii il Padre. Il Padre gli ordinò di rispondere che a quell'ora i Padri
non confessano. E me ne tornai a casa senza aver fatto niente e non mi confessai più da
lui, ma feci per lui un'ora di adorazione e certe mortificazioni, per impetrargli da Dio lumi
per conoscere le anime. Ma quando il reverendo dr. Sopocko partì e lui lo sostitui, fui
costretta ad andare a confessarmi da lui. Eppure, sebbene prima non avesse voluto
riconoscerle, ora mi obbliga ad una grande fedeltà a queste ispirazioni spirituali. Talvolta
Dio permette che avvenga così, ma sia lodato in ogni cosa. Occorre tuttavia una grande
grazia per non vacillare.

ESERCIZI SPIRITUALI ANNUALI. 10.I.1934. O mio Gesù, si avvicina dì nuovo il
momento in cui resterò con Te faccia a faccia. Gesù, Ti prego con tutto il cuore fammi
conoscere ciò che in me non Ti piace e nello stesso tempo fammi sapere cosa debbo fare
per piacerTi di più. Non negarmi questa grazia e resta con me. Io so che senza di Te, o
Signore, i miei sforzi valgono ben poco. Oh! quanto mi rallegro per la Tua grandezza, o
Signore! Quanto più Ti conosco, tanto più ardentemente Ti desidero ed anelo a Te. Gesù mi
ha concesso di conoscere me stessa. In questa luce di Dio vedo il mio difetto principale,
cioè la superbia. Le sue sfumature: il chiudermi in me stessa; la mancanza di semplicità nei
confronti della Madre Superiora. Una seconda illuminazione riguarda il parlare. Talvolta
parlo troppo. Per una faccenda che si potrebbe sbrigare con due o tre parole, io impiego
troppo tempo. Gesù invece desidera che quel tempo l'adoperi per piccole preghiere con
indulgenza per le anime del purgatorio. Inoltre il Signore dice che ogni parola sarà pesata
nel giorno del giudizio. La terza illuminazione riguarda la nostra regola. Sfuggo poco le
occasioni che conducono ad infrangere la regola, specialmente per quanto concerne il
silenzio. Mi comporterò come se la regola fosse stata scritta solo per me. Non è affar mio
vedere come si comportano le altre, purché io mi comporti come Dio desidera. Proposito.
Qualunque cosa Gesù desideri da me e riguardi cose esteriori, andare subito a parlarne alle
Superiore; nel trattare con la Superiora cercherò di essere franca e sincera come un
bambino. Gesù ama le anime nascoste. Un fiore nascosto ha in sé più profumo. Debbo
impegnarmi perché nel mio intimo ci sia un posticino silenzioso per il Cuore di Gesù. Nei
momenti difficili e dolorosi canto sommessamente a Te, mio Creatore, l'inno della fiducia,
poiché l'abisso della mia fiducia verso di Te, verso la Tua Misericordia, è senza misura. Dal
momento in cui ho cominciato ad amare la sofferenza, ha cessato per me dì essere
sofferenza. La sofferenza è il cibo quotidiano della mia anima. Non parlerò con una certa
persona, poiché so che a Gesù questo non piace ed essa non ricava da ciò alcun profitto. Ai
piedi del Signore. O Gesù nascosto! O amore eterno! O nostra vita! O Divino folle, che hai
dimenticato Te stesso e vedi soltanto noi! Ancor prima di creare il cielo e la terra portavi noi
nel Tuo Cuore! O amore! O abisso della Tua umiliazione! O mistero di felicità! Come mai è
così piccolo il numero di coloro che Ti conoscono? Perché non provi reciprocità? O amore
Divino, perché nascondi la Tua bellezza? O Incomprensibile ed Infinito! Più Ti conosco e
meno Ti comprendo. Ma proprio perché non riesco a comprenderTi, mi rendo maggiormente
conto della Tua grandezza. Non invidio il fuoco ai Serafini, poiché nel mio cuore
viene deposto un dono ancora più grande. Essi Ti ammirano in estasi, ma il Tuo Sangue si
unisce col mio! O amore, a noi è concesso il paradiso già quaggiù sulla terra. Oh! perché Ti
nascondi dietro la fede? L'amore strappa il velo. Non c'è velo davanti agli occhi della mia
anima, poiché Tu stesso mi hai attratta per l'eternità nel seno di un amore misterioso. O
indivisibile Trinità, Unico Dio, a Te sia onore e gloria per tutti i secoli. Iddio mi ha fatto
conoscere in che cosa consiste il vero amore, e mi ha dato la luce per dimostrarlo in pratica
a Dio. il vero amore di Dio consiste nel fare la volontà di Dio. Per dimostrare amore verso
Dio, occorre che tutte le nostre azioni, anche le più piccole, derivino dall'amore verso Dio.
Ed il Signore mi disse: « Bambina Mia, più di tutto Mi piaci attraverso la sofferenza.
Nelle tue sofferenze fisiche ed anche morali, figlia Mia, non cercare
comprensione da parte delle creature. Voglio che il profumo delle tue sofferenze
sia puro, senza alcuna aggiunta. Esigo che ti distacchi non solo dalle creature,
ma anche da te stessa. Figlia Mia, voglio deliziarMi dell'amore del tuo cuore: un
amore puro, verginale, immacolato, senza alcuna ombra. Figlia Mia, quanto più
ami la sofferenza, tanto più puro sarà il tuo amore verso di Me ». Gesù mi ordina di
celebrare la festa della Divina Misericordia la prima domenica dopo Pasqua. Nel
raccoglimento interiore e per una mortificazione esterna ho portato per tre ore una cintura
di ferro, pregando senza posa per i peccatori e per ottenere Misericordia per il mondo
intero, e Gesù mi ha detto: «Oggi il Mio sguardo si posa con compiacimento su
questa casa ». Avverto bene che la mia missione non finirà con la mia morte, ma
incomincerà. O anime dubbiose, solleverò per voi il velo del paradiso, per convincervi della
bontà di Dio, perché non continuiate a ferire con la diffidenza il Cuore dolcissimo di Gesù.
Dio è amore e Misericordia! Una volta il Signore mi disse: « Il Mio Cuore è stato scosso
da tanta compassione per te, bambina Mia carissima, quando ti ho vista ridotta a
brandelli dal gran dolore che provavi, mentre deploravi i tuoi peccati. Ecco, io
vedo il tuo amore così puro e sincero, che ti do la precedenza fra le vergini. Tu
sei l'onore e la gloria della Mia Passione. Vedo ogni umiliazione della tua anima e
nulla sfugge alla Mia attenzione. Innalzo gli umili fino al Mio trono, perché così
voglio». O Dio Unico nella SS.ma Trinità! Desidero amarTi quanto ancora nessun anima
umana Ti ha amato. Sebbene io sia particolarmente misera e piccolina, ho gettato l'àncora
della mia fiducia molto profondamente nell'abisso della Tua Misericordia, o Dio e Creatore
mio. Nonostante la mia grande miseria, non ho paura di nulla, ma ho fiducia di cantare
eternamente l'inno della gloria. Nessun'anima deve avere dubbi finché vive, anche fosse la
più miserabile. Ognuna può diventare una grande santa, poiché è grande la potenza
della grazia di Dio. Noi dobbiamo solo non opporci all'azione divina. O Gesù, magari io
potessi diventare una nebbia davanti a Te, per coprire la terra, in modo che il Tuo santo
sguardo non veda i tremendi misfatti che vi si compiono. O Gesù, quando guardo al mondo
ed alla sua indifferenza verso di Te, mi vengono ogni volta le lacrime agli occhi; ma quando
vedo un'anima consacrata che è tiepida, allora il mio cuore sanguina. 1934. Una volta
andai nella mia cella ed ero talmente stanca che prima di cominciare a spogliarmi, dovetti
riposarmi per un po'. Dopo che m'ero spogliata, una Suora mi pregò di portarle dell'acqua
calda. Nonostante la stanchezza, mi rivestii alla svelta e le portai l'acqua, che desiderava,
benché dalla mia cella alla cucina ci fosse un bel pezzetto di strada ed il fango arrivasse alle
caviglie. Quando rientrai nella mia cella, vidi una pisside col SS.mo Sacramento e sentil
questa voce: « Prendi questa pisside e portala nel tabernacolo ». In un primo momento
rimasi indecisa, poi mi avvicinai e quando toccai la pisside, udii queste parole: «
Con lo stesso amore col quale ti avvicini a Me, avvicinati a ciascuna delle Suore e
tutto ciò che fai a loro, lo fai a Me». Dopo un momento m'accorsi di essere sola. + Una
volta che si faceva l'adorazione per la nostra Patria, un dolore mi strinse l'anima e cominciai
a pregare così: « O Gesù misericordiosissimo, Ti prego per l'intercessione dei Tuoi santi e
specialmente per intercessione della Tua amatissima Madre, che Ti ha allevato fin
dell'infanzia, Ti supplico, benedici la mia Patria. O Gesù, non guardare ai nostri peccati, ma
guarda le lacrime dei bambini piccoli, la fame ed il freddo che soffrono. O Gesù, per questi
innocenti, fammi la grazia che Ti chiedo per la mia Patria. In quell'istante vidi Gesù che
aveva gli occhi velati di lacrime, e mi disse: « Vedi, figlia Mia, quanto Mi fanno pena.
Sappi questo: sono essi che sostengono il mondo». + O mio Gesù, quando osservo
la vita delle anime, m'accorgo che molte Ti servono con una certa incredulltà. E in certi
momenti, soprattutto quando c'è l'occasione di dimostrare l'amore verso Dio, ecco proprio
allora m'accorgo che quelle anime fuggono dal campo di battaglia. E una volta Gesù mi
disse: « Anche tu, bambina Mia, vuoi comportarti così? ». Risposi al Signore: « Oh
no, mio Gesù, non abbandonerò il campo di battaglia, anche se il sudore della morte
bagnasse la mia fronte; terrò la spada in pugno fino a quando non riposerò ai piedi della
SS.ma Trinità ». Qualunque cosa io faccia, non conto sulle mie forze, ma sulla grazia dì Dio.
Con la grazia di Dio un'anima può superare vittoriosamente le più grandi difficoltà. + Una
volta che parlai molto a lungo con Gesù delle nostre educande, incoraggiata dalla Sua
bontà, Gli domandai se anche fra le nostre educande avesse delle anime che erano di
consolazione per il Suo Cuore, ed il Signore mi rispose che ne aveva, « ma il loro amore
è debole. Per questo le affido a te perché le assista in modo particolare. Prega
per loro ». O gran Dio, ammiro la Tua bontà. Tu sei il Signore delle schiere celesti e Ti
umli a questo modo fino ad una misera creatura. Oh! quanto ardentemente desidero
amarTi con ogni battito del mio cuore. Non mi basta tutta l'estensione della terra, troppo
piccolo è il cielo e nulla gli spazi celesti. Tu Solo mi basti, o Dio eterno. Soltanto Tu puoi
riempire la profondità della mia amma. I momenti più felici per me sono quelli in cui resto
da solo a solo col mio Signore. In quei momenti conosco la grandezza dì Dio e la mia
miseria. Una volta Gesù mi disse: « Non meravigliarti se qualche volta vieni
sospettata ingiustamente. Io per primo, per amor tuo, ho bevuto quel calice di
sofferenze ingiuste ». Una volta che mi preoccupavo dell'eternità e dei suoi misteri, la
mia anima fu presa da timore e, dopo che ebbi riflettuto un altro momento, cominciarono a
tormentarmi vari dubbi. D'un tratto Gesù mi disse: «Bambina Mia, non aver paura
della casa del Padre tuo. Le indagini inutili lasciale ai sapienti di questo mondo.
Io voglio vederti sempre come una bambina piccola. Chiedi tutto con semplicità
al confessore ed Io ti risponderò con la sua bocca ». Una volta conobbi una persona
che aveva in mente dì commettere un peccato grave. Chiesi al Signore d'inviare a me i
massimi tormenti, purché quell'anima venisse preservata. Di colpo sentii al capo l'atroce
dolore della corona di spine. Ciò durò abbastanza a lungo, ma quella persona rimase in
grazia di Dio. O mio Gesù, come è facile santificarsi. Occorre soltanto un briciolo dì
buona volontà. Se Gesù scorge nell'anima questo briciolo di buona volontà si affretta a
donarsi all'anima e nulla può impedirglielo, né gli errori, né le cadute; assolutamente
niente. A Gesù preme aiutare quest'anima e se l'anima è fedele alla grazia di Dio, in
pochissimo tempo l'anima può conseguire la più grande santità che una creatura possa
raggiungere su questa terra. Dio è molto generoso e non rifiuta a nessuno la Sua grazia; dà
più dì quello che noi Gli chiediamo. La fedeltà nel dare esecuzione alle ispirazioni dello
Spirito Santo, è la via più breve. + Quando un'anima ama sinceramente Dio, non deve
temere nulla nella sua vita spirituale. Si affidi all'influsso della grazia e non ponga limiti
all'unione col Signore. + Quando Gesù mi affascinò con la sua bellezza e mi attirò a Sé, fu
allora che vidi ciò che non Gli piaceva nella mia anima e decisi ad ogni costo di eliminarlo e
con l'aiuto della grazia l'ho eliminato subito. Questa mia generosità piacque al Signore e da
quel momento Iddio cominciò a concedermi grazie superiori. Io non faccio profondi
ragionamenti sulla mia vita interiore; non sto ad analizzare per quali vie mi conduce lo
Spirito Divino. A me basta questo, che so di essere amata e che amo. L'amore puro mi fa
conoscere Dio e mi dà la comprensione di molti misteri. Il confessore per me è un oracolo;
la sua parola è sacrosanta per me. Parlo del direttore. Una volta il Signore mi disse: «
Comportati come un mendicante che, quando riceve un'elemosina maggiore,
non la rifiuta, ma anzi ringrazia con più cordialità. Anche tu, se ti concedo delle
grazie più grandi, non rifiutarle perché ne sei indegna. Io questo lo so; ma tu
piuttosto rallegrati e gioisci e prendi tanti tesori dal Mio Cuore, quanti riesci a
portarne, poiché proprio facendo così Mi piaci di più. E ti dirò ancora una cosa:
non prendere queste grazie solo per te, ma anche per il prossimo, cioè
incoraggia le anime, con le quali sei a contatto, alla fiducia nella Mia Misericordia
infinita. Oh, quanto amo le anime che si sono affidate a Me
completamente! Farò tutto per loro». + In questo momento Gesù mi ha chiesto:

«Bambina Mia, come vanno i tuoi esercizi spirituali? ». Risposi: « Gesù, Tu lo sai
bene come vanno ». « Si, lo so, ma voglio sentirlo dalla tua bocca e dal tuo cuore».

O mio Maestro, quando mi guidi Tu, tutto mi va facilmente e Ti prego, Signore, non
allontanarTi mai da me. E Gesù disse: « Sì, starò sempre accanto a te, se sarai
sempre una bambina piccola. E non aver paura di nulla; come sono stato qui il
tuo principio, così sarò anche la tua fine. Non fare assegnamento sulle creature,
nemmeno nella più piccola cosa, poiché questo non Mi piace. Io solo voglio
esserci nella tua anima. Ti fortificherò nell'anima e ti darò luce e saprai dalla
bocca del Mio sostituto, che Io sono in te e l'inquietudine si dileguerà come la
nebbia davanti ai raggi del sole ». + O Bene Supremo, desidero amarTi come non Ti
ha amato mai nessuno su questa terra. Desidero adorarTi in ogni momento della mia vita
ed uniformare strettamente la mia alla Tua santa volontà. La mia vita non è monotona e
grigia, ma è variata come un giardino di fiori profumati, dove non so quale fiore cogliere
per primo, se il giglio della sofferenza, o la rosa dell'amore del prossimo, o la violetta
dell'umiltà. Non elencherò tutti i tesori, che ogni giorno ho in abbondanza. È una gran cosa
saper approfittare dell'ora presente. + O Gesù Luce Suprema, fa' che io Ti conosca; penetra
con la Tua luce nel buio della mia anima e riempi di Te il baratro della mia anima, poiché
soltanto Tu [la frase è rimasta interrotta]. O mio Gesù, vita, via e verità. Ti prego, tienimi
accanto a Te, come una madre stringe al seno un piccolo bimbo, poiché io sono non solo
una bimba inetta, ma un cumulo di miseria ed una nullità.

+ UN SEGRETO DELL'ANIMA. Wilno 1934. Una volta che il confessore mi ordinò di
chiedere a Gesù che cosa significano i due raggi che sono in quest'immagine, risposi: « Va
bene, lo domanderò al Signore ». Mentre pregavo udii interiormente queste parole: « I
due raggi rappresentano il Sangue e l'Acqua. Il raggio pallido rappresenta
l'Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita
delle anime... Entrambi i raggi uscirono dall'intimo della Mia Misericordia,

quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia.
Tali raggi riparano le anime dallo sdegno del Padre Mio. Beato colui che vivrà
alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio. Desidero che la
prima domenica dopo la Pasqua sia la Festa della Misericordia. + Chiedi al Mio
servo fedele che in quel giorno parli al mondo intero di questa Mia grande
Misericordia: in quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi
conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene. + L'umanità non troverà
pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. + Oh! quanto Mi
ferisce la diffidenza di un'anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e
non crede che Io sono misericordioso, non ha fiducia nella Mia bontà. Anche i
demoni ammirano la Mia giustizia, ma non credono alla Mia bontà. Il mio Cuore
gioisce del titolo di Misericordia. Annuncia che la Misericordia è il più grande
attributo di Dio. Tutte le opere delle Mie mani sono coronate dalla Misericordia
». + O amore eterno, desidero che Ti conoscano tutte le anime che hai creato.
Desidererei diventare sacerdote; parlerei incessantemente della Tua Misericordia alle anime
peccatrici, immerse nella disperazione. Desidererci essere un missionario e portare la luce
della fede nei paesi selvaggi per farTi conoscere alle anime e morire annientata per loro con
la morte del martirio, con la quale sei morto Tu, per me e per loro. O Gesù, so inoltre molto
bene che posso essere sacerdote, missionario, predicatore; posso fare la morte dei martiri
col mio totale annientamento ed il rinnegamento di me stessa per amor Tuo, o Gesù, e
delle anime immortali. Un grande amore trasforma le piccole cose in cose grandi e solo
l'amore dà valore alle nostre azioni e tanto più il nostro amore diventa puro, tanto meno il
fuoco delle sofferenze avrà da distruggere in noi e la sofferenza per noi cesserà di essere
sofferenza. Diventerà per noi una delizia. Con la grazia di Dio ora ho ottenuto questa
disposizione del cuore, cioè non sono mai tanto felice, come quando soffro per Gesù che
amo con ogni palpito del cuore. Una volta che avevo una grande sofferenza, lasciai il mio
lavoro per correre da Gesù e pregarlo che mi desse la Sua forza. Dopo una breve
preghiera, me ne tornai al mio dovere piena d'entusiasmo e di gioia. In quel mentre una
suora mi disse: «Senza dubbio lei sorella, oggi ha molte consolazioni, dato che è così
raggiante. Dio certamente a lei non dà alcuna sofferenza, ma esclusivamente consolazioni
». Risposi: « Sta sbagliando, sorella, e parecchio, poiché è proprio quando soffro molto che
la mia gioia e maggiore, mentre quando soffro di meno, anche la mia gioia è minore ». Ma
quell'anima mi fece capire che non afferrava il mio discorso. Cercai di spiegarglielo. Quando
soffriamo molto abbiamo una grande opportunità di mostrare a Dio che L'amiamo, mentre
quando soffriamo poco, abbiamo poca possibilità di mostrare a Dio il nostro amore, e
quando non soffriamo affatto, il nostro amore non è nè grande nè puro. Con la grazia di
Dio possiamo giungere al punto che la sofferenza si travesta per noi in delizia, poiché
l'amore riesce ad operare simili cose nelle anime pure. + O mio Gesù, unica mia speranza,
Ti ringrazio per questo grande libro, che hai aperto davanti agli occhi della mia anima. Il
grande libro è la Tua Passione affrontata per amor mio. Da questo libro ho imparato come
amare Dio e le anime. In esso sono racchiusi per noi inesauribili tesori. O Gesù, quanto
sono poche le anime che Ti comprendono nel Tuo martirio d'amore! Oh! quanto è grande il
fuoco d'amore purissimo, che arde nel Tuo sacratissimo Cuore! Felice l'anima, che ha capito
l'amore del Cuore di Gesù! Quello che desidero più ardentemente, è che le anime
conoscano Te; che sappiano che Tu sei la loro eterna felicità; che credano alla Tua bontà e
glorifichino la Tua Misericordia infinita. Ho pregato Dio, perché mi conceda la grazia che la
mia natura sia forte ed inattaccabile dalle influenze che talvolta vogliono distoglierla dallo
spìrito della regola e delle piccole norme, poiché queste sono piccoli tarli che vogliono
distruggere in noi la vita interiore e senza dubbio la distruggeranno, se l'anima è
consapevole di tali piccole trasgressioni e, nonostante ciò, le prende alla leggera come cose
di poco conto. In un ordine religioso io non vedo nulla di poco conto. Non m'importa se
talvolta m'espongo a dispiaceri ed a battute ironiche, purché il mio spirito sia in concorde
armonia con lo spirito delle regole, dei voti e delle norme religiose. O mio Gesù, delizia
del mio cuore, Tu conosci i miei desideri. Vorrei nascondermi alla vista della gente, vivendo
in modo come se non vivessi. Voglio vivere pura come un fiore di campo; voglio che il mio
amore sia sempre indirizzato verso di Te, come il fiore che si gira sempre verso il sole.
Desidero che il profumo e la freschezza del fiore del mio cuore siano sempre conservati
unicamente per Te. Voglio vivere sotto il Tuo sguardo divino, poiché Tu solo mi basti.
Quando sono con Te, o Gesù, non temo nulla, poiché non può venirmi alcun danno. +
1934. Una volta durante la Quaresima vidi, al di sopra della nostra cappella e della nostra
casa, una grande luce ed una grande tenebra. Vidi che queste due potenze lottavano tra di
loro... 1934. Giovedi Santo, Gesù mi ha detto: « Desidero che tu faccia l'offerta di te
stessa per i peccatori, e specialmente per quelle anime che hanno perso la
speranza nella divina Misericordia ».
DIO E LE ANIME. ATTO DI OFFERTA. Di fronte al cielo ed alla terra, di fronte a tutti i
Cori degli Angeli, di fronte alla SS.ma Vergine Maria, di fronte a tutte le Potenze celesti,
dichiaro a Dio, Uno e Trino, che oggi in unione con Gesù Cristo, Redentore delle anime,
faccio volontariamente l'offerta di me stessa per la conversione dei peccatori e
specialmente per le anime che hanno perso la speranza nella Misericordia Divina. Detta
offerta consiste in questo, che prendo, con totale sottomissione alla volontà di Dio, tutte le
sofferenze, i timori e le paure da cui sono tormentati i peccatori ed in cambio cedo loro
tutte le consolazioni che ho nell'anima, che provengono dal rapporto intimo con Dio. In una
parola offro per loro tutto: le sante Messe, le sante Comunioni, le penitenze, le
mortificazioni, le preghiere. Non temo i colpi, i colpi della giustizia di Dio, perché sono unita
a Gesù. O mio Dio, desidero in tal modo ripagarTi per le anime che non hanno fiducia nella
Tua bontà. Confido contro ogni speranza nell'oceano della Tua Misericordia. O Signore e
Dio mio, porzione, mia porzione per l'eternità, non formulo questo atto di offerta basandomi
sulle mie forze, ma sulla potenza che deriva dai meriti di Gesù Cristo. Ripeterò ogni giorno
questo atto di offerta con la seguente preghiera, che Tu stesso mi hai insegnato, o Gesù: O
Sangue e Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù, come sorgente di Misericordia per noi,
confido in Te. Sr. M. Faustina del Santissimo Sacramento. Giovedi Santo durante la Santa
Messa, giorno 29 anno 1934. « Ti do una piccola parte nella Redenzione del genere
umano. Tu sei il refrigerio nel momento della Mia agonia ». Ottenuto il permesso
dal mio confessore di fare questo atto di offerta, conobbi che tale atto era gradito a Dio,
infatti cominciai subito a sentirne le conseguenze. In un attimo la mia anima divenne come
una roccia: arida, piena di tormenti e d'inquietudine. Diverse bestemmie ed imprecazioni
rintronavano nelle mie orecchie. La diffidenza e la disperazione albergarono nel mio cuore.
Ecco qual era la condizione dei miseri, che avevo preso su di me. In un primo momento mi
spaventai molto per questi orrori, ma con la prima confessione che feci, fui tranquillizzata.
+ Una volta che andai a confessarmi fuori del convento, capitai che il mio confessore stava
celebrando la santa Messa. Dopo un momento vidi sull'altare Gesù Bambino che allungava
soavemente e con gioia le sue manine verso di lui. Ma quel sacerdote, un momento dopo,
prese quel bel Bambino nelle mani, lo spezzò e lo mangiò vivo. In un primo momento
provai avversione per quel sacerdote, a causa di un tale comportamento nei confronti di
Gesù, ma ben presto venni illuminata in questa questione e capii che quel sacerdote era
molto caro al Signore. + Una volta che andai dal pittore che stava dipingendo l'immagine e
m'accorsi che non era così bella come è Gesù, mi rattristai molto per questo, ma lo nascosi
nel profondo del cuore. Quando uscimmo da casa del pittore, la Madre Superiora rimase in
città a sbrigare varie faccende ed io tornai a casa da sola. Andai subito in cappella e mi
sfogai piangendo a dirotto. Dissi al Signore: « Chi può dipingerTi bello come sei? ».
All'improvviso udii queste parole: « Non nella bellezza dei colori né del pennello sta
la grandezza di questa immagine, ma nella Mia grazia ». + Una volta che ero
andata nell'orto di pomeriggio, l'Angelo Custode mi disse: « Prega per gli agonizzanti ».
Incominciai subito il rosario per gli agonizzanti assieme alle ragazze addette all'orto. Ter-
minato il rosario, recitammo diverse invocazioni per gli agonizzanti. Finite le
preghiere, le educande si misero a chiacchierare allegramente fra loro. Nonostante il
chiasso che facevano, udii nel mio intimo queste parole: « Prega per me ». Dato che non
avevo potuto capire bene quelle parole, mi allontanai di qualche passo dalle educande,
riflettendo su chi poteva essere che mi ordinava di pregare. D'un tratto udìi queste parole:
« Sono Suor... ». Questa suora stava a Varsavia, mentre io allora ero a Wilno. « Prega per
me fino a quando ti dirò di smettere. Sto agonizzando ». Cominciai subito a pregare con
fervore per lei il Cuore agonizzante di Gesù e, senza darmi respiro, pregai così dalle tre alle
cinque del pomeriggio. Alle cinque udii questa parola: « Grazie ». Compresi che era già
morta. Tuttavia il giorno dopo, durante la santa Messa, pregai fervorosamente per la sua
anima. Nel pomeriggio giunse una cartolina che annunciava che Suor... alla tale ora era
morta. Mi resi conto che era la stessa ora, nella quale mi aveva detto: « Prega per me! ». +
O Madre di Dio, la Tua anima è stata immersa in un mare di amarezze: guarda alla Tua
bambina ed insegnale a soffrire e ad amare nella sofferenza. Fortifica la mia anima, in
modo che il dolore non la spezzi. O Madre della grazia, insegnami a vivere con Dio. Una
volta mi venne a trovare la Madonna. Era triste, aveva gli occhi abbassati verso il suolo, mi
fece capire che aveva qualche cosa da dirmi, ma nello stesso tempo si comportava come se
non volesse parlarmene. Quando lo compresi, cominciai a pregare la Madonna che me lo
dicesse e volgesse lo sguardo verso di me. In un attimo Maria si rivolse a me sorridendo
cordialmente e disse: « Dovrai soffrire a causa di una malattia e dei medici. Inoltre avrai
sofferenze per quell'immagine. Ma non aver paura di nulla». Il giorno dopo mi ammalai e
soffrii molto, proprio come mi aveva detto la Madonna, ma la mia anima è preparata alle
sofferenze. La sofferenza è la compagna costante della mia vita. O mio Dio, mia unica
speranza, in Te ho posto tutta la mia fiducia e so che non rimarrò delusa. Talvolta, dopo la
santa Comunione, sento la presenza di Dio in modo particolare, sensibile. Sento che c'è
Iddio nel mio cuore. Ed il fatto che sento Dio nell'anima, non m'impedisce affatto di
compiere i miei doveri, anche quando sbrigo le più importanti questioni, che richiedono
attenzione, non perdo la presenza di Dio nell'anima e resto strettamente unita a Lui. Con
Lui vado al lavoro, con Lui vado a ricreazione, con Lui soffro, con Lui gioisco, vivo in Lui ed
Egli in me. Non sono mai sola, poiché Egli è il mio compagno stabile; in ogni momento sono
consapevole della Sua presenza. La nostra familiarità è stretta a causa dell'unione del
sangue e della vita... 9.VIII.1934. Adorazione notturna del giovedì. Ho fatto l'adorazione
dalle undici alle dodici. Questa adorazione l'ho fatta per la conversione dei peccatori
induriti, ma specialmente per quelli che hanno perduto la speranza nella Misericordia di Dio.
Ho considerato quanto ha sofferto Dio e quanto è grande l'amore che ci ha dimostrato e noi
non crediamo che Dio ci ama cosi. O Gesù, chi comprende questo? Che dolore per il nostro
Salvatore e con che cosa può convincerci del suo amore, se la Sua stessa morte non riesce
a convincerci? Ho pregato tutto il cielo ad unirsi a me per compensare il Signore
dell'ingratitudine di certe anime. Gesù mi ha fatto conoscere quanto Gli è gradita la
preghiera riparatrice. Mi ha detto: « La pregbìera di un'anima umile ed amante placa
l'ira del Padre Mio ed attira un mare di benedizioni ». Finita l'adorazione, a metà
strada verso la cella, fui circondata da un gran branco di cani neri, alti, che saltavano ed
ululavano, mostrando chiaramente l'intenzione di sbranarmi. M'accorsi però che non erano
cani, ma demoni. Uno di loro disse con rabbiosa malvagità: « Dato che questa notte ci hai
portato via tante anime, ora noi ti facciamo a pezzi ». Risposi: « Se questa è la volontà di
Dio misericordiosissimo, fatemi pure a pezzi, poiché l'ho giustamente meritato, essendo la
più misera delle peccatrici, ma Dio è sempre santo, giusto ed infinitamente misericordioso
». A queste parole risposero tutti insieme i demoni: « Fuggiamo, perché non è sola, ma c'è
con lei l'Onnipotente ». E scomparvero come la polvere, come un rumore che giunge dalla
strada, mentre io tranquillamente, continuando il Te Deum, andai in cella riflettendo
sull'infinita ed insondabile Misericordia divina. 12.VIII.1934. Svenimento improvviso.
Sofferenze preagoniche. Non era la morte, cioè il passaggio alla vera vita, ma un
pregustarne le sofferenze. Pur donandoci la vita eterna, la morte è spaventosa. Mi sentii
improvvisamente male: mancanza di respiro, buio davanti agli occhi, sensazione di
mancamento nelle membra. Questo soffocamento è atroce. Un istante di tale soffocamento
è infinitamente lungo... Nonostante la fiducia, sopravviene pure uno strano senso di paura.
Desiderai ricevere gli ultimi S. Sacramenti. Ma, in quello stato la santa Confessione riesce
assai difficoltosa, malgrado il desiderio di confessarsi. Non si sa quel che si dice: si comincia
una cosa, senza finire l'altra. Iddio preservi ciascun anima dal rinviare la confessione all'ultima
ora. Ho sperimentato la potenza delle parole del sacerdote, che scendono benefiche
sull'anima dell'ammalato. Quando chiesi al Padre spirituale se ero pronta a presentarmi
davanti a Dio e se potevo stare tranquilla, ottenni questa risposta: « Può essere
pienamente tranquilla, non solo adesso, ma dopo ogni confessione settimanale ». La grazia
di Dio che accompagna queste parole del sacerdote è grande. L'anima sente la forza ed il
coraggio per la battaglia. O Congregazione, o madre mia, come è dolce vivere sotto le tue
ali, ma è ancora meglio morirvi! Ricevuti gli ultimi S. Sacramenti, sopravvenne un
miglioramento totale. Rimasi sola. Il miglioramento durò circa mezz'ora, poi si ripeté
l'attacco, ma non più cosi violento, perché le cure mediche lo contrastavano. Unii le mie
sofferenze a quelle di Gesù e le offrii per me e per la conversione delle anime che non
credono nella bontà di Dio. All'improvviso la mia cella si riempi di ceffi neri pieni di
malvagità e di odio contro di me. Uno di essi disse: « Maledetta tu e Colui che è in te,
perché già cominci a tormentarci nell'inferno ». Appena dissi: « Ed il Verbo si fece carne ed
abitò in mezzo a noi », subito quei ceffi scomparvero rumorosamente. L'indomani mi
sentivo debolissima, ma non provavo più nessuna sofferenza. Dopo la santa Comunione vidi
Gesù nell'aspetto che avevo già visto durante un'ora di adorazione. Lo sguardo del Signore
trapassò la mia anima da parte a parte e nemmeno il più minuscolo pulviscolo sfugge alla
Sua attenzione. E dissi a Gesù: « Pensavo che mi prendessi ». E Gesù mi rispose: «
Ancora non si è adempiuta completamente la Mia volontà in te; rimarrai ancora
sulla terra, ma non per molto tempo. Mi piace molto la tua fiducia, ma l'amore
sia più ardente. Un amore puro dà forza all'anima nell'agonia stessa. Quando
agonizzavo sulla croce non pensavo a Me, ma ai poveri peccatori e pregavo il
Padre per loro. Voglio che anche i tuoi ultimi momenti siano completamente
simili ai Miei sulla croce. Uno solo è il prezzo col quale si riscattano le anime e
questo prezzo è la sofferenza unita alla Mia sofferenza sulla croce. L'amore puro
comprende queste parole; l'amore carnale non le comprenderà mai ».

Anno 1934. Il giorno dell'Assunzione della SS.ma Vergine, non andai alla santa Messa, la
dottoressa non me lo permise, ma pregai fervorosamente in cella. Dopo poco vidi la
Madonna, che era di una bellezza indescrivibile e che mi disse: « Figlia Mia, voglio da te
preghiera, preghiera e ancora una volta preghiera per il mondo e special mente per la tua
Patria. Fa' la comunione riparatrice per nove giorni, unisciti strettamente al sacrificio della
Santa Messa. Per questi nove giorni starai davanti a Dio come vittima, ovunque,
continuamente, in ogni luogo e in ogni momento giorno e notte; ogni volta che ti svegli,
prega interiormente. Pregare di continuo interiormente è possibile ». Una volta Gesù mi
disse: « Il Mio sguardo da quest'immagine è tale e quale al Mio sguardo dalla
croce». Una volta il confessore mi chiese come doveva essere collocata la scritta, dato che
non c'era posto sull'immagine. Risposi che avrei pregato ed avrei dato una risposta la
settimana seguente. Mentre mi allontanavo dal confessionale, passando accanto al SS.mo
Sacramento, mi fu fatto capire interiormente come doveva essere quella scritta. Gesù mi
ricordò quello che mi aveva detto la prima volta e cioè che queste tre parole dovevano
essere messe in evidenza. Le parole sono queste: « Jezu, ufam Tobie ». Gesù, confido in
Te. Capii che Gesù desiderava che venisse messa questa frase, ma all'infuori di queste
parole, non dava altri ordini precisi. « Porgo agli uomini il recipiente, col quale
debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia. Il
recipiente è quest'immagine con la scritta: Gesù, confido in Te». O Amore
purissimo, regna totalmente nel mio cuore ed aiutami a compiere nella maniera più
fedele la Tua santa volontà. Verso la fine di un ritiro spirituale di tre giorni, mi accorsi che
camminavo lungo una strada accidentata ed inciampavo ogni momento e vedevo che dietro
di me veniva un altra figura che mi sosteneva continuamente e io non ero contenta di
questo e chiesi che quella figura si scostasse da me, perché volevo camminare da sola.
Tuttavia quella figura, che non riuscii a riconoscere, non mi abbandonò nemmeno per un
istante. La cosa m'innervosì e mi rivoltai contro di lei e la respinsi da me. In quel momento
conobbi che quella figura era la Madre Superiora e nello stesso momento vidi che non era
più la Madre Superiora ma Gesù, che m'inviò uno sguardo profondo e mi fece conoscere
quanto Gli sarebbe dispiaciuto se, anche nella più piccola cosa, non avessi cercato di fare la
volontà della Superiora « che è la Mia volontà». Chiesi vivamente perdono al Signore e
presi seriamente a cuore quell'avvertimento. + Una volta il confessore mi chiese di pregare
secondo la sua intenzione e cominciai una novena alla Madonna. Questa novena consisteva
nel recitare nove volte la « Salve Regina ». Verso la fine della novena vidi la Madonna col
Bambino Gesù in braccio e vidi anche il mio confessore che era inginocchiato ai Suoi piedi e
parlava con Lei. Non compresi di che cosa parlasse con la Madonna, poiché ero impegnata
a parlare col Bambino Gesù, che era sceso dalle braccia della Madonna e si era avvicinato a
me. Non mi stancavo di ammirare la Sua bellezza. Sentii alcune parole che gli diceva la
Madonna, ma non sentii tutto. Le parole sono queste: « Io sono non solo la Regina del
Cielo, ma anche la Madre della Misericordia e la Madre tua ». In quel momento
stese la mano destra con cui reggeva il mantello e copri con esso quel sacerdote. In
quell'istante la visione scomparve. Oh! che grazia grande è quella di avere un direttore
spirituale! Si progredisce più in fretta nelle virtù, si conosce più chiaramente la volontà di
Dio, la si adempie più fedelmente, si procede su una strada certa e sicura. il direttore
spirituale sa evitare gli scogli contro i quali essa potrebbe andare in frantumi. Iddio mi ha
dato questa grazia piuttosto tardi, ma sono molto lieta vedendo come Iddio accondiscende
ai desideri del direttore spirituale. Cito un solo fatto fra le migliaia che mi capitano. Come al
solito una sera avevo pregato il Signore di darmi i punti per la meditazione del giorno dopo.
Ricevetti questa risposta: « Medita sul profeta Giona e sulla sua missione ».

Ringraziai il Signore, ma dentro di me cominciai a pensare: che meditazione diversa dalle
altre! Ciò nonostante, con tutta l'applicazione possibile, m'impegnai a riflettere e in quel
profeta scoprii me stessa, nel senso che anch'io spesso mi rifiuto davanti a Dio, dicendo che
qualcun altro potrebbe compiere meglio la santa volontà di Dio, non comprendendo che Dio
può tutto e tanto più si rivela la Sua potenza, quanto più è misero lo strumento che
adopera. Dio mi ha fatto capire questo. Nel pomeriggio ci fu la confessione della comunità.
Quando feci presente al direttore spirituale il timore che mi attanaglia l'anima a causa di
questa missione, per la quale Dio mi usa come strumento non idoneo, il padre spirituale mi
rispose che, volenti o nolenti, dobbiamo compiere la volontà di Dio e mi fece l'esempio del
profeta Giona. Finita la confessione pensavo tra me, come mai il confessore sapesse ché
Dio mi aveva ordinato di fare la meditazione su Giona; io non gliene avevo parlato. Ad un
tratto udii queste parole: « Il sacerdote, quando Mi sostituisce, non è Iui che opera,
ma sono io per suo tramite. I suoi desideri sono i Miei desideri ». Vedo come Gesù
difende i Suoi sostituti. Egli stesso entra nel loro operare. + Giovedì. Quando ho cominciato
l'ora santa, avrei voluto immergermi nell'agonia di Gesù nell'Orto degli Ulivi. Ad un tratto
sentii nel mio intimo una voce: « Medita i misteri dell'Incarnazione ». Ed
all'improvviso mi apparve il Bambino Gesù di una splendente bellezza. Mi disse quanto era
gradita a Dio la semplicità dell'anima. « Sebbene la Mia grandezza sia inconcepibile,
ho rapporti di intimità soltanto con i piccoli. Voglio da te l'infanzia dello spirito ».

Ora vedo chiaramente come Iddio opera attraverso il confessore e come è fedele nelle sue
promesse. Due settimane fa il confessore mi aveva ordinato di riflettere sull'infanzia dello
spirito. Sulle prime la cosa m'era riuscita un po' difficile, ma il confessore, non badando alle
mie difficoltà, aveva insistito perché meditassi sull'infanzia dello spirito. « In pratica quest'infanzia si manifesta così: un bambino non si preoccupa né del passato né del
futuro, ma approfitta dei momento presente. In lei, sorella, desidero che emerga questa
infanzia dello spinto ed attribuisco a ciò una grande importanza ». Vedo come il Signore si
presti ad accogliere i desideri del confessore, dato che in questo periodo non mi si mostra
come Maestro nel pieno delle forze e della sua matura umanità, ma mi appare come un
Bambino. Questo Dio infinito si abbassa fino a me nelle sembianze di un Bambinello. Ma lo
sguardo della mia anima non si ferma alla superficie. Benché tu prenda le sembianze di un
Bambinello, io vedo in Te l'Immortale, l'infinito Signore dei signori, che i puri spiriti adorano
giorno e notte, per il quale ardono i cuori dei Serafini col fuoco dell'amore più puro. O
Cristo, o Gesù, io desidero superarli nell'amore verso di Te. Vi chiedo perdono, o puri spiriti,
per aver osato paragonarmi a Voi. Io sono un abisso di miseria, una voragine di miseria,
ma Tu, o Dio, che sei un abisso insondabile di Misericordia, assorbimi come l'ardore del sole
assorbe una goccia di rugiada. Un Tuo sguardo amorevole conferisce lo stesso livello ad
ogni abisso. Sono immensamente felice per la grandezza di Dio. Nel modo più assoluto mi
basta vedere la grandezza di Dio, per essere felice per tutta l'eternità. Una volta che vidi
Gesù sotto l'aspetto di un Bambino, domandai: « Come mai, Gesù, ora tratti intimamente
con me prendendo l'aspetto di un Bambino? Del resto io in Te, anche se sei così, vedo Dio
infinito, il mio Creatore e Signore ». Gesù mi rispose che fino a quando non avessi imparato
la semplicità e l'umiltà, avrebbe trattato con me come un bimbo. + 1934. Durante la santa
Messa, nella quale Gesù venne esposto nel SS.mo Sacramento, prima della santa
Comunione, vidi due raggi che uscivano dall'Ostia Santissima, così come sono dipinti in
questa immagine: uno rosso e l'altro pallido. Si riflettevano su ciascuna delle Suore e sulle
educande, ma non su tutte allo stesso modo. Su alcune erano appena tratteggiati. Era il
giorno in cui terminavano gli esercizi spirituali delle figliole.

22.XI.1934. + Una volta il padre spirituale mi ordinò di riflettere attentamente su di me e
di indagare per vedere se avevo qualche attaccamento a qualche oggetto o creatura od a
me stessa o se vi era in me una propensione a chiacchierare inutilmente. « Poiché tutto ciò,
mi disse, impedisce al Signore Gesù di amministrare a suo gradimento la tua anima. Dio è
geloso del nostro cuore e vuole che amiamo Lui solo ». Quando cominciai a riflettere
profondamente su me stessa, non notai di essere attaccata a qualche cosa. Tuttavia, come
in tutte le mie cose, così anche in questa avevo paura di me stessa e non credevo a me
stessa. Stanca per questa indagine minuziosa, andai davanti al SS.mo Sacramento e pregai
Gesù con tutta la forza della mia anima: «Gesù, mio Sposo, Tesoro del mio cuore, Tu sai
che conosco soltanto Te e non conosco altro amore tranne Te, ma Gesù, se dovessi
affezionarmi a qualunque cosa all'infuori di Te, Ti prego e Ti scongiuro, Gesù, per la
potenza della Tua Misericordia, fammi morire immediatamente, poiché preferisco mille
volte morire, piuttosto che ingannarTi una sola volta nella più piccola cosa ». In quel
momento Gesù si presentò all'improvviso davanti a me, non so da dove, splendente di una
bellezza indicibile, in una veste bianca, con le braccia alzate e mi disse queste parole: «
Figlia Mia, il tuo cuore è il Mio riposo ed il Mio compiacimento. In esso trovo
tutto quello che un gran numero di anime Mi rifiuta. Dillo al Mio sostituto». Ed
all'improvviso non vidi più nulla, ma una gioia immensa entrò nella mia anima. Ora
comprendo che nulla può essermi d'impedimento all'amore che ho per Te, o Gesù: non la
sofferenza, né le contrarietà, né il fuoco, né la spada, né la morte stessa. Mi sento più
forte, al di sopra di tutto questo. Nulla è paragonabile all'amore. Vedo che le cose più
insignificanti, compiute da un'anima che ama sinceramente Dio, hanno un valore
inestimabile agli occhi dei Suoi santi.

5.XII.1934. Una mattina, dopo aver aperto la porta del convento per fare uscire i nostri
operai addetti alla distribuzione del pane, entrai un momentino nella piccola cappellina, per
fare una breve visita a Gesù e rinnovare le intenzioni del giorno. « Ecco, Gesù, oggi tutte le
sofferenze, le mortificazioni, le preghiere, le offro per il Santo Padre, affinché approvi la
festa della Misericordia. Ma Gesù, debbo dirTi ancora una parola. Sono molto stupita per il
fatto che mi ordini di parlare di questa festa della Misericordia, quando tale festa, a
quanto mi dicono, esiste già. Quindi, perché dovrei parlarne? E Gesù mi rispose: « Chi mai
ne è informato tra la gente? Nessuno. E perfino coloro che debbono proclamare
e dare delle istruzioni alla gente su questa Misericordia, spesso essi stessi non lo
sanno. Per questo desidero che questa immagine venga solennemente
benedetta la prima domenica dopo Pasqua e che riceva culto pubblico, in modo
che tutti possano esserne informati. Fa' una novena secondo l'intenzione del
Santo Padre, che deve essere composta di trentatré invocazioni, ripetendo cioè
altrettante volte la breve preghiera alla Misericordia, che ti ho insegnato ». La
sofferenza è il tesoro più grande che ci sia sulla terra. Essa purifica l'anima. Nella sofferenza
conosciamo chi ci è veramente amico. Il vero amore si misura col termometro della
sofferenza. Gesù, Ti ringrazio per le piccole croci quotidiane, per le contrarietà che incontro
nelle mie iniziative, per il peso della vita comunitaria, per l'inter pretazione distorta delle mie
intenzioni, per le umiliazioni che provengono dagli altri, per il comportamento aspro verso
di noi, per i sospetti ingiusti, per la salute cagionevole e per le forze che vengono meno,
per il ripudio della mia volontà, per l'annientamento del proprio io, per il mancato
riconoscimento in tutto, per gli impedimenti posti a tutti i miei progetti. Ti ringrazio, Gesù,
per le sofferenze interiori, per l'aridità dello spirito, per le paure, i timori e i dubbi, per il
buio fitto e le tenebre interiori, per le tentazioni e le diverse prove, per le angosce che è
difficile descrivere, e soprattutto per quelle in cui nessuno ci capisce, per l'ora della morte,
per la dura lotta che la precede e per tutta la sua amarezza. Ti ringrazio, Gesù, che hai
bevuto il calice dell'amarezza, prima di porgerlo a me raddolcito. Ecco, ho accostato le mie
labbra al calice della Tua santa volontà. Avvenga di me secondo il Tuo volere; avvenga di
me ciò che ha stabilito la Tua sapienza fin dall'eternità. Desidero bere fino all'ultima stilla il
calice della predestinazione, non voglio indagare su questa predestinazione, nell'amarezza
c'è la mia gioia, nella disperazione la mia fiducia. In Te, o Signore, quello che ci dà il Tuo
Cuore paterno è tutto buono; non preferisco le gioie alle amarezze, né le amarezze alle
gioie, ma Ti ringrazio di tutto, o Gesù. La mia delizia consiste nello stare a contemplarTi, o
Dio incomprensibile. È in un'esistenza misteriosa che si aggira il mio spirito, poiché è là che
sento di essere a casa mia. Conosco bene la dimora del mio Sposo. Sento che in me non c'è
nemmeno una goccia di sangue che non arda d'amore per Te. Bellezza eterna, chi Ti
conosce una sola volta, non può più amare nessun'altra cosa. Sento la voragine insondabile
della mia anima, e che niente può colmarla, all'infuori di Dio. Sento che sprofondo in Lui,
come un granellino di sabbia in un oceano senza fondo. 20.XII.1934. Una sera entrando
nella cella, vidi Gesù esposto nell'ostensorio, come se fosse stato fuori all'aperto. Al piedi di
Gesù vidi il mio confessore e dietro di lui un gran numero di ecclesiastici di altissimo rango,
con indumenti che non avevo mai visto, eccetto allora in visione. E dietro a loro varie classi
di ecclesiastici. Più in là vidi una folla così vasta di gente che non riuscii ad abbracciarla con
lo sguardo. Vidi che dall'Ostia uscivano due raggi, come sono nell'immagine, che si unirono
strettamente fra di loro, ma non si confusero e passarono nelle mani del mio confessore e
poi nelle mani degli ecclesiastici e dalle loro mani passarono alla gente e tornarono
nell'Ostia. E in quel momento mi vidi in cella mentre entravo. 22.XII.1934. Quando mi
toccò in settimana d'andare a confessarmi, capitai che il mio confessore stava celebrando la
S. Messa. Nella terza parte della S. Messa vidi il Bambino Gesù, un po' più piccolo del solito
e con la differenza che aveva una piccola fascia di colore violetto, mentre di solito l'aveva
bianca.

24.XII.1934. Vigilia di Natale. La mattina durante la S. Messa ho sentito la vicinanza di
Dio; il mio spirito inavvertitamente si è immerso in Lui. Improvvisamente udii queste
parole: « Tu sei una gradevole dimora per Me; in te il Mio Spirito riposa ». Dopo
queste parole sentII io sguardo del Signore nel profondo del mio cuore e vedendo la mia
miseria, mi umiliai in ispirito ed ammirai la grande Misericordia di Dio, considerando che
l'altissimo Signore si accosta ad una tale miseria. Durante la santa Comunione la gioia
inondò la mia anima; sentii che ero strettamente unita alla Divinità; la Sua
onnipotenza assorbì tutto il mio essere. Per tutta la giornata avvertii in modo particolare la
vicinanza di Dio e, sebbene gli impegni non mi permettessero per tutta la giornata di
andare nemmeno per un momento in cappella, tuttavia non ci fu un solo istante in cui non
fossi unita a Dio. Lo sentii in me in una maniera più sensibile di qualunque altra volta.
Salutai senza posa la Madonna, immedesimandomi nel Suo spirito e La pregai, affinché
m'insegnasse il vero amore di Dio. Ad un tratto udii queste parole: « Durante la S. Messa
di mezzanotte ti comunicherò il segreto della Mia felicità ». La cena fu prima delle
sei; nonostante la letizia ed il chiasso esterno che c'è quando ci si scambia l'oplatek,
durante lo scambio vicendevole degli auguri non venni privata nemmeno per un istante
della presenza di Dio. Dopo cena ci affrettammo col lavoro ed alle nove potei andare
all'adorazione in cappella. Avevo ottenuto il permesso di non andare a riposare, ma di
attendere la Messa di mezzanotte. Ne gioii enormemente; dalle nove alle dodici avevo
tempo libero. Dalle nove alle dieci feci l'adorazione per i miei genitori e per tutta la mia
famiglia. Dalle dieci alle undici feci l'adorazione per il mio direttore spirituale, ringraziando
anzitutto Dio, che si era degnato di darmi qui in terra questo grande aiuto visibile, come mi
aveva promesso e, in secondo luogo, per impetrargli luce, affinché potesse conoscere la
mia anima e guidarmi come piaceva a Dio. Dalle undici alle dodici ho pregato per la santa
Chiesa e per il clero, per i peccatori, per le missioni, per le nostre case. Le indulgenze le ho
offerte per le anime del purgatorio.
Ore dodici. 25~XII.1934. Messa di mezzanotte. Appena usci la santa Messa, il
raccoglimento interiore s'impadronì di me, la gioia inondò la mia anima. Durante l'offertorio
vidi Gesù sull'altare; era di una bellezza incomparabile. Il Bambinello per tutto il tempo
guardò verso tutti, tendendo le manine. Quando ci fu l'elevazione il Bambinello non guardò
verso la cappella, ma verso il cielo; dopo l'elevazione si rivolse di nuovo verso di noi, ma
per poco tempo, poiché come al solito venne spezzato e mangiato dal sacerdote. La fascia
l'aveva bianca. Il giorno dopo vidi la stessa cosa e lo stesso vidi il terzo giorno. E difficile
esprimere la gioia che avevo nell'anima. Questa visione si ripeté durante tre sante Messe,
esattamente come nelle prime.

Anno 1934. Primo giovedì dopo Natale. Avevo dimenticato completamente che oggi era
giovedì, perciò non ho fatto l'adorazione. Sono andata assieme alle consorelle in dormitorio
alle ore nove. Stranamente non riuscivo a dormire. Mi sembrava che avessi ancora qualche
cosa da fare. Ripassai mentalmente i miei impegni, ma non riuscii a ricordarmi niente del
genere; la ricerca andò avanti fino alle dieci. Alle ore dieci vidi il Volto martoriato di Gesù.
Ad un tratto Gesù mi disse queste parole: « Ti ho attesa per dividere con te le Mie
sofferenze; chi infatti comprende le Mie sofferenze meglio della Mia sposa? ».
Chiesi perdono a Gesù per la mia tiepidezza, piena di rossore e confusa, non osando
rivolgere lo sguardo a Gesù, ma col cuore contrito chiesi a Gesù che si degnasse di darmi
una spina della Sua corona. Gesù mi rispose che mi avrebbe concesso questa grazia, ma
l'indomani, e subito la visione scomparve. Al mattino, durante la meditazione, sentii una
spina dolorosa dalla parte sinistra del capo; il dolore mi durò per tutto il giorno e pensai
continuamente a come Gesù avesse potuto resistere al dolore di tutte quelle spine che sono
nella Sua corona. Unii le mie sofferenze alla sofferenza di Gesù e le offrii per i peccatori.
Alle quattro, quando sono andata per l'adorazione, ho visto una delle nostre allieve che
offendeva Dio terribilmente con dei peccati impuri di pensiero. Ho visto pure una certa
persona a causa della quale peccava. Un fremito di spavento ha attraversato l'anima mia ed
ho pregato Dio, per i dolori di Gesù, che si degnasse strap parla da quell'orribile miseria.
Gesù mi rispose che le avrebbe concesso la grazia, non per suo merito, ma per la mia
preghiera. Allora compresi quanto dovremmo pregare per i peccatori e special mente per le
nostre educande. La nostra è una vita veramente apostolica; non so immaginare una
religiosa che viva nelle nostre case, cioè nella nostra Congregazione, che non abbia spirito
apostolico; lo zelo per la salvezza delle anime dovrebbe ardere nei nostri cuori. O mio Dio,
come è dolce soffrire per Te, soffrire nel più segreto del cuore, nel più grande
nascondimento, immolandosi come vittima non notata da alcuno, pura come il cristallo,
senza alcuna soddisfazione nè partecipazione affettiva. Il mio spirito arde per un amore
attivo, non perdo tempo per nessuna fantasticheria, prendo singolarmente ogni istante,
poiché questo è in mio potere; il passato non mi appartiene più, il futuro non è ancora mio,
procuro di utilizzare con tutta l'anima il tempo presente.

4.I.1935. Primo capitolo di Madre Borgia. In questo capitolo la Madre ha messo in
evidenza la vita di fede e la fedeltà nelle piccole cose. A metà del capitolo ho udito queste
parole: « Desidero che nel momento presente ci sia in voi più fede. Che grande
gioia Mi procura la fedeltà della Mia sposa nelle piccole cose! ». Ad un tratto rivolsi
lo sguardo sul crocifisso e vidi che Gesù aveva il capo rivolto verso il refettorio e che le Sue
labbra si muovevano. Quando ne parlai alla Madre Superiora, mi rispose: « Vede, sorella,
come Gesù esige che la nostra sia una vita di fede ». Quando la Madre se n'era andata in
cappella ed io ero rimasta a mettere in ordine la stanza, tutto ad un tratto sentii queste
parole: « Dì questo a tutte le Suore, che esigo che vivano con spirito di fede nei
confronti delle Superiore nel momento attuale ». Chiesi al confessore di sciogliermi
da questo impegno. Quando parlai con una persona che avrebbe dovuto dipingere
l'immagine, ma per certi motivi non la dipinse, durante il colloquio con lei sentii nel mio
intimo questa voce: « Desidero che essa sia più obbediente ». Compresi che anche i
più grandi sforzi, se non hanno il sigillo dell'obbedienza, non sono graditi a Dio; parlo di un
anima consacrata a Dio. O Dio, come è facile conoscere la Tua volontà in un ordine
religioso! Noi, anime consacrate, dal mattino fino a notte abbiamo chiaramente indicata la
volontà divina e nei momenti di incertezza abbiamo i Superiori, attraverso i quali paria
Iddio.

1934-1935. Ultimo giorno dell'anno. Ho avuto il permesso di non andare a dormire, ma di
pregare in cappella. Una delle nostre suore mi ha pregato di offrire per lei un'ora di
adorazione. Le ho risposto di si ed ho pregato per lei un'ora intera. Durante la preghiera
Dio mi ha fatto conoscere quanto Gli è cara quella piccola anima. La seconda ora di
adorazione l'ho offerta per la conversione dei peccatori e specialmente in riparazione delle
offese che nel momento presente vengono fatte a Dio. Quanto viene offeso Iddio! La terza
ora l'ho offerta secondo l'intenzione del mio padre spirituale, ho pregato fervorosamente
perché venga illuminato in merito ad una questione particolare. Suonano infine le dodici,
l'ultima ora dell'anno, che ho finito nel nome della SS.ma Trinità, come del resto nel nome
della SS.ma Trinità ho cominciato la prima ora dell'Anno Nuovo. Ho chiesto la benedizione
ad ognuna delle Persone ed ho guardato con grande fiducia all'Anno Nuovo, che non sarà
certamente avaro di sofferenze. O Ostia Santa, in cui è contenuto il testamento della Divina
Misericordia per noi e specialmente per i poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuto
il Corpo ed il Sangue del Signore Gesù, come dimostrazione dell'infinita Misericordia verso
di noi, ma specialmente verso i peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuta la vita eterna e
l'infinita Misericordia elargita in abbondanza a noi, ma specialmente ai poveri peccatori. O
Ostia Santa, in cui è contenuta la Misericordia del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
verso di noi, ma specialmente verso i poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuto
il prezzo infinito della Misericordia, che ripagherà tutti i nostri debiti, ma specialmente quelli
dei poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuta la sorgente di acqua viva, che
scaturisce dalla Misericordia infinita per noi, ma specialmente per i poveri peccatori. O Ostia
Santa, in cui è contenuto il fuoco dell'amore più puro, che arde dal seno dell'Eterno Padre,
come da un abisso di Misericordia infinita per noi, ma specialmente per i poveri peccatori. O
Ostia Santa, in cui è contenuta la medicina per tutte le nostre debolezze, che sgorga dalla
Misericordia infinita come da una sorgente, per noi e specialmente per i poveri peccatori. O
Ostia Santa, in cui è contenuto il vincolo di unione fra Dio e noi, grazie all'infinita
Misericordia per noi e specialmente per i poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui sono
contenuti tutti i sentimenti del Cuore dolcissimo di Gesù verso di noi e specialmente per i
poveri peccatori. O Ostia Santa, nostra unica speranza in tutte le sofferenze e contrarietà
della vita. O Ostia Santa, nostra unica speranza fra le tenebre e le tempeste interiori ed
esteriori. O Ostia Santa, nostra unica speranza in vita e nell'ora della morte. O Ostia Santa,
nostra unica speranza fra gli insuccessi e nell'abisso della disperazione. O Ostia Santa,
nostra unica speranza in mezzo alle menzogne ed ai tradimenti. Ostia Santa, nostra unica
speranza fra le tenebre e le empietà che sommergono la terra. O Ostia Santa, nostra unica
speranza in mezzo alla nostalgia e al dolore, per il quale nessuno ci comprende. O Ostia
Santa, nostra unica speranza in mezzo alle fatiche ed al grigiore della vita di ogni giorno. O
Ostia Santa, nostra unica speranza quando le nostre aspirazionie e le nostre fatiche vanno
in fumo. O Ostia Santa, nostra unica speranza fra i colpi dei nemici e gli assalti dell'inferno.
O Ostia Santa, confiderò in Te quando le difficoltà della vita supereranno le mie forze ed i
miei sforzi risulteranno inutili. O Ostia Santa, confiderò in Te quando le tempeste
sconvolgeranno il mio cuore ed il mio spirito atterrito comincerà a piegarsi verso il dubbio
che corrode. O Ostia Santa, confiderò in Te quando il mio cuore comincerà a tremare ed un
sudore mortale mi bagnerà la fronte. O Ostia Santa, confiderò in Te quando tutto si
rivolgerà contro di me e la nera disperazione s'insinuerà nella mia anima. O Ostia Santa,
confiderò in Te quando il mio sguardo si spegnerà per tutto ciò che è terreno, ed il mio
spirito vedrà per la prima volta mondi sconosciuti. O Ostia Santa, confiderò in Te quando i
miei impegni saranno al di sopra delle mie forze e l'insuccesso sarà per me la sorte
abituale. O Ostia Santa, confiderò in Te quando l'osservanza delle virtù mi apparirà difficile
e la mia natura si ribellerà. O Ostia Santa, confiderò in Te quando i colpi dei nemici saranno
diretti contro di me. O Ostia Santa, confiderò in Te quando le mie fatiche ed i miei
sforzi non verranno approvati dalla gente. O Ostia Santa, confiderò in Te quando sopra di
me risuonerà il Tuo giudizio; in quel momento confiderò nell'oceano della Tua Misericordia.
+ O Santissima Trinità, confido nella Tua infinita Misericordia. Iddio è mio Padre, quindi io,
come Sua figliola, ho ogni diritto sul Suo Cuore divino e quanto più grandi sono le tenebre,
tanto più decisa dev'essere la nostra fiducia. Non riesco a comprendere come si possa non
aver fiducia in Colui che può tutto. Con Lui tutto, senza di Lui nulla. Egli, il Signore, non
permetterà né lascerà che restino confusi coloro che hanno posto in Lui tutta la loro fiducia.

10.1.1935. + Giovedì. La sera durante la benedizione, cominciai ad essere tormentata da
pensieri di questo genere: tutto quello che dico della grande Misericordia di Dio, non è per
caso una menzogna od un'illusione?.., e volevo riflettere per un po' su questo argomento,
quando all'improvviso sentii nel mio intimo una voce forte e chiara: «Tutto quello che
dici della Mia bontà è vero e non ci sono espressioni sufficienti per esaltare la
Mia bontà ». Queste parole furono così piene di forza e così chiare, che darei la vita per
esse, per confermare che provenivano dal Signore. Le riconosco dalla profonda serenità che
in quei momenti mi viene trasmessa e che mi rimane anche in seguito. Tale serenità mi dà
una forza ed un'energia così grandi, che nulla sono le difficoltà, le contrarietà, le sofferenze
e la morte stessa. Questa luce mi ha sollevato un lembo di mistero, cioè mi ha fatto capire
che tutti gli sforzi che intraprendo perché le anime conoscano la Misericordia dei Signore,
sono molto graditi a Dio e da ciò è venuta alla mia anima una tale gioia, che non so se in
paradiso ce ne possa essere una maggiore. Oh! se le anime volessero ascoltare almeno un
po' la voce della coscienza e la voce, cioè l'ispirazione dello Spirito Santo! Dico « almeno un
po' », dato che una volta che ci consegnamo all'influsso dello Spirito di Dio, Egli stesso
completerà quello che manca a noi. +Capodanno 1935. A Gesù piace partecipare alle più
piccole circostanze della nostra vita e soddisfa talvolta i miei desideri segreti, quelli che
certe volte nascondo anche a Lui, sebbene lo sappia che per Lui non ci può essere nulla di
segreto. A Capodanno da noi c'è l'usanza di estrarre il Patrono particolare per tutto l'anno.
La mattina, durante la meditazione, mi venne uno di questi segreti desideri, e cioè che
Gesù Eucaristico fosse il mio Patrono particolare anche per quest'anno, come per il passato.
Nascosi però questo mio desiderio al mio Diletto; parlai con Lui di tutto, ad eccezione del
fatto che Lo volevo come Patrono. Quando andammo in refettorio per la colazione, dopo
aver fatto il segno della croce, ebbe inizio l'estrazione dei Patroni. Appena mi avvicinai
alle immaginette sulle quali erano scritti i Patroni, ne presi una senza pensarci e non la lessi
subito. Volevo mortificarmi per qualche minuto. All'improvviso sento nel mio intimo una
voce: « Sono il tuo Patrono, leggi ». Allora guardai subito quello che c'era scritto e
lessi: « Patrono per il 1935 la Santissima Eucaristia ». il cuore mi sobbalzò dalla gioia
e mi allontanai alla chetichella dal gruppo delle suore ed andai almeno per un momento
davanti al SS.mo Sacramento e là diedi sfogo ai sentimenti del mio cuore. Gesù però mi
fece osservare in modo delicato che in quel momento avrei dovuto essere con le consorelle.
Andai immediatamente, attenendomi alla regola. O Santa Trinità, Unico Dio, insondabile
nella grandezza della Misericordia verso le creature e specialmente verso i poveri peccatori.
Hai mostrato l'abisso insondabile della Tua Misericordia, che nessuna mente, né umana né
angelica, è riuscita mai a scandagliare. Il nostro nulla e la nostra miseria sprofondano nella
Tua grandezza. O Bontà infinita, chi può adorarti degnamente? Si trova un'anima che possa
comprendere il Tuo amore? O Gesù, tali anime esistono, ma non sono molte. + Un giorno,
durante la meditazione del mattino, sentii questa voce: « Io Stesso sono la tua guida,
sono stato, sono e sarò; ma dato che Mi hai chiesto un aiuto visibile, te l'ho dato.
L'ho scelto Io Stesso ancor prima che Me lo chiedessi, poiché l'esige la Mia
causa. Sappi che le mancanze che commetti contro di lui, feriscono il Mio Cuore.
Guardati bene in modo particolare dall'agire di testa tua; in ogni più piccola cosa
ci sia il sigillo dell'obbedienza». Col cuore contrito ed annientato chiesi perdono al
Signore Gesù per quelle mancanze. Chiesi perdono anche al padre spirituale e feci il
proposito di non far nulla, piuttosto che fare molto e male. O Gesù buono, Ti ringrazio per
questa grande grazia, cioè per avermi fatto conoscere quello che sono per me stessa:
miseria e peccato, nient'altro. Da me stessa posso fare una cosa soltanto, cioè offenderTi, o
mio Dio, poiché la miseria non può fare nient'altro da se stessa che offendere Te, o Bontà
infinita. + Una volta mi venne chiesto di pregare per una certa amma. Decisi di fare subito
una novena alla Misericordia del Signore ed alla novena aggiunsi una mortificazione, che
consisteva nel tenere in entrambe le gambe una catenella di ferro per la durata della santa
Messa. Erano tre giorni che facevo quella penitenza, quando andai a confessarmi e dissi al
padre spirituale che avevo intrapreso quella mortificazione col suo permesso presunto.
Pensavo infatti che il Padre spirituale non avrebbe avuto nulla contro di ciò. Invece la
risposta che ascoltai fu il contrario, cioè che non dovevo far nulla di mia iniziativa, senza il
permesso. O mio Gesù, ecco ho agito di nuovo a mio arbitrio, ma non perdo il coraggio a
causa delle mie mancanze; so bene che sono miseria. A motivo della salute non ottenni il
permesso, ed il Padre spirituale si meravigliò che avessi potuto sottopormi a maggiori
mortificazioni senza il suo permesso. Chiesi perdono per il mio comportamento arbitrario, o
meglio per aver agito con un permesso presunto e chiesi che mi venisse cambiata quella
penitenza in un'altra. il Padre spirituale me la cambiò in una mortificazione interiore,
invitandomi a riflettere, durante la santa Messa, al motivo per cui Gesù volle essere
battezzato. Quella meditazione non fu una mortificazione per me, dato che pensare a Dio è
una delizia, e non una mortificazione; ma in quello c'era la mortificazione della volontà,
dato che facevo non quello che piaceva a me, ma quello che mi era stato indicato ed
appunto in questo consiste la mortificazione interiore. Dopo che mi fui allontanata dal
confessionale e cominciai a fare la penitenza, udii queste parole: « Ho concesso la grazia
all'anima, per la quale Mi hai pregato, ma non per la tua mortificazione, quella
che ti eri scelta da sola, bensì solo per l'atto di obbedienza totale verso il Mio
Sostituto ho fatto grazia all'anima, per la quale hai interceduto presso di Me e
per la quale hai mendicato la Misericordia. Sappi che quando annienti in te la tua
propria volontà, allora la Mia regna in Te ». O mio Gesù, abbi pazienza con me. Ora
starò più attenta per l'avvenire. Questo proposito non lo baso su me stessa, ma sulla Tua
grazia e bontà, che è così grande verso di me tanto misera. + Una volta Gesù mi fece
conoscere che quando Lo prego per qualche intenzione, che talvolta mi viene
raccomandata, è sempre pronto a concedere le Sue grazie, solo che non sempre le anime
le vogliono accettare: « Il Mio Cuore è stracolmo di tanta Misericordia per le anime
e soprattutto per i poveri peccatori. Oh! se riuscissero a capire che Io sono per
loro il migliore dei Padri; che per loro è scaturito dal Mio Cuore Sangue ed
Acqua, come da una sorgente strapiena di Misericordia; che per loro dimoro nel
tabernacolo e come Re di Misericordia desidero colmare le anime di grazie, ma
non vogliono accettarle. Vieni almeno tu il più spesso possibile a prendere le
grazie che essi non vogliono accettare e con ciò consolerai il Mio Cuore. Oh!
quanto è grande l'indifferenza delle anime per tanta bontà, per tante prove
d'amore! Il Mio Cuore è ripagato solo con ingratitudine e trascuratezza da parte
delle anime che vivono nel mondo. Hanno tempo per ogni cosa; per venire da Me
a prendere le grazie non hanno tempo. E perciò Mi rivolgo a voi, a voi, anime
elette! Anche voi non comprendete l'amore del Mio Cuore? E anche qui è rimasto
deluso il Mio Cuore. Non trovo il completo abbandono al Mio amore. Tante
riserve! Tanta diffidenza! Tanta cautela! Per tua consolazione ti dirò che ci sono
anime che vivono nel mondo, che Mi amano sinceramente; dimoro nei loro cuori
con delizia. Ma non sono molte. Anche nei conventi ci sono tali anime che
riempiono di gioia il Mio Cuore; in esse sono impressi i Miei lineamenti e per
questo il Padre Celeste guarda a loro con un compiacimento particolare. Esse
saranno la meraviglia degli angeli e degli uomini. Il loro numero è molto piccolo.
Esse costituiscono una difesa di fronte alla giustizia del Padre Celeste ed
impetrano la Misericordia per il mondo. L'amore di queste anime ed il loro
sacrificio mantengono l'esistenza del mondo. Quello che ferisce più
dolorosamente il Mio Cuore è l'infedeltà di un anima che Io ho scelto in modo
particolare. Quelle infedeltà sono come lame taglienti che trafiggono il Mio
Cuore ».

29.1.1935. Questo martedì mattina, durante la meditazione, ho visto interiormente il
Santo Padre che celebrava la santa Messa. Dopo il « Pater noster » si è messo a parlare
con Gesù della causa, di cui Gesù aveva ordinato a me di parlarGli. Benché io non abbia
parlato di ciò personalmente col Santo Padre, dato che l'argomento è stato trattato da
qualcun altro, in questo momento però io so, per conoscenza interiore, che il Santo Padre
sta riflettendo su tale questione, che in breve tempo si evolverà secondo i desideri di Gesù.
Prima degli esercizi spirituali di otto giorni, andai dal mio direttore spirituale, a chiedergli il
permesso per certe mortificazioni da fare durante gli esercizi, tuttavia non ottenni il
permesso per tutto quello che avevo chiesto, ma solo per alcune. Ottenni l'autorizzazione
per un ora di meditazione sulla Passione del Signore Gesù e per certi atti di umiliazione. Ero
rimasta però un po' insoddisfatta, per non aver ottenuto il permesso per tutto quello che
avevo chiesto. Quando tornammo a casa, entrai un momento in cappella e subito udii nel
mio intimo una voce: « Un'ora di meditazione sulla Mia dolorosa Passione ha un
merito maggiore di un anno intero di flagellazioni a sangue. La meditazione sulle
Mie Piaghe dolorose è di grande profitto per te ed a Me procura una grande
gioia. Mi stupisce che tu non abbia ancora rinunciato completamente alla tua
volontà, ma gioisco enormemente pensando che tale cambiamento avverrà
durante gli esercizi spirituali ». Questo stesso giorno, mentre ero in chiesa ed
aspettavo di confessarmi, vidi gli stessi raggi che uscivano dall'ostensorio e si propagavano
per tutta la chiesa. Questo durò per tutto il tempo della funzione. Dopo la benedizione si
proiettarono su entrambi i lati e poi rientrarono nell'ostensorio. Ad osservarli erano chiari e
limpidi come il cristallo. Chiesi a Gesù che si degnasse di accendere il fuoco del Suo amore
in tutte le anime indifferenti. Sotto questi raggi il cuore si riscalda, anche se fosse freddo
come un pezzo di ghiaccio; se fosse duro come la roccia, si ridurrebbe in polvere.

+ G.M.G. Wilno, 4.11.1933 ESERCIZI SPIRITUALI DI OTTO GIORNI. O Gesù, Re
di Misericordia, ecco di nuovo un momento in cui rimango faccia a faccia con Te. Per
questo T'imploro per tutto l'amore di cui arde il Tuo Cuore Divino, annienta in me
completamente l'amor proprio ed in cambio infiamma il mio cuore del fuoco del Tuo amore
purissimo. Verso sera, finita la predica, udii queste parole: « Io sono con te. Durante
questi esercizi spirituali consoliderò la tua pace e il tuo coraggio, in modo che
non vengano meno le tue forze nel dare attuazione ai Miei propositi. Pertanto
durante questi esercizi annullerai completamente la tua volontà, mentre si
compirà in te tutta la Mia volontà. Sappi che ciò ti verrà a costare molto.
Pertanto scrivi su una pagina bianca queste parole: Da oggi in me non esiste la
volontà propria, e depennala. Su un'altra pagina scrivi queste parole: Da oggi
faccio la volontà di Dio ovunque, sempre, in tutto. Non spaventarti di nulla,
l'amore ti darà forza e te ne faciliterà l'esecuzione ». Nella meditazione
fondamentale sullo scopo, cioè sulla scelta dell'amore, l'anima deve amare, ha bisogno di
amare; l'anima deve river sare il suo amore, non nel fango, non nel vuoto, ma in Dio. Come
gioisco quando rifletto su questo, poiché sento che nel mio cuore c’è soltanto Lui. Gesù solo
ed unico; e amo le creature in quanto mi aiutano ad unirmi a Dio. Amo tutti gli uomini per
questo, poiché vedo in essi l'immagine di Dio.

G.M.G. Wilno, 4.11.1935 DA OGGI NON ESISTE LA VOLONTA’ PROPRIA. Nel
momento in cui m'inginocchiai per depennare la volontà come mi aveva ordinato il Signore,
udii nel mio intimo questa voce: «Da oggi non temere il giudizio di Dio, poiché non
sarai giudicata ». Da oggi, faccio la Volontà di Dio, ovunque, sempre, in tutto.

G.M.G. Wilno, 8.11.1935. Lavoro interiore particolare, cioè esame di coscienza. Sul
rinnegamento di se stessa, della propria volontà. I. Rinnegamento dell'intelletto, cioè sua
sottomissione all'intelletto di coloro che per me qui in terra sostituiscono Dio. Il.
Rinnegamento della volontà, cioè fare la volontà di Dio, che a me si manifesta nella volontà
di coloro che per me sostituiscono Dio e che è contenuta nelle regole del nostro ordine. III.
Rinnegamento del giudizio, cioè accettare immediatamente senza pensarci su, senza
analizzarlo, senza discuterlo, ogni ordine che mi viene dato da coloro che per me
sostituiscono Dio. IV. Rinnegamento della lingua. Non le darò la più piccola libertà; in un
solo caso gliela darò completa, cioè quando si tratta di proclamare la gloria di Dio. Ogni
volta che mi accosto alla santa Comunione, prego che Gesù rafforzi e purifichi la mia lingua,
in modo che io non ferisca il prossimo con essa. Per lo stesso motivo tengo nella massima
considerazione la regola che mi parla del silenzio. O Gesù mio, ho fiducia che la Tua grazia
mi aiuti a mettere in pratica questi propositi. Benché i punti suddetti siano compresi nel
voto di obbedienza, tuttavia desidero esercitarmi in essi in modo del tutto particolare, in
quanto costituiscono l'essenza della vita religiosa. Gesù Misericordioso, Ti prego
ardentemente, illumina il mio intelletto, perché possa conoscere meglio Te, che sei l'Essere
Infinito, e possa conoscere meglio me stessa, che sono il niente personificato. Della santa
confessione. Dalla santa confessione dovremmo ricavare due benefici. Alla confessione
andiamo: primo, per essere guariti; secondo, per essere educati. La nostra anima ha
bisogno di essere educata continuamente, come un bambino. O mio Gesù, comprendo
profondamente queste parole e so per esperienza che un'anima con le proprie forze non
arriva lontano, si affatica molto, non fa nulla per la gloria di Dio; sbaglia continuamente,
poiché la nostra mente è ottenebrata e non riesce a distinguere i fatti suoi. Avrò
un'attenzione particolare per due cose: la prima è quella di scegliere per la confessione
quello che mi umilia di più, anche se si tratta di una piccola cosa, che però mi costa e per
questo ne parlerò; la seconda è quella di esercitarmi nella contrizione; non solo prima di
confessarmi, ma in ogni esame di coscienza cercherò di suscitare in me il dolore perfetto e
ciò soprattutto prima di mettermi a riposare. Ed una parola ancora: l'anima che desidera
veramente progredire sulla via della perfezione, deve attenersi scrupolosamente ai consigli
che le vengono dati dal direttore spirituale. Tanta è la santità, quanta la dipendenza. Una
volta, mentre parlavo col direttore della mia anima, in un lampo più veloce di quello di un
fuimine, vidi interiormente la sua anima in una grande tribolazione, in un tale tormento, che
sono poche le anime che Iddio prova con tale fuoco. Tali sofferenze gli provengono da
quest'opera. Verrà un momento nel quale quest'opera, che pure Dio raccomanda tanto,
sembrerà in completo sfacelo ed all'improvviso seguirà l'azione di Dio con grande energia,
la quale darà testimonianza alla verità. Essa, l'opera, sarà un nuovo splendore per la
Chiesa, sebbene esistesse già da molto tempo in essa. Che Dio sia infinitamente
misericordioso, nessuno può negarlo. Egli desidera che questo lo sappiano tutti, prima che
torni come Giudice; vuole che le anime Lo conoscano prima come Re di Misericordia.
Quando si verificherà questo trionfo, noi saremo già nella nuova vita, dove non ci sono
sofferenze. Ma prima la tua anima sarà saziata d'amarezze al vedere la distruzione dei tuoi
sforzi. Questa distruzione però sarà soltanto apparente, poiché Iddio non cambia quello che
ha stabilito una volta. Ma anche se la distruzione sarà apparente, le sofferenze invece
saranno reali. Quando ciò avverrà, non lo so; quanto durerà, non lo so. Ma Dio ha
promesso una grande grazia specialmente a te e a tutti « quelli che proclameranno la
Mia grande Misericordia. Io Stesso li difenderò nell'ora della morte, come Mia
gloria ed anche se i peccati delle anime fossero neri come la notte, quando un
peccatore si rivolge alla Mia Misericordia, Mi rende la gloria più grande ed è un
vanto della Mia Passione. Quando un'anima esalta la Mia bontà, allora satana ne
trema e fugge nel profondo dell'inferno ». Durante un'adorazione, Gesù mi promise:

« Con le anime che ricorreranno alla Mia Misericordia e con le anime che
esalteranno e faranno conoscere ad altre la Mia grande Misericordia, nell'ora
della loro morte Mi comporterò secondo la Mia Misericordia infinita. Il Mio Cuore
è addolorato - ha detto Gesù - perché anche le anime elette non comprendono
quanto sia grande la Mia Misericordia. I loro rapporti con Me sono in un certo
modo espressione di diffidenza. Oh! quanto questo ferisce il Mio Cuore!
Ricordatevi della Mia Passione e, se non credete alle Mie parole, credete almeno
alle Mie Piaghe». Non faccio alcun movimento, alcun gesto perché piace a me, perché
sono vincolata dalla grazia; continuamente attendo a ciò che è più gradito a Gesù. Durante
una meditazione sull'obbedienza udii queste parole: « In questa meditazione il
sacerdote in via eccezionale parla per te. Sappi che Io prendo in prestito la sua
bocca ». Cercai di ascoltare con la massima attenzione ed applicai tutto al mio cuore,
come faccio per ogni meditazione. Quando il sacerdote pronunciò queste parole, che un
anima obbediente si riempie della forza di Dio, udii quanto segue: "Si, quando sei
obbediente, mi prendo la tua debolezza ed al suo posto ti do la Mia forza. Sono
molto stupito che le anime non vogliano fare questo scambio con Me." Io dissi al
Signore: « Gesù, illumina Tu la mia anima, poiché diversamente capirò ben poco di queste
parole ». So che non vivo per me, ma per un gran numero di anime. So che le grazie date a
me, non sono soltanto per me, ma anche per le anime. O Gesù, l'abisso della Tua
Misericordia si è riversato nella mia anima, che è l'abisso stesso della miseria. Ti ringrazio,
Gesù, per le grazie e le piccole croci che mi dai in ogni momento della vita. All'inizio degli
esercizi spirituali sul soffitto della cappella vidi Gesù crocifisso che guardava alle suore con
tanto amore, ma non a tutte. C'erano tre suore, alle quali il Signore guardò con uno
sguardo severo. Non so, non so per quali motivi, so soltanto che è una cosa terribile vedere
uno sguardo simile che è lo sguardo del Giudice severo. Quello sguardo non riguardava me,
eppure allibii per lo spavento, mentre scrivo tremo ancora tutta. Non ebbi il coraggio di dire
una sola parola a Gesù, mi vennero a mancare le forze fisiche e pensavo che non avrei
resistito fino alla fine della predica. Un giorno dopo vidi la stessa cosa, come la prima volta,
e osai proferire queste parole: « Gesù, quanto è grande la Tua Misericordia! ». Il terzo
giorno si ripeté ancora lo stesso sguardo su tutte le suore con grande amabilità, ad
eccezione di quelle tre suore. Allora presi il coraggio che proveniva dall'impulso verso
l'amore del prossimo e dissi al Signore: « Tu sei la Misericordia personificata, come Tu
stesso mi hai detto, Ti scongiuro quindi per la potenza della Tua Misericordia, rivolgi il Tuo
sguardo benigno anche su quelle tre suore, e se ciò non s'accorda con la Tua sapienza, Ti
prego di fare uno scambio: il Tuo sguardo benevolo verso la mia anima, sia per loro, e
il Tuo sguardo severo verso le loro anime, sia per me. All'istante Gesù mi disse queste
parole: « Figlia Mia, per il tuo amore sincero e generoso concedo loro molte
grazie, benché esse non le chiedano, ma per la promessa che ho fatto a te ». E
subito avvolse le tre suore con uno sguardo misericordioso. Alla vista della bontà di Dio, il
cuore mi cominciò a battere per la grande gioia. Quando feci l'adorazione dalle 9 alle 10
erano rimaste anche altre quattro suore. Mentre mi avvicinavo all'altare e meditavo sulla
Passione del Signore Gesù, in quello stesso momento un dolore tremendo inondò la mia
anima, a causa dell'ingratitudine di un gran numero di anime che vivono nel mondo, ma mi
addolorava specialmente l'ingratitudine delle anime scelte in modo particolare da Dio. Non
c'è modo di esprimerla, né di confrontarla. Alla vista di quella ingratitudine, che è la più
nera, sentii come se il cuore mi si schiantasse, mi vennero a mancare completamente le
forze fisiche e caddi con la faccia a terra, senza nascondere un pianto dirotto. Ogni volta
che rievocavo la grande Misericordia di Dio e l'ingratitudine delle anime, il dolore trafiggeva
il mio cuore e comprendevo quanto ciò ferisse il Cuore dolcissimo di Gesù. Con cuore
ardente rinnovai il mio atto di offerta per i peccatori. Con gioia e desiderio ho accostato le
mie labbra al calice dell'amarezza, che prendo ogni giorno dalla S. Messa. La piccola
porzione, che Gesù mi ha assegnato per ogni momento, anche quella non la cederò a
nessuno. Conforterò continuamente il dolcissimo Cuore Eucaristico; suonerò canti di
riconoscenza sulle corde del mio cuore; la sofferenza è il tono più armonioso. Cercherò con
cura di capire con che cosa posso rallegrare oggi il Tuo Cuore. I giorni della vita non sono
uniformi; quando le nuvole nere mi copriranno il sole, cercherò come l'aquila di attraversare
la loro barriera, per far conoscere agli altri che il sole non si spegne. Sento che Iddio mi
permette di scostare i veli, affinché la terra non abbia dubbi sulla Sua bontà. Iddio non va
soggetto ad eclissi, né a cambiamenti; rimane per l'eternità Uno e sempre lo Stesso. Niente
può opporsi alla Sua volontà. Sento in me una forza sovrumana, sento il coraggio e
l'energia che mi viene attraverso la grazia che dimora in me. Comprendo le anime che
soffrono perché prive di speranza, poiché ho provato su di me questo tormento. Iddio però
non dà prove al di sopra delle forze. Spesso ho vissuto di speranza contro ogni speranza ed
ho spinto la mia speranza fino alla totale fiducia in Dio. Avvenga di me quello che ha
stabilito dall'eternità.

MASSIME GENERALI. Sarebbe molto brutto, se una suora cercasse sollievo nella sofferenza.
Ecco quello che ha fatto la grazia e la meditazione del più grande criminale. Colui
che muore, ha un grande amore. Ricordati di me quando sarai in paradiso. Il pentimento
sincero trasforma immediatamente un'anima. La vita spirituale va praticata con serietà e
sincerità. L'amore dev'essere reciproco. Dato che il Signore Gesù per me ha bevuto il fiele
fino in fondo, io Sua sposa, per dimostrargli il mio amore, accetterò tutte le amarezze. Chi
sa perdonare si prepara molte grazie da parte del Signore. Ogni volta che guarderò la
croce, perdonerò sinceramente. L'unione con le anime l'abbiamo ottenuta nel santo
battesimo. La morte rafforza l'amore. Devo essere sempre d'aiuto per gli altri. Se sarò una
buona religiosa sarò utile non solo alla Congregazione, ma anche a tutta la Patria. Il
Signore Dio concede le grazie in due modi: con le ispirazioni e con le illuminazioni. Se
chiediamo una grazia, Iddio ce la dà, ma dobbiamo volerla accettare, ma per accettarla
occorre abnegazione. L'amore non è fatto di parole, né di sentimenti, ma di azioni. E un
atto della volontà, è un dono, cioè una donazione; l'intelletto, la volontà ed il cuore, ecco le
tre facoltà che dobbiamo esercitare durante la preghiera. Risorgerò in Gesù, ma prima
debbo vivere in Lui. Se non mi distacco dalla croce, allora si manifesterà in me il Vangelo.
Tutte le mie insufficienze le colma in me Gesù con la Sua grazia, che agisce
incessantemente. La SS.ma Trinità mi trasmette la Sua vita abbondantemente col dono
dello Spirito Santo. Le Tre Persone divine dimorano in me. Se Iddio ama, lo fa con tutto Se
stesso, con tutta la potenza del Suo Essere. Se Iddio mi ha amato a questo modo, come
debbo corrispondere io a questo, io, la Sua sposa? Durante una predica Gesù mi disse:
«Nel piccolo grappolo scelto tu sei il dolce acino; desidero che il succo che
circola in te venga trasmesso alle altre anime». Durante la rinnovazione dei voti vidi
Gesù dal lato dell'epistola, con una veste bianca ed una cintura d'oro ed in mano teneva
una spada terribile. Durò fino al momento in cui le suore cominciarono a rinnovare i voti.
All'improvviso vidi un bagliore inimmaginabile. Davanti a quel bagliore vidi un piano formato
da una nuvola bianca a forma di bilancia. In quel momento Gesù si avvicinò e pose la
spada su di un piatto e questo con tutto quel peso si abbassò fino a terra, per poco non la
toccò completamente. Proprio allora le suore finirono di rinnovare i voti. E subito vidi degli
angeli che prendevano qualche cosa da ogni suora dentro un vaso d'oro, vaso che aveva la
forma come di un incensiere Dopo che ebbero terminata la raccolta da tutte le suore e
posto il vaso sull'altro piatto della bilancia, questo immediatamente prevalse sul primo, sul
quale era stata posta la spada. All'istante dall'incensiere si sprigionò una fiamma, che raggiunse
il bagliore della luce. Inaspettatamente udii una voce proveniente da quel bagliore:

«Rimettete la spada al suo posto, l'offerta è maggiore». In quel momento Gesù ci
diede la benedizione e tutto quello che avevo visto scomparve. Le suore avevano già
cominciato ad accostarsi alla santa Comunione. Quando anch'io mi comunicai, la mia anima
fu inondata da una gioia così grande, che non riesco proprio a descrivere.

15.II.35. Partenza per la casa paterna per alcuni giorni, in visita a mia madre morente.
Quando venni a sapere che mia madre era gravemente malata, ormai prossima alla morte e
mi chiedeva di andare a trovarla, perché desiderava incontrarsi con me ancora una volta
prima di morire, in quel momento mi si risvegliarono tutti i sentimenti del cuore. Come figlia
sinceramente affezionata alla propria madre, desideravo ardentemente esaudire il suo
desiderio, ma lasciai a Dio la decisione e mi rimisi completamente alla Sua volontà. Non
tenendo conto del dolore del mio cuore, mi affidai alla volontà di Dio. La mattina del giorno
del mio onomastico, il 15 febbraio, la Madre Superiora mi consegnò un'altra lettera della
mia famiglia e mi diede il permesso di andare a casa, per esaudire il desiderio della madre
morente. Cominciai subito a prepararmi per il viaggio e la sera partii da Wilno. Offrii tutta la
notte per mia madre gravemente ammalata, affinché Dio le concedesse la grazia che le
sofferenze che stava attraversando non perdessero nulla del loro merito. Durante il viaggio
ebbi una compagnia molto piacevole, infatti nello stesso scompartimento viaggiavano
alcune signore appartenenti ad un sodalizio. Mi resi conto che una di esse soffriva molto e
che nella sua anima si stava svolgendo una lotta accanita. Cominciai a pregare
mentalmente per quell’anima. Alle undici quelle signore passarono in un altro
scompartimento per fare conversazione e nel frattempo nello scompartimento rimanemmo
solo in due. Sentii che la mia preghiera aveva provocato in quell'anima una lotta ancora più
accesa. Non cercai di confortarla, ma pregai con fervore ancora maggiore. Finalmente
quell'anima si rivolse a me e mi chiese di dirle se era obbligata a mantenere una certa
promessa che aveva fatto a Dio. In quello stesso momento conobbi interiormente quale era
quella promessa e le risposi che era assolutamente obbligata a mantenere quell'impegno,
diversamente sarebbe stata infelice per tutta la vita. Questo pensiero non le darà pace.
Stupita da questa risposta, mi apri tutta la sua anima. Si trattava di una maestra che, prima
di affrontare gli esami, aveva promesso a Dio che, se fosse stata promossa si sarebbe
dedicata al Suo servizio, cioè sarebbe entrata in un convento. Però, dopo aver dato gli
esami con esito molto favorevole, «ora mi sono lasciata prendere dal vortice del mondo e
non voglio entrare in convento, ma la coscienza non mi dà pace e, nonostante i
divertimenti, sono sempre scontenta». Dopo una lunga conversazione, quella persona era
cambiata completamente e dichiarò che si sarebbe subito interessata, per entrare in
convento. Mi chiese di pregare per lei ed io sentii che Dio non le avrebbe lesinato le grazie.
La mattina arrivai a Varsavia ed alle otto di sera ero già a casa. È difficile descrivere quale
grande gioia fu per i miei genitori e per tutta la famiglia. La salute di mia madre migliorò un
po', ma il medico non diede alcuna speranza di una completa guarigione. Subito dopo
esserci salutati, ci inginocchiammo tutti, per ringraziare Dio per esserci potuti incontrare
ancora una volta tutti in questa vita. Quando osservai come pregava mio padre, mi
vergognai molto, dato che io che ero vissuta tanti anni in convento non sapevo pregare con
tanta sincerità e tanto fervore. Perciò ringrazio continuamente Iddio di tali genitori. Oh,
come tutto è cambiato in questi dieci anni! Non mi ci oriento più. L'orto è molto più grande,
è irriconoscibile, come non riconosco più i fratelli e le sorelle, che erano così piccoli ed ora
sono tutti cresciuti e sono rimasta stupita di non averli trovati come quando ci siamo
separati. Stasio mi accompagnava ogni giorno in chiesa. Sentivo che quella cara anima era
molto gradita a Dio. L'ultimo giorno, quando non c'era più nessuno in chiesa, andai con lui
davanti al Santissimo Sacramento e recitammo insieme il Te Deum. Dopo un momento di
silenzio offrii quella cara anima al Cuore dolcissimo di Gesù. Quanto ho potuto pregare in
quella chiesetta! Mi sono tornate in mente tutte le grazie che avevo ricevuto in quel luogo e
che allora non comprendevo e di cui così spesso avevo abusato e mi sono meravigliata io
stessa di essere stata tanto cieca. Mentre riflettevo su queste cose e mi rammaricavo per la
mia cecità, improvvisamente ho visto Gesù nello splendore di una bellezza indicibile, che mi
ha detto amabilmente: «O Mia eletta, ti concederò ancora maggiori grazie, affinché
tu sia testimone per tutta l'eternità della Mia Misericordia infinita». Quei giorni a
casa li ho passati in mezzo a tanta compagnia, poiché ognuno voleva vedermi e scambiare
qualche parola con me. Spesso ho contato fino a 25 persone. Erano incuriositi dai miei
racconti sulla vita dei santi. Immaginavo che la nostra casa appartenesse veramente a Dio,
dato che ogni sera vi si parlava soltanto di Dio. Quando, stanca di raccontare e desiderosa
di un po' di solitudine e di silenzio, la sera mi appartavo nel giardino per poter parlare un
po' a tu per tu con Dio, anche questo non mi riusciva, poiché venivano subito i fratelli e le
sorelle e mi riportavano a casa, dove dovevo continuare a parlare e con tanti occhi fissati
su di me. Per fortuna riuscii a trovare il modo per riprendere fiato. Pregai i fratelli che
cantassero per me, dato che avevano magnifiche voci e per di più uno suonava il violino ed
un altro il mandolino. Allora potei dedicarmi alla preghiera mentale senza allontanarmi dalla
loro compagnia. Un'altra cosa che mi costò molto, fu quella di dover baciare i bambini.
Venivano le conoscenti coi loro bambini e mi pregavano di prenderli almeno un momento in
braccio e di baciarli. Lo consideravano un gran favore e per me era un'occasione per
esercitarmi nella virtù, poiché più di uno era abbastanza sporco ed allora per vincermi e
non mostrare avversione, se il bambino era sporco lo baciavo due volte. Una conoscente mi
portò il suo bambino malato agli occhi, che aveva pieni di pus e mi disse: «Sorella, prendilo
un momentino in braccio». La natura provava un senso di ripugnanza, ma senza badare a
nulla, lo presi in braccio e lo baciai due volte proprio sugli occhi infiammati e pieni di pus e
pregai Dio che io facesse guarire. Ebbi molte occasioni di esercitarmi nelle virtù. Ascoltai
tutti quelli che mi vollero raccontare i loro guai e notai che non c'era un solo cuore gioioso,
perché non c'era un cuore che amasse sinceramente Iddio e non me ne meravigliai affatto.
Mi dispiacque immensamente che non potei incontrarmi con due delle mie sorelle. Sentivo
nel mio intimo in che grande pericolo erano le loro anime. Mi si stringeva il cuore dal dolore
al solo pensare a loro. In un momento in cui mi sentii molto vicina a Dio, chiesi fervorosamente
al Signore la sua grazia per loro ed il Signore mi rispose: "Concedo loro non solo
le grazie necessarie, ma anche grazie particolari". Compresi che il Signore le avrebbe
chiamate ad una più stretta unione con Sé. Godo enormemente al pensiero che nella nostra
famiglia regna un così grande amore. Quando salutai i genitori e li pregai di benedirmi,
sentii la potenza della grazia di Dio che scendeva nella mia anima. Mio padre, mia madre e
la madrina del battesimo, mi diedero la loro benedizione piangendo e mi augurarono la
massima fedeltà alla grazia di Dio e mi dissero di non dimenticare mai le tante grazie che
Dio mi aveva concesso, chiamandomi alla vita religiosa. Mi chiesero di pregare per loro.
Nonostante che piangessero tutti, io non versai neppure una piccola lacrima. Cercai di
essere forte e li consolai tutti come potei, ricordando loro il paradiso, dove non ci saranno
più separazioni. Stasio mi accompagnò all'auto. Gli dissi quanto Dio ami le anime pure e
l'assicurai che Dio era contento di lui. Quando gli parlai della bontà di Dio e di quanto si
preoccupi per noi, si mise a piangere come un bambino e non ne fui sorpresa per lui,
perché è un'anima pura, perciò conosce facilmente Dio. Quando presi posto nell'auto, diedi
sfogo al mio cuore e piansi anch'io di gioia come una bambina, per le tante grazie che Dio
aveva concesso alla nostra famiglia e poi m immersi in una preghiera di ringraziamento. La
sera ero già a Varsavia. Prima di tutti salutai il Padrone di Casa e poi salutai tutta la
comunità. Quando, prima di andare a riposare, entrai dal Signore per la buonanotte e chiesi
perdono al Signore per aver parlato tanto poco con Lui durante il mio soggiorno a casa, ad
un tratto nel mio intimo sentii una voce: «Sono molto contento di questo, che tu non
abbia parlato con Me, ma che tu abbia fatto conoscere la Mia bontà alle anime e
le abbia sollecitate ad amarMi». La Madre Superiora mi disse che l'indomani saremmo
andate entrambe a Jozefinek «E così lei, sorella, avrà la possibilità di parlare con la Madre
Generale. Mi rallegrai enormemente per questo. La Madre Generale è sempre la stessa,
piena di bontà, di serenità e di spirito di Dio. Parlai a lungo con lei. Andammo alla funzione
pomeridiana. Vennero cantate le litanie al Cuore dolcissimo di Gesù. il Signore Gesù venne
esposto nell'ostensorio. Un momento dopo vidi Gesù Bambino, che usciva dall'Ostia e venne
a riposare proprio Lui fra le mie braccia. Questo durò un attimo. Una gioia immensa inondò
la mia anima. Il Bambino Gesù aveva lo stesso aspetto di quando entrai nella cappellina
assieme alla Madre Superiora, e già mia Maestra di noviziato, Maria Giuseppina. Il giorno
dopo ero già nell'amata Wilno. Oh, com'ero felice d'essere già tornata nel nostro convento!
Mi sembrava quasi d'essermi fatta religiosa una seconda volta; non finivo di gustarmi la
quiete ed il silenzio, in cui l'anima s'immerge così facilmente in Dio, tutti l'aiutano in questo
e nessuno la disturba.

LA QUARESIMA. Quando m'immergo nella Passione del Signore, spesso durante
l'adorazione vedo Gesù sotto questo aspetto: dopo la flagellazione i carnefici presero il
Signore e Gli tolsero la veste, che si era già attaccata alle Piaghe. Mentre gliela toglievano
le Sue Piaghe si riaprirono. Poi buttarono addosso al Signore un mantello rosso, sporco e
stracciato, sulle Piaghe aperte. Quel mantello arrivava alle ginocchia solo in alcuni punti. Poi
ordinarono al Signore di sedersi su un pezzo di trave, mentre veniva intrecciata una corona
di spine, con la quale cinsero la sacra Testa. Gli venne messa una canna in mano e
ridevano di Lui, facendoGli inchini come ad un re. Gli sputavano in faccia ed altri
prendevano la canna e Gliela battevano in Testa ed altri ancora Gli procuravano dolore
dandoGli pugni, altri Gli coprivano il Volto e lo schiaffeggiavano. Gesù sopportò in silenzio.
Chi può comprenderlo? Chi può comprendere il Suo dolore? Gesù aveva gli occhi rivolti a
terra. Sentivo quello che avveniva allora nel Cuore dolcissimo di Gesù. Ogni anima rifletta
su quello che ha sofferto Gesù in quei momenti. Facevano a gara per schernire il Signore.
Riflettei per conoscere da che cosa potesse derivare tanta malignità nell'uomo. E purtroppo
questa deriva dal peccato. Si erano incontrati l'Amore ed il peccato. Quando andai alla
santa Messa in un certo tempio assieme ad una consorella, sentii la grandezza e la Maestà
di Dio; sentii che quel tempio era imbevuto di Dio. La Sua Maestà mi investì completamente
e, sebbene mi spaventasse, mi riempì di serenità e di gioia. Conobbi che nulla può opporsi
alla Sua Volontà. Oh, se tutte le anime sapessero Chi abita nelle nostre chiese, non ci
sarebbero tanti oltraggi e tante mancanze di rispetto in quei luoghi santi. O Amore eterno
ed inesplicabile, Ti chiedo una grazia: rischiara il mio intelletto con la luce dall'alto, fammi
conoscere e valutare tutte le cose secondo il loro valore. Quando vengo a conoscere la
verità, ho nell'anima la gioia più grande. 21.III.35. Spesso durante la santa Messa vedo il
Signore nell'anima; sento la sua presenza, che mi trapassa da parte a parte. Avverto il Suo
sguardo divino. Parlo molto con Lui senza pronunciare una parola. Conosco quello che
desidera il Suo Cuore divino e faccio sempre quello che Egli preferisce. Amo alla follia e
sento di essere amata da Dio. In quei momenti quando m'incontro con Dio nel profondo del
mio intimo, mi sento così felice che non riesco ad esprimerlo. Sono brevi momenti, poiché
più a lungo l'anima non lo sopporterebbe; dovrebbe avvenire la separazione del corpo.
Benché questi momenti siano molto brevi, tuttavia la loro potenza che si comunica
all'anima, rimane molto a lungo. Senza il minimo sforzo entro in un raccoglimento
profondo che, una volta che mi ha investito, non diminuisce, sebbene io parli con la gente,
né m'impedisce di adempire i miei doveri. Sento la Sua presenza senza alcuno sforzo
dell'anima. Sento che sono unita a Dio così strettamente, come è unita una goccia d'acqua
ad un oceano immenso. Questo giovedì ho provato questa grazia verso la fine delle preghiere
ed è durata eccezionalmente a lungo, cioè tutto il tempo della santa Messa; pensavo
di morire dalla gioia! In quei momenti conosco meglio Dio ed i Suoi attributi e conosco
meglio anche me stessa e la mia miseria e stupisco che Iddio si abbassi tanto, fino ad una
misera anima come la mia. Dopo la santa Messa mi sentivo completamente immersa in Dio
ed avevo presente ogni Suo sguardo che giungeva fino al profondo del mio cuore. Verso
mezzogiorno entrai un momento in cappella e la potenza della grazia colpì di nuovo il mio
cuore. Mentre me ne Stavo assorta, satana prese un vaso di fiori e io scagliò rabbiosamente
a terra con tutte le forze. Notai tutto il suo accanimento e la sua invidia. Nella cappella non
c'era nessuno, quindi mi alzai da dove stavo pregando e raccolsi i pezzi del vaso rotto e
trapiantai il fiore e volevo rimetterlo a posto alla svelta, prima che entrasse qualcuno in
cappella. Ma non ci riuscii, dato che entrarono subito la Madre Superiora, la suora
sacrestana ed alcune altre suore. La Madre Superiora si meravigliò che avessi spostato
qualche cosa sul piccolo altare e fatto cadere il vaso. La suora sacrestana mostrò il suo
malcontento ed io m'impegnai a non dare spiegazioni e a non giustificarmi. Verso sera però
mi sentii molto affaticata e non potei fare l'Ora santa e chiesi il permesso alla Madre
Superiora di andare a riposarmi prima del solito. Appena mi misi a letto, mi addormentai
subito, ma verso le undici satana diede uno scossone al mio letto. Mi svegliai
immediatamente e cominciai tranquillamente a pregare il mio Angelo Custode.
All'improvviso vidi le anime che stanno espiando in purgatorio. Il loro aspetto era come
un'ombra e fra loro vidi molti demoni. Uno cercò di infastidirmi, gettandosi sul mio letto e
sui miei piedi sotto forma di gatto ed era molto pesante, direi alcuni pud. Continuai per
tutto il tempo a recitare il rosario. Sul fare del mattino quelle figure se ne andarono e potei
prendere sonno. La mattina, quando arrivai in cappella, sentii nell'anima questa voce: «Sei
unita a Me e non aver paura di nulla. Ma sappi questo, figlia Mia, che satana ti
odia. Benché odi ogni anima, egli arde di un odio particolare contro di te, perché
hai sottratto molte anime al suo dominio».

GIOVEDI’ SANTO 18.IV. 1935. La mattina ho udito queste parole: «Da oggi al rito
della risurrezione non sentirai la Mia presenza, ma la tua anima sarà colma di
una grande nostalgia» ed immediatamente una grande nostalgia inondò la mia anima.
Sentii il distacco dall'amato Gesù e quando si avvicinò il momento di fare la santa
Comunione, vidi nel calice in ogni Ostia il Volto sofferente di Gesù. Da quel momento provai
nel mio cuore una nostalgia ancora maggiore. Il Venerdì Santo, alle tre del pomeriggio,
quando entrai in cappella, udii queste parole: «Desidero che quell'immagine venga
pubblicamente venerata», e subito vidi Gesù che agonizzava sulla croce fra atroci
tormenti e dal Cuore di Gesù uscirono gli stessi due raggi che ci sono in quell'immagine.
Sabato. Durante i vespri vidi Gesù splendente come il sole, con una veste bianca, e mi
disse: «Gioisca il tuo cuore», ed una gioia grande m'inondò e mi trapassò da una parte
all'altra la presenza di Dio, che è un tesoro inenarrabile per l'anima. Quando quell'immagine
venne esposta, vidi il vivo movimento della mano di Gesù, che tracciò un gran segno di
croce. La sera dello stesso giorno, mentre stavo mettendomi a letto, vidi che quell'immagine
stava passando sopra una città e quella città era coperta di reti e trappole. Gesù
passando tagliò tutte le reti ed in ultimo fece un gran segno di croce e scomparve. E mi vidi
circondata da una moltitudine di figure maligne che avvampavano di un grande odio contro
di me. Dalle loro bocche uscirono minacce d'ogni genere, ma nessuna mi toccò. Dopo un
momento, quella apparizione scomparve, ma mi ci volle parecchio tempo per
addormentarmi.

26.IV. Venerdì, quando sono andata ad Ostra Brama, nel corso delle solennità durante le
quali venne esposta quell'immagine, sono stata presente alla predica tenuta dal mio
confessore. Quella predica trattava della Misericordia di Dio. Era la prima di quelle richieste
dal Signore Gesù da tanto tempo. Quando cominciò a parlare della grande Misericordia del
Signore, l'immagine prese un aspetto vivo ed i raggi penetrarono nei cuori della gente
riunita, però non in egual misura; alcuni ricevettero di più, altri meno. Vedendo la grazia di
Dio, la mia anima fu inondata da una grande gioia. Improvvisamente udii queste parole:

«Tu sei testimone della Mia Misericordia. Starai per i secoli davanti al Mio trono
come viva testimone della Mia Misericordia». Finita la predica, non attesi la fine della
funzione, perché avevo fretta di tornare a casa. Fatti pochi passi, mi venne sbarrata la
strada da una moltitudine di spiriti del male, che mi minacciarono terribili tormenti, mentre
si udivano queste voci: «Ci ha portato via tutto quello per cui avevamo lavorato per tanti
anni». Quando domandai loro: «Da dove venite in tale moltitudine?», quelle figure maligne
mi risposero: «Dai cuori degli uomini. Non ci torturare!». Vedendo allora l'odio tremendo
che avevano contro di me, chiesi aiuto all'Angelo Custode ed in un attimo comparve la
figura luminosa e raggiante dell'Angelo Custode, che mi disse: «Non temere, sposa del
mio Signore; questi spiriti non ti faranno nulla di male senza il Suo permesso».
Quegli spiriti maligni scomparvero immediatamente ed il fedele Angelo Custode mi
accompagnò in modo visibile fin dentro casa. Il suo sguardo era modesto e sereno e dalla
fronte gli usciva un raggio di fuoco. O Gesù, desidererei faticare, stancarmi fino alla
spossatezza e soffrire per tutta la vita per quest'unico momento, in cui ho visto la Tua
gloria, o Signore, ed i benefici che ne ricavano le anime

DOMENICA 28.IV.1935. Domenica in Albis, cioè festa della Misericordia del Signore,
chiusura del Giubileo della Redenzione. Quando andammo a quella solenne funzione, il
cuore mi batteva dalla gioia, poiché quelle due solennità erano unite strettamente fra di
loro. Pregai Iddio perché concedesse Misericordia alle anime dei peccatori. Quando la
funzione stava per finire ed il sacerdote prese il Santissimo Sacramento per impartire la
benedizione, tutto a un tratto vidi il Signore Gesù con lo stesso aspetto che ha
nell'immagine. Il Signore diede la benedizione ed i raggi si diffusero su tutto il mondo.
All'improvviso vidi un bagliore inaccessibile, a forma di un'abitazione di cristallo intessuta
con onde di luce, impenetrabile a qualunque creatura e spirito. Per accedere a quel bagliore
c'erano tre porte e in quel momento entrò Gesù, con lo stesso aspetto che ha
nell'immagine, in quel bagliore, attraverso la seconda porta, fino all'interno dell'unità.
Questa è l'unità trina, che è l'incomprensibile infinito. Inaspettatamente udii una voce:

«Questa festa è uscita dalle viscere della Mia Misericordia ed è confermata
nell'abisso delle Mie grazie. Ogni anima che crede ed ha fiducia nella Mia
Misericordia, la otterrà». Mi rallegrai immensamente per la bontà e la grandezza del mio
Dio.

29.IV.1935. La vigilia dell'esposizione dell'immagine andai con la nostra Madre Superiora
dal nostro confessore. Quando la conversazione cadde nell'argomento dell'immagine, il
confessore chiese che una suora aiutasse ad intrecciare ghirlande. La Madre Superiora rispose
che avrebbe dato una mano Suor Faustina. La cosa mi rallegrò enormemente.
Quando tornammo a casa, m'interessai subito di procurare fronde verdi e con l'aiuto di
un'educanda trasportammo il verde; ci fu d'aiuto anche una persona che sta presso la
chiesa. Alle sette di sera era già tutto pronto, l'immagine era già stata appesa. Alcune
signore però notarono che m'aggiravo in quei paraggi, dove certamente sono stata più
d'impaccio che d'aiuto, perciò il giorno dopo chiesero alle suore che cosa fosse quella bella
immagine e che significato avesse. «Loro suore lo sapranno di sicuro, dato che ieri c'era
una suora ad adornarla». Le suore rimasero molto stupite, perché non ne sapevano niente.
Ognuna di loro voleva vederla e sospettarono subito di me. Dissero: « Di sicuro suor
Faustina è ben informata di tutto ». Quando cominciarono ad interrogarmi, non risposi,
poiché non potevo dire la verità. Il mio silenzio fu motivo di maggior curiosità da parte loro.
Raddoppiai la vigilanza su me stessa, per non mentire né dire la verità, poiché non ne
avevo l'autorizzazione. Cominciarono allora a mostrarmi il loro malcontento ed a dirmi
apertamente: «Come è possibile che gente estranea sia informata di ciò, e noi non ne
sappiamo niente?». Cominciarono a circolare valutazioni di vario genere sul mio conto.
Soffrii molto per tre giorni, ma una forza misteriosa penetrò nella mia anima. Gioisco di
poter soffrire per il Signore e per le anime, che hanno ottenuto la Sua Misericordia in questi
giorni. Vedendo il gran numero di anime che in questi giorni hanno ottenuto la Misericordia
di Dio, considero proprio nulla le fatiche e le sofferenze, anche le più grandi ed anche se
dovessero durare fino alla fine del mondo, poiché esse hanno un termine, mentre le anime
che con questa festività si sono convertite sono state salvate da tormenti che durano in
eterno. Ho provato una grande gioia nel vedere altri, che tornavano alla sorgente della
felicità, in seno alla Divina Misericordia. Vedendo la dedizione e le fatiche del reverendo dr.
Sopocko per questa causa, ammiravo la sua pazienza ed umiltà. Tutto questo è costato
molto, non solo in sacrifici e dispiaceri di vario genere, ma anche molto denaro; ed a tutto
ha provveduto il reverendo dr. Sopocko. Vedo che la Divina Provvidenza lo aveva preparato
a compiere quest'opera della Misericordia, ancora prima che io pregassi Dio per questo. Oh,
come sono misteriose le Tue vie, Dio, e felici le anime che seguono la voce della Tua
grazia! Per tutto, anima mia, magnifica il Signore ed esalta la Sua Misericordia, poiché la
Sua bontà non ha fine. Tutto passerà, ma la Sua Misericordia è senza limiti e senza
termine. Sebbene la malvagità arrivi a colmare la sua misura, la Misericordia è senza
misura. O mio Dio anche nei castighi coi quali colpisci la terra, vedo l'abisso della Tua
Misericordia, poiché castigandoci in questa terra, ci liberi dal castigo eterno. Rallegratevi,
creature tutte, poiché siete più vicine a Dio nella Sua infinita Misericordia, di quanto lo sia
un lattante al cuore della madre. O Dio, Tu sei la pietà stessa per i più grandi peccatori
sinceramente pentiti! Più grande è il peccatore, maggiore è il diritto che ha alla Misericordia
divina.

IN UN MOMENTO DEL 12.V.1935. La sera, appena mi misi a letto mi addormentai, ma
se mi addormentai alla svelta, ancor più alla svelta venni svegliata. Venne da me un
bambino e mi svegliò. Questo bambino poteva avere circa un anno e mi stupì perché
parlava benissimo, mentre i bambini di quell'età non parlano affatto, Oppure parlano in
modo poco comprensibile. Era indicibilmente bello; somigliava al Bambino Gesù, e mi disse
queste parole: «Guarda il cielo». E quando guardai il cielo, vidi le stelle splendenti e la luna.
Allora il bambino mi chiese: «Vedi la luna e le stelle?». Risposi che le vedevo ed egli ribatté:
«Quelle stelle sono le anime dei cristiani fedeli e la luna sono le anime degli appartenenti
ad ordini religiosi. Vedi che grande differenza di luce c'è fra la luna e le stelle; così in cielo
c'è una grande differenza fra l'anima di un religioso e quella di un cristiano fedele». E mi
disse ancora che: «La vera grandezza sta nell'amare Dio e nell'umiltà». Inaspettatamente
vidi una certa anima, che stava per separarsi dal corpo fra tremendi supplizi. O Gesù,
dovendo scrivere questo, tremo tutta, avendo visto le atrocità che hanno testimoniato
contro di lui... Ho visto come uscivano da una specie di voragine fangosa anime di bambini
piccoli e più grandicelli, di circa nove anni. Queste anime erano ripugnanti e orribili, simili ai
mostri più spaventosi, a cadaveri in decomposizione. Ma quei cadaveri erano vivi e
testimoniavano ad alta voce contro quell'anima che stava agonizzando. E l'anima, che ho
visto mentre stava in agonia, era un'anima che dal mondo aveva ricevuto tanti onori e tanti
applausi, la conclusione dei quali è il vuoto ed il peccato. In ultimo uscì una donna, che in
una specie di grembiule portava lacrime ed essa testimoniò molto contro di lui. Oh! ora tremenda,
in cui bisognerà vedere tutte le proprie azioni nella loro completa nudità e miseria.
Nessuna di esse andrà perduta; ci seguiranno fedelmente al giudizio di Dio. Non ho parole
né termini di paragone per esprimere cose così terribili e, sebbene mi sembri che
quell'anima non sia dannata, tuttavia le sue pene non si differenziano in nulla dalle pene
dell'inferno. L'unica differenza è che un giorno finiranno. Un momento dopo vidi di nuovo lo
stesso bambino che mi aveva svegliato, ed era di una bellezza stupenda e mi ripeté le
stesse parole: «La vera grandezza di un'anima sta nell'amare Dio e nell'umiltà». Domandai
a quel bambino: « Tu come lo sai questo, che la vera grandezza di un'anima sta
nell'amare Dio e nell'umiltà? Queste cose possono saperle soltanto i teologi, mentre tu non
hai studiato nemmeno il catechismo, e come puoi saperle? ». Ma egli mi rispose: «Le so, e
so tutto», ed all'istante scomparve. Io però non mi addormentai affatto; la mia mente era
stanca per quello su cui avevo cominciato a riflettere e per quello che avevo visto. O anime
umane, come riconoscete tardi la verità! O abisso della Misericordia di Dio, riversati al più
presto sul mondo intero, secondo quello che Tu Stesso hai detto!

V.1935. IN UN CERTO MOMENTO. Quando mi resi conto dei grandi disegni di Dio a mio
riguardo, mi spaventai per la loro grandiosità e mi sentii totalmente inidonea ad eseguirli,
tanto che cominciai ad evitare i colloqui interiori con Lui e quel tempo li sostituii con la
preghiera orale. Lo feci per umiltà, ma in breve mi accorsi che non era vera umiltà, ma una
grande tentazione di satana. Una volta che, invece della preghiera interiore, avevo
cominciato a leggere un libro spirituale, udii nell'intimo queste parole in modo chiaro e
forte: «Preparerai il mondo alla Mia ultima venuta». Queste parole mi colpirono
profondamente e benché facessi finta di non averle udite, le avevo capite bene e non avevo
alcun dubbio in merito. Una volta che, stanca per questa lotta d'amore con Dio e del
continuo rifiutarmi col dire che non ero adatta a compiere quell'opera, volevo uscire dalla
cappella, una forza misteriosa mi trattenne; mi sentii come paralizzata ed all'improvviso udii
queste parole: « Hai intenzione di uscire dalla cappella, ma non uscirai da Me,
poiché sono ovunque. Tu da sola con le tue forze non riesci a far nulla, ma con
Me puoi tutto ». Durante la settimana, quando sono andata dal mio confessore e gli ho
svelato lo stato della mia anima e specialmente che evito il colloquio interiore con Dio, mi è
stato risposto che non devo evitare il colloquio interiore con Dio, ma devo ascoltare
attentamente le parole che mi dice. Mi sono regolata secondo le indicazioni del confessore
ed al primo incontro col Signore, mi sono gettata ai piedi di Gesù e col cuore straziato Gli
ho chiesto perdono di tutto. Allora Gesù mi ha sollevato da terra e mi ha fatto sedere
accanto a Sé e mi ha permesso di appoggiare il capo sul Suo petto, in modo che potessi
comprendere e percepire meglio i desideri del Suo dolcissimo Cuore. Ed all'improvviso Gesù
mi ha detto queste parole: « Figlia Mia, non aver paura di nulla. Io sono sempre con
te. Qualunque avversario ti potrà nuocere soltanto per quello che Io gli
permetterò. Tu sei la Mia dimora ed il Mio stabile riposo. Per te trattengo la
mano punitrice; per te benedico la terra ». In quello stesso momento avvertii uno
strano fuoco nel mio cuore; sento che vengono a cessare i miei sensi; non capisco quello
che avviene attorno a me. Sento che lo sguardo del Signore penetra in me; conosco bene
la Sua grandezza e la mia miseria. Una sofferenza misteriosa penetra nella mia anima ed
una tale gioia, che non riesco a paragonarla a nulla. Mi sento inerte fra le braccia di Dio;
sento che sono in Lui e mi sciolgo come una goccia d'acqua in un oceano. Non riesco ad
esprimere quello che provo. Dopo una tale preghiera interiore sento una forza ed un
impulso a compiere i più difficilì atti di virtù; sento avversione verso tutte le cose che il
mondo apprezza; desidero con tutta l'anima la solitudine e la quiete.

V.1935. Durante la funzione dei quaranta giorni, ho visto il Volto di Gesù nell'Ostia santa,
che era esposta nell'ostensorio; Gesù guardava amabilmente a tutti. Vedo spesso il
Bambino Gesù durante la santa Messa. E straordinariamente bello e in quanto all'età
mostra circa un anno. Una volta che nella nostra cappella vidi lo stesso Bambino durante la
santa Messa, fui assalita da un desiderio fortissimo e da una smania irresistibile di
avvicinarmi all'altare e di prendere il Bambino Gesù. In quello stesso istante il Bambino
Gesù fu accanto a me in fondo all'inginocchiatoio e si aggrappò al mio braccio con
entrambe le manine, incantevole e gioioso, con lo sguardo profondo e penetrante. Però
quando il sacerdote spezzò l'Ostia, Gesù era sull'altare e venne spezzato e consumato dal
sacerdote. Dopo la santa Comunione vidi Gesù tale e quale nel mio cuore e Lo sentii per
tutto il giorno fisicamente, realmente nel mio cuore. Un raccoglimento più profondo
s'impadronì di me inavvertitamente e non dissi una parola con nessuno. Evitai per quanto
mi fu possibile la presenza della gente. Risposi sempre alle richieste che si riferivano
ai miei impegni; al di fuori di ciò nemmeno una parola.

9.VI.1935. LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO. Verso sera, mentre passavo per
l'orto, udii queste parole: «Unitamente alle tue compagne, dovrai impetrare la
Misericordia per voi stesse e per il mondo». Compresi che non sarò nella
Congregazione nella quale sono attualmente. Vedo chiaramente che nei miei riguardi la
volontà di Dio è un'altra. Tuttavia mi rifiuto continuamente davanti a Dio, dicendo che non
sono idonea a compiere quest'opera. «Gesù, Tu naturalmente sai molto bene chi sono » e
cominciai ad elencare davanti al Signore le mie manchevolezze e mi trincerai dietro a
quelle, affinché riconoscesse il mio rifiuto, poiché non sono idonea a compiere i Suoi
progetti. Ad un tratto, udii queste parole: « Non temere; lo stesso provvederò a tutto
quello che ti manca ». Queste parole mi penetrarono nel profondo e conobbi ancora di
più la mia miseria; conobbi che la parola del Signore è viva e penetra in profondità.
Compresi che Iddio esigeva da me un sistema di vita più perfetto; tuttavia mi rifiutavo
continuamente per la mia inidoneità.

29.VI.1935. Quando parlai col mio direttore spirituale delle varie cose che il Signore
esigeva da me, pensavo che m'avrebbe risposto che non sono adatta a compiere simili cose
e che Gesù non si serve di anime misere come sono io, per qualunque opera voglia
compiere. Invece mi sentii dire che il più delle volte Dio sceglie proprio tali anime per
realizzare i suoi disegni. Quel sacerdote però è guidato dallo Spirito di Dio; egli riuscì a
scrutare nell'intimo della mia anima i più nascosti segreti che c'erano fra me e Dio, e di cui
non gli avevo ancora mai parlato, e non gliene avevo parlato poiché io stessa non li avevo
compresi bene ed il Signore non mi aveva detto chiaramente che gliene parlassi. Il segreto
è questo, che Iddio esige che ci sia una congregazione che annunci la Misericordia di Dio al
mondo e la impetri per il mondo. Quando quel sacerdote mi chiese se avessi avuto tali
ispirazioni, risposi che ordini precisi non ne avevo avuti. Ma in quello stesso momento era
penetrata una strana luce nella mia anima ed avevo capito che il Signore mi parlava per
mezzo di lui. Mi ero difesa inutilmente dicendo che non avevo un ordine preciso, poiché
verso la fine del colloquio vidi Gesù sulla soglia, nello stesso aspetto come è dipinto
nell'immagine, che mi disse: « Desidero che ci sia una tale Congregazione ». La cosa
durò un momento. Di questo però non parlai subito; anzi, avevo fretta di tornare a casa e
ripetevo continuamente al Signore: « Io non sono idonea a realizzare i Tuoi piani, o Dio ».
Ma, e questa è la cosa curiosa, Gesù non badò a questa mia invocazione, bensì mi illuminò
e mi fece conoscere quanto Gli fosse gradita quell'opera; non prese in considerazione la
mia debolezza, ma mi fece conoscere quante difficoltà dovevo superare. Ed io, Sua povera
creatura, non seppi rispondere nient'altro che questo: « Non sono idonea, o Dio ».

30.VI.1935. Il giorno dopo durante la S. Messa, subito all'inizio, vidi Gesù che era di una
bellezza indescrivibile. Mi disse che esige che tale congregazione venga fondata al più
presto e « Tu vivrai in essa con le tue compagne. Il Mio spirito sarà la regola della
vostra vita. La vostra vita deve essere modellata su di Me, dalla mangiatoia alla
morte in croce. Penetra nei Miei segreti e conoscerai l'abisso della Mia
Misericordia verso le creature e la Mia bontà insondabile e questa farai
conoscere al mondo. Per mezzo della preghiera farai da intermediaria fra la terra
e il cielo». Era il momento di accostarsi alla S. Comunione. Gesù scomparve e vidi un
grande bagliore. All'improvviso udii queste parole: «Ti impartiamo la Nostra
benedizione » e in quell'attimo da quel bagliore usci un raggio chiaro, che mi trapassò il
cuore ed un fuoco misterioso si accese nella mia anima. Pensavo di morire per la gioia e la
felicità; sentivo il distacco dello spirito dal corpo; sentivo la totale immersione in Dio;
sentivo che venivo rapita dall'Onnipotente, come un granellino di polvere verso spazi
immensi e sconosciuti. Tremando di felicità nelle braccia del Creatore, sentivo che era Lui
stesso che mi sosteneva, perché potessi sopportare quella grande felicità e guardare alla
Sua Maestà. Ora so che, se prima non mi avesse fortificato Egli stesso con la grazia, la mia
anima non avrebbe potuto sopportare quella felicità e in un attimo sarebbe sopraggiunta
la morte. La santa Messa era finita non so quando, poiché non ero in condizioni di poter
notare ciò che avveniva nella cappella. Però quando rientrai in me, sentii la forza ed il
coraggio di compiere la volontà di Dio. Nulla mi sembrava difficile e, come prima mi
rifiutavo davanti al Signore, così ora sento il coraggio e la forza del Signore che è in me e
dissi al Signore: « Sono pronta ad ogni cenno della Tua volontà ». Sperimentai
interiormente tutto ciò che dovrò passare in futuro. O mio Creatore e Signore, ecco hai
tutto il mio essere. Disponi di me secondo il Tuo divino beneplacito, secondo i Tuoi disegni
eterni e la Tua infinita Misericordia. Ogni anima riconosca quanto è buono il Signore;
nessun'anima abbia timore di trattare familiarmente col Signore e non si sottragga per la
Sua indegnità e non rinvii mai a dopo gli inviti di Dio, poiché questo al Signore non piace.
Non c'è un'anima più misera di me, come veramente mi riconosco e sono stupita che la
Maestà Divina si abbassi tanto. O Eternità, a mio parete sei troppo cotta per lodare a
sufficienza l'infinita Misericordia del Signore. Una volta che l'immagine era stata esposta su
un altare, in occasione della processione del Corpus Domini, quando il sacerdote posò il
Santissimo Sacramento ed il coro cominciò a cantare, ad un tratto i raggi dall'immagine
passarono attraverso l'Ostia Santa e si diffusero su tutto il mondo. Allora udii queste parole:

« Attraverso te, come attraverso questa Ostia, passeranno i raggi della
Misericordia sul mondo ». Dopo queste parole una grande gioia penetrò nella mia
anima. Una volta che il mio confessore celebrava la S. Messa, come al solito vidi il Bambino
Gesù sull'altare dal momento dell'offertorio. Ma un momento prima dell'elevazione il
sacerdote scomparve alla mia vista e rimase Gesù e, quando fu il momento dell'elevazione,
Gesù prese nelle Sue manine l'Ostia ed il calice e li alzò assieme e guardò verso il cielo e
dopo un momento vidi di nuovo il mio confessore e domandai al Bambino Gesù dov'era
stato il sacerdote durante il tempo che non l'avevo visto. E Gesù mi rispose: «Nel Mio
Cuore». E non riuscii a capire altro di quelle parole di Gesù. Una volta sentii queste parole:

«Desidero che tu viva secondo la Mia volontà fin nei più segreti recessi della tua
anima ». Cominciai a riflettere su quelle parole che mi avevano colpito fino al profondo del
cuore. Quel giorno c'era la confessione della comunità. Quando andai a confessarmi, dopo
che mi ero accusata dei peccati, quel sacerdote mi ripeté le stesse parole che poco prima
mi aveva detto il Signore. Quel sacerdote mi disse queste parole profonde, che ci sono tre
gradi nell'adempimento della volontà di Dio: il primo si ha quando l'anima fa tutto ciò che è
notoriamente compreso nei comandamenti e nei precetti; il secondo si ha quando l'anima
ascolta le ispirazioni interiori e le mette in pratica; il terzo grado è quello in cui l'anima,
abbandonatasi alla volontà di Dio, lascia a Dio la libertà di disporre di lei e Dio fa con lei
quello che Gli piace; in breve è uno strumento docile nelle mani di Lui. E quel sacerdote mi
disse che io ero al secondo grado nell'adempimento della volontà di Dio e che non avevo
ancora il terzo grado, però avrei dovuto impegnarmi per raggiungere il terzo grado della
divina volontà. Queste parole mi attraversarono l'anima da parte a parte. Vedo chiaramente
che il Signore spesso fa conoscere al sacer dote quello che avviene nel profondo della mia
anima. La cosa non mi stupisce affatto, anzi ringrazio il Signore che ha tali eletti. Giovedì.
Adorazione notturna. Quando andai all'adorazione, fui subito investita dal bisogno di
raccoglimento interiore e vidi Gesù legato alla colonna, spogliato delle Sue vesti e
sottoposto subito alla flagellazione. Vidi quattro uomini che a turno sferzavano coi flagelli il
Signore. Il cuore mi si fermava alla vista di quello strazio. Ad un tratto il Signore mi disse
queste parole: « Ho una sofferenza ancora maggiore di quella che vedi ». E Gesù
mi fece conoscere per quali peccati si sottopose alla flagellazione: sono i peccati impuri. Oh,
che tremende sofferenze morali patì Gesù, quando si sottomise alla flagellazione!
Improvvisamente Gesù mi disse: « Guarda e osserva il genere umano nella
situazione attuale ». E in un attimo vidi cose tremende: i carnefici si allontanarono da
Gesù, e si avvicinarono per flagellarLo altri uomini, che presero la sferza e sferzarono il
Signore senza misericordia. Erano sacerdoti, religiosi e religiose ed i massimi dignitari della
Chiesa, cosa che mi stupì molto; laici di diversa età e condizione; tutti scaricarono il
loro veleno sull'innocente Gesù. Vedendo ciò il mio cuore precipitò in una specie di agonia.
Quando Lo flagellarono i carnefici, Gesù taceva e guardava lontano; ma quando lo
flagellarono le anime che ho menzionato sopra, Gesù chiuse gli occhi e dal Suo Cuore uscì
un gemito represso, ma tremendamente doloroso. Ed il Signore mi fece conoscere nei
particolari l'enorme malvagità di quelle anime ingrate: « Vedi, questo è un supplizio
peggiore della Mia morte ». Tacquero allora le mie labbra e cominciai a provare su di
me l'agonia e capivo che nessuno poteva consolarmi, né togliermi da quello stato, se non
Colui che ad esso m'aveva condotto. Ed allora il Signore mi disse: « Vedo il dolore
sincero del tuo cuore che ha procurato un immenso sollievo al Mio Cuore.
Guarda ora e consolati ». E vidi Gesù inchiodato sulla croce. Dopo che Gesù era rimasto
appeso per un momento, vidi tutta una schiera di anime crocifisse come Gesù. E vidi una
terza schiera di anime ed una seconda schiera di anime. La seconda schiera non era
inchiodata sulla croce, ma quelle anime tenevano saldamente la croce in mano. La terza
schiera di anime invece non era né crocifissa né teneva la croce in mano, ma quelle anime
trascinavano la croce dietro di sé ed erano insoddisfatte. Allora Gesù mi disse: « Vedi
quelle anime, che sono simili a Me nella sofferenza e nel disprezzo: le stesse
saranno simili a Me anche nella gloria. E quelle che assomigliano meno a Me
nella sofferenza e nel disprezzo: le stesse assomiglieranno meno a Me anche
nella gloria». La maggior parte delle anime crocifisse appartenevano allo stato religioso;
fra le anime crocifisse ho visto anche delle anime che conosco, la qual cosa mi ha fatto
molto piacere. Ad un tratto Gesù mi disse: « Nella meditazione di domani riflettersi
su quello che hai visto oggi ». E Gesù scomparve immediatamente. Venerdì. Sono stata
malata e non ho potuto andare alla S. Messa. Alle sette di mattina ho visto il mio
confessore, che celebrava la S. Messa, durante la quale ho visto il Bambino Gesù. Verso la
fine della S. Messa la visione è scomparsa e mi sono vista come prima nella mia cella. Ho
provato una gioia indicibile per il fatto che, pur non avendo potuto assistere alla S. Messa
nella nostra cappella, l'ho ascoltata da una chiesa molto lontana. Gesù può provvedere a
tutto.

30 luglio [sic!] 1935. Giorno di Sant'Ignazio. Ho pregato fervorosamente questo santo,
facendogli dei rimproveri: Come può osservarmi e non venirmi in aiuto in questioni tanto
importanti, cioè nell'adempimento della volontà di Dio? Ho detto a questo santo: « O nostro
Patrono, che sei stato infiammato dal fuoco dell'amore e dello zelo per la maggior gloria di
Dio, Ti prego umilmente, aiutami a realizzare i disegni di Dio. Questo avveniva durante la
santa Messa. All'improvviso sul lato sinistro dell'altare ho visto Sant'Ignazio con un gran
libro in mano, il quale mi ha detto queste parole: « Figlia Mia, non sono indifferente alla tua
causa. Questa regola si può adattare anche a questa congregazione ». E indicando il libro
con la mano, scomparve. Mi rallegrai enormemente vedendo quanto i santi si interessino di
noi e quanto sia stretta l'unione con loro. O bontà di Dio! Come è bello il mondo interiore
dato che già qui sulla terra trattiamo direttamente coi santi. Per tutta la giornata sentii la
vicinanza di questo Patrono, a me così caro.

5 agosto 1935. Festa della Madonna della Misericordia. Mi sono preparata a questa festa
con un fervore maggiore degli anni passati. Al mattino di questo giorno ho avuto una lotta
interiore al pensiero che debbo abbandonare la Congregazione che gode della protezione
particolare di Maria. In questa lotta è trascorsa la meditazione e la prima Santa Messa.
Durante la seconda S. Messa ho pregato così la Madre Santissima: « O Maria, è difficile per
me staccarmi dalla Congregazione che è sotto il Tuo speciale patrocinio ». All'improvviso
vidi la Santissima Vergine indicibilmente bella, che dall'altare si avvicinò a me, al Mio
inginocchiatoio. Mi strinse a Sé e mi disse queste parole: « Vi sono Madre per l'infinita
Misericordia di Dio. L'anima che mi è più cara è quella che compie fedelmente la
volontà di Dio ». Mi fece comprendere che ho eseguito fedelmente tutti i desideri di Dio e
per questo ho trovato grazia ai Suoi occhi. « Sii coraggiosa; non temere gli ostacoli ingannevoli, ma considera attentamente la Passione di Mio Figlio
ed in questo modo vincerai ». Adorazione notturna. Mi sentivo molto male e mi
sembrava che non avrei potuto andare all'adorazione, ma ci misi tutta la forza della volontà
e, benché fossi caduta nella cella, non badai a quello che mi doleva, avendo davanti agli
occhi la Passione di Gesù. Quando giunsi in cappella ebbi la comprensione interiore di
quanto sia grande la ricompensa che Iddio ci prepara, non solo per le buone azioni, ma
anche per il desiderio sincero di compierle. Che grande grazia di Dio è questa! Oh, come è
dolce lavorare con sacrificio per Iddio e per le anime! Non voglio riposare durante la
battaglia, ma combatterò fino all'ultimo soffio di vita per la gloria del mio Re e Signore. Non
deporrò la spada finché non mi prenderà davanti al Suo trono; non temo i colpi poiché il
mio scudo è Dio. Il nemico deve aver paura di noi, non noi del nemico. Satana vince solo i
superbi e vili, poiché gli umili posseggono la forza. Nulla confonde né spaventa un'anima
umile. Ho indirizzato il mio volo verso l'ardore stesso del sole e nulla riuscirà a farmelo
abbassare. L'amore non si lascia incatenare, è libero come una regina; l'amore giunge fino
a Dio. Una volta, dopo la S. Comunione, udii queste parole: "Tu sei la nosrra dimora". In
quell'istante avvertii nell'anima la presenza della SS.ma Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Mi sentivo il tempio di Dio. Sento che sono figlia del Padre. Non so dare spiegazione di
tutto, ma lo spirito lo comprende bene. O bontà infinita, come Ti abbassi fino ad una
misera creatura! Se le anime vivessero nel raccoglimento, Iddio farebbe subito sentir loro la
Sua voce, poiché la dissipazione soffoca la parola del Signore. Una volta il Signore mi disse:

« Perché hai paura e tremi, quando sei unita a Me? Non Mi piace un'anima
soggetta ad inutili paure. Chi oserebbe toccarti quando sei con Me? L'anima che
Mi è più cara è quella che crede fermamente nella Mia bontà ed ha piena fiducia
in Me: le ricambio la Mia fiducia e le do tutto quello che chiede». Una volta il
Signore mi disse: « Figlia Mia, prendi le grazie che gli uomini disprezzano;
prendine quante riesci a portarne ». In quell'istante la mia anima venne inondata
dall'amore di Dio. Sento che sono unita al Signore così strettamente che non riesco a
trovare un termine col quale poter definire bene quest'unione; inoltre sento che tutto ciò
che Dio ha, tutti i beni ed i tesori, sono miei, sebbene non mi occupi molto di essi, poiché
mi basta Lui solo. In Lui vedo tutto; all'infuori di Lui: nulla. Non cerco la felicità all'infuori
dell'intimo, dove dimora Iddio. Gioisco di Dio nel mio intimo; qui dimoro continuamente con
Lui; qui avviene il mio rapporto più familiare con Lui; qui con Lui dimoro sicura; qui non
giunge occhio umano. La Santissima Vergine mi incoraggia a trattare così con Dio. Quando
mi colpisce qualche sofferenza, ora non mi procura più amarezza, né le grandi consolazioni
mi esaltano; si sono impadronite di me la serenità e l'equilibrio dello spirito, che deriva dalla
conoscenza della verità. Che m'importa vivere circondata da cuori ostili, quando ho la
pienezza della felicità nella mia anima? Oppure a cosa può giovarmi il favore del cuore degli
altri, se non posseggo nel mio intimo Iddio? Quando ho Dio nel mio intimo, chi potrà in
qualche modo danneggiarmi?
+ G.M.G. Wilno, 12.VIII.1935. ESERCIZI SPIRITUALI DI TRE GIORNI. La sera del giorno
precedente gli esercizi spirituali, durante l'assegnazione serale dei punti della meditazione,
udii queste parole: « Durante questi esercizi spirituali ti parlerò per bocca di
questo sacerdote, al fine di rassicurarti e rafforzarti sulla veridicità delle parole
che ti rivolgo nel profondo dell'anima. Sebbene gli esercizi spirituali li facciano
tutte le suore, tuttavia ho un riguardo particolare per te, per rafforzarti e
toglierti ogni paura di fronte a tutte le contrarietà che ti attendono. Ascolta
perciò attentamente le sue parole e meditale nel profondo dell'anima». Oh! come
restai stupita, dato che tutto quello che il padre diceva sull'unione con Dio e sugli
impedimenti a tale stretta unione, io l'avevo vissuto alla lettera nell'anima e l'avevo
ascoltato da Gesù, che mi parla nel profondo dell'anima. La perfezione consiste in questa
stretta unione con Dio. Nella meditazione delle dieci, il Padre parlò della Misericordia di Dio
e della bontà di Dio verso di noi. Disse che, se si esamina la storia del genere umano, si
vede ad ogni passo la grande bontà di Dio. Tutti gli attributi di Dio come l'onnipotenza,
la sapienza, contribuiscono a rivelarci quest'unico attributo, che è il più grande, cioè la
bontà di Dio. La bontà divina è il più grande artributo di Dio. Tuttavia molte anime che
tendono alla perfezione non conoscono questa grande bontà di Dio. Tutto quello che il
Padre ha detto durante questa meditazione sulla bontà di Dio, corrispondeva a tutto quello
che Gesù aveva detto a me e si riferiva strettamente alla festa della Misericordia. Adesso in
verità ho compreso chiaramente quello che il Signore mi aveva promesso e non ho più
alcun dubbio: la parola di Dio è chiara ed evidente. Durante tutto il tempo della
meditazione vidi Gesù sull'altare, in veste bianca, che teneva in mano il mio quaderno, nel
quale sto scrivendo queste cose. Durante tutta la meditazione sfogliò le pagine del
quaderno e taceva; il mio cuore però non riuscì a sopportare l'ardore che si era acceso nella
mia anima. Nonostante gli sforzi della volontà per dominarmi e non far sapere a quelli che
mi stavano attorno ciò che avveniva nella mia anima, verso la fine della meditazione, sentii
che ero completamente fuori di me. Ad un tratto il Signore mi disse: « In questo
quaderno non hai scritto tutto sulla Mia bontà verso gli uomini; desidero che non
tralasci nulla. Desidero che il tuo cuore si consolidi in una completa tranqaillità
». O Gesù, il mio cuore si arresta quando penso a tutto quello che fai per me. Ti ammiro,
Signore, perché Ti abbassi fino alla misera anima mia. Che sistemi impensabili usi per
convincermi! È la prima volta in vita mia che faccio un corso di esercizi spirituali di questo
genere; comprendo in modo particolare e chiaro ogni parola del Padre, dato che tutto
questo l'ho vissuto prima nella mia anima. Ora vedo che Gesù non lascia nel dubbio
un'anima che Lo ama sinceramente. Gesù desidera che l'anima, che tratta con Lui nel modo
più stretto, sia pienamente tranquilla, nonostante le sofferenze e le contrarietà. Comprendo
bene ora che ciò che unisce nel modo più stretto un'anima a Dio è il rinnegamento di sé,
cioè l'unione della nostra volontà alla volontà di Dio. Ciò rende l'anima libera, facilita un
profondo raccoglimento dello spirito, rende leggere tutte le pene della vita e dolce la morte.
Gesù mi ha detto che se avrò qualche dubbio su quanto si riferisce alla festa od anche in
merito alla fondazione della Congregazione «come pure su qualunque cosa di quello
che ti ho detto nel profondo dell'anima, ti risponderò suhito per bocca di quel
sacerdote ». Durante la meditazione sull'umiltà, mi era ritornato il vecchio dubbio, che
un'anima così misera come la mia, non poteva realizzare il compito, che il Signore esigeva.
Mentre io rimuginavo su questo dubbio, il sacerdote che ci predicava gli esercIzi, interruppe
l'argomento e disse proprio quello che riguardava il mio dubbio, cioè che Dio sceglie in
prevalenza come strumenti, per realizzare le Sue opere più grandi, le anime più deboli e più
semplici. « E questa è una verità incontestabile; guardiamo infatti chi ha scelto per apostoli
oppure esaminiamo la storia della Chiesa, e vedremo che grandi opere hanno compiuto
anime che erano le meno adatte a ciò, perché proprio in questo le opere di Dio si rivelano
come tali». Quando il dubbio mi scomparve completamente, il sacerdote ritornò sul tema
dell'umiltà. Gesù, come al solito durante ogni predica, stava sull'altare e non mi disse nulla,
ma col Suo sguardo penetrò amabilmente la mia povera anima, che non ebbe più alcuna
scusa. Gesù, vita mia, sento bene che mi stai cambiando in Te, nel segreto dell'anima, dove
i sensi scorgono ben poco. O mio Salvatore, nascondimi tutta nel profondo del Tuo Cuore e
difendimi coi Tuoi raggi da tutto ciò che m'allontana da Te. Ti prego, Gesù, fa' che questi
due raggi, che sono usciti dal Tuo misericordiosissimo Cuore, rafforzino continuamente la
mia amma.

AL MOMENTO DELLA CONFESSIONE. Il confessore mi domandò se in quel momento
c'era Gesù e se Lo vedevo. « Sì, c'è e Lo vedo ». Mi ordinò di chiedere informazioni su certe
persone. Gesù non mi rispose nulla, ma guardò verso di lui. Però, finita la confessione,
mentre facevo la penitenza, Gesù mi disse queste parole: «Va' e confortalo da parte
Mia » Pur non comprendendo il significato di queste parole, ripetei immediatamente ciò
che Gesù mi aveva ordinato di dire. Per tutto il periodo degli esercizi, fui continuamente in
contatto con Gesù e trattai con Lui intimamente con tutta la forza del mio cuore. Il giorno
della rinnovazione dei voti. All'inizio della santa Messa vidi come al solito Gesù che ci
benedisse ed entrò nel Tabernacolo. Ad un tratto vidi la Madonna con una veste bianca, un
manto azzurro e col capo scoperto, che dall'altare venne verso di me, mi toccò con le Sue
mani, mi copri col Suo manto e mi disse: « Offri questi voti per la Polonia. Prega per
essa ». 15.VIII.35.

La sera dello stesso giorno sentii nell'anima una grande nostalgia di Dio. In questo
momento non Lo vedo con gli occhi del corpo, come nel passato, ma Lo sento e non
comprendo. Ciò mi procura una nostalgia ed una pena indescrivibile. Muoio dal desiderio di
possederLo, per immergermi in Lui per l'eternità. il mio spirito tende verso di Lui con tutte
le forze; non c'è nulla al mondo che possa consolarmi. O amore eterno, ora comprendo in
quali stretti rapporti di intimità era il mio cuore con Te. Infatti che cosa mai potrà
soddisfarmi in cielo o in terra all'infuori di Te, o mio Dio, in Te è annegata la mia anima.
Quando una sera guardai il cielo dalla mia cella e vidi un firmamento stupendo, disseminato
di stelle e la luna, ad un tratto entrò nella mia anima una inconcepibile fiamma d'amore
verso il mio Creatore. Non riuscendo a sopportare la nostalgia che era aumentata nella mia
anima per Lui, caddi con la faccia a terra umiliandomi nella polvere. Lo adorai per tutte le
Sue creature, e quando il mio cuore non riuscì a sopportare quello che avveniva in lui,
scoppiai in un pianto dirotto. Allora il mio Angelo Custode mi toccò e mi disse queste
parole: « Il Signore mi ordina di dirti che ti alzi da terra ». Lo feci immediatamente, ma la
mia anima non venne consolata. La nostalgia di Dio mi prese ancora di più. Un giorno in cui
ero all'adorazione ed il mio spinto era quasi in agonia per la nostalgia di Lui e non riuscivo a
trattenere le lacrime, all'improvviso vidi uno spirito che era di una grande bellezza, che mi
disse queste parole: « Non piangere, dice il Signore ». Dopo un attimo domandai: « Tu chi
sei?». Ed egli mi rispose: « Sono uno dei sette spiriti che stanno giorno e notte davanti al
trono di Dio e L'adorano senza posa ». Tuttavia quello spirito non alleviò la mia nostalgia,
ma suscitò in me una maggior nostalgia di Dio. Quello spirito non mi lascia un istante, mi
segue ovunque. Il giorno dopo, durante la S. Messa, prima dell'elevazione, quello spinto
cominciò a cantare queste parole: « Santo, Santo, Santo ». La sua voce era come se
equivalesse a migliaia di voci, impossibile descriverla. Ad un tratto il mio spirito venne unito
a Dio; in un attimo vidi l'inconcepibile grandezza e santità di Dio e nello stesso tempo
conobbi la nullità che io sono in me stessa. Conobbi in maniera più evidente di qualsiasi
altra volta le Tre Persone Divine: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Tuttavia la loro
essenza è una, come pure l'uguaglianza e la maestà. La mia anima è in rapporti di intimità
con le Tre Persone, ma non riesco ad esprimere ciò a parole, però l'anima lo comprende
bene. Chiunque è unito con una di queste tre Persone, per ciò stesso è unito con tutta la
Santissima Trinità, poiché la loro unità è indivisibile. Questa visione, cioè questa conoscenza
mi riempì l'anima di una felicità inimmaginabile, per il fatto che Dio è così grande. Quello
che ho descritto qui non l'ho visto con gli occhi, come in passato, ma in una visione
interiore, in modo puramente spirituale ed indipendente dai sensi. Questo durò fino alla fine
della S. Messa. Ora questo mi capita spesso e non solo in cappella, ma anche durante il
lavoro e quando meno me l'aspetto. Quando il nostro confessore partì io in quel periodo mi
confessai dall'arcivescovo. Quando gli svelai la mia anima, ottenni questa risposta: « Figlia
mia, armati di tanta pazienza. Se queste cose vengono da Dio, prima o poi raggiungeranno
il loro risultato e ti dico di stare assolutamente tranquilla. Io, figlia mia, ti comprendo bene
in queste cose. Ma ora per quanto concerne l'abbandono della Congregazione e l'idea di
un'altra, a questo proprio non devi nemmeno pensarci, poiché sarebbe una grave
tentazione interiore ». Finita la confessione, dissi a Gesù: « Per ché mi ordini di eseguire
queste cose e non mi dai la possibilità di portarle a termine? ». All'improvviso, dopo la S.
Comunione, vidi Gesù nella stessa cappella dove mi ero confessata, con lo stesso aspetto
con il quale sta dipinto su quell'immagine. Il Signore mi disse: « Non essere triste. Gli
farò capire le cose che esigo da te ». Quando stavamo per uscire, I l'arcivescovo era
molto occupato, ma ci fece dire dì tornare indietro e di attendere un momento. Quando
tornammo di nuovo nella cappella, udii nell'anima queste parole: « Digli quello
che hai visto in questa cappella ». In quel preciso momento entrò l'arcivescovo e ci
chiese se avevamo qualche cosa da dirgli. Tuttavia, benché avessi l'ordine di parlare, non
mi fu possibile, perché ero in compagnia di una consorella. Ancora una parola dalla santa
confessione: « Quella di impetrare la Misericordia per il mondo, è un'idea grande e bella.
Sorella, preghi molto per chiedere Misericordia per i peccatori, ma lo faccia nel suo
convento».

IL GIORNO DOPO, VENERDI 13.IX.1935. La sera, mentre ero nella mia cella, vidi un
Angelo che era L’esecutore dell'ira di Dio. Aveva una veste chiara ed il volto risplendente;
una nuvola sotto i piedi e dalla nuvola uscivano fulmini e lampi che andavano nelle sue
mani e dalle sue mani partivano e colpivano la terra. Quando vidi quel segno della collera di
Dio che doveva colpire la terra ed in particolare un certo luogo, che per giusti motivi non
posso nominare, cominciai a pregare l'Angelo, perché si fermasse per qualche momento ed
il mondo avrebbe fatto penitenza. Ma la mia invocazione non ebbe alcun risultato di fronte
allo sdegno di Dio. In quel momento vidi la Santissima Trinità. La grandezza della Sua
Maestà mi penetrò nel profondo e non osai ripetere la mia invocazione. In quello stesso
istante sentii che nella mia anima c'era la forza della grazia di Gesù. Quando ebbi la
consapevolezza di tale grazia, nello stesso momento venni rapita davanti al Trono di Dio.
Oh! quanto è grande il Signore e Dio nostro ed incomprensibile la Sua santità. Non cercherò
nemmeno di descrivere tale grandezza, poiché fra non molto Lo vedremo tutti quale Egli è.
Cominciai a implorare Dio per il mondo con parole che si udivano interiormente. Mentre
pregavo così vidi l'impotenza dell'Angelo che non poté compiere la giusta punizione, che era
equamente dovuta per i peccati. Non avevo ancora mai pregato con una tale potenza
interiore come allora. Le parole con le quali ho supplicato Dio sono le seguenti: « Eterno
Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo
Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, per i peccati nostri e del mondo intero; per
la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi ». La mattina del giorno dopo,
mentre entravo nella nostra cappella, udii interiormente queste parole: « Ogni volta che
entri nella cappella, recita subito la preghiera che ti ho insegnato ieri ». Appena
recitai quella preghiera, udii nell'anima queste parole: « Questa preghiera serve a
placare la Mia ira. La reciterai per nove giorni con la comune corona del rosario
nel modo seguente: prima reciterai il Padre Nostro, l'Ave Maria ed il Credo; poi
sui grani del Padre Nostro, dirai le parole seguenti: Eterno Padre, io Ti offro il
Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro
Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
Sui grani delle Ave Maria reciterai le parole seguenti: Per la Sua dolorosa
Passione abbi misericordia di noi e del mondo intero. Infine reciterai tre volte
queste parole: Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale: abbi pietà di noi e del
mondo intero ». Il silenzio è una spada nella lotta spirituale; non raggiungerà mai la
santità un'anima ciarliera. Questa spada del silenzio reciderà nettamente tutto ciò che
volesse attaccarsi all'anima. Siamo sensibili alle parole ed intendiamo rispondere subito con
sensibilità, e non consideriamo se sia volontà di Dio che noi rispondiamo. L'anima silenziosa
è forte; nessuna avversità le reca danno, se persevera nel silenzio. L'anima silenziosa è
idonea alla più profonda unione con Dio; essa vive quasi di continuo sotto il soffio dello
Spirito Santo. In un'anima silenziosa Iddio opera senza impedimenti. O mio Gesù, Tu sai,
Tu solo sai bene che il mio cuore non conosce altro amore all'infuori di Te. Tutto il mio
amore verginale è annegato in Te, o Gesù, per l'eternità. Sento bene come il Tuo Sangue
Divino circola nel mio cuore; non c'è alcun dubbio che col Tuo Sangue Preziosissimo è
entrato nel mio cuore il Tuo purissimo amore. Sento che dimori in me col Padre e lo Spirito
Santo, o meglio sento che io vivo in Te, o Dio inimmaginabile. Sento che mi sciolgo in Te
come una goccia nell'oceano. Sento che sei all'esterno e nelle mie viscere; sento che sei in
tutto ciò che mi circonda, in tutto ciò che mi capita. O Dio mio, Ti ho conosciuto nell'intimo
del mio cuore e Ti ho amato sopra ogni cosa, sopra qualunque cosa esista in terra o
in cielo. I nostri cuori si comprendono a vicenda e nessuno intende ciò. Seconda
confessione dall'Arcivescovo: « Sappi, figlia mia, che se questa è volontà di Dio, prima o poi
si realizzerà, poiché la volontà di Dio si deve compiere. Ama Dio nel tuo cuore; abbi...
[Frase rimasta incompiuta].

29.IX. Festa di San Michele Arcangelo. Sono rimasta intimamente unita a Dio. La Sua
presenza mi penetra nel profondo e mi riempie di serenità, di gioia e di stupore. Dopo quei
momenti di preghiera sono piena di forza, di un coraggio misterioso nell'affrontare le
sofferenze e la lotta; nulla mi spaventa, anche se il mondo intero fosse contro di me. Tutte
le contrarietà sfiorano la superficie, ma non hanno adito all'intimo, poiché lì dimora Iddio
che mi dà forza, che mi riempie. Tutte le insidie dei nemici si infrangono contro il Suo
sgabello. Iddio mi sostiene con la Sua potenza nei momenti di unione. La Sua potenza mi
viene trasmessa e mi rende capace di amarlo. L'anima non perviene mai a ciò con le
proprie forze. All'inizio di questa grazia interiore ero piena di paura, e cominciai a
controllarmi, cioè a lasciarmi guidare dalla paura; ma ben presto il Signore mi fece
conoscere quanto ciò non Gli piacesse. Ed anche questo lo decise Lui stesso, mia quiete.
Quasi ogni solennità della santa Chiesa mi procura una più profonda conoscenza di Dio ed
una grazia particolare; per questo mi preparo ad ogni solennità e mi unisco strettamente
allo spirito della Chiesa. Che gioia essere una figlia fedele della Chiesa! Oh! quanto amo la
santa Chiesa e tutti coloro che vivono in essa; guardo a loro, come a membra vive di Cristo,
che è il loro capo. M'infiammo d'amore con quelli che amano; soffro con quelli che soffrono;
mi consumo dal dolore osservando i tiepidi e gli ingrati; allora mi sforzo di avere un tale
amore verso Dio da compensarlo per quelli che non Lo amano, che ripagano il loro
Salvatore con nera ingratitudine. O mio Dio, sono consapevole della mia missione nella
santa Chiesa. Il mio impegno continuo è quello di impetrare la Misericordia per il mondo. Mi
unisco strettamente a Gesù e mi offro come vittima che implora per il mondo. Iddio non mi
negherà nulla, quando L'invocherò con la voce di Suo Figlio. il mio sacrificio è niente per se
stesso, ma quando l'unisco al sacrificio di Gesù Cristo, diviene onnipotente ed ha la forza di
placare lo sdegno di Dio. Iddio ci ama nel Figlio Suo. La dolorosa Passione del Figlio di Dio
è una continua invocazione che attenua la collera di Dio. O Dio, quanto desidero che Ti
conoscano le anime e che sappiano che le hai create per un amore incomparabile. O mio
Creatore e Signore, sento che rimuoverò il velo del cielo, affinché la terra non dubiti della
Tua bontà. Fa' di me, o Gesù, una vittima gradita e pura davanti al Volto del Padre Tuo. O
Gesù, Tu che puoi tutto, trasforma me misera e peccatrice in Te e consegnami al Tuo
Eterno Padre. Desidero diventare una vittima sacrificale davanti a Te, ma essere davanti
agli uomini una normale ostia. Desidero che il profumo del mio sacrificio sia noto soltanto a
Te, o Dio eterno. In me arde un desiderio inestinguibile d'implorare da Te Misericordia;
sento e comprendo che questo è il mio compito qui e nell'eternità. Tu stesso d'altronde mi
hai ordinato dì parlare della tua grande Misericordia e bontà. In un dato momento ho
compreso quanto non piaccia a Dio un'azione anche la più lodevole, se non ha il sigillo della
retta intenzione. Tali azioni spingono Dio più che alla ricompensa, al castigo. Che nella
nostra vita ce ne siano il meno possibile, anzi nella vita religiosa non ce ne dovrebbero
essere affatto. Con identica disposizione accetto la gioia come la sofferenza, la lode come
l'umiliazione. Ricordo che sia l'una che l'altra sono passag gere. Cosa m'importa di quello
che dicono di me? Da tempo ormai ho rinunciato a tutto ciò che riguarda la mia persona. il
mio nome è ostia, cioè vittima, non a parole, ma nei fatti, nell'annientamento di me stessa,
per essere simile a Te sulla croce, o buon Gesù e mio Maestro. O Gesù, quando vieni a me
nella S. Comunione Tu, che Ti sei degnato dimorare assieme al Padre ed allo Spirito Santo
nel piccolo cielo del mio cuore, procuro per tutto il giorno di tenerTi compagnia, non
lasciandoTi solo nemmeno un istante; benché io sia in compagnia di altra gente, o assieme
alle educande, il mio cuore è sempre unito a Lui. Quando riposo Gli offro ogni palpito del
mio cuore; quando mi sveglio, m'immergo in Lui senza dire una parola. Quando mi sveglio,
adoro un momento la Santissima Trinità e la ringrazio d'essersi degnata di concedermi un
altro giorno ancora e per il fatto che si ripete ancora in me il mistero dell'Incarnazione del
Figlio Tuo, perché ancora una volta si ripete davanti ai miei occhi la Tua dolorosa Passione.
Cerco allora di facilitare a Gesù il passaggio attraverso me, per giungere alle anime degli
altri. Con Gesù vado ovunque; la Sua presenza mi segue dappertutto. Nelle sofferenze sia
dell'anima che del corpo procuro di mantenere il silenzio, poiché è allora che il mio spirito
acquista la forza che gli deriva dalla Passione di Gesù. Ho continuamente davanti agli occhi
il Suo Volto oltraggiato e sfigurato, il Suo Cuore divino trafitto dai nostri peccati e
specialmente dall'ingratitudine delle anime elette. Doppio avvertimento, perché mi prepari
alle sofferenze che mi attendono a Varsavia. il primo avvertimento è stato interiore attraverso
una voce udita; il secondo è avvenuto durante la S. Messa. Prima dell'elevazione vidi
Gesù crocifisso, che mi disse: « Preparati alla sofferenza ». Ringraziai il Signore di
avermi avvertito e Gli dissi: « Non soffrirò certamente più di Te, mio Salvatore ». Tuttavia
mi preoccupai della cosa e mi fortificai con la preghiera e con piccole sofferenze, per essere
pronta a sopportarne di maggiori, quando giungeranno.

19.X.35. Partenza da Wilno per Cracovia per gli esercizi spirituali dì otto giorni. Venerdì
sera durante il rosario, mentre pensavo al viaggio dell'indomani ed all'importanza della
questione che dovevo sottoporre a Padre Andrasz, fui presa dalla paura vedendo
chiaramente la mia miseria ed inettitudine e la grandezza dell'opera di Dio. Schiacciata da
tale sofferenza, mi rimisi alla volontà del Signore. In quel momento vidi Gesù vicino al mio
inginocchiatoio, con una veste chiara, che mi disse queste parole: «Perché hai paura di
compiere la Mia volontà? Forse non ti aiuterò come ho fatto finora? Ripeti ogni
Mia richiesta davanti a coloro che Mi sostituiscono in terra e fa' solo quello che ti
ordinano ». In quel momento una forza entrò nella mia anima. La mattina del giorno dopo
vidi l'Angelo Custode, che mi tenne compagnia nel viaggio fino a Varsavia. Quando
entrammo nella portineria, scomparve. Quando passammo accanto alla piccola cappellina,
per andare a salutare le Superiore, in un attimo s'impadronì di me la presenza di Dio ed il
Signore mi riempì del fuoco del Suo amore. In tali momenti conosco sempre meglio la
grandezza della Sua Maestà. Quando salimmo in treno a Varsavia diretti a Cracovia, vidi di
nuovo accanto a me il mio Angelo Custode, che pregava contemplando Iddio ed il mio
pensiero andava dìetro a lui. Quando giungemmo alla porta del convento, scomparve.
Quando entrai nella cappella, fui nuovamente investita dalla Maestà di Dio; mi sentii tutta
sprofondata in Dio, tutta immersa e compenetrata in lui, vedendo quanto ci ama il Padre
Celeste. Oh! quale grande felicità proviene alla mia anima dalla conoscenza di Dio, della
vita di Dio. Desidero dividere questa felicità con tutti gli uomini, non posso tener chiusa tale
felicità solo nel mio cuore, poiché i suoi raggi m’infiammano e mi fanno scoppiare il petto e
le viscere. Voglio attraver sare il mondo intero e parlare alle anime della grande Misericordia
di Dio. O sacerdoti, aiutatemi in questo, usate le espressioni più forti sulla Sua Misericordìa,
poiché tutto è troppo blando, per indicare quanto è misericordioso.

+ GMG Cracovia 20.X.35. ESERCIZI SPIRITUAKLI DI OTTO GIORNI. Dio eterno, la
bontà stessa, la cui Misericordia non può essere compresa da nessuna mente né umana né
angelica, aiuta questa Tua povera figliola a compiere la Tua santa volontà come Tu stesso
me la fai conoscere. Non desidero altro se non compiere il volere di Dio. Ecco, Signore, hai
la mia anima ed il mio corpo, la mente e la volontà, il cuore e tutto il mio amore. Disponi di
Te secondo i Tuoi eterni disegni. Dpo la S. Comunione la mia anima fu di nuovo inondata
dall’amore di Dio. Gioisco della sua grandezza. Qui vedo che evidenzia la sua volontà che
debbo compiere e nello stesso tempo vedo la mia debolezza e la mia miseria. Vedo che
senza il Suo aiuto non posso far nulla.
NEL SECONDO GIORNO DEGLI ESERCIZI. Quando dovevo andare in parlatorio dal Padre
Andrasz, ebbi paura per il fatto che dopotutto il segreto esiste solo in confessionale; era un
timore infondato. La Madre Superiora con due parole mi tranqulllzzò. Ma quando entrai
nella cappella, sentiì nell'anima queste parole: « Desidero che di fronte al Mio

sostiluto tu sia sincera e semplice come una bambina, così come sei con
Me, altrimenti ti abbandonerò e non tratterò più intimamente con te ». Per la
verità Dio mi concesse la grande grazia di una completa fiducia, e terminato il colloquio,
Iddio mi fece la grazia di una grande serenità e di tanta luce in merito agli argomenti
trattati. O Gesù, luce eterna, illumina il mio intelletto, rafforza la mia volontà ed infiamma il
mio cuore. Resta con me come mi hai promesso, poiché senza dì Te sono nulla. Tu sai, o
Gesù mio, quanto io sia debole, non ho certamente bisogno di dirtelo, poiché Tu stesso sai
molto bene quanto io sia misera. In Te sta tutta la mia forza.

IL GIORNO DELLA CONFESSIONE. Fin dalla mattina cominciai a sperimentare una lotta
interiore così accanita, quale non avevo ancora mai provato. Il completo abbandono da
parte di Dio; sentivo il peso di tutta la mia debolezza; mi opprimevano questi pensieri:
perché dovrei abbandonare questo convento nel quale sono benvoluta dalle consorelle e
dalle Superiore e dove la vita è così tranquilla? Sono legata da voti perpetui e compio i miei
impegni con facilità. Perché dovrei ascoltare la voce della coscienza; perché seguire
fedelmente l'ispirazione? Chi sa da chi proviene? Non farei meglio a comportarmi come
tutte le altre Suore? Forse si possono soffocare le parole del Signore, non facendovi caso.
Forse Iddio non ne terrà conto nel giorno del giudizio. Dove mi conduce questa voce
interiore? Se la seguo, quali tremende tribolazioni, sofferenze e contrarietà mi aspettano?
Ho paura del futuro e nel presente sto agonizzando. Questa sofferenza durò tutto il giorno
con una tensione uniforme. Verso sera, quando mi accostai alla santa confessione,
nonostante mi fossi preparata in precedenza, non potei confessarmi completamente.
Ricevetti l'assoluzione e me ne andai dal confessionale non sapendo quello che mi
succedeva. Quando andai a riposare, la sofferenza crebbe fino al massimo grado o
piuttosto si tramutò in un fuoco che, come un fuimine penetrò in tutte le facoltà della mia
anima, fino al midollo delle ossa, fino alla più segreta cellula del cuore. In un simile stato dì
sofferenza, non riuscivo a decidermi a far nulla: « Signore, sia fatta la Tua volontà ». Ma in
certi momenti non riuscivo nemmeno a pensare questo. Per la verità uno spavento
tremendo mi stava soffocando e mi stava lambendo un fuoco infernale. Sui fare del mattino
regnò la calma e le sofferenze scomparvero in un batter d'occhio, ma mi sentivo così
tremendamente stremata che non rinscivo a fare il più piccolo movimento. Poco alla volta
mi ritornarono le forze mentre parlavo con la Madre Superiora. Però Dio solo sa come mi
son sentita per tutta la giornata. O Verità Eterna, o Verbo Incarnato, che hai compiuto la
volontà del Padre Tuo nella maniera più fedele, ecco oggi divento martire delle Tue
ispirazioni, poiché non le posso eseguire, dato che non ho la mia volontà, nonostante che io
conosca in modo chiaro la Tua santa volontà interiormente, tuttavia mi sottopongo in tutto
alla volontà dei Superiori e del confessore. Perciò io la compirò per quel tanto che Tu mi
permetterai di compieria tramite il Tuo sostituto. O mio Gesù, mi dispiace ma antepongo la
voce della Chiesa a quella con cui parli a me.

DOPO LA SANTA COMUNIONE. Ho visto Gesù come al solito che mi ha detto queste
parole: «Appoggia il tuo capo sulla Mia spalla e riposati e prendi forza. Io sono
sempre con te. Parla all'amico del Mio cuore; digli che Mi servo di creature così
deboli per compiere le Mie opere ». Subito dopo il mio spirito venne rinvigorito da una
forza singolare. « Digli, che gli ho fatto conoscere la tua debolezza in confessione,
in modo che sapesse chi sei per te stessa ». Ogni lotta sostenuta valorosamente mi
procura gioia, tranquillità, luce, esperienza e coraggio per l'avvenfre, onore e gloria a Dio
ed a me la ricompensa finale.

OGGI E’ LA FESTA DI CRISTO RE. Durante la S. Messa ho pregato fervorosamente
perché Gesù sia il Re dì tutti i cuori, perché la grazia dì Dio brilli in ogni anima. Ad un tratto
ho visto Gesù come è dipinto nell'immagine e mi ha detto queste parole: « Figlia Mia, Mi
rendi la più grande gloria, adempiendo i Miei desideri ». Oh, quanto è grande la Tua
bellezza, o Gesù, mio Sposo! O fiore vivo e vivificante, in cui è racchiusa la rugiada che dà
la vita alle anime assetate. In Te è immersa la mia anima. Tu solo sei oggetto delle mie
aspirazioni e dei miei desideri. Uniscimi nel modo più intimo a Te, al Padre ed allo
SpIrito Santo. Possa io vivere e morire in Te! Solo l'amore ha un significato; esso innalza le
nostre più piccole azioni verso l'infinito. O mio Gesù, io in verità non saprei vivere senza di
Te. Il mio spirito si è fuso col Tuo. Nessuno comprende bene questo: occorre prima vivere
di Te, per conoscerTi negli altri. Cracovia, 25.X.35. PROPOSITI DOPO GLI ESERCIZI
SPIRITUALI. Non far nulla, senza il permesso del confessore e l'accordo dei superiori, in
tutto, ma specialmente nelle ispirazioni e richieste del Signore. Tutti i momenti liberi li
trascorrerò con l'Ospite Divino nel mio intimo; cercherò dì mantenere il silenzio interiore ed
esteriore, in modo che Gesù possa riposare nel mio cuore. Il mio riposo più gradito sta nel
servire le consorelle e nella disponibilità verso dì loro. Dimenticare me stessa e pensare a
quello che può far piacere alle consorelle. Qualunque osservazione mi venga fatta, non
addurrò spiegazioni né giustificazioni; permetterò che mi giudichi chiunque abbia piacere di
farlo. Ho un solo Confidente, al Quale svelerò tutto ed è Gesù-Eucaristia ed in sostituzioni di
Lui, il confessore. In tutte le tribolazioni sia dell'anima che del corpo, nelle tenebre,
nell'abbandono, tacerò come una colomba, senza lamentarmi. Mi annienterò ogni momento
come una vittima ai Suoi piedì, per impetrare Misericordia per le povere anime. Tutto il mio
nulla affonda nel mare della Tua Misericordia; con la fiducia di un bambino mi getto fra le
Tue braccia, o Padre dì Misericordia, per ricompensarTi della diffidenza di tante anime, che
hanno paura dì confidare in Te. Oh, quanto è piccolo il numero delle anime, che Ti
conoscono veramente! Oh, come desidero ardentemente che la festa della Misericordia sia
conosciuta dalle anime! La Misericordia è il coronamento delle Tue opere; Tu predisponi
tutto con la sensibilità della più tenera delle Madri.

+ G.M.G. Cracovia, 27.X.1933 PADRE ANDRASZ. CONSIGLI SPIRITUALI. « Non far
nulla senza il consenso dei superiori. Su questa questione occorre riflettere bene e pregare
molto. In queste cose bisogna essere molto prudenti, poiché lei, sorella, qui ha la volontà di
Dio certa ed evidente, poiché è unita a questo ordine coi voti e per di più perpetui. Quindi
non ci debbono essere dubbi, e quello che lei sente interiormente sono solo lampi che
l'invitano a fondare qualche cosa. Iddio può fare spostamenti, ma queste cose avvengono
molto di rado. Finché lei non otterrà una conoscenza più evidente, non affrettarsi. Le opere
di Dio procedono piano; se sono da Dio, si conoscerà chiaramente e se no, andranno in
fumo e lei obbedendo, non sbaglia. Ma parlare sinceramente di tutto col confessore ed
ascoltarlo ciecamente. Ora a lei, sorella, non rimane altro da fare che accettare la
sofferenza fino al tempo del chiarimento, cioè fino alla soluzione di questo problema. Lei è
in una buona disposizione d'animo relativamente a queste cose; continui ad essere così,
piena di semplicità e di spirito d'obbedienza. Questo è un buon segno. Se lei continuerà in
questa disposizione d'animo, Iddio non permetterà che lei vada fuori strada. Per quanto è
possibile, tenersi lontano da queste cose; ma se ciò nonostante capitano, accertarle con
tranquillltà, non aver paura di nulla. Lei è in buone mani, nelle mani di Dio che è tanto
buono. In tutto quello che mi ha detto, non vedo alcuna illusione o incompatibilità con la
fede. Sono cose in sé buone; anzi sarebbe bene che ci fosse un gruppo di anime che
pregassero Dio per il mondo, poiché tutti abbiamo bisogno di preghiere. Lei ha un buon
direttore spirituale. Si attenga a quello che le dice e stia tranquilla. Sia fedele alla volontà di
Dio e l'adempia. In quanto al lavoro, faccia quello che le ordinano, come le ordinano, anche
se fosse il più umiliante e faticoso. Scelga sempre l'ultimo posto, ed allora le diranno:
venga più su ,'. Nell'animo ed in tutto il comportamento deve considerarsi l'ultima di tutta la
casa e di tutta la Congregazione. In tutto e sempre la più rigorosa fedeltà a Dio ». O mio
Gesù, desidero soffrire ed ardere del fuoco dell’amore in tutti gli avvenimenti della vita.
Sono tutta Tua, desidero inabissarmi in Te, o Gesù, desidero perdermi nella Tua divina
bellezza. Tu m'insegni, Signore, col Tuo amore, e penetri nel mio intimo come un raggio di
sole e trasformi le tenebre della mia anima nella Tua luce. Sento bene che vivo in Te, come
una minuscola scintilla ingoiata dall'incalcolabile incendio, in cui ardi, o impenetrabile
Trinità. Non esiste una gioia più grande dell'amore di Dio. Già su questa terra possiamo
pregustare la felicità degli abitanti del cielo con una stretta unione con Dio, misteriosa e
talvolta inconcepibile per noi. Si può ottenere la stessa grazia con la semplice fedeltà
dell'anima. Quando s'impadronisce di me un senso di svogliatezza e di noia per i miei
doveri, rifletto sui fatto che mi trovo nella casa del Signore, dove non c'è nulla di poco
conto, dove da quella mia azione di poco conto, eseguita con la mente rivolta al cielo, può
dipendere la gloria della Chiesa ed il profitto di più di un'anima, e perciò nella vita religiosa
non c'è nulla di poco conto. Per le avversità che sto sperimentando, mi rendo conto che il
tempo della lotta non è finito, mi armo di pazienza ed in questo modo vinco il mio
avversario. Non cerco da nessuna parte la perfezione per pura curiosità, ma penetro nello
spirlto dì Gesù e considero le Sue azioni, come sono descritte in breve nel Vangelo e, se
anche campassi mille anni, non riuscirei ad esaurire quanto in esso è contenuto. Quando le
mie intenzioni non vengono approvate anzi sono condannate, non me ne stupisco troppo;
so infatti che soltanto Iddio scruta nel mio cuore. La verità non perisce ed il cuore ferito col
tempo si tranqulllizza ed il mio spirito si fortifica nelle avversità. Non sempre ascolto quello
che mi dice il cuore, ma prego Dio che mi dia luce; quando sento in me l'equilibrio, allora
parlo di più. Il giorno della rinnovazione dei voti. La presenza dì Dio ha inondato la mia
anima. Durante la S. Messa ho visto Gesù, che mi ha detto queste parole: « Tu sei per Me
una grande gioia; il tuo amore e la tua umiltà fanno sì che abbandoni il trono del
cielo e Mi unisca a te. L'amore pareggia l'abisso che c'è fra la Mia grandezza e la
tua nullità ». L'amore m'inonda l'anima; sono immersa in un oceano d'amore; sento che
sto svenendo e mi perdo completamente in Lui. O Gesù, rendi il mio cuore simile al Tuo, o
meglio cambialo nel Tuo, in modo che riesca a sentire le necessità degli altri cuori e
soprattutto di quelli che soffrono e sono tristi; i raggi della Misericordia dimorino nel mio
cuore. Una sera, mentre camminavo nell'orto recitando il rosario, giunsi al cimitero, scostai
la porta e pregai per un momento e poi chiesi loro interiormente: « Siete veramente molto
felici? ». Immediatamente udii queste parole: « Siamo felici nella misura in cui abbiamo
fatto la volontà di Dio ». E poi silenzio come prima. Rientrai in me e pensai a lungo come
faccio io la volontà di Dio e come utilizzo il tempo che Iddio mi concede. Lo stesso giorno,
quando andai a riposare, venne da me di notte un'anima, mi svegliò bussando contro il
comodino e mi chiese di pregare. Volevo chiedere chi fosse, ma mortificai la mia curiosità
ed unii questa piccola mortificazione alla preghiera che offrii per lei. Una volta andai a far
visita ad una cara consorella ammalata, che aveva ormai ottantaquattro anni e si
distingueva per molte virtù e le domandai: « Lei, sorella, sarà certamente pronta a
presentarsi davanti al Signore? ». Mi rispose che per tutta la vita si era preparata a
quest'ultima ora e mi disse queste parole: « L'età non affranca dalla lotta ». + Una volta
che, prima del giorno dei defunti, andai al cimitero verso l'imbrunire, il cimitero era chiuso,
ma scostai un po' la porta e dissi: "Care anime, se desiderate qualche cosa, la farò
volentieri per voi, per quanto me lo permette la regola". E subito udii queste parole: « Fa' la
volontà di Dio; noi siamo felici nella misura in cui abbiamo fatto la volontà di Dio ». + La
sera quelle anime vennero e mi chiesero preghiere. Pregai molto per loro. Mentre la
processione di sera ritornava dal cimitero vidi una moltitudine di anime che venivano con
noi verso la cappella e pregavano assieme a noi. Ho pregato molto, poiché per questo
avevo il permesso dei superiori. Di notte mi venne a far visita di nuovo un'anima che avevo
già visto in passato, tuttavia quest'anima non mi chiese preghiere, ma mi fece dei
rimproveri di questo genere, dicendomi che una volta ero molto vanitosa e superba. « E
adesso intercedi tanto per gli altri, ma anche adesso hai ancora alcuni difetti ». Risposi che
ero molto superba e vanitosa, ma che mi ero confessata ed avevo fatto la penitenza per la
mia stupidità. Ed ho fiducia nella bontà del mio Dio e se ora cado ciò avviene
involontariamente e mai con premeditazione, sia pure nella più piccola cosa. Però
quell'anima cominciò a farmi altri rimproveri: Perché non voglio riconoscere la sua
grandezza? « Che tutti mi riconoscono per le mie grandi imprese. Perché solo tu non mi dai
gloria? ». Fu allora che m'accorsi che in quella figura c'era satana e dissi: « A Dio Solo è
dovuta la gloria! Vattene satana! ». E in un attimo quell'anima sprofondò in una
voragine orribile, inconcepibile a descrivere e dissi a quella miserabile anima che l'avrei
detto a tutta la Chiesa. È sabato e torniamo già da Cracovia a Wilno. Durante il tragitto
abbiamo fatto una sosta a Czestochowa. Mentre pregavo davanti al-l'immagine miracolosa,
sentii che sono gradìte... [il pensiero è rimasto incompleto]
FINE DEL PRIMO QUADERNO.

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